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Tematiche di infedeltà e costanza in Histoire du chevalier


Des Grieux et de Manon Lescaut

Tradimento e confronto tra passato e presente (pagina 64)

Il protagonista, Des Grieux, attribuisce tutte le sue sventure al tradimento e


all’infedeltà di Manon, vedendo in lei la causa dei suoi mali. I suoi pensieri
oscillano costantemente tra passato e presente: nel passato, infatti, ricorda di
essere stato felice, mentre nel presente è costantemente tormentato,
de nendosi “plus malheureux de tous les hommes” (il più infelice di tutti gli
uomini). Questo rimando tra passato e presente costituisce una sorta di
prolessi, anticipando il destino drammatico che lo attende.

La costanza come valore: Des Grieux si descrive come un uomo devoto e


costante nell’amore, sinonimo di fedeltà, richiamando idealmente la Carte de
Tendre, la mappa sentimentale che rappresenta virtù e stati d’animo legati
all’amore. Nella Carte de Tendre non esiste però un vero “villaggio della
Costanza”, ma nomi di luoghi che simboleggiano valori simili, come “Codant”
e “Violent”.

Nel XVIII secolo, l’idea di fedeltà come virtù comincia a essere messa in
discussione, e l’amore viene analizzato in modo critico. Manon, infatti, manca
di questa costanza: colei che avrebbe dovuto essere la fonte di felicità per
Des Grieux si rivela la sua rovina. A un certo punto, Manon stessa pone una
domanda chiave: “Perché dai troppa importanza alla fedeltà del corpo? Io
voglio quella del cuore.” Questo rappresenta un rimodellamento dei valori
amorosi: Manon introduce un nuovo tipo di patto di coppia, in cui la fedeltà
sica non è più l’unico valore essenziale.

Evoluzione culturale: Nel regno di Luigi XIV, un discorso simile non avrebbe
avuto riscontro culturale, poiché i valori come la fedeltà e l’onore erano
ancora considerati pilastri della società. Tuttavia, nel romanzo di Prévost, i
personaggi non sono presentati come modelli di virtù, ma in un modo che
permette al lettore di comprenderne le motivazioni. Il ritmo sfrenato della
narrazione coinvolge il lettore, spingendolo a simpatizzare per le scelte dei
protagonisti, nonostante siano lontane dai valori tradizionali.

L’ambiente sociale e i valori morali (pagina 75)


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Il mondo di Manon e Des Grieux è descritto come profondamente ingiusto, un
contesto in cui i valori morali sono molteplici e talvolta in con itto tra loro.
Prévost presenta una molteplicità di valori possibili attraverso i diversi
personaggi.

• Il padre di Des Grieux rappresenta l’onore e la possibilità di una vita


rispettabile. Des Grieux potrebbe scegliere di seguire la virtù e rimanere
fedele all’aristocrazia e ai valori familiari, evitando di cadere nel crimine.

• Manon, invece, incarna il piacere immediato e la ricerca della


soddisfazione personale, opposta alla virtù e alla stabilità.

• Monsieur de la Cour incarna la “qualità” aristocratica e la rispettabilità.

• Il fratello di Manon, al contrario, è un lestofante, soldato e delinquente che


si appro tta della sorella quando scopre che è legata a un uomo
benestante, stabilendosi in casa con loro.

Des Grieux si ritrova immerso in una realtà in cui l’azzardo e la rovina


economica sono strumenti per ottenere gloria. Diventare un bari
professionista è disdicevole per un aristocratico, come gli ricorda il padre,
che vede in questa condotta il disonore della famiglia. Per giusti carsi, Des
Grieux si paragona ad altri: “Ho un’amante, ma lui ne ha due; io gioco
d’azzardo, ma lo fa anche il cardinale”. Questo confronto mostra una
società corrotta, in cui ogni personaggio rappresenta un diverso modello
morale, permettendo a Des Grieux di ridimensionare le proprie colpe.

Alla ne, sarà Manon stessa a far arrestare Des Grieux, che passerà sei mesi
chiuso in casa, periodo durante il quale riconsidera il suo desiderio di
intraprendere la carriera ecclesiastica. L’amico Tiberge lo va spesso a
trovare, vedendo in lui un grande potenziale per la redenzione e cercando
di riportarlo verso la virtù.

Tiberge come guida morale (dialogo, pagina 75)


«Tiberge vint me voir un jour dans ma prison. Je fus surpris du transport avec
lequel il m'embrassa. Je n'avais point encore eu de preuves de son affection,
qui pussent me la faire regarder autrement que comme une simple amitié de
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collège, telle qu'elle se forme entre deux jeunes gens qui sont à peu près du
même âge. Je le trouvai si changé et si formé, depuis cing ou six mois que
j'avais passés sans le voir, que sa gure et le ton de son discours
m'inspirèrent du res-pect. Il me parla en conseiller sage, plutôt qu'en ami
d'école. Il plaignit l'égarement où l'étais tombé. Il me félicita de ma guérison,
qu'il croyait avancée ; en n 1l m'exhorta à pro ter de cette erreur de
jeunesse, pour ouvrir les yeux sur la vanité des plaisirs. Je le regardai avec
étonnement. Il s'en aperçut. Mon cher Chevalier, me dit-il, je ne vous dis rien
qui ne soit solidement vrai, et dont je ne me sois convaincu par un sérieux
examen. J'avais autant de penchant que vous vers la volupté; mais le Ciel
m'avait donné, en même temps, du goût pour la vertu. Je me suis servi de
ma raison pour comparer les fruits de l'une et de l'autre et je n'ai pas tardé
longtemps à découvrir leurs différences»

