West

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West
Carta geofisica del Nordamerica
StatiStati Uniti (bandiera) Stati Uniti

Il termine West ("ovest" in inglese), o Far West (lontano ovest) indica i territori degli Stati Uniti d'America (grosso modo a ovest del Mississippi) in particolare nel periodo della loro progressiva occupazione da parte degli statunitensi o immigrati bianchi, più o meno lungo tutto il XIX secolo.[1]

Nell'immaginario americano rappresentava anche un ideale; una terra di frontiera, tutta da esplorare e costruire, dove la legge e l'ordine sociale ancora non erano arrivati e dove si poteva essere liberi. Rappresentava anche il prototipo di una conquista sudata metro dopo metro, a dispetto di condizioni ambientali e naturali non sempre propizie, e quindi frutto della forza di volontà e di quella delle armi.

Nella storia del West sono infatti spesso narrate le vicende dei pionieri, degli esploratori (scout o mountain man), dei cowboy, dei banditi, dei criminali, degli sceriffi, dei militari, dei cercatori d'oro, dei pellegrini di chiese, di sette e movimenti religiosi (come per esempio i mormoni, gli anabattisti e i metodisti) e naturalmente dei nativi americani.

Le piste dei pionieri

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Carl Christian Anton Christensen, Crossing the Mississippi on the Ice, 1878 circa

L'esplorazione di nuovi territori e il loro sfruttamento economico portarono numerosi pionieri a spingersi sempre più a ovest alla ricerca di terre da coltivare, di oro, di pellicce e di allevamento del bestiame, creando una serie di piste (trail) che per decenni guidarono numerose carovane dagli Stati della costa orientale alle regioni impervie dell'interno fino alle coste del Pacifico dell'Oregon e della California.

Tra le principali piste storiche si ricordano:

