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Deutsche Postbank

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Succursale Postbank
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StatoGermania (bandiera) Germania
Forma societariaAktiengesellschaft
Borse valoriBorsa di Francoforte: DPB
Fondazione1990
Fondata daDeutsche Bundespost
Sede principaleBonn
GruppoDeutsche Bank
SettoreServizi finanziari
Sito webwww.postbank.de/

La Postbank – eine Niederlassung der Deutsche Bank Aktiengesellschaft è la principale banca al dettaglio tedesca, nata nel 1990 da una scissione della Deutsche Bundespost. Dal 2004 è quotata alla Borsa di Francoforte e dal 2010 è controllata da Deutsche Bank.

Il "Postscheckdienst" è introdotto nel 1909 dal Reich tedesco: istituisce conti per le operazioni di pagamento per posta e collega i servizi postali e bancari negli stati tedeschi.

Nel 1990, in seguito alla legge tedesca sulla ristrutturazione dei servizi postali ("Poststrukturgesetz") del 1989, il servizio postale tedesco (Deutsche Bundespost) è diviso in tre società: Deutsche Post, Deutsche Telekom e Postbank. Nel gennaio 1995, in seguito alla nuova legislazione sulla riforma postale ("Gesetze zur Postreform II") del 1994, Postbank diventa una società per azioni indipendente. E in seguito amplia l'attività a prestiti, assicurazioni e mutui.

Nel 1999 (e lo sarà sino al 2010) finisce sotto il controllo del gruppo Deutsche Post che detiene una partecipazione del 50% più un'azione. Nel 2003 ha 11,5 milioni di clienti, più di qualsiasi altra banca in Germania. Nel giugno 2004 è quotata alla Borsa di Francoforte facendo parte del DAX 30. Nell'ottobre 2005 acquisisce una quota del 76,4% dello specialista del finanziamento immobiliare, Beamten-Heimstättenwerk (BHW). Grazie a questa acquisizione Deutsche Postbank diventa il principale fornitore tedesco di servizi finanziari per la clientela al dettaglio.

Nel settembre 2008 il 30% del capitale è ceduto a Deutsche Bank per 2,8 miliardi di euro.[1] La strategia di Josef Ackermann, il responsabile di Deutsche Bank, è di avere un fondo di raccolta a basso costo e ampliare la presenza nel settore del dettaglio grazie ai 1100 sportelli che operano negli uffici postali. Così due anni più tardi, nel dicembre 2010, Deutsche Bank acquisisce la quota di maggioranza[2] arrivando poi a rilevare nel 2012 anche il residuo della partecipazione.[2] Alla fine il costo totale dell'acquisizione effettuata da Deutsche Bank è di 6 miliardi di euro.[3][4]

All'inizio del 2015 Deutsche Bank, alle prese con una serie di scandali finanziari e in difficoltà nell'adeguarsi alla nuova regolamentazione del settore, decide di vendere Deutsche Postbank.[5] Nell'ottobre 2016 cambio di strategia: Deutsche Postbank non è più in vendita. E alla fine del 2017 emerge un'altra ipotesi da rendere operativa nel 2018: unire Deutsche Postbank e la divisione clienti privati della casa madre Deutsche Bank in modo da dare vita nel settore commerciale ad un'unica banca con 20 milioni di clienti (privati e società) pur mantenendo separati i due marchi. Lo slogan: "one bank, two brands".[6][7] Si teme il taglio di un quinto degli attuali 30.000 dipendenti di Postbank.

  1. ^ (EN) Christine Seib, Deutsche Bank makes £2.2bn U-turn to buy stake in Postbank, The Times, 13 settembre 2008. URL consultato il 14 settembre 2008.
  2. ^ a b (EN) James Wilson, Deutsche to leave Postbank alone after merger, Financial Times, 2 dicembre 2010. URL consultato il 6 dicembre 2010.
  3. ^ (EN) Deutsche Postbank arm for sale, in business-standard.com, 2011. URL consultato il 14 luglio 2011.
  4. ^ (EN) Deutsche Bank could integrate Postbank in strategic u-turn: sources, Reuters, 25 ottobre 2016. URL consultato il 27 ottobre 2016.
  5. ^ Wanda punta alle banche europee: "Interesse per Postbank", in Repubblica.it, 13 febbraio 2017. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  6. ^ (EN) Deutsche Bank + Postabank: A Merger Worth 900 million € in Savings, su global.handelsblatt.com, 27 ottobre 2017. URL consultato il 28 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2018).
  7. ^ Deutsche Bank e Postbank creano una nuova banca, su financecommunity.it, 26 ottobre 2017. URL consultato il 28 aprile 2018.

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Controllo di autoritàVIAF (EN146569563 · ISNI (EN0000 0004 0551 8992 · LCCN (ENno2002034159 · GND (DE5123734-9 · BNF (FRcb12571546p (data)