Prigogine Teoria Caos PDF
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ANTONINO DRAGO
Dip. Scienze Fisiche, Universit Federico II, Napoli
Email: adrago@na.infn.it
1. Premessa problematica
Negli ultimi decenni la teoria della caos ha sollevato molte speranze e acceso
aspri dibattiti. Da una parte essa stata proposta come teoria rivoluzionaria,
con un capacit di cambiare sia il concetto di scienza (apertura alla
complessit e alla vita), sia i rapporti della scienza con la cultura in generale.
Dall'altra stata osteggiata fino a negarne la validit, bench essa abbia un
preciso nucleo matematico innovativo. Quindi il primo problema da chiarire
quello dei contenuti effettivi della teoria del caos. Inoltre c' il problema di
chiarire quali siano i suoi reali fondamenti e se la sua nascita faccia compiere
un passo avanti nella conoscenza dei fondamenti della scienza tutta. Infine,
c' il problema di comprendere quale sia la validit di quel ripensamento
della storia della fisica del passato che alcuni libri di teoria del caos offrono:
nuova storiografia o solamente epifenomeno dei risultati di ricerca gi
ottenuti, o addirittura progettati? Per noi storici della fisica questo problema
costituisce una sfida; che pi difficile del normale, perch in questo caso il
problema storiografico non isolabile dai suddetti problemi.
In pi ho il problema personale di completare la classificazione, esposta
in una recente pubblicazione,1 di tutte le storiografie, esaminate secondo le
due opzioni: sul tipo di infinito (o infinito in atto IA o infinito potenziale IP;
e quindi di matematica o classica o costruttiva) e sul tipo di logica (o quella
logica classica o quella non classica; e quindi la organizzazione deduttiva da
principi assiomi OA, o rivolta a risolvere un problema OP).2 In questa
classificazione ho caratterizzato la storiografia (se essa lo ) della teoria della
caos in una maniera approssimativa, che non adeguata alla sua importanza
nel dibattito odierno sulla scienza: essa rappresenta una uscita da OA, ma
1
A. Drago, The several categories suggested for the new historiography of
science: An interpretative analysis from a foundational viewpoint, Epistemologia
24 (2001), 48-82.
2
A. Drago, Le due opzioni, La Meridiana, Molfetta BA 1991.
con un OP incerto; ed incosciente della scelta sulla matematica, che sembra
IP. Perci in questo lavoro voglio precisare dettagliatamente la capacit delle
due opzioni di caratterizzare questo caso di storiografia; e in particolare
esaminare le note storiche che ha esposto in Italia un autorevole fisico
teorico italiano, M. Cini. Ma per questo scopo, prima cercher di fare
maggiore chiarezza sui contenuti e sui fondamenti della teoria del caos; il
che preparer la successiva valutazione della concezione di Prigogine e
infine la valutazione della sua storiografia e di quella di Cini.
3
Nella ampia letteratura sull'argomento i testi che preferisco sono G. Gallavotti,
Caos, in Encicl Sci. Fisiche, vol. I, Ist. Enc. Italiana, Roma 1992, 493-500; A.
Vulpiani, Determinismo e Caos, Nuova Italia, Firenze 1994; D. Ruelle, Chance and
Chaos, Princeton Univ. Press, Princeton 1991. D un'ampia bibliografia E.
Giannetto, Max Born e la nascita della nuova teoria del caos, in A. Rossi (a cura
di), Atti del XIII Congr. Naz. Storia Fisica, Conte, Lecce 1995, 189-214.
4
I. Prigogine e I. Stengers, La Nuova Alleanza. Metamorfosi della scienza, Einaudi,
Torino 1981 (nel seguito NA); vedansi inoltre: Tra il tempo e l'eternit, Bollati
Boringhieri, Torino 1989; La fine delle certezze, Bollati Boringhieri, Torino 1997
(nel seguito FC).
ricostruire tutto il suo passato, purch gli fossero note le condizioni del
sistema ad un certo istante e le forze alle quali il sistema soggetto. Questa
impostazione ha cos tanto dominato la fisica teorica tutta e la stessa scienza
che ha portato la meccanica a pretendere di spiegare tutto il mondo e quindi
di ridurre ogni altra teoria scientifica al suo schema teorico; anche la
biologia doveva essere ridotta al meccanicismo. Per tre secoli l'uomo ha
interagito con la natura sulla base del paradigma meccanicistico che l'ha
forzata al suo "progresso"; ma oggi i controeffetti di questa alleanza
oppressiva si manifestano con poderose crisi ecologiche.
