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Discussione:Giacomo Leopardi

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Prime interventi del 2004

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Svuotare le pagine di discussione obtorto collo è un atto di arbitrio assai poco democratico. Protesto (vedere la history per credere) - Twice25 22:49, Giu 29, 2004 (UTC)

P.S.: in un colpo solo, è stata commessa un'ingiustizia ai danni di due utenti: il sottoscritto e l'Utente:Davide. Complimenti! Bel colpo! Twice25

Visto il reclamo di TW25 recupero quanto da me cancellato ieri ed incollo qui sotto. Non sono convinto ma mi adeguo.--Enzo 10:08, Giu 30, 2004 (UTC)

sceota cosa vuol dire? è corretto? >>> troppo carente e 'incolto'...

"In ciò egli è solo come e peggio del passero, poiché questo vive solitario per istinto, mentre il poeta è dotato di raziocinio e facoltà di sceota" non è ascetica o di asceta?

Davide Prina 20:14, Giu 29, 2004 (UTC)

È talmente lungo questo pezzo che è persino difficile individuare il passaggio della citazione che riporti. Mah, a me sembra che potrebbe essere di asceta, e la scritta sceota frutto di un refuso. Da una breve ricerca su internet ho scoperto che il termine sceota è riferibile solo ad un tipo di trota. Intanto, comincerò con l'alleggerire il pezzo che se non sbaglio è dell'Utinam che da parecchio non si vede in giro e che ha immesso diversi pezzi di letteratura di questo tipo. Twice25 20:48, Giu 29, 2004 (UTC)

Penso che sceota stia per scelta... mi sembra abbastanza ovvio! --Martino 20:02, 14 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Ha senso mantenere la scheda "Letteratura" cosi? Per vedere il testo occorre passare alla pagina successiva. Renato Caniatti 07:11, Giu 30, 2004 (UTC)

L'immagine di Leopardi è stata spostata a sinistra: va meglio ora? (comunque anche prima per me era tutto regolare: vedevo tutto benissimo in una pagina Twice25 08:53, Giu 30, 2004 (UTC)
A mio modo di vedere le categorie rendono inutili molti di questi cassoni ingombranti, che se stanno a fondo pagina ancora ancora... ma così...???--Enzo 13:32, Lug 5, 2004 (UTC)

Giordani classicista e purista?

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Mi sembra poco corretto dire che Giordani fosse un purista, poiché, nello scritto del 1821, Ad un giovane italiano, diceva che le parole non utilizzate né intese da tutti vanno evitate; mentre i puristi facevano del recupero dell'arcaismo trecentesco e cinquecentesco di difficile comprensione un valore per l'accrescimento della lingua; pertanto cancellerei "purista" se nessuno mi scrive in risposta.--Misondesto (msg) 12:09, 22 ago 2010 (CEST)[rispondi]


La citazione all'inizio della voce, "E 'l naufragar m'è dolce in questo mare" è a dir poco inutile, per non dire banale e ridicola.


Ho inserito nel mio sito (http://www.soscuola.it), che a settembre sostituirò con un'altra iniziativa, un ipertesto su Leopardi alcune pagine del quale mi spiacerebbe andassero perdute. Sono pagine critiche che vorrei inserire qua, ma dove? Vi lascio un esempio, ditemi dove posso aggiustarlo... Ermetis 15:00, Ago 7, 2004 (UTC)

Esempio: Introduzione al concetto di "Natura" in Leopardi La lunga riflessione di Leopardi sulla "Natura" si apre nel 1818 in un modo assai strano e problematico - quasi come un segnale della profonda "stranezza" del pensiero leopardiano (nel senso di apparente contraddittorietà e oscillazione continua), che altro motivo forse non ha che l'essere esso un pensiero pensante, cioè vivo, in cammino, e non un sistema combinatorio di luoghi comuni, come lo sono tutte le poetiche "stabilite" e "saggistiche" degli scrittori che non hanno amato la filosofia. La stranezza consiste in questo: nel giro di pochi mesi - fine del '17 fine del '18 - Leopardi scrive sulla "Natura": «La Natura, purissima, tal qual'è, tal quale la vedevano gli antichi: ]…] quell'albero, quell'uccello, qual canto, quell'0edifizio, quella selva, quel monte, tutto da sé…» (Z pag. 15). «… e in fatti la natura non si palesa ma si nasconde, sì che bisogna con mille astuzie e quasi frodi, e con mille ingegni e macchine scalzarla e pressarla e tormentarla e cavarle di bocca a marcia forza i suoi segreti…» (Discorso sopra la poesia romantica). Di che natura sta parlando, Leopardi? Per rispondere a questa domanda, partiremo da due enunciati che appartengono alla cultura greca, che si collocano cioè alle origini della riflessione occidentale sulla Natura; Aristotele scrive nella Fisica: «Ridicolo, poi, sarebbe cercare di dimostrare che la natura è […] [poiché] ogni volta che siamo di fronte a un ente di natura, è la natura stessa che ci appare.» Ma prima di lui, Eraclito aveva scritto: «Natura [Physis] ama nascondersi». Non può non colpire questa consonanza di Leopardi con le origini del pensiero filosofico, ma soprattutto con la lingua greca. All'età di dieci anni Leopardi comincia lo studio del greco, direttamente dai classici e soprattutto da Omero. La filosofia naturalmente la "scoprirà" più tardi. Domandiamoci quindi come appare la natura in Omero. Essa, appunto, appare. Il primo e più famoso contesto è quello delle similitudini. «Così loro, i Troiani, facevano la guardia. E intanto gli Achei erano in preda a una folle smania di fuggire, quale si accompagna al gelo della paura. Tutti i più valorosi stavano là abbattuti, in una costernazione intollerabile. E come due venti sconvolgono il mare ricco di pesci, Borea ad esempio e Zefiro: essi soffiano dalla Tracia arrivando all'improvviso, ed ecco l'onda si accavalla nera e rovescia fuori molta alga lungo la spiaggia: agitato così era il cuore in petto agli Achei.» [Libro IX] «Come i cani fanno, inquieti, la guardia intorno alle pecore, dentro il muro di cinta, al sentire la belva dal cuore feroce che avanza per la boscaglia attraverso i monti; e un grande frastuono si leva allora, di uomini e di cani, e il sonno gli va via: così a loro là era sparito dalle palpebre il dolce sonno, nel vigilare in quella brutta notte.» [Libro X] «Ma Idomeneo non lo prese la paura come un ragazzino, e stava là ad attenderli. Pareva un cinghiale sui monti, fiducioso nella sua forza, che aspetta l'assalto rumoroso di molti uomini in un luogo solitario, con le setole dritte sul dorso: gli occhi hanno lampi di fuoco, e intanto arrota le zanne, deciso a difendersi da cani e cacciatori. Così Idomeneo attendeva, senza tirarsi indietro, l'attacco di Enea che veniva alla riscossa.» [Libro XIII] La similitudine fu la prima tecnica linguistica alla base del pensiero astratto o filosofico: essa consiste molto semplicemente nel mettere a contatto tra loro due piani del significato: uno evidente - quello della figura così come appare - l'altro non-evidente - quello dei sentimenti interiori. Ma così facendo, la poesia (lasciamo stare Omero) scoprì che "l'evidente", l'effettivo, viene assieme, è l'espressione di qualcosa che è nascosto, che non si vede, lethe. L'immagine naturale è a-lethe, ciò che è svelato, che non-è-più-nascosto, che è "uscito fuori". I vocabolari traducono "lethe" con "oblio" e "aletheia" con verità, condizionati da un greco filosofico posteriore, che già aveva dimenticato i significati originari delle parole. Per il greco omerico, per la poesia greca, il Lethe è sì oblio, ma in quanto non più presente, non più evidente. Per la mentalità greca, si dimentica (l'oblio per i defunti, per gli scomparsi) ciò che non è più visibile, ciò che è morto: lo scopo del poeta, della poesia, era infatti quello di mantenere viva l'immagine degli eroi, per non dimenticarli. La mancanza di una fede nell'al di là faceva della morte la fine di tutto; per non dissolversi nel nulla, l'unico sistema era la rappresentazione poetica, la parola che rendeva presente l'immagine viva, naturale , del defunto. Dunque è una contraddizione solo apparente l'immagine di una "Natura" che è "l'evidenza immediata di ciò che ci circonda", e nello stesso tempo "qualcosa di profondo, nascosto, celato ai sensi". A partire dalla similitudine, la Natura per il greco è duplice nel senso dell'ambiguità: da un lato è ciò che appare, dall'altro è una forza (enérgheia) che agisce nel profondo di ciò che appare. Sarà proprio Aristotele a dare la sistemazione concettuale definitiva di questa concezione. Torniamo a Leopardi. Egli è un bambino di dieci-dodici anni quando legge Omero. Noi leggevamo Salgari e Verne, e non era molto diverso (per noi). Egli scopre la forza delle emozioni attraverso una viva rappresentazione fabulatoria della realtà. Ma in più c'è la forza di un grande poeta e di un grande classico. Assorbe emotivamente, attraverso una forte esperienza estetica, l'uso di una parola fondamentale. Poi scopre la letteratura del suo tempo, la letteratura romantica. Attenzione: Leopardi non legge ancora i grandi romanzi romantici (ciò avverrà qualche anno dopo). In quel periodo egli è immerso nella filologia, e quindi nelle riviste letterarie; egli legge i dibattiti letterari, dove si discute di poetica, di ciò che è poesia e che non è poesia: Di Breme, M.me De Stael ecc. E lì scopre un'altra "natura", che è solo più quella "nascosta". Ma nascosta in che senso? Nel duplice senso cartesiano-kantiano delle "leggi di natura" - il meccanicismo razionalista sei-settecentesco (la "natura" è "legge nascosta", è un codice super-razionale che va liberato dalle apparenze - la singolarità dell'individuo - per poter essere esplicato nella sua evidenza puramente logico-quantitativa: la formula che rende manipolabili i fenomeni. La "Natura" è un oggetto di laboratorio); l'altra è quella romantico-idealista di "Natura" come "Spirito alienato", come "Anima del mondo" non consapevole di sé. La "Natura" non è "nient'altro" che lo specchio della psiche umana, è sentimento espresso in modo indiretto. In tutti i casi la "Natura" non esiste più. L'effetto che tutto ciò ha nella psiche di Leopardi è molto chiaro: per lui la "Natura" è quella scoperta nella immediatezza estetica della conoscenza poetica, e ciò causa una ribellione nei confronti di un atteggiamento intellettualistico che egli identifica immediatamente come tradimento della poesia. La "Natura" per lui non è riducibile né a "Sentimento" né a "Ragione"; la "Natura" è "Physis", è vita (in greco, il significato originario di Physis è "nascimento", il venire alla luce). Ma naturalmente anche Leopardi è figlio del suo tempo; vedremo dunque quale sarà l'evoluzione del suo pensiero e quale prezzo dovrà pagare di fronte a questa frattura culturale di enorme portata psicologica.


