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Getlink

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – "Eurotunnel" rimanda qui. Se stai cercando il tunnel, vedi Tunnel della Manica.
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StatoFrancia (bandiera) Francia
Forma societariaSocietà europea
Borse valoriEuronext: GET
ISINFR0010533075
Fondazione13 agosto 1986
Sede principaleParigi
ControllateEuroporte
Persone chiaveJacques Gounon (CEO)
SettoreTrasporto
Prodotti
Fatturato 1,207 milioni (2014)
Utile netto€ 57,1 milioni (2014)
Dipendenti3 959 (2014)
Sito webwww.getlinkgroup.com/

La Getlink, in precedenza Groupe Eurotunnel SE (o più semplicemente Eurotunnel), è una società europea con sede a Parigi, in Francia, concessionaria per 99 anni del tunnel della Manica di cui è gestore dell'infrastruttura. È uno dei leader in Europa del trasporto ferroviario combinato. La sua storia è segnata da una successione di ristrutturazioni finanziarie. È quotata a Parigi e listata a Londra e ha avuto una crescita importante a seguito della ristrutturazione avviata da Jacques Gounon.

La società venne fondata il 13 agosto 1986 con l'obiettivo di finanziare, costruire e gestire una galleria tra il Regno Unito e la Francia.[1] La società appaltò la costruzione della galleria alla TransManche Link. Il costo finale fu di 9,5 miliardi di sterline, circa il doppio della stima iniziale di 4,7 miliardi.[2] La galleria venne finanziata in parte dall'investimento degli azionisti e in parte attraverso un debito di 8 miliardi di sterline e venne inaugurata il 6 maggio 1994 dalla Regina Elisabetta II e dal Presidente François Mitterrand.[1] Nel suo primo anno di operatività la società incassò una perdita di 925 milioni di sterline a causa delle deludenti entrate da passeggeri e merci, assieme ai pesanti interessi dovuti sugli 8 miliardi di debito.[3]

Nell'aprile 2004, un gruppo di azionisti dissidenti guidati da Nicolas Miguet riuscì a prendere il controllo del consiglio di amministrazione. Tuttavia nel febbraio 2005 Jean-Louis Raymond, il nuovo amministratore delegato, si dimise e il presidente del consiglio di amministrazione Jacques Gounon ne prese il posto.[4] Nel luglio 2006, gli azionisti votarono un accordo preliminare di ristrutturazione del debito per il suo dimezzamento, poi ridotto a 6,2 miliardi di sterline, in cambio dell'87% delle azioni.[5][6] Tuttavia quest'accordo fallì e il 2 agosto 2006 la società venne posta in amministrazione controllata da un tribunale francese per 6 mesi.[7] Nel maggio 2007 un nuovo piano di ristrutturazione venne approvato dagli azionisti in cui Deutsche Bank, Goldman Sachs e Citigroup si impegnavano a garantire un prestito a lungo termine da 2,8 miliardi di sterline, saldando il debito rimanente in cambio di azioni, e gli azionisti rinunciavano ai viaggi gratis illimitati e altri privilegi che avevano.[8]

Si tratta di una delle poche società francesi in cui sono rappresentati i piccoli azionisti, molto attivi, che sono presenti nel consiglio d'amministrazione con l'Association de défense des actionnaires minoritaires di Colette Neuville. Gli azionisti possiedono circa il 30% del capitale del gruppo.[senza fonte]

  • Mundys (tramite il Aero 1 Global & International) 15,49%
  • Franklin Resources 4,99%
  • Prudential 4,86%
fonte: COFISEM - aggiornamento: 19/10/10

Indici borsistici

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Indice e peso
  1. ^ a b (EN) History, su eurotunnel.com, Eurotunnel, 30 novembre 1984. URL consultato il 27 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2010).
  2. ^ (EN) Dominic O'Connell, Channel tunnel project has made Britain £10bn poorer, in The Times, 8 gennaio 2006. URL consultato il 17 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2011).
  3. ^ (EN) Erik Ipsen, Bank debt causes £925m loss at Eurotunnel, in International Herald Tribune, 23 aprile 1996. URL consultato il 27 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  4. ^ (EN) Floyd Norris, Chief of Eurotunnel quits amid turmoil on board, in The New York Times, 11 giugno 2005. URL consultato il 17 dicembre 2013.
  5. ^ (EN) Eurotunnel faces debt opposition, in BBC News, 4 giugno 2006.
  6. ^ (EN) Michael Harrison, Eurotunnel blames Deutsche as it files for bankruptcy protection, in The Independent, 14 luglio 2006. URL consultato il 2 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2007).
  7. ^ (EN) Eurotunnel gets court protection, in BBC News, 2 agosto 2006. URL consultato il 3 agosto 2006.
  8. ^ (EN) Eurotunnel 'saved' by investors, in BBC News, 25 maggio 2007. URL consultato il 26 maggio 2007.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN131471144 · LCCN (ENnb2012028485 · GND (DE1274998921 · BNF (FRcb121538686 (data)