  • Pista di Cumberland Gap: il passo sui monti Appalachi fu scoperto intorno al 1750 e permise a molti coloni di transitare dalla Virginia alla valle del Mississippi; il suo tracciato definitivo fu del 1818 come strada militare in uso dagli Americani per le numerose Guerre Indiane; da Pittsburg percorreva la valle del Tennessee, arrivava a Nashville e arrivava al Mississippi discendendolo da Memphis a Vicksburg, Natchez, New Orleans.
  • Pista di Nemacolin: aperta verso il Mississippi verso il 1749 sullo spartiacque tra i fiumi Potomac e Monongahela; dal 1755 si chiamò "Braddock trail" e fu usata per inviare le truppe britanniche da Fort Cumberland nel Maryland contro l'avamposto francese di Fort Duquesne;
  • Pista di Forbes: tracciata a nord della "Braddock trail" attraverso gli Alleghany nel 1758; fu spesso usata nelle spedizioni militari contro gli avamposti francesi della valle del Mississippi.
  • Pista di Natchez: fu tracciata verso il 1785 per collegare la cittadina di Natchez nel Mississippi con Nashville nel Tennessee; dal 1812 diviene strada militare.
  • Pista dell'Oregon: fu la pista più famosa del West, percorsa dal 1804 fino al 1860 da centinaia di carovane. Da Saint Louis risaliva il Missouri fino ad Omaha, poi verso ovest lungo il fiume Platte fino a Fort Kearny e il North Platte, Fort Laramie, superava lo spartiacque continentale delle Montagne Rocciose (Continental Divide) e costeggiando verso nord il Wyoming Range arrivava a Fort Hall nella valle dello Snake, seguiva il suo corso fino a Walla Walla e discendendo la valle del Columbia arrivava a Portland e la costa pacifica ad Astoria.
  • Central Overlands Stage Route: una pista ben definita che da Kansas City andava lungo il fiume Kansas fino a Fort Riley, da lì seguiva il corso del Republican fino a Fort Kearny, andando parallela a quella dell'Oregon, girando poi lungo il South Platte, Fort Morgan, Fort Collins, costeggiava il "Medicine Bow Range", superava lo spartiacque del "Continental Divide" con un tratto comune con quella dell'Oregon, poi deviava per Salt Lake City, attraversava il Nevada fino a Carson City e Sacramento.
  • Pista di Mullan: frequentata tra il 1859 ed il 1862, partiva da Omaha, risaliva il Missouri fino a Fort Pierre, Fort Yates, Fort Mandan nel Dakota, Fort Union, Fort Peck, Fort Benton, Fort Lewis, Helena (1864), Missoula (1865), Orofino fino a Walla Walla, dove si congiungeva a quella dell'Oregon, attraversava i territori dei bellicosi Cheyenne, Sioux e Shoshone.
  • Pista di Santa Fè: fu aperta su un vecchio sentiero indiano verso il 1805 da cacciatori e mercanti che dalla valle del Mississippi (Independence nel Missouri) si spingevano in Texas. Da Saint Louis raggiungeva Kansas City ed arrivava attraverso il Kansas al fiume Arkansas, risalendolo fino a Las Animas, passava per La Junta, Trinidad, Wagon, Las Vegas e attraversati i monti Sangre de Cristo arrivava a Santa Fè; in seguito fu aperta una scorciatoia da Wagon a Dodge City sul fiume Kansas conosciuta come "Cimarron Cut Off o "Gay Route". Il tracciato definitivo andava da Santa Fè fino a Independence (ad ovest di St. Louis) e per percorrerla occorrevano 2 mesi di carovana o 25 giorni a tappe forzate.
  • Red Spanish trail: da Santa Fè attraversava i deserti del New Mexico e Utah, arrivando a Durango, Moab, il fiume Colorado, fino alla "Los Angeles-Great Salt Lake Caravan Route".
  • Old Spanish trail: la vecchia pista del XVIII secolo, poi abbandonata viene riaperta da William Wolfskill nel 1831 e usata dai pionieri in viaggio da Santa Fè a Los Angeles in California.
  • Mormons trail: venne aperta dai coloni mormoni che alla ricerca di una propria patria nel 1847 si spostarono dall'Illinois al Grande Lago Salato nello Utah.
  • Los Angeles-Great Salt Lake Caravan Route: partendo da Salt Lake City raggiungeva i centri di Provo, Spenish Fork, Fillmore, Beaven, Saint George, Las Vegas, il deserto del Mojave, fino a Los Angeles.
  • Gila Route: da Santa Fè discendeva il corso del Rio Grande, piegava ad ovest, correva lungo il Gila fino a Phoenix, Fort Yuma, Calexico, San Diego sul Pacifico.
  • Southern Overlands Stage Route: partendo da St. Louis arrivava a Jefferson City e, dirigendosi a sud, arrivava a Fort Smith in Arkansas, attraversava il fiume Red, toccava Fort Worth, Abilene, San Angelo e il fiume Pecos, risalendolo fino ai monti Guadalupe, El Paso, percorreva il territorio del "Gadsen Purchase", Tucson (1848), il fiume Gila, Fort Yuma, il fiume Colorado, Calexico, la valle di San Bernardino, Los Angeles, Wasco, Fresno, San Francisco.
  • Pista di Bozeman: prese il nome dal pioniere John Bozeman che nel 1862 la tracciò per primo; frequentata dal 1863 al 1868 conduceva in particolare i cercatori d'oro dal North Platte poi Caspers, Gothenburg in Nebraska, fino a Fort Laramie, ripercorreva parte della Central Overlands, costeggiava ad est i monti Big Horn, Buffalo, lo Yellowstone, Billings, Liviston, Bozeman Pass, Three Forks e arrivava fino a Virginia City nel Montana.
  • Pista di Butterfield: poi ribattezzata Butterfield Overland Mail quando divenne operativa dal 1857 al 1861 per il servizio privato della diligenza postale; da Memphis attraversava il Tennessee, St. Louis, il Missouri, Fort Smith, l'Arkansas, il territorio indiano dell'Oklahoma, il New Mexico, l'Arizona fino a San Francisco in California.
  • Pista Chisholm: fu tracciata da Jesse Chisolm, mercante di pellicce dopo il 1865, e fu frequentemente usata per il trasporto delle mandrie dal Texas fino al Kansas. Iniziava da S. Antonio in Texas o dal Rio Grande, attraversava il Red River e s'inoltrata nel territorio indiano dell'Oklahoma fino al fiume Cimarron per arrivare fino a Caldwell e Abilene in Kansas con un percorso di circa 1.300 km.
  • Pista Goodnight Lovind: tracciata dai mandriani del Texas alla fine degli anni 60 del XIX secolo, iniziava da Fort Becknap in Texas, attraversava il Llano Estacado fino a Horsehead Crossing sul fiume Pecos per arrivare a Fort Sumter nel Nuovo Messico e continuare verso nord per Denver in Colorado.
  • Pista della California (California trail): fu una diramazione di quella dell'Oregon, aperta dalla diramazione presso Soda Springs e attraverso il famigerato Donner Pass arrivava inCalifornia; fu molto frequentata durante la corsa dell'oro nel 1848-1849.