Io pensavo di tirare fuori dalla voce Giacomo Leopardi (che è molto lunga) del materiale in essa contenuto per farne una o più voci a parte. Questo tuo contributo potrebbe anch'esso andare in una voce a parte (ricorda però eventualmente di mettere una nota nella relativa pagina di discussione in cui confermi che il materiale è tratto dal tuo sito e che sei il detentore del copyright): ad esempio potresti predisporre un link all'interno della voce base Concetto di natura in Leopardi e inserirvi questo testo. Considera che in wikipedia - anche in articoli che presuppongono un'analisi critica - viene richiesto il massimo del Neutral Point Of View. - Twice25 16:27, Ago 7, 2004 (UTC)

A proposito di lunghezza, qual è il limite per una voce? Il problema è: "Il concetto di natura in Leopardi" non ha senso al di fuori del lemma, non è argomento a sé stante. Insomma, provo a piazzare l'intervento nella poetica, poi vediamo...

Ermetis 20:24, Ago 8, 2004 (UTC)

Non credo ci siano limiti per l'ampiezza di una voce. Immagino che la regola sia che se c'è materiale sufficiente - e ve ne sia la possibilità e la logica lo richieda - per fare una voce a parte, la si fa. Twice25 20:32, Ago 8, 2004 (UTC)



Per una biografia più dettagliata

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Sempre dal mio sito, vorrei proposti questa forma più dettagliata di pagina biografica, articolata con alcuni brani tratti dall'epistolario e da verie altre fonti. Te ne dò un esempio per gli anni dal '98 al '15 (i successivi sono molti più ampi):

«1798 Giugno 29. Nasce in Recanati, a sera, nel palazzo avito, dal conte Monaldo Leopardi (16 agosto 1776 - 1 maggio 1847 ) e da Adelaide dei marchesi Antici (10 agosto 1778 - 2 agosto 1857) che si erano sposati il 27 settembre dell'anno precedente.

Die 30 junii, 1798. - Iacobus Taldegardus Franciscus Sales Xaverius Petrus, natus heri hora 19 ex cive Monaldo quondam Iacobi Leopardi et Adelaide filia civis Philippi quondam Josephi Antici legitimis coniugibus ex hac civitate et parochia, baptizatus fuit de licentia a reverendo patre Aloysio Leopardi ex oratorio Divi Philippi. Patrini fuere cives Philippus Antici et Virginia Mosca Leopardi. Nel corso di quell'anno, il 27 gennaio, Recanati era stata proclamata repubblica democratica che avrebbe eliminato titoli e privilegi nobiliari. Ma nel 1799, costretti alla ritirata i Francesi dalle bande reazionarie, Monaldo è nominato governatore della città; poche ore dopo, al sopraggiungere dei Francesi, Monaldo e Adelaide fuggono e il giovane conte è condannato a morte; ma la condanna fu poi revocata.

1799 Luglio 12. Nasce il fratello Carlo (m. a Recanati l'11 febbraio 1878) che sarà carissimo a Giacomo: « De' molti fratelli - scriverà al Giordani nel settembre 1817 - ne ho uno con cui sono stato allevato fin da bambino (essendo minore di me di un solo anno) onde è un altro me stesso e sarà sempre insieme con voi la più cara cosa che m'abbia al mondo; e con un cuore eccellentissimo; e ingegno e studio di cui potrei dire molte cose se mi stesse bene, è il mio confidente universale... ».

1800 Ottobre 6. Nasce la sorella Paolina (m. a Pisa il 13 marzo 1869) anch'essa, con Carlo, confidente carissima di Giacomo.

1803 Febbraio 19. Muore il fratello Luigi di soli 9 giorni: « Prima che uscisse di casa ho voluto che i suoi Fratelli lo vedessero e lo baciassero, e Giacomo Taldegardo ne ha pianto dirottamente la perdita, quantunque in età di soli anni quattro e mezzo » (Monaldo, Diario).

« Mi dicono che io da fanciullino di tre o quattro anni, stava sempre dietro a questa o quella persona perché mi raccontasse delle favole. E mi ricordo ancor io che in poco maggior età, era innamorato dei racconti, e del maraviglioso che si percepisce coll'udito, o colla lettura (giacché seppi leggere, ed amai di leggere assai presto). Questi, secondo me, sono indizi notabili d'ingegno non ordinario e prematuro » (Zibaldone, 28 luglio 1821, p. 1401). Altrove il L. ricorda le « favole raccontate a Carlo la mattina delle feste in letto » (Ricordi d'infanzia e di adolescenza); e il fratello conferma la sua abilità « d'inventare fole o novelle, e di seguitarne alcuna per più giorni, come un romanzo. Questo faceva la mattina a letto per mio spasso » (a Prospero Viani, 9 settembre 1845).

Monaldo, la cui inesperienza ha gravemente inciso nell'amministrazione dei beni di famiglia, ottiene dal papa che i propri averi siano legalmente affidati ad un amministratore e giunge ad un accordo per l'estinzione dei debiti contratti entro un periodo di quarant'anni. D'ora in poi l'amministrazione domestica passa nelle mani di Adelaide.

1804 Nasce il quinto dei fratelli Leopardi che viene battezzato col nome Luigi (m. a Recanati nel 1828).

1805 Monaldo fonda nel proprio palazzo un'Accademia poetica che rinnovi la tradizione della recanatese Accademia de' Disuguali che operò nel corso del XV secolo.

1807 Dopo il primo pedagogo, don Giuseppe Torres gesuita, l'educazione dei ragazzi Leopardi è affidata all'abate Sebastiano Sanchini di Saludeccio « il quale ammaestrò Giacomo e il suo minore fratello Carlo fino alli 20 di luglio del 1812, in cui diedero ambedue pubblico sperimento di filosofia ». La casa era molto frequentata da ecclesiastici provenienti dalle più diverse regioni del mondo. Le pratiche educative dei primi anni di studio furono tutte improntate ai metodi della scuola gesuitica. Ma il ruolo avuto dai precettori fu marginale; fondamentale fu invece il percorso personale di studi che Giacomo, autonomamente, poté seguire servendosi dei libri raccolti da Monaldo nella biblioteca di famiglia, nonché da altre biblioteche recanatesi.

1808 Gennaio 30. Primo saggio di studi di Giacomo, Carlo e Paolina.

1809 Dopo la lettura di Omero, compone il sonetto La morte di Ettore. In questo tempo inizia un periodo di studio che più tardi giudicherà «matto e disperatissimo»: « ... ebbe l'uso di una ricca biblioteca raccolta dal padre, uomo molto amante delle lettere. In questa biblioteca passò la maggior parte della sua vita, finché e quanto gli fu permesso dalla salute, distrutta da' suoi studi; i quali incominciò indipendentemente dai precettori in età di 10 anni, e continuò poi sempre senza riposo, facendone la sua unica occupazione. Appresa, senza maestro, la lingua greca, si diede seriamente agli studi filologici, e vi perseverò per sette anni; finché, rovinatasi la vista, e obbligato a passare un anno intero (1819) senza leggere, si volse a pensare, e si affezionò naturalmente alla filosofia... » (a Carlo Pepoli, Bologna, 1826).

