Saint Peter">
Caravaggio
Caravaggio
Caravaggio
veniva la sua famiglia, nacque a Milano nel 1571, dove manifesta molto presto le sue doti
artistiche, all’età di 13 anni entra a far parte della bottega di Simone Peterzano.
Era però un ambiente artistico particolare, chiuso e poco stimolante.
Roma, invece, era il centro all’epoca dell’arte e della cultura.
Si trasferisce così a Roma, dal Cavalier d’Arpino, pittore mediocre, che aveva però la
capacità di inserirsi negli ambienti giusti per trovare le committenze (cioè ricevere l’incarico
di creare delle opere per qualcuno). Nella sua bottega lavoravano solo i ragazzi, Caravaggio
lo chiamava Capitan Verdura, perché dava loro da mangiare solo verdure.
Caravaggio era un ribelle, conosceva ladri, prostitute, frequentava luoghi in cui vivevano
persone non oneste (bassifondi).
Si prostituiva lui stesso per denaro, spendeva quello che guadagnava nelle osterie.
Aveva un senso religioso molto forte, la sua era una religione degli umili, dei poveri, dei
bisognosi.
Lo stile
Rinnova le tecniche degli artisti contemporanei
- uso della luce, capacità di illuminare il punto più importante della scena
- alternanze dei chiari e scuri
- il realismo dei volti
- dipinge di getto, senza fare schizzi
OPERE
Per la prima volta San Giuseppe viene raffigurato come persona anziana, non come nelle
altre rappresentazioni. Maria è assopita sul figlio e rappresenta l’amore materno.
I due sono separati, è come se fossero due mondi a sé stanti, la figura dell’ Angelo li divide
in due, questa rappresentazione è diversa dall’iconografia tradizionale della sacra famiglia
unita.
Dettagli: lo spartito che tiene tra le mani San Giuseppe è il testo di una ninna nanna del 500,
Realismo di piante e fiori.
L’uso della luce è nuovo, è teatrale, palcoscenico, è una luce tipica della teatralità barocca.
Il bianco della sacca dell’angelo riflette su ciò che è accanto.
La scena è ironica, protagonisti sono dei giocatori di carte: è in corso una truffa ai danni di
uno dei protagonisti; due dei giocatori sono in combutta per sconfiggere, con l’imbroglio, il
ragazzo che si trova alla sinistra della scena.
I colori e l’abbigliamento sono due elementi fondamentali: la vittima indossa delle vesti scure
e semplici, mentre l’uomo al centro e quello a destra sono vestiti con un abbigliamento molto
colorato e variopinto (che ricorda molto quello dei giullari di corte).
Caravaggio nel frattempo si fa notare per le sue risse, fa amicizia con Marco Minniti,
pittore siracusano.
Il personaggio raffigurato è una figura ambigua, spalla sensuale, elementi particolari sono il
fiore, la bocca, le sopracciglia, una rappresentazione che ci dice molto sulla sua bravura ma
anche sulla sua vita. È proprio il morso dell’animale ad essere fondamentale:
simbolicamente, questa azione rappresenta la delusione e i pericoli che la vita umana
riserva; nella vita, si possono incontrare molti ostacoli, e spesso, questi non sono visibili e
potrebbero spuntare fuori all’improvviso, proprio come il ramarro.
L’illuminazione investe il ragazzo partendo dalle spalle.
Il bacco - 1596
Forse rappresenta l’amico Mario Minniti. Espressione stanca, acconciatura fatta con le viti,
sopracciglia curate, presenza di nature morte, senso di decadimento fisico e morale.
Caravaggio in quel periodo comincia a soffrire di una malattia ematica, forse cirrosi epatica,
e l’opera risente di questo suo stato.
Braccio scolpito
Nella seconda versione la tunica è in rosso, l’angelo arriva da lontano e lo ispira, la luce cala
dall’alto prende le spalle, le zone più in alto e lascia in chiaro scuro la parte più in basso.
2. La vocazione di San Matteo
La luce non entra dalla finestra sopra Pietro, ma coincide con la luce che entra dalla finestra
della Chiesa in cui si trova, siamo in un seminterrato probabilmente, la luce entra da una
porta (simboleggia la luce divina).
Si tratta di una bisca, i personaggi giocano a carte o sono esattori di tasse. Entrano dei
personaggi sono: Gesù e San Pietro, con vestiti cristiani, la scena si blocca, e Gesù indica il
santo, si rifà al dipinto di Buonarroti della Cappella Sistina, dove Dio indica Adamo, c’è la
stessa forza emotiva, si parlano senza parlare. Cristo e Pietro hanno degli abiti antichi ed il
gruppo a sinistra ha un abbigliamento seicentesco perché Caravaggio voleva rendere la
scena molto più realistica e vicina alla sua realtà.
Questo dipinto ebbe un successo incredibile da cui derivò una seconda commissione,
all’interno della Basilica di Santa Maria del Popolo vicino alla porta della città, e a Piazza
del Popolo.
1600: il Cardinal Cirasi acquista una cappella all’interno della Chiesa e chiama per
realizzarla l’architetto Carlo Maderno (nome legato a Michelangelo, che dopo la sua morte
completa la navata di San Pietro).
A sinistra realizza La crocifissione di San Pietro, che viene crocifisso a testa in giù
I carnefici vengono rappresentati come persone comuni,come se stanno solo seguendo gli
ordini, senza capire effettivamente il perché lo stanno facendo. La luce colpisce sia il santo
che i suoi uccisori, quasi come se volesse perdonarli dalle proprie colpe.
Durante una rissa accoltella un notaio che muore, viene condannato a morte. C. Fugge
prima a Napoli, poi a Messina, Siracusa, dove chiede aiuto a Minniti che non può aiutarlo,
durante il pellegrinaggio realizza varie opere
Arriva la notizia della sua condanna anche a Malta e viene incarcerato. Ma viene liberato da
alcuni amici e durante il viaggio in barca si ammala, i pescatori gli rubano tutte le tele e lo
abbandonano a Porto Ercole, in Toscana, sotto Livorno, dove muore dopo poche ore al
mattino. Subito dopo il papa firma la grazia. Aveva 39 anni.