Tiberge rappresenta una sorta di “coscienza esterna” per Des Grieux. Gli si
rivolge come un conseiller sage (consigliere saggio), cercando di riportarlo
sulla retta via senza giudicarlo. Tiberge prova empatia per l’“égarement”
(smarrimento) di Des Grieux, sottolineando che i piaceri sono ef meri e, a
causa loro, la casa in cui Des Grieux vive è ormai una “prigione”. Questa
visione morale ri ette il pensiero di Pascal sul divertissement, ossia la vanità
e l’inutilità dei piaceri come distrazione dalle verità esistenziali. Sebbene
Tiberge non rappresenti un’ottica giansenista, incarna comunque la morale
cattolica tradizionale.

Struttura e sintassi: La narrazione di Prévost è caratterizzata da una


costruzione paratattica, in cui le frasi principali si susseguono in modo
incalzante, con poca subordinazione. Questo rispecchia lo stile narrativo
vivace e rapido, adatto a sottolineare le pulsioni e i con itti del protagonista.

Per Des Grieux, i piaceri non sono vani: al contrario, egli è attratto dai piaceri,
anche se comprende che resistervi è compito della ragione. Questo lo
distanzia sia dal sistema giansenista, dove la natura umana è
intrinsecamente peccaminosa, sia dalla visione cattolica tradizionale
rappresentata da Tiberge.

Libero arbitrio e morale: Secondo Tiberge, Dio ha dato all’uomo il libero


arbitrio per scegliere tra virtù e vizio. In questa concezione, la raison (ragione)
è sinonimo di libero arbitrio e di strumento per resistere al peccato, in
contrasto con la visione giansenista, secondo cui non tutti hanno ricevuto da
Dio il “gusto della virtù” e alcuni sono inevitabilmente portati verso il vizio.
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Il sistema edonista di Des Grieux non si allinea né con la morale cattolica né
con quella giansenista. L’amore per i piaceri lo porta a vivere secondo
un’etica libertina, diffusa a partire dal Seicento, che vede nel piacere un
principio loso co, spesso in opposizione alla morale cristiana.

Nel Settecento, il libertinismo rovescia apertamente la morale tradizionale,


proclamando il piacere come valore centrale e opponendosi ai precetti
cristiani, dando origine a una “morale erotica” che celebra il piacere sessuale
senza limiti o sensi di colpa.

Questo spirito libertino si manifesta anche in forme estreme come il sadismo,


dove il piacere viene legato alla ritualità del male e alla sofferenza in itta agli
altri.

La discontinuità dell’interiorità di Des Grieux (pagina 78)


«Que les résolutions humaines soient sujettes 1 changer, c'est ce qui ne m'a
jamais causé d'étonne-ment; une passion les fait naître, une autre passion
peut les détruire; mais quand je pense à la sainteté de celles qui m'avaient
conduit à Saint-Sulpice, et à la joie intérieure que le Ciel m'y faisait goûter en
les exécutant, je suis effrayé de la facilité avec laquelle fai pu les rompre. S'il
est vrai que les secours célestes sont à tous moments d'une force égale à
celle des passions, qu'on m'explique done par quel funeste ascendant on se
trouve emporté rout d'un coup loin de son devoir, sans se trouver capable de
la moindre résistance et sans ressentir le meindre remords. Je me croyais
absolument délivré des faiblesses de l'amour.
Il me semblait que jaurais préféré la lecture d'une page de saint Augustin, ou
un quart d'heure de médi tation chrétienne à tous les plaisirs des sens; sans
excepter ceux qui m'auraient été offerts par Manon.
Cependant un instant malheureux me t retomber dans le précipice, et ma
chute fut d'autant plus itré: parable, que me trouvant tout d'un coup au même
degré de profondeur dou j'étais sorti, les nouveaux désordres où je tombai
me portèrent bien plus loin vers le fond de l'abime.
J'avais passé près d'un an à Paris, sans m'informer des affaires de Manon. Il
m'en avait d'abord coûte beaucoup pour me faire cette violence; mais les
conseils toujours présents de Tiberge, et mes propres ré exions, m'avaient
fait obtenir la victoire. Les derniers mois s'étaient écoulés si tranquillement
que je me croyais sur le point d'oublier éternellement cette
charmante et per de créature. Le temps ariya auquel jo devais soutenir un
exercice public dans l'Ecole de Théologie; je s prier plusieurs personnes de
considération de m'honorer de leur présence, Mon nom fut ainsi répandu
dans tous les quartiers de Paris; il alla jusqu'aux oreilles de mon in dèle. Elle
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ne le reconnut pas avec certitude, sous le titre d'abbé; mais un reste de
curiosité, ou peut-être quelque repentir de m'avoir trahi (je n'ai jamais pu
démêler lequel de ces deux sentiments), lui t prendre intérêt à un nom si
semblable au mien; elle vint en Sorbonne avec quelques autres dames. Elle
fut présente à mon exercice, et sans doute qu'elle eut peu de peine à me
remeture.
Je n'eus pas la moindre connaissance de cette visite. On sait qu'il y a, dans
ces lieux, des cabinets particus liers pour les dames, où elles sont cachées
derrière une jalousie. Je retoumai à Saint-Sulpice, couvent de gloire et
chargé de compliments. Il était six heures du soir. On vint m'avertir, un
moment après mon retour, qu'une dame demandait à me voir. J'allai au
parloir sur-le-champ. Dieux! quelle apparition surprenante!
J’y trouvai Manon. C'était elle, mais plus aimable et plus brillante que je ne
l'avais jamais vue. Elle était dans sa dix-huitième année. Ses charmes
surpassaient tout ce qu'on peut décrire, C'était un air si n, si doux, si
engageant! l'air de l'Amour même.»