Forse in quell'anno conosce l'alsaziano Don Giuseppe Antonio Vogel, durante la rivoluzione profugo in Svizzera e poi in Italia, e dal 1809 canonico onorario della cattedrale recanatese. Il Vogel suggerì probabilmente al Leopardi di raccogliere uno «zibaldone» cui egli attribuiva il significato di «caos scritto».

Aprile 9. Prima comunione. Nella lettera memoriale al Ranieri, Monaldo ricorda che Giacomo « era sommamente inclinato alla divozione; e pochissimo dato ai sollazzi puerili, si divertiva solo molto impegnatamente con l'altarino. Voleva sempre ascoltare molte messe, e chiamava felice quel giorno in cui aveva potuto udirne di più ».

1810 Lo zio materno, l'ex cardinale Tommaso Antici, letto il poemetto I Re Magi, scrive a Giacomo:

O dotto Figlio di piu dotto Padre,

segui il cammin che a somigliar t'invita

quegli al sapere, alla pietà la Madre.

Agosto 19. Riceve la tonsura da monsignor Bellini, vescovo di Recanati, secondo un costume diffuso nelle classi nobiliari.

1811 Prosegue sempre più assiduamente gli studi filologici e letterari nella biblioteca paterna che il Rheinold, Ministro d'Olanda, elogerà pubblicamente al Gabinetto Vieusseux (a Monaldo, 5 marzo 1828). Così Carlo ricordava a Prospero Viani l'indefessa applicazione del fratello in questo periodo: «Certo nessuno è stato testimonio del suo affaticarsi più di me, che, avendo sempre nella prima età dormito nella stessa camera con lui, lo vedeva, svegliandomi nella notte tardissima, in ginocchio avanti il tavolino per potere scrivere fino all'ultimo momento col lume che si spegneva » (9 settembre 1845). Si dedica a L'Arte poetica di Orazio travestita, ed esposta in ottava rima. Compone la tragedia in tre atti La virtù indiana che offre al padre alla vigilia di Natale. La tragedia è accompagnata da una lettera dedicatoria in francese dove Giacomo dichiara di aver tenuto presenti tre tragedie del padre: Il Montezuma (1799), Il Convertito (1800) e Il Traditore (1803).

1812 Luglio 20. Giacomo e Carlo, nell'annuale saggio di studi in pubblico, presentano tesi di Teologia, Ontologia, Morale, Psicologia, Fisica, Scienze Naturali.

Monaldo apre al pubblico la propria biblioteca. Ma scrivendo al Giordani, molti anni dopo (30 aprile 1817), Giacomo constaterà con amarezza: « Sulla porta ci sta scritto ch'ella è fatta anche per li cittadini e sarebbe aperta a tutti. Ora quanti pensa Ella che la frequentino? Nessuno mai ».

Compone gli Epigrammi preceduti da un Discorso preliminare e la tragedia Pompeo in Egitto che offre al padre alla vigilia di Natale. Nella lettera memoriale al Ranieri, Monaldo ricorda che intorno a questo periodo Giacomo fu colto da scrupoli religiosi « e tanto esageratamente che temeva di camminare per non mettere il piede sopra la croce nella congiunzione dei mattoni ».

Con il 1812 si chiude il primo periodo della formazione di Giacomo e nel 1813 il giovane abbandona l'attivita poetica e si dedica ad una feconda serie di studi di carattere filologico, erudito e latamente filosofico; Con il 1812 si chiude il primo periodo della formazione di Giacomo e nel 1813 il giovane abbandona l'attivita poetica e si dedica ad una feconda serie di studi di carattere filologico, erudito e latamente filosofico; del resto nel periodo 1811-1812 aveva composto numerose Dissertazioni filosofiche, fra le quali una Sopra l'anima delle bestie (1811) e il Dialogo filosofico sopra un moderno libro intitolato « Analisi delle idee ad uso della gioventù » (1812).

1813 Nasce l'ultimo dei fratelli Leopardi, Pierfrancesco, che erediterà il maggiorasco e continuerà la famiglia (m. nel 1851). Ottiene la licenza di leggere i libri all'indice e prima dell'agosto inizia lo studio del greco senza maestro.

Compone la Storia dell'astronomia fino all'anno 1811.

1814 Scrive, sulla base del primo capitolo della Storia dell'astronomia, la Dissertazione sopra l'origine e i primi progressi dell'astronomia; compone il suo primo lavoro di filologia classica sul De viris doctrina claris di Esichio Milesio.

Agosto 31. Dona al padre un nitidissimo manoscritto di 352 pagine intitolato: Porphyrii de vita Plotini et ordine librorum ejus Commentarius. Il manoscritto fu lodato dal filologo svedese Gio. Davide Akerblad, allora residente a Roma, che pur avanzava riserve sulla mancata collazione da parte di Giacomo dei codici principali, non essendo a conoscenza delle dure condizioni di lavoro del giovane; come riferisce l'abate Francesco Cancellieri, in data 16 gennaio 1815: « Parmi che così erudita Opera di un Giovine ancora in tenera età sia di ottimo augurio per l'Italia, che potrà sperare di veder un giorno a comparire un filologo veramente insigne, e da paragonarsi con quanti ne possedea una volta questo bel paese, ed anche con quelli, che ancora vanta la Germania e l'Olanda ».

Compone i Commentarii de vita et scriptis rhetorum quorundam gui secundo post Christum saeculo vel primo declinante vixerunt; traduce dal greco gli Scherzi epigrammatici e dà inizio ad un'opera mai compiuta i Fragmenta Patrum secundi saeculi, et veterum auctorum de illis testimonia collecta et illustrata che avrebbe dovuto raccogliere « le vite de' Padri istessi composte da' passi di antichi autori, recati tutti in latino, con nuova versione, ed i frammenti delle loro Opere perdute con osservazioni critiche, collocate a' loro luoghi, e sparse per tutta l'Opera » (F. Cancellieri, Lettera cit.).

1815 Scrive in due mesi il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi e compone in sei mesi In Julium Africanum Jacobi Leopardi Recanatensis comitis Lucubrationes; per questo lavoro, seguendo i consigli dell'Akerblad, cerca di ottenere dal Cancellieri la collazione dei codici vaticani. Delle condizioni in cui questi lavori di filologia e di erudizione venivano portati avanti scriveva Monaldo a Carlo Antici: « ... il povero autore dimorante in Recanati e ristretto alla mia sola Libreria, deve lasciare nei suoi scritti spesse lagune per mancanza di libri e di codici... ». Dopo la sconfitta di Gioacchino Murat, fra il maggio e il giugno, scrive l'Orazione agli Italiani, in occasione della liberazione del Piceno.

Estate. Traduce gli Idilli di Mosco cui premette un discorso preliminare e quindi la Batracomiomachia che, con altre traduzioni e componimenti originali, sarà pubblicata sullo « Spettatore italiano e straniero » dell'editore milanese Antonio Fortunato Stella (della Batracomiomachia farà in seguito nuove traduzioni fra il 1821 ed il 1822 e quindi nel 1826).»

Naturalmente è da formattare... attendo conferma. Ermetis 21:11, Ago 10, 2004 (UTC)








Solo una cosa da dire..quest'uomo è un grande..e va ricordato x quello ke era..grazie Giacomo!!--una ke adora le sue poesie

Wikifichiamo?