La figura del Cowboy

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cowboy.
Cowboy americano, 1887

Il grande business del bestiame iniziò dopo la guerra civile americana. A causa della guerra le mandrie furono abbandonate nelle mani delle donne e dei bambini e pascolavano confuse, non distinguendosi perché prive di marchio e poco curate. Per riorganizzare le file delle mandrie venne ideata una nuova figura professionale, formata da giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, valenti cavallerizzi chiamati cowboy. Il loro mestiere era monotono e pericoloso, ed imponeva un rapporto di ubbidienza e di fiducia con il datore di lavoro.

L'abbigliamento era pratico per le attività da svolgere e comodo anche per dormire, dato che spesso non si cambiavano nemmeno gli abiti per la notte. Era costituito da cappello a larghe falde utile per ripararsi dalle intemperie, camicia di lana, fazzoletto al collo per coprire la bocca dalla polvere, gilet con innumerevoli tasche, gambali di pelle per proteggere le gambe, guanti per evitare bruciature, stivali stretti, appuntiti, col tacco alto, alquanto scomodi per camminare, attività per altro secondaria nella vita del cowboy. Fondamentale era la sella, vero vanto del cowboy che doveva essere la più comoda possibile. Gli strumenti di lavoro erano la frusta di cuoio e il lazo.

Gli impegni annuali fondamentali erano i raduni per marchiare i capi e i lunghi trasferimenti verso le città, centri di commercio del bestiame.

Durante le estenuanti marce, per tranquillizzare le bestie, i cowboy intonavano qualche canto, che avrebbe gettato le basi della futura musica country. Quando la carovana arrivava a destinazione i cowboy cercavano di svagarsi nei saloon e nei quartieri a luci rosse. Una parte della cinematografia ha deformato molte caratteristiche, molte usanze dei cowboy: sembra appurato che furono ben pochi i duelli inscenati dai cowboy, che anzi, trascorrevano il minor tempo possibile nelle città, dovendo occuparsi soprattutto del bestiame.

Col passare del tempo agli allevatori vennero sempre più a mancare le terre dove far pascolare le mandrie, a causa della voracità dei coloni, e questi contrasti sfociarono in vere e proprie battaglie. In seguito anche le lunghe marce furono abolite per motivi sanitari e la pratica dell'allevamento venne sostituita dal più comodo ranch. Lentamente, ma inesorabilmente, la figura professionale del cowboy tramontò, e sopravvisse solo nelle pagine artistiche, in quelle letterarie e nei rodei.

La gestione della giustizia nel far west fu per davvero improntata al "fai da te", però i regolamenti venivano rispettati e i banditi erano una sparuta minoranza. Jesse James operò realmente con una sua banda verso gli anni settanta dell'Ottocento. Un'altra figura reale è quella di Billy the Kid, che scatenò una faida di notevoli proporzioni prima di essere ucciso dallo sceriffo Pat Garrett in circostanze tutt'oggi non completamente chiarite.

I nativi americani

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Lo stesso argomento in dettaglio: Nativi americani degli Stati Uniti d'America.
Profilo di nativo americano del nord - fotografia di Edward S. Curtis

Nelle Grandi Pianure vivevano molte tribù nomadi, che basavano la propria economia e sopravvivenza sul bisonte. La loro arte preferita era la pittura a sfondo religioso ed epico. I disegni raffiguravano animali come l'Uccello del Tuono che li mettevano in comunicazione con gli Spiriti sovrannaturali o racconti e leggende da tramandare. Tutte le tribù erano dedite alla produzione di ornamenti, quali perline colorate e conchiglie decorative.

