[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Imboscata del Negev

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Imboscata del Negev
attentato
Tipoimboscata, sparatoria
Data4 ottobre 1956
LuogoAutostrada 25, Negev, nel sud di Israele
StatoIsraele (bandiera) Israele
Responsabilisquadra di fedayyin palestinesi
Conseguenze
Morti5
Feriti1

L'imboscata della strada nel deserto del Negev fu un attacco terroristico avvenuto il 4 ottobre 1956.

Nel pomeriggio del 4 ottobre 1956, una squadra di 10 militanti fedayyin palestinesi armati si infiltrò in Israele dalla Giordania. In pieno giorno, i militanti scesero in picchiata su due jeep sulla strada Sodom-Be'er Sheva (autostrada 25), che viaggiavano sul tratto di strada che attraversa la parte meridionale del Mar Morto, 11 chilometri ad ovest del confine tra Israele e Giordania. I veicoli trasportavano dipendenti della società Solel Boneh.

I militanti iniziarono attaccando il primo veicolo con il fuoco della mitragliatrice, uccidendo tutti e quattro i passeggeri nell'auto. Successivamente i militanti attaccarono il secondo veicolo. Uno dei passeggeri della seconda macchina saltò fuori nel tentativo di sfuggire ai militanti e salvarsi la vita. I militanti riuscirono comunque ad ucciderlo.

Solo una persona, un ingegnere americano che guidava la seconda macchina, riuscì a sfuggire all'incidente.

  • Gabriel Benjamin Dahan (nato nel 1931);[1]
  • Ephraim Waldman (nato nel 1907);[2]
  • Arie Lahav (nato nel 1921);[3]
  • Jacob Lustig (nato nel 1916).[4]

I membri della squadra vennero arrestati al loro ritorno in Giordania da una forza di polizia giordana. Poco dopo, il re Husayn di Giordania ordinò il rilascio degli assalitori.

Un portavoce del ministero degli esteri israeliano accusò per le uccisioni di un "gruppo giordano ben addestrato e organizzato".[5] Affermò anche che l'incidente "mostra una continuazione della politica di aggressione e molestia alla frontiera della Giordania".[6]

Operazione Samaria

[modifica | modifica wikitesto]

Di conseguenza, Israele decise di reagire in risposta all'imboscata del Negev e ad un attacco dello stesso giorno in cui infiltrati dalla Giordania uccisero due lavoratori israeliani in un frutteto vicino a Even Yehuda e gli tagliarono le orecchie. Il 10 ottobre l'esercito israeliano condusse un contrattacco dal nome in codice Operazione Samaria in cui l'IDF attaccò la stazione di polizia di Qalqilya al forte di Tegart. Dopo una feroce battaglia il forte venne fatto saltare in aria. 18 soldati israeliani morirono nell'operazione e 68 rimasero feriti. Circa 88 giordani vennero uccisi e 15 feriti.[7]

  1. ^ אתר לזכר האזרחים חללי פעולות האיבה, su laad.btl.gov.il. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  2. ^ אתר לזכר האזרחים חללי פעולות האיבה, su laad.btl.gov.il. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  3. ^ אתר לזכר האזרחים חללי פעולות האיבה, su laad.btl.gov.il. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  4. ^ אתר לזכר האזרחים חללי פעולות האיבה, su laad.btl.gov.il. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  5. ^ The Glasgow Herald - Ricerca Archivio di Google News, su news.google.com. URL consultato il 15 marzo 2021.
  6. ^ Sarasota Journal - Ricerca Archivio di Google News, su news.google.com. URL consultato il 15 marzo 2021.
  7. ^ Shlaim, Avi (2007). Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace. Penguin Books. ISBN 9780141017280.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • https://news.google.com/newspapers?id=oB8aAAAAIBAJ&sjid=cCUEAAAAIBAJ&pg=5833,1917657[collegamento interrotto]