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Cara Paola, effettivamente c'è molto da lavorare, qui. Proporrei, per tagliare la testa al toro, di creare una "categoria:Leopardi", dividendo la biografia (fatta meglio) dalle opere e dalla poetica. Come puoi leggere qua sopra, avevo già fatto una proposta, ma cadde nel vuoto. In verità, nel mio antico lavoro sono arrivato solo al 1815, ma se è accettabile, non dovrebbe essere troppo faticoso finirlo. Attendo la tua opinione. Ermetis 22:43, Apr 25, 2005 (CEST)

Rimbocchiamoci le maniche

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Mi dispiace, ti leggo solo ora, ma ho avuto notevoli problemi col computer. Io ho iniziato a wikificare, ma molto alla buona, proprio per non perdermi in rifacimenti vari ( e ne avrei fatti tanti!). Ora, che il Pc si è rimesso a funzionare, ho ripreso in mano la voce e stavo appunto riflettendo su come e cosa fare per dividere bene l'articolo. Anch'io stavo proprio pensando di ampiare la bibliografia (ad esempio) e non avevo visto MAI la tua proposta ( c'è sempre tanto da fare e non sempre si riesce a seguire tutto). Poi pensavo di dividere le opere e mi stavo chiedendo come. Arrivi come l'angelo dal cielo. Io intanto, l'altra sera, avevo piazzato (per il momento ) una parte :Il pessimismo e altro , in Poetica. Allora che facciamo? Suggerisci, io ti seguo. Una cosa, volevo dare più spazio alla Ginestra con la critica più moderna, che ne pensi? Aspetto.--Paola 22:07, Apr 29, 2005 (CEST)

La tua biografia mi sembra ottima. Non so se ci permetteranno di fare una Categoria Leopardi. Chiediamo al Caffè qualche parere?--Paola 22:10, Apr 29, 2005 (CEST)
Non credo ci siano problemi a creare una sottocategoria per un autore così imponente. Tra l'altro, con il crescere di it.wiki, l'articolazione degli articoli penso si complicherà vieppiù. Penso quindi si possa tranquillamente creare una scheda generica, che parta dalla biografia e che contenga, per ogni aspetto dell'autore, un abstract il quale venga a sua volta ampliato in articoli a parte. A quel punto si può raggiungere qualsiasi profondità (pensa che bello fare una storia della critica, per le grandi canzoni o i grandi idilli.... io poi ho scritto qualcosina sulla filosofia di Giacomino). Sul rimboccarsi le maniche, io ormai ho le spalle nude, e se mi metti anche a ruscare su Leopardi, non vado più a dormire... Saluti. Ermetis 09:56, Apr 30, 2005 (CEST)

Commento di anonimo

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Riporto un commento di anonimo lascato nella pagina di discussione di un redirect --TierrayLibertad 07:53, 14 gen 2006 (CET): E' davvero il caso di usare tutti questi sottotitoli nei vari capitoli? (67.173.156.240)[rispondi]

Per quello che può interessare, imho ha ragione --TierrayLibertad 07:53, 14 gen 2006 (CET)[rispondi]

Data la mole di questa voce, proporrei di creare una nuova voce Giacomo Leopardi (opere), in cui travasare tutta la parte relativa alle singole opere, com'è stato già fatto in casi analoghi. Qui potrebbero rimanere la biografia, la poetica e magari anche un capitolo sull'estetica, oltre ad una bibliografia --Al Pereira 08:03, 14 gen 2006 (CET)[rispondi]

Non mi sembra proprio il caso. Piuttosto fare delle voci singole per le opere piu' importanti.
Rimosso un commento perché Wikipedia non è un forum. --Elitre 22:07, 5 giu 2006 (CEST)[rispondi]
[modifica wikitesto]

A causa di un copyviol di un anonimo nel novembre scorso, ho cancellato un gran numero di contributi in cronologia... Mi spiace per tutti coloro che hanno maggiormente contribuito alla voce da allora, che si troveranno una paccata di edit in meno... - Giac! - (Tiago è qui) 18:28, 26 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi, suggerito da un nuovo utente, ho trovato riscontri su Web e l'ho lasciato, se qualcuno ne sa di più... --Elitre 15:42, 22 set 2006 (CEST)[rispondi]

Concordo: è riportato anche da Rolando Damiani, nella biografia "All'apparir del vero".--AnnaLety*scrivimi 11:30, 20 nov 2006 (CET)[rispondi]

equilibrio tra competenza e facilità di comprensione e lettura

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per quanto mi riguarda la vita di leopardi, concordando con coso lassù, è povera e confusionaria non si indicano i periodi di cambiamento filosofico e spirituale in un esposizione strutturata e, se vogliamo, anche organica nella sua vita e per quanto riguarda le opere sono un'accozzaglia di numeri e date, non correlate, anche dal punto di vista organizzativo, ai momenti spirituali più importanti e significativi della sua vita

insomma bisogna organizzarlo menglio o non ci si capisce niente senza avere un'altra fonte d'avanti

Accomodati, proponi, modifica. --Elitre (se non ce l'hai nel sangue...) 02:28, 31 ott 2006 (CET)[rispondi]

Ragazzi, c'è molto da fare in questa pagina.. Mi sembra assai difficile da leggere e non troppo accurata.. Se avete bisogno di una mano ci sono.--Roccuz 15:00, 4 dic 2006 (CET)[rispondi]

Lavori (grossi) in corso

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Riporto qui dalla mia talk l'avviso di F.mignosi, che ho avvertito dopo averlo visto all'opera sulla voce con modifiche abbastanza consistenti

Sto sistemando la voce Leopardi, partendo dalla vita e concludendo con le Opere.

Non so come inserirlo in discussione per tutti, ma sto scrivendo la biografia e poi dei paragrafi dedicati alla poetica del Leopardi e poi dei paragrafi dedicati alle opere.

--Paginazero - Ø 08:45, 19 gen 2007 (CET)[rispondi]

Penso che sulla voce di Leopardi basta la biografia e con i link di poetica e opere il visitatore può andare su quelle voci, no?

La biografia quì riportata su Giacomo Leopardi è ripresa interamente dal testo

  • "Storia della Letteratura Italiana" di Giulio Ferroni - Einaudi Editore.

E' un fatto molto grave. Credo sia da prendere in considerazione il contributo libero delle scuole e degli studenti unoiversitari. Toglietelo dalla proposizione in vetrina. --Karmine 19:32, 11 feb 2007 (CET)[rispondi]


Correzione tomba

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La voce sosteneva che la tomba di Leopardi si trovasse nel Parco Virgiliano di Napoli nel quartiere Posillipo, in realtà si trova nel Parco vergiliano a Piedigrotta (Parco della tomba di Virgilio) a Mergellina. I due parchi vengono spesso confusi giuseppe--82.49.90.221 16:28, 14 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Corretto, thanks. --Retaggio (msg) 17:13, 14 mag 2007 (CEST)[rispondi]


Inserito il Bio template...

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...e ho tolto il riferimento alla "wikificazione" della biografia.

Zooropaforever 14:21, 14 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Ritratto di Leopardi?

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Il ritratto di Leopardi non mi pare adatto, è molto diverso da quello classico, per intenderci quello che si può vedere nella wikipedia inglese, neanche lo riconosco! Mi viene addirittura il dubbio che sia il ritratto di un'altro e ci sia stato un errore... Suggerisco di sostituirlo proprio con quello che ho appena citato. Che ne pensate? ---Kar.ma 17:53, 30 set 2007 (CEST)[rispondi]


Forse una fotografia sarebbe meglio: se non mi sbaglio dovrebbero essercene due. Una però lo ritrae sul letto di morte e non è adatta ad ua voce enciclopedica, almeno come immagine iniziale. l'altra invece potrebbe essere adatta ma occorrerebbe procurarsene una in grande formato (a me pare di averla vista a Recanati ma una copia - piccola - è presente su questo sito). Cordialmente --Ricce (msg) 11:50, 7 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Perchè non si ripristina la possibilità di "modificare"?

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Ho letto un po' la voce Leopardi e sono inorridito per gli errori grammaticali, quelli ortografici, i refusi, ecc. Volevo metterla a posto in qualche punto, ma ho visto che è bloccata e si può solo vedere il sorgente. Come si può accedere con delle modifiche almeno di forma, per eliminare le sgrammaticature e gli errori ortografici più banali, la punteggiatura carente o sbagliata, ecc.? RAMP 3 ottobre 2007

Registrati e fra qualche giorno potrai editare anche tu in quella pagina. --Elitre 00:24, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Wiki è un'enciclopedia libera a tutti il blocco parziale dovrebbe essere tolto perchè tutti sono liberi di poter scrivere su questa enciclopedia e nesuno è obbligato a iscriversi se ci sono dei problemi ci sono gli amministratori sono stati eletti per questo!!!Io sono iscritto da vari anni ma per principio non mi loggo...