Fu l'introduzione del cavallo ad opera degli europei, o il ritorno dello stesso, a segnare una svolta epocale nello stile di vita degli Indiani, che da sedentari, costruttori anche di città-fortezza, divennero nomadi e da agricoltori si trasformarono in cacciatori. L'animale preferito divenne il bisonte, del quale gli Indiani sfruttavano proprio tutto: la carne veniva consumata subito o conservata; la pelle veniva conciata dalle donne e trasformata in abiti, mocassini, e nel rivestimento delle tende; dalle ossa, dagli zoccoli e dalle corna producevano utensili; nonostante questi usi, gli Indiani non si lasciavano andare a razzie e uccidevano solo un numero di animali necessario per la sopravvivenza di entrambi.

Gli spostamenti delle tribù causarono attriti e conflitti fra le varie nazioni indiane. La guerra era interpretata come un mezzo per procurarsi onore e prestigio. Le vittime degli scontri erano limitate poiché non era tanto importante l'uccisione del nemico, quanto toccarlo con un'asta, permettendogli poi di scappare. Alcuni storici (vedi bibliografia: Viviana Zarbo, Storia del Far West), attribuiscono agli Inglesi e agli spagnoli l'origine dell'usanza dello scalpo, in quanto doveva servire come prova della reale uccisione di un nativo per ottenere un compenso. Inizialmente le armi degli Indiani erano primitive: arco, frecce, lancia, scudo e bastone, il tomahawk; ma con l'arrivo dei bianchi cambiarono il modo e gli strumenti di fare le guerre.

Il capo del gruppo veniva scelto per meriti di guerra o familiari o per conoscenze religiose, o per abilità dialettica e oratoria; le decisioni venivano prese all'unanimità, tranne che per gli Apache presso i quali i capi avevano poteri decisionali.

Il capo religioso era lo sciamano, nome di origine siberiana, che significa colui che è sconvolto; era in grado di conoscere metodi e riti per curare malattie poiché aveva ricevuto dal Grande Spirito particolari poteri. La religiosità era di tipo animista, infatti qualunque cosa era animata da un essere sovrannaturale e la struttura sociale era priva di proprietà privata e accumulazione. Il misticismo era costituito da sogni, visioni e riti come la danza del sole.

Il bambino, addestrato sin da piccolo ai giochi di caccia, attendeva l'età di 8 anni circa per assumere un ruolo nella tribù; questo accadeva grazie ad un messaggio trasmesso dagli Spiriti che interpretato dagli sciamani delineava il suo futuro. Una volta divenuto guerriero poteva sposarsi. Era prevista la poligamia, dato il maggior numero di donne rispetto agli uomini. Sin da piccoli imparavano, in aggiunta, il linguaggio dei gesti, comune a tutte le tribù, i segnali di fumo e degli specchi.

Nelle pianure vivevano i Sioux, gli Cheyenne, i Pawnee; a Nord vi erano gli Arapaho, mentre a Sud vi erano i Comanche, i Kiowa, e ancora più a Sud gli Apache e i Navajo.

Le guerre indiane

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Già a partire dal XVIII secolo i coloni ebbero problemi con i nativi e innumerevoli furono le loro guerre, ma solo dopo il 1860 si ebbero le battaglie più dure, epiche e conclusive. La situazione raggiunse uno stato critico nel 1848, perché a causa della scoperta dell'oro in California migliaia di cercatori attraversarono i territori dei Sioux facendo da apripista alle rotaie della nascente linea ferroviaria nazionale. Ma quando nel 1862 i Sioux Santee del Minnesota furono sottomessi, la situazione precipitò ulteriormente, in quanto tutte le tribù Sioux e anche altri popoli Indiani si ribellarono. Il primo assalto lo fece il terzo Reggimento sugli Cheyenne guidati da Pentola Nera, i quali nel 1864, pur volendo trattare e riappacificarsi, furono sterminati.