Des Grieux attraversa stati emotivi alterni e contrastanti. Anche dopo


l’in uenza di Tiberge, che lo convince a entrare nel convento di Saint-Sulpice,
e nonostante il protagonista sperimenti momenti di “gioia interiore” per il
percorso ecclesiastico intrapreso, basta un solo istante per cambiarlo
completamente. Un incontro con Manon nel parlatorio del convento lo riporta
ai vecchi sentimenti, evidenziando una discontinuità psichica e morale.

A differenza della Princesse de Clèves, in cui l’interiorità è descritta come un


labirinto in cui il personaggio si smarrisce, l’interiorità di Des Grieux è
frammentaria, segnata da fratture improvvise. Questo stato psichico alternato
si manifesta nella sua totale mancanza di rimorso o senso di colpa. Anche se
si commuove, spesso lo fa solo per “intenerire” gli altri. Egli vive in una spirale
discendente, scegliendo il piacere immediato e accettando la corruzione, pur
avendo esempi di virtù attorno a sé, come Tiberge e suo padre.

Il termine chute (caduta) ha una forte connotazione morale e rappresenta il


declino dei personaggi nel romanzo. La loro caduta avviene in una sorta di
spirale, un movimento circolare che continua a portarli sempre più in basso,
pur procedendo su livelli differenti.

Manon, da parte sua, incarna il principio dell’amore come pura passione e


desiderio, ma Prévost sceglie di non soffermarsi mai sulle sue caratteristiche
siche. Manon rimane così un simbolo ideale, un’immagine dell’amore che
attira e consuma senza essere pienamente de nita.
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La metafora della campagna desolata (pagina 81)

Prévost, attraverso la voce di Des Grieux, descrive l’animo umano come una
“campagna isolata, senza punti di riferimento”. In mancanza di luce, proprio
come accade nelle campagne buie del tempo, l’uomo si sente colto da un
“orrore segreto” che non riesce a superare nché non riesce a osservare
attentamente i dintorni. Questa immagine metaforica ri ette la condizione di
smarrimento interiore di Des Grieux, che passa da uno stato psichico all’altro
senza transizioni, sottolineando la discontinuità della sua coscienza.

La blasfemia e il rovesciamento dei valori (pagina 88)

«Le Ciel me t naître une idée, qui arrêta mon désespoir. Je crus qu'il ne me
serait pas impossible de cacher notre perte à Manon, et que par industrie, ou
par quelque faveur du hasard, je pourrais fournir assez honnêrement à son
entretien, pour l'empêcher de sentir la nécessité. J'ai compté, disais-je pour
me consoler, que vingt mille écus nous suf raient pendant dix ans:
supposons que les dix ans soient écoulés, et que nul des chengements que
j'espérais ne soit arrivé dans ma famille. Quel parti prendrais-je ? Je ne le
sais pas trop bien, mais ce que je ferais alors, qui m'empêche de le faire
aujourd'hui ? Combien de personnes vivent à Paris; qui n'ont ni mon esprit, ni
mes qualités naturelles, et qui doivent néanmoins leur entretien à leurs
talents, tels qu'ils les ont ! La Prov-dence, ajoutais-je, en ré echissant sur les
différents états de la vie, n'a-t-elle pas arrangé les choses for sagement? La
plupart des grands et des riches sont des sots; cela est clair à qui connait un
peu le monde…»

A un certo punto, Des Grieux attribuisce il proprio desiderio di delinquere alla


volontà divina, un ribaltamento radicale dei valori morali. La casa, in un
momento di disperazione, prende fuoco, lasciandolo senza nulla. La
tentazione del crimine, che va contro i valori familiari e religiosi, diventa per
lui una scelta e un’opportunità. Questo capovolgimento di valori mostra come
la morale di Des Grieux si sia distaccata completamente dai principi cattolici e
giansenisti, rivelando una visione del mondo e delle relazioni totalmente
orientata all’egoismo e alla soddisfazione personale.
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