Gli amministratori non sono stati eletti per fare da babysitter ai ragazzini che odiano il poeta in questione e vandalizzano continuamente la sua voce. Se hai aggiunte utili per quest'ultima segnalale qui. --Elitre 01:11, 5 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Intervento (troppo?) drastico

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Ho tolto il paragrafo sul "giallo" riguardante la morte di Leopardi perché era troppo confuso e pieno di errori grammaticali per rimanere lì un attimo di più, ma io non ho la competenza per sistemarlo. Se qualcuno ne sa di più, lo recuperi in cronologia: magari c'è qualcosa da salvare. --Astroph 16:58, 27 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Giallo ripristinato in una nota a piè di pagina, ampiamente riscritto in italiano: confesso di non aver mai sentito nominare questo professore e i suoi studi, tuttavia, visto che si sono sempre fatte ipotesi sulla morte del poeta, non avendo nessun approfondimento in merito, direi che questa nota, come punto di partenza, previa accurata indagine delle fonti, si possa lasciare! Xavier121 11:57, 28 ott 2007 (CET)[rispondi]
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Non capisco perchè alcuni riferimenti a testi importanti come "Il sabato del villaggio", "Canto notturno" e altri (nella sezione "Ritorno a Recanati") risultino "rossi". Eppure le voci corrispondenti in Giacomo Leopardi (opere) ci sono. Qualche esperto può intervenire?--Pebbles (msg) 14:38, 17 mar 2008 (CET)[rispondi]

Scusate l'ignoranza

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E' una mia ottusagine ritenere contraddittorio che il padre di Leopardi sia allo stesso tempo un "conservatore e di idee reazionarie"??(come scritto nel paragrafo "l'infanzia".Marcuccio02

Scusami se ti ho sistemato la firma, che risultava su fondo grigio spaziato. Quanto alla tua domanda, possiamo dire che è un'espressione quanto meno ridondante, dato che mi pare che il reazionario guardi "più indietro" del conservatore.--Pebbles (msg) 18:20, 2 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Non so per quale motivo in questa wikipedia ci si diletti tanto a provocare inutili edit-war, stento davvero a capirlo. Mi riferisco alla duplice rimozione priva di qualsiasi argomentazione fatta da due utenti del titolo di conte inserito nell'incipit della voce. Ora, che sia stato fatto per ignoranza o per altri motivi (cito solo la frase dell'utente Paola Severi Michelangeli «Il "conte" in incipit fa ridere», la quale si commente da sola...) è comunque segno di poca attenzione dei particolari e delle stesse regole enciclopediche. Mi premurerò in tal caso di spiegare sia i primi che le seconde: in primo luogo, Giacomo Leopardi era conte, membro di una nobiltà d'antico lignaggio dello Stato della Chiesa. Non so perché qualcuno qui voglia omettere questo particolare (per altro riportato su qualsiasi libro, anche sui manuali scolastici). In secondo luogo, essendoci nel Template:Bio l'apposita sezione ove inserire gli eventuali titoli, non comprendo perché ciò non debba essere fatto o paradossalmente censurato. Perciò, ho ripristinato per la terza (e spero ultima) volta il titolo di conte nell'incipit prima del nome. Spero di essere stato chiaro.

Cordiali saluti,

Maitland (msg) 22:46, 11 dic 2008 (CET)[rispondi]

Infatti continuo a ridere leggendo nell'incipit della voce che «il conte» Giacomo Leopardi fu un poeta italiano. È questione non solo di senso dell'umorismo ma anche, e soprattutto, di sensibilità di scrittura. Ma questa non s'insegna e solo col tempo, ma non sempre, s'impara. Paola Michelangeli (msg) 23:01, 11 dic 2008 (CET)[rispondi]
Sensibilità di scrittura... mmm... e che cosa c'entra? Francamente non comprendo il tuo intervento. Perdonami, ma non tutti hanno abbastanza sensibilità nello scrivere, come dici te... Peccato però che il sottoscritto crede che servirebbe anche un po' di sensibilità dell'intelletto, la quale, a chi la possiede, farebbe comprendere che anche la minima informazione - come quella in questione - è vitale e fondamentale per un'enciclopedia che vuole definirsi tale. Non comprendo poi cosa ci sia da ridere nell'incipit della voce e del titolo di conte. Che vuoi fare, non tutti posseggono un elevato senso dell' humour... --Maitland (msg) 23:13, 11 dic 2008 (CET)[rispondi]
Che non tutti, come dici tu, abbiano eguale sensibilità di scrittura, è evidente da questa stessa discussione :) ma l'una non esclude affatto l'altra sensibilità: l'«intelletto» non è fatto a compartimenti stagni. Quanto alla nobiltà di Giacomo, nella voce si parla subito e ampiamente del «lignaggio» della famiglia Leopardi e, fatta in quel luogo e in quel tempo, l'informazione non è risibile. Come vedi, si torna al punto di partenza: è questione di stile e, come diceva (quasi) Don Abbondio, «se uno non ce l'ha, non se lo può dare». Paola Michelangeli (msg) 23:53, 11 dic 2008 (CET)[rispondi]
...perdonate se mi intrometto nel vostro dialogo, ma personalmente io escluderei non solo "conte" dall'incipit, ma anche "filosofo, filologo e glottologo", anche se si tratta di titoli tutti oggettivamente riferibili a Leopardi. Penso che sarebbe enciclopedicamente opportuno farlo, perchè in quella sede imho diminuiscono i ruoli preminenti per cui l'autore è conosciuto (poeta e scrittore). (Ritengo poi, ma questa è una visione mia personale, che anche Giacomo avrebbe preferito così, riconoscendosi di più in ciò che gli era certo più proprio, come forza interiore). Grazie, buon proseguimento. --L'Essere corretto dal Forse (msg) 01:50, 12 dic 2008 (CET)[rispondi]

@Paola Severi Michelangeli. Forse non ci siamo ben capiti. Io ho sollevato due questioni che credo meritino risposta. Le elencherò, per permettere anche a chi non ha abbastanza perpicacia (o fa finta di non averla) di coglierle nella loro interezza.

1) Esiste un Template:Bio in cui c'è l'apposita sezione ove inserire i titoli nobiliari del personaggio della voce in questione, qualora ne possegga. Domanda: Perché dunque non farlo? Non comprendo per quale arcano motivo l'informazione sia risibile se posta nell'incipit, ma al contrario cessi di esserlo nell'apposita sezione relativa al lignaggio della famiglia Leopardi. Piuttosto, sembra assai più logico che l'incipit debba contenere tutte le informazioni basilari, poi sviluppate nei successivi paragrafi della voce. Le possibilità sono tre: si propone di eliminare la sezione "titolo" del template, ovvero si propone (come detto con chiarezza da L'Essere corretto dal Forse) di fare occamisticamente una sfoltitura degli enti, in tal caso delle varie attività secondarie e di conseguenza anche degli altri attributi (ivi compreso il titolo), ovvero mantenere tutto così come è, con titoli e lista completa di attività.

2) In secondo luogo, volendo entrare proprio nel merito della questione, sarei davvero grato se Paola Michelangeli mi spiegasse, al dì là di tesi capziose e vaghe come quella di sensibilità di scrittura, o ancor peggio di un'impressione totalmente personale (id est «Il "conte" in incipit fa ridere»), quale sia il vero proposito che sta dietro alla sua volontà di eliminare il titolo. È in questa sensibilità omettere informazioni per altro giuste? Aspetto l'illuminazione...

Cordiali saluti,

Maitland (msg) 11:59, 12 dic 2008 (CET)[rispondi]

Ecco la mia illuminazione: certamente esiste, nel template bio la sezione titolo, che non è ristretta ai soli titoli nobiliari, ma anche onorifici o di studio. Bene, a me leggere un incipit così formulato:
  • Il conte Giacomo Leopardi è stato un poeta
così come si potrebbe leggere, essendo permesso dal template bio:
  • Il maestro elementare Benito Mussolini è stato un politico
  • L’ingegnere Carlo Emilio Gadda è stato uno scrittore
  • Il dottor Michelangelo Antonioni è stato un regista
  • L’avvocato Marcel Proust è stato uno scrittore
  • .......
appare una stonatura. A te no? Sono desolata per il tuo orecchio. Evidentemente è una questione di stile, di gusto o di sensibilità di scrittura, come per la terza e spero ultima volta cerco di farti comprendere. È una tesi capziosa e vaga? Sei libero di pensarlo. Il template le consente? Mi rassegnerò a tali bruttezze, presenti ed eventualmente future. È possibili evitarle, eliminando dal template bio la sezione titolo? Mi dichiaro fin d’ora favorevole alla proposta. Stammi bene. Paola Michelangeli (msg) 18:33, 12 dic 2008 (CET)[rispondi]
Comprendo l'obiezione per quanto riguarda gli ultimi quattro dei tuoi esempi, che sono evidentemente delle forti stonature. Va comunque fatto notare che "maestro elementare", "ingegnere", "avvocato", ecc., sono attività e non titoli, quindi non entrerebbero nella sezione "titolo", che è riservata a rigore soltanto per titoli nobiliari, ecclesiastici, ecc. Quanto ai titoli di studio, anch'io reputo esteticamente brutto inserirli nell'incipit (anche perché è possibile dedurli dalle relative attività). --Maitland (msg) 20:01, 12 dic 2008 (CET)[rispondi]

collegamento arcadia

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Il collegamento ad arcadia porta alla regione greca e non alla voce di poesia: io non saprei correggierlo, ma vorrei segnalarvelo arrivederci.

Fatto. --Paola Michelangeli (msg) 23:11, 22 gen 2009 (CET)[rispondi]

leopardi è un autore illuminista???

           L'omossesualità nascosta di Leopardi

Si sanno molti fatti su Giacomo Leopardi ma nessuno sa della sua omosessualità. Lui ha avuto svariati uomini che l'hanno lasciato presto e ogni volta gli hanno lasciato un senso di vuoto; per questo Leopardi è stato spesso deriso dai suoi amici.Da qui che è nato il suo pessimismo. Si narra che Silvia in realtà fosse uomo: era il cocchiere di casa Leopardi e non la sua dolce figlia; inoltre non è morto giovane a causa di una malattia ma ha tolto ogni speranza a Leopardi dicendogli di non essere interessato a lui.