Nel 1865 fu proclamata la resa dei Sudisti e perciò la fine della guerra civile americana; i coloni disposero da quel momento di un esercito compatto e più numeroso. La prima guerra indiana durò due anni circa e le operazioni iniziarono nell'agosto del 1866: i Sioux guidati da Cavallo Pazzo ottennero, inizialmente, brillanti vittorie e a nulla valsero le spedizioni dei militari. Per un po' le due parti andarono avanti a forza di accordi e patti infranti e di controffensive sterili, come quella invernale promossa dal generale Sheridan a causa della errata strategia tentata: battaglia regolare contro guerriglia dei nativi. Una svolta si ebbe quando il tenente colonnello Custer intercettò gli Cheyenne sul fiume Washita e con una brillante manovra riuscì a sgominarli[senza fonte]; in seguito a questo episodio, gli Indiani decisero di accettare la resa incondizionata. Le tribù meridionali non crearono problemi per almeno altri cinque anni.

Le mandrie dei bisonti stavano scomparendo e dal 1875 i Comanche e i Kiowa si allearono con i Sioux; poco prima i lavori della ferrovia subirono uno stop temporaneo, una epidemia di febbre gialla infuriò in Missouri e una invasione di cavallette sconvolse il Midwest dando fiato ai predicatori del nuovo mondo. Il governo cercò di comprare nuovi territori con il beneplacito di Nuvola Rossa ma con il dissenso dei Sioux, così nel 1876 partì la seconda grande spedizione formata da tre contingenti atta a rastrellare la zona compresa tra North Platte e Yellowstone.

La spedizione fu organizzata maldestramente, al punto che raramente le comunicazioni fra i tre gruppi furono valide; inoltre l'entità numerica dei guerrieri nativi era stata fin troppo sottostimata, le ricognizioni dell'esercito si rivelarono insufficienti e fallaci, infine anche la buona sorte fu avversa e Custer si lasciò prendere la mano dall'ambizione, dal desiderio di riscattarsi e di riabilitarsi e dalla testardaggine. Nello scontro decisivo i nativi dapprima neutralizzarono la prima colonna, poi si prepararono ad attaccare la seconda scegliendo un campo di battaglia a loro congeniale: la valle del Little Bighorn. Custer non rispettò le consegne commettendo l'errore che costò la vita a lui e ai suoi uomini; seguì invece le tracce di un campo indiano in movimento protetto da oltre cinquemila guerrieri. La manovra di attacco di Custer fu facilmente sventata dai nativi che guidati da Cavallo Pazzo sterminarono l'intero gruppo di Custer, mentre i rinforzi attesi dal tenente colonnello non arrivarono mai.

Nonostante la clamorosa vittoria di Little Bighorn le sorti della guerra arrisero agli americani, poiché a causa della falcidia dei bisonti gran parte degli Indiani si stava arrendendo. Lo stesso Cavallo Pazzo fu catturato dopo una spietata caccia ai suoi danni e nonostante l'aiuto di Piccolo Grande Uomo morì trafitto da un soldato. L'ultimo baluardo di libertà per gli Indiani fu il gruppo Sioux guidato da Toro Seduto che però ebbe vari conflitti con i suoi uomini e fu allontanato dalla riserva dopo la tournée effettuata assieme a Buffalo Bill.

Nel 1889 si diffusero nuovi moti di ribellione indotti dal profeta indiano Wovoka che sostenne la sua capacità di evocare il Grande Spirito grazie alla danza chiamata Ghost Dance (danza del Fantasma). Lo Spirito avrebbe dovuto compiere una lunga serie di miracoli, che non si avverarono e anzi nel furore provocato dai disordini successivi perse la vita pure Toro Seduto, ucciso da una mano indiana. Nel 1894 il governo dichiarò chiusa la frontiera, anche se il governo continuò ad assegnare terre libere ai coloni fino al 1911.

Territorio, clima e fauna

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Il West si estende al di là del fiume Mississippi e della catena dei monti Allegheny giungendo fino alle Montagne Rocciose.