Credo ci sia un errore nella sezione delle Opere Credo che il titolo corretto sia "la sera del dì di festa" e non "la sera del giorno festivo" Italianpyno 18:47, Feb 18, 2009

Non è un errore: il titolo La sera del dì di festa è quello voluto per ultimo nei Canti: prima il titolo del componimento era quello giustamente elencato in Opere.

--Vaghestelledellorsa (msg) 22:50, 18 feb 2009 (CET)[rispondi]

La regola filologica prevede che si debba usare l'ultima versione voluta dal poeta. Così anche per le diverse lezioni di un testo ecc. Quindi bisognerebbe inserire nelle Opere l'edizione dei Canti del 1835 (presso Starita, Napoli), e infine l'edizione postuma, a cura di Ranieri, secondo l'ordinamento previsto dallo stesso Leopardi (Firenze, Le Monnier, 1845)--Pebbles (msg) 09:31, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]

verso il Romanticismo

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Dunque, che fra il 1816 e il 18 Leopardi si sia "evoluto" verso il Romanticismo, è profondamente sbagliato. Da un lato parlare di Romanticismo Italiano è poco corretto - almeno in paragone a quello tedesco o a quello inglese - dall'altro fu proprio il Giordani, classicista convinto, ad allontanarlo dal mero avanguardismo. Le stesse Osservazioni al Giaurro sono un vero e proprio assalto ai "modernes". Vorrei che la voce venisse riscritta con maggiore cognizione. Sull'argomento ho scritto un'intera tesi di laurea. Se qualcuno è interessato, posso proporre un sunto del mio testo, affinché venga valutato.

Phiz

Caro Phiz, prima di tutto benvenuto tra noi! Più che favorevole ad un tuo intervento diretto se hai ravvisato qualche anomalia (più siamo ad occuparcene meglio è), tieni solo presente alcuni punti:
  • Non possono essere accettati contenuti originali (come una tesi) per quelle c'è un progetto specifico. Nulla aperò vieta di inserire contenuti che possono essere da altri utenti verificati, in modo semplice e diretto. Quindi riformulando alcuni argomenti, adeguandone altri, credo che il messaggio possa comunque arrivare. Imo è più facile farlo se non ci avventuriamo in sterili disquisizioni accademiche.
  • Alcune formule, come quella che hai citato, non piacciono nemmeno a me, ma considera sempre che a dominare deve essere il tono medio, neutrale NPOV: lavoriamoci...
  • Proponi tranquillamente le tue idee in questa discussione e le valuteremo insieme.
Xavier121 12:19, 22 dic 2009 (CET)[rispondi]

Su l'edizione delle Operette Morali presso BUR nelle note biografiche è riportato che la cusa della morte è stato un edema polmonare, qualcuno può inserirlo? Grazie. --95.239.222.239 (msg) 13:36, 23 set 2009 (CEST)[rispondi]

si potrebbero aggiungere i testi di alcune grandi poesie di leopardi, come "Il Sabato del Villaggio" o "A Silvia"

Rispondo alla nota precedente(ma perché non mettere data e firma?): negli "Altri progetti" si legge che su Wikisource ci sono i testi.--Pebbles (msg) 19:17, 1 dic 2009 (CET)[rispondi]

Intestazione

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Rimuovere gli avvisi?

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Gli avvisi "fonti" per la biografia e "abbozzo" per la bibliografia a mio parere si possono togliere. Qualche obiezione?--Pebbles (msg) 19:32, 14 mag 2010 (CEST)[rispondi]

Morte da confetti

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Ho segnalato, con l'inserimento della nota necessaria, la parte relativa ai presunti studi che avrebbero collegato la morte del L. all'indigestione di confetti. La relativa nota rimandava, infatti, ad un collegamento esterno non più esistente. Prima di rimuovere il cn, prego verificare l'assunto di cui sopra ed inserire una nota con citazione di testo autorevole e possibilmente verificabile in tempo reale; in assenza, sarebbe forse il caso di rimuovere l'intero periodo. Almadannata (msg) 17:29, 17 nov 2010 (CET)[rispondi]

Omosessualità di Leopardi

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Possibile che in tutta la pagina non si faccia un solo accenno alle tesi secondo cui Leopardi era omosessuale? Insomma non era solo un gobbo sfigato, ma coi soldi, che non trovava nessuna disposta a stare con lui neppure per interesse economico, ma semplicemente un omosessuale nascosto che, se da una parte scrivere liriche "A Silvia", dall'altra, scriveva lettere compromettenti all'amico Antonio, che pure ospitava!Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.51.62.151 (discussioni · contributi).

morte da confetti

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ritengo molto improbabile una morte da confetti e assolutamente impossibile che brodo di pollo e limonata possano fare danni. Monica Raineri medico

Romanticismo

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Le due opere leopardiane citate nel paragrafo "Verso una posizione romantica" avevano una funzione profondamente critica verso il Romanticismo, e non certo il contrario, come sembrerebbe dalla lettura delle poche righe dedicate all'argomento, e soprattutto dal titolo del paragrafo--Fabio Matteo (msg) 18:30, 16 gen 2012 (CET)[rispondi]

Sarà colpa della mia distrazione, ma non trovo il paragrafo da te citato, bensì uno intitolato "Verso una posizione antiromantica". Puoi essere più preciso?--Pebbles (msg) 10:56, 17 gen 2012 (CET)[rispondi]
Infatti ho cambiato il titolo del paragrafo:-)--Fabio Matteo (msg) 21:30, 17 gen 2012 (CET)[rispondi]
Mistero svelato, grazie.--Pebbles (msg) 09:19, 18 gen 2012 (CET)[rispondi]

Leopardi in orbita

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L'indicazione sul cratere del pianeta Mercurio, con tutto il rispetto, credo andrebbe messa altrove nella pagina--Fabio Matteo (msg) 11:00, 19 gen 2012 (CET)[rispondi]

Sono pienamente d'accordo! Dove si potrebbe mettere?--Pebbles (msg) 18:06, 19 gen 2012 (CET)[rispondi]
Anche perché non vorrei che in qualche interrogazione scolastica qualche sventurato cominciasse a parlare di asteroidi:-) Non saprei se mettere l'indicazione alla fine del paragrafo sugli ultimi anni (a proposito, quell'introduzione sull'omosessualità leopardiana mi pare non neutrale, tu cosa ne pensi?) oppure se creare un paragrafo di curiosità.--Fabio Matteo (msg) 19:25, 19 gen 2012 (CET)[rispondi]
si potrebbe metter in un'ultima sezione ampliabile, intitolata "Riconoscimenti" --78.15.54.251 (msg) 22:39, 19 gen 2012 (CET)[rispondi]
Mi scuso per il ritardo nella risposta. La sezione "Curiosità" è in genere sconsigliata da wikipedia, ma forse "Riconoscimenti" con il solo riferimento all'asteroide sarebbe una sezione un po' magra; del resto il poeta in vita di riconoscimenti non ne ebbe proprio...Quanto all'omosessualità, ritengo che per lo meno dovrebbe essere ridotto lo spazio e il numero delle citazioni.--Pebbles (msg) 14:42, 25 gen 2012 (CET)[rispondi]

Opere critiche principali

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A me sembra che alcuni testi degli ultimi anni, pur notevoli, non possano rientrare tra le opere critiche PRINCIPALI, se non per fini promozionali. Altrimenti dovremmo avere, per correttezza, altri mille titoli in bibliografia--Fabio Matteo (msg) 23:35, 16 feb 2012 (CET)[rispondi]

A me pare che ciò che dici sia assai sensato, in fondo su Leopardi vengono pubblicati decine di saggi ogni anno, sarebbe impensabile una bibliografia critica completa. Dunque aggiunte estemporanee fanno davvero pensare a postille arbitrarie. Cordialità, --MAURUS FLAVUS 12:24, 18 feb 2012 (CET)[rispondi]

La pagina va inclusa nella Categoria:Bambini prodigio.--188.152.132.239 (msg) 17:31, 2 mar 2012 (CET)[rispondi]

Ho incluso l'intera categoria.--188.152.132.239 (msg) 17:44, 2 mar 2012 (CET)[rispondi]
Ammesso che si possa considerare un bambino prodigio cosa c'entrano le sue opere, magari quelle mature, con la categoria? Ho corretto, inserendo solo la persona. --PaopP eccomi 07:00, 3 mar 2012 (CET)[rispondi]

Leopardi e Ranieri

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Che si accenni a questo presunto rapporto amoroso lo accetto, seppur a malincuore, ma che vada a costituire il titolo di un paragrafo parmi francamente operazione interessata e non neutrale--Fabio Matteo (msg) 10:42, 20 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Sono pienamente d'accordo.--Pebbles (msg) 19:36, 20 mag 2012 (CEST)[rispondi]
Cara Pebbles, ho cambiato il titolo. Vediamo se ci tireranno le pietre:)--Fabio Matteo (msg) 20:04, 20 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Leopardi ed il sanscrito più il morbo di Pott

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Il fatto che L. conoscesse il sanscrito mi risulta ignoto da tutti i libri che ho letto. Ho ricercato su internet e nulla è venuto fuori. La fonte posta nella pagina non dimostra che conoscesse il sanscrito. Secondo me è ipotesi menzognera. EDIT: Scopro che v'è un articolo di Repubblica, ma continuo a non fidarmi.

Riguardo al morbo di Pott la pagina linkata non parla del morbo di Pott. --EntroDipintaGabbia (msg) 15:04, 9 set 2012 (CEST)[rispondi]

possibile?

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Molte ricerche, come quelle fatte dall' Universitá di Birmingham, dicono che " Leopardi is acknowledged to be one of the most radical and challenging thinkers of the 19th century."[1][2]

E possibile aggiungere questo sia su quello inglese e quello italiano (ovviamente tradotto)? --115ash (msg) 16:39, 19 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Ho forti dubbi, magari fai la prova sulla wiki inglese, ma mi pare difficile.--5.170.243.173 (msg) 12:54, 20 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Le condizioni di salute

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Oggi è di moda il disturbo bipolare, invocato per una legione di personaggi storici. IMHO riportarlo è piuttosto pericoloso, perché nell'impossibilità di una diagnosi postuma è sin troppo facile rintracciare nelle biografie variazioni d'umore astrattamente riconducibili alla malattia. Se poi la fonte - a parte Citati che non è raggiungibile e che comunque non è competente - è, con il massimo rispetto, il dottor Pacini di medicitalia.it, il quale per tutta diagnosi scrive

«il fatto stesso che il suo pessimismo sia "cosmico" e "storico", definitivo e grandioso, introduce un elemento di grandiosità nel quadro negativo che dipinge della vita. Leopardi parla di siepi per parlare di infiniti che vi si aprono dietro, che sono il vero oggetto del suo interesse, o meglio della sua immaginazione»

allora credo che ci siano gli estremi per rimuovere l'informazione. Attendo pareri sommari prima di rivolgermi al reparto psichiatrico :-) --Erinaceus (msg) 08:56, 16 dic 2016 (CET)[rispondi]

Macchè reparto psichiatrico, ne abbiamo già abbastanza di incompetenti che si atteggiano a scienziati mettendosi a pontificare sulle condizioni di salute su Leopardi come se l'argomento avesse un qualche interesse eniclopedico. Come si può vedere dalla cronologia, quella roba sulla salute di Leopardi è tutta fuffa inserita, guarda caso, dal solito StefanoRR alias Utente:SteveR2, specializzato in gossip e ciarpame, abituato a pescare le sue "fonti" nella mondezza dei ritagli di giornale. Inutile dire che auspico un intervento energico di ruspe per rimuovere non solo il pettegolezzo sul disturbo bipolare, ma anche tutta quella zozzeria sulle "malattie", in linea con Wikipedia:Fonti attendibili.--5.170.121.200 (msg) 16:25, 17 dic 2016 (CET)[rispondi]
Scusa? Questa è roba presa da Citati e da altri tipo Gennaro Cesaro. Che non l'avesse è probabile ma non la invento io? Tu chi saresti? Leopardi non era un matto ma era malato, non di cifosi ma di malattia di Pott o spondilite. Si può fare più piccola ma eliminare no. Per sostituirla con la stronzata era gobbo perché stava sui libri???--SteveR2 (msg) 17:38, 17 dic 2016 (CET)[rispondi]
Anzitutto possiamo moderare i toni, per cortesia?
Vedo con dispiacere che senza volerlo ho scoperchiato un alveare, a questo punto non mi resta che avvisare il progetto, lasciando gli avvisi come extrema ratio. --Erinaceus (msg) 21:00, 17 dic 2016 (CET)[rispondi]
Pardon, mi accorgo solo ora che tra le altre cose hai rimosso il passaggio sul disturbo bipolare che è all'origine di questa discussione. Per me dunque va bene così. L'invito alla moderazione resta sempre valido (anche per l'IP s'intende, e il consiglio a lui di evitare edit war in altre voci è ot ma non inopportuno). --Erinaceus (msg) 11:39, 18 dic 2016 (CET)[rispondi]
Edit war non ne faccio, ma quella rimozione è solo il minimo rispetto a quanto ci sarebbe ancora da rimuovere...--5.170.121.3 (msg) 23:41, 18 dic 2016 (CET)[rispondi]
Con ogni probabilità sarei d'accordo, ma è meglio discuterne (ovviamente non qui). --Erinaceus (msg) 13:50, 19 dic 2016 (CET) EDIT: credevo che 5.170.121.3 parlasse di un'altra voce. --Erinaceus (msg) 18:02, 4 gen 2017 (CET)[rispondi]
La parte sul morbo di Pott non si tocca, è universalmente riconosciuta dagli studiosi, è come rimuovere l'omicidio del padre dalla biografia di Pascoli o la SLA dalla biografia di Hawking.--SteveR2 (msg) 10:57, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Non mi risulta che si sia parlato di toccarla, e per quanto mi riguarda come ho detto sopra va bene così.
Ti spiacerebbe proprio tanto assumere un atteggiamento meno suscettibile e soprattutto meno intransigente («non si tocca»), che non sembra proprio aderentissimo allo spirito di Wikipedia?
Se ci sono stati conflitti sul punto in passato, cosa che ignoro, chi partecipa a questa discussione comunque non c'entra. Scusa la durezza ma è la seconda volta che entri a gamba tesa. --Erinaceus (msg) 11:30, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
è il mio modo di esprimermi. Mi riferivo comunque all'anonimo che parla di rimuovere--SteveR2 (msg) 11:47, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Della serie: non sono cattivo, mi disegnano così? Be', sai che è discutibile come scusa. Comunque non è problema mio --Erinaceus (msg) 12:22, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]
Beh l'anonimo ha pure scritto che sono "specializzato in gossip e ciarpame, abituato a pescare le sue "fonti" nella mondezza dei ritagli di giornale".--SteveR2 (msg) 12:24, 20 dic 2016 (CET)[rispondi]

Le fonti autorevoli citate a supporto delle malattie del poeta sono inconsistenti e non scientifiche a detta degli stessi autori: chi scrive di cartelle cliniche di Leopardi, parla genericamente di IPOTESI e tali devono restare; per questo motivo non dovrebbero figurare nella parte relativa alla presentazione dell'autore. Il punto poi in cui si afferma esplicitamente che la malattia è all'origine del suo pessimismo è una bufala e rischiamo la figuraccia internazionale. Anche se Citati col suo classico stile romanzato ci descrive una sua personalissima lettura del poeta, che ad un certo punto della sua vita felice e spensierata, viene come colpito dal morbo; e un dolore profondo e un pessimismo irriducibile si impadroniscono della sua vita ecc.; è e resta appunto una lettura, da presentarsi in una nota in calce, al massimo, perché non certo pensiero dell'esegesi più accreditata. Affermazioni di questo tipo poi, cosa più importante di tutte, contrastano con le stesse convinzioni leopardiane; accuse simili sono state mosse al poeta/filosofo anche in vita dal gruppo fiorentino dell'Antologia di Giovan Pietro Vieusseux e Niccolò Tommaseo, che sostenevano che se Giacomo la pensava a quel modo era per via della gobba! E' lo stesso Leopardi a fornirci una risposta chiara e inconfutabile a quelle illazioni in alcuni memorabili passi del Dialogo di Tristano e di un amico, contenuto nelle Operette morali:

«la vita è felice,[...] anzi felicissima. Ora ho cambiata opinione. Ma quando scrissi cotesto libro, [...], tutt’altro mi sarei aspettato, fuorché sentirmi volgere in dubbio le osservazioni ch’io faceva [...], parendomi che la coscienza d’ogni lettore dovesse rendere prontissima testimonianza a ciascuna di esse. [...] anzi mi credetti che le mie voci lamentevoli, per essere i mali comuni, sarebbero ripetute in cuore da ognuno che le ascoltasse. E sentendo poi negarmi [...] il tutto, e dire che la vita non è infelice, e che se a me pareva tale, doveva essere effetto d’infermità, o d’altra miseria mia particolare, da prima rimasi attonito, sbalordito, [...] e per più giorni credetti di trovarmi in un altro mondo; poi, tornato in me stesso, mi sdegnai un poco; poi risi, e dissi: [...] Gli uomini universalmente, volendo vivere, conviene che credano la vita bella e pregevole; e tale la credono; e si adirano contro chi pensa altrimenti. Perché in sostanza il genere umano crede sempre, non il vero, ma quello che è, o pare che sia, più a proposito suo. [...]Io per me, [...] rido del genere umano innamorato della vita; e giudico assai poco virile il voler lasciarsi ingannare e deludere come sciocchi, ed oltre ai mali che si soffrono, essere quasi lo scherno della natura e del destino. [...] Se questi miei sentimenti nascano da malattia, non so: so che, malato o sano, calpesto la vigliaccheria degli uomini, rifiuto ogni consolazione e ogn’inganno puerile, ed ho il coraggio di sostenere la privazione di ogni speranza, mirare intrepidamente il deserto della vita, non dissimularmi nessuna parte dell'infelicità umana, ed accettare tutte le conseguenze di una filosofia dolorosa, ma vera