Si può suddividere in tre grandi zone: le Basse Terre Centrali, le Pianure Osage e le Grandi Pianure.

Le Basse Terre Centrali si estendono oltre gli Appalachi, intorno ai Grandi Laghi fino ad Ovest alla valle del Missouri. Si caratterizzano per le basse altitudini, per la grande estensione. Il clima è temperato e continentale, con l'inverno freddo e nevoso e l'estate calda e piovosa.

Le Grandi Pianure sono un territorio vasto 4000 chilometri racchiuso fra il Canada a Nord ed il Golfo del Messico a Sud e le Montagne Rocciose ad Ovest. Il clima è semiarido, con scarse precipitazioni, per lo più primaverili, che determinano una vegetazione stepposa; gli inverni sono secchi. Frequenti sono le tempeste durante le quali (specialmente se trattasi di tornado) i venti possono raggiungere i 500 chilometri orari.

La fauna delle praterie era caratterizzata, prima della conquista dei bianchi, soprattutto dalle grandi mandrie del bisonte americano. Nel 1550 circa si diffusero i cavalli portati dagli spagnoli: scappati dai recinti o razziati dagli indiani, i cavalli vennero ben presto addomesticati dai nativi e il loro impiego determinò diverse modificazioni dei loro stili di vita, non ultimo le mandrie di bisonti subirono ridimensionamenti importanti che spinsero alla ricerca non solo di altri pascoli, ma anche di altre forme di sussistenza, come l'agricoltura.

Attualmente, la consistenza numerica del bisonte americano è valutata intorno a 40.000 esemplari mentre i mustang contano una cifra che oscilla tra 40.000 e 100.000 unità (secondo le fonti pubblicate da Wikipedia stessa nello voci specifiche).

Sono molto diffusi gli animali scavatori, come le talpe, i conigli, le lepri, i cinomi, i furetti, i tassi, le linci, le volpi e i cani; scorrazzano ancora adesso i coyote e i bobcat. Nella zona delle Montagne Rocciose vivono alci, cervi, wapiti, bighorn, antilocapre, capre, baribal, puma e lupi. Vivono lì anche alcuni piccoli mammiferi come il procione, la moffetta, l'opossum, l'ursone, la martora americana, la lontra e il castoro. Un discorso a parte merita l'orso bruno (grizzly), che un tempo popolava tutto il continente settentrionale dal Canada centrale fino al Messico settentrionale ed ora vive solo in zone circoscritte e in pochi esemplari rimasti. Nelle regioni desertiche vivono, tra gli altri, roditori e serpenti a sonagli. Nei cieli volano molte specie di uccelli, soprattutto corvi e diversi tipi di rapaci, tra cui l'aquila reale, il falco pellegrino, l'aquila di mare testabianca, la poiana codarossa, il falco della regina, la poiana di Harris e il falco sacro. Il condor della California era quasi estinto negli anni '50 del '900, ma grazie ai programmi di allevamento in cattività e rilascio in natura è aumentato di numero.

  1. ^ Far West nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 6 gennaio 2023.
  • R. F. Adams, Cowboy - Milano, Feltrinelli, 1958
  • Ray Allen Billington, Storia della conquista del West, collana Odoya library, traduzione di Renato De Paolis, introduzione di Sergio Bonelli, Bologna, Odoya, ISBN 9788862886505.
  • Geronimo, La mia storia, autobiografia di un grande guerriero Apache - Milano, Rusconi, 1993.
  • C. B. Hunt, Natural regions of the United States and Canada - New York, H. Freeman and C., 1974.
  • P. Jacquin, Storia degli Indiani d'America - Milano, Mondadori, 1977.
  • W. Savage, Cowboy life: reconstructing an american myth - Norman, Press of Oklahoma, 1975.
  • H. J. Stammel, Il cowboy, Società Editrice Internazionale, 1974, ISBN 9788805048946.
  • Viviana Zarbo, Storia del Far West, collana Il sapere, Newton Compton Editori, ISBN 9788879837217.
  • Bruno Cartosio, Verso Ovest. Storia e mitologia del Far West, collana Storie, Feltrinelli, 2018, ISBN 9788807111440.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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