Mi pare che si stia cercando di affermare una teoria, pescando in rete in modo un po' strumentale quelle fonti che portano acqua al proprio mulino, ma che al massimo possono dar conto solo di opinioni singole e slegate da una visione d'insieme. Consiglio quindi di rimuovere informazioni fuorvianti dalla presentazione e di collocarle, qualora in questa discussione siano considerante rilevanti da un punto di vista critico, in una sezione specifica, e sicuramente in nota. Tra l'altro in una parte della voce sulle "Operette morali" si da proprio conto di questo nuovo atteggiamento della critica moderna che non parla più di pessimismo come ancora inteso da molti amanti dei luoghi comuni su Leopardi ma, più correttamente, di materialismo probabilistico. E la cosa più importante di tutte è che la critica seria affronta la questione citando direttamente il pensiero dell'autore: è Giacomo che ci dice chiaramente nello Zibaldone DI NON ESSERE UN PESSIMISTA!!! --Xavier121 19:14, 30 gen 2017 (CET)[rispondi]

Pagina Giacomo Leopardi

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Egregi Signori, sono l'autrice di diversi saggi su Giacomo Leopardi. In passato era stata anche compilata una Pagina su Wikipedia che successivamente dopo una discussione è stata cancellata. Seguo tutto quanto riguarda Leopardi perché è argomento di studio da vent'anni e ho notato alcuni errori nella Pagina in oggetto che riguardano il mio libro "Un giallo a Napoli. La seconda morte di Giacomo Leopardi". Viene riportata la seguente affermazione: "...mentre nessuna traccia vi era del cranio (per cui si diffuse a Napoli la diceria di una sua trafugazione da parte di studiosi di frenologia[141]) e del resto dello scheletro.". Intendo precisare e sottolineare che non si tratta di "diceria" ma di un'ipotesi da me formulata per la prima volta nel mio libro, fondata su diversi aspetti che nel libro vengono discussi. Perciò protesto fermamente per questo "liquidare" senza cognizione di causa un lavoro costato anni di ricerche. Così come contesto il fatto che il mio libro non venga citato e si citi invece la recensione di Ida Palisi sul libro stesso. Preciso che il libro è un saggio storico (non fondato su dicerie) e sta ora uscendo nella sua terza edizione e pertanto credo meriti un'attenzione da parte di coloro che scrivono su Wikipedia. Spero vivamente nella correzione. Grazie! Loretta MarconQuesto commento senza la firma utente è stato inserito da 80.183.253.76 (discussioni · contributi).

Io sono un perfetto ignorante della cosa, ma vedo in effetti qualcosa di strano nella frase, perché o Loretta Marcon nel suo saggio si limita a riportare varie "leggende metropolitane" sulla morte di Leopardi (sarebbe perfettamente legittimo, e questo giustificherebbe il termine "dicerie") oppure tenta invece di formulare ipotesi basandosi su ricerche (e allora "dicerie" sarebbe termine errato). Ora, dal momento che stando a quanto afferma qui sopra l'utente mi pare che qui parliamo del secondo caso, la frase andrebbe modificata. Non ho letto il saggio, non ho idea della sua rilevanza scientifica, non so se è sia stato poi ripreso da altri studiosi (mi pare di avere scritto che sono ignorante, no?) ma sostituire il termine "diceria" con "teoria" mi pare il minimo, come mi pare ovvio che andrebbe citata la fonte primaria (il saggio stesso) magari accanto all'articolo di Ida Palisi. --Lepido (msg) 20:03, 7 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Quanti errori sulla pagina dedicata a "Giacomo Leopardi". Non sarebbe meglio prima di scrivere sulla base di sensazionalismi informarsi leggendo saggi e non pagine non comprovate scientificamente? Penso, ad esempio, alla "morte per confetti" oppure alla certezza che Leopardi aveva il "morbo di Pott" (non è vero che sia comprovata da tutti gli studiosi. E' solo una teoria ma allora bisogna specificarlo). Inoltre ormai si sa benissimo che il corpo di Leopardi non c'era all'interno della cassa custodita a S. Vitale e poi trasportata al Parco Vergiliano. Allora perché continuare a parlare di "tomba"... Non sarebbe meglio lasciare agli studiosi della materia? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 62.211.50.36 (discussioni · contributi).

Le voci sono lasciate anche agli studiosi, basta che questi si rimbocchino le maniche e vengano a scrivere fontando anch'essi.--Bramfab Discorriamo 18:07, 8 giu 2017 (CEST)[rispondi]
@IP: a me non piace parlare per «dogmi» wikipediani, ma in effetti se correggessi tu stesso daresti una bella mano. Specialmente se disponi di fonti cartacee. Primo perché non è facile per gli altri reperire fonti autorevoli via web e rimediare a questi molteplici errori che sostieni siano presenti in voce. Anzi è difficilissimo perfino scovarli, visto che non li indichi nemmeno puntualmente, ma solo per esempi. Secondo, perché sul punto del morbo di Pott abbiamo già avuto qualche mese fa una richiesta di pareri su un utente, avanzata da me, dopo molte querimonie di un anonimo che poneva sì questioni fondate, ma che non si è comportato affatto bene e forse si meritava pure un blocchino. Non vorrei che la lagnanza qui diventasse una forma surrettizia di tiro al piccione. Quindi: chi dice di sapere, piuttosto che lamentarsi in pagina di discussione, è meglio che si dia da fare direttamente in ns0. --Erinaceus (msg) 18:22, 8 giu 2017 (CEST)[rispondi]
E mi raccomando: non "perché lo dico io", ma perché "lo dice la fonte" che devo premurarmi di segnalare. --Lepido (msg) 19:37, 8 giu 2017 (CEST)[rispondi]

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Poesia o non poesia?

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Oh, popolo di poeti: cos'è poesia? La risposta è: poesia, è ciò che, attraverso le parole, ci dona un'emozione. E a voi, le parole di Leopardi, vi donano delle emozioni? E quali emozioni vi donano? Strutturare delle frasi dal senso banale, spezzettando le parole che le compongono, e cambiando l'ordine di queste parole all'interno di queste frasi, non basta a creare poesia. E men che meno, a donare emozioni. Quello che sto tentando di dire, è che quella di Leopardi o di Carducci, non dovrebbero essere considerate poesia. Almeno, non nel terzo millennio. Capisco che, all'epoca di Leopardi e di Carducci, la gente fosse in larga parte analfabeta, e che bastava poco per impressionare quella gente. Aggiungo che, se le poesie di Leopardi fossero pubblicate a nome di tal Mario Rossi, nessuno se le filerebbe, e nessuno gli darebbe il valore che attualmente detengono. Preciso che, tutto questo, da parte mia, non è inteso come una critica, ma come un'espressione culturale distante da quei preconcetti, scolastici e non, che ci portano a giudicare l'arte in base al nome dell'autore. Concludo scusandomi con tutti per il mio ardire, e per la mia presunzione.

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Nome completo di Leopardi

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Il nome completo che oggi viene citato in voce risale al 2006 come si può vedere da #Nome, manca però qualsiasi fonte a corredo di questa informazione. Quelle presenti su internet sembrano far riferimento a wikipedia. --Conviene (msg) 15:33, 11 mag 2021 (CEST)[rispondi]

Il nome completo lo si rileva dal certificato di battesimo. Ontoraul (msg) 18:47, 11 mag 2021 (CEST)[rispondi]
Perfetto. --Conviene (msg) 19:04, 11 mag 2021 (CEST)[rispondi]

Conte di San Leopardo

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Scusate, non ho capito il perchè della rimozione del template nobiliare. Leopardi non era Conte di San Leopardo, come primogenito del Conte suo padre? Solo dopo la morte il titolo sarebbe passato al fratello, sbaglio? --Pietro Di Fontana 12:39, 10 set 2021 (CEST)[rispondi]

Perché direi che Leopardi è enciclopedico per la sua rilevanza letteraria, non per il titolo nobiliare. Quel template messo in incipit aveva poco senso. Se ne è parlato qui:Wikipedia:Bar/Discussioni/Infobox per scrittori, filosofi etc. --Conviene (msg) 14:28, 10 set 2021 (CEST)[rispondi]

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