In realt nella fisica c' un'altra teoria che permette di concepire i
fenomeni naturali in maniera pi adeguata, la termodinamica; infatti mentre
nella meccanica il tempo reversibile e quindi inadeguato a dare conto di
qualsiasi fenomeno vitale, in termodinamica, dove i fenomeni irreversibili
fanno parte costitutiva della teoria, il tempo ha un verso. Inoltre si possono
considerare non solo gli stati di equilibrio dei sistemi termodinamici, cos
come si fatto per un secolo, ma anche gli stati di non equilibrio, perch
questi potrebbero generare nuovi fenomeni. Tanto pi se si considerano non i
sistemi chiusi della termodinamica classica, ma i sistemi aperti, quelli che
possono rappresentare gli organismi viventi in natura: questi hanno il
metabolismo come caratteristica essenziale, cio scambiano materia ed energia
con l'esterno. Inoltre la proposta di Prigogine ha sempre sottolineato la
complessit dei fenomeni vitali rispetto alla semplicit schematica dei
fenomeni inorganici, tanto pi quelli solo meccanici. Perci lo studio dei
sistemi aperti ha portato Prigogine ed altri a studiare intensamente la chimica-
fisica dei processi irreversibili dei fenomeni dissipativi in situazioni di non
equilibrio. Solo con questi si pu progettare di arrivare a conoscere i fenomeni
vitali. Questa linea di sviluppo permetter di stabilire una nuova alleanza, che
si basi sulla comprensione reciproca tra l'uomo e la natura.
Negli ultimi tre decenni questo programma si associato alla revisione
della meccanica teorica, causata dalla (ri)scoperta della teoria del caos. Questa
teoria sottolinea che solo in condizioni particolari dei loro parametri le
equazioni differenziali della meccanica danno le soluzioni classiche, quelle
che fanno pensare di aver compreso la natura stessa dei fenomeni; mentre
invece, in generale, esse danno un insieme caotico di soluzioni, specie se le
equazioni sono non lineari. Inoltre in natura esistono molti fenomeni
essenzialmente nonlineari (come la goccia che fa traboccare il vaso, o il
sassolino che crea la valanga); per cui "Lo sbattere delle ali di una farfalla a
Rio de Janeiro pu creare un tornado a Miami"; cio un fenomeno di
piccolissima entit pu determinare una catastrofe. Allora, guardando
complessivamente le soluzioni di una equazione differenziale (specie se non
lineare), esse, invece di variare con continuit, cambiano tra di loro andando a
divergere, dopo un certo tempo, di quanto si vuole (esponenzialmente); inoltre,
improvvisamente da un tipo di soluzione si passa ad un altro di forma
totalmente differente, tanto da ottenere anche soluzioni che sono dei frattali
(curve, diciamo grossolanamente, zigrinate, che si ripetono simili a s stesse
ad ogni dimensione di scala). Questo tipo di curve era stato gi notato da
Poincar un secolo fa, ma poi fu trascurato; tornato in voga perch con i
moderni computer molto facile generarle. Il tutto accade bench la singola
soluzione continui ad essere concepita come perfettamente determinata; per
questo si dice che il caos deterministico.
In particolare, in alcune circostanze le fluttuazioni di sistemi non lineari
possono trovare dei punti di biforcazione per le soluzioni, tali da produrre
una configurazione stabile e autosostenuta; la quale allora genera un
fenomeno nuovo senza che si sia compiuto uno specifico lavoro di
organizzazione dall'esterno (strutture dissipative eccezionali). Ad esempio, le
celle di Bnard sono un fenomeno di autorganizzazione di un liquido
speciale, che, entro certi limiti di temperatura, organizza i moti convettivi in
strutture stabili. E' questo un ordine che si crea dal disordine. Con fenomeni
di questo tipo si pu sperare di dare conto dell'evoluzione della materia
dall'inorganico all'organico e cos capire la nascita e lo sviluppo della vita.
Tutto ci si appoggia su almeno due filoni di ricerca scientifica attuale,
quello della chimica-fisica e quello del caos deterministico ed ha sicuramente
aperto un nuovo campo di indagine scientifica e filosofica; che si proietta nel
futuro proponendo un cambiamento radicale della scienza e della concezione
di essa; si studiano i sistemi invece delle particelle, la globalit dei fenomeni
invece della analiticit enfatizzata dalla meccanica (per la quale le propriet
globali sono univocamente determinate dalle interazioni tra i singoli
componenti; quindi la fisica macroscopica interamente deducibile dalla fisica
delle interazioni delle particelle elementari); inoltre si sottolinea la visione
darwiniana della evoluzione della scienza (della vita) invece che la ripetitivit
dei fenomeni meccanici astratti.
5
La tabella una variazione di quella data in T. Arecchi, Caos e ordine, Il Nuovo
Saggiatore 1, n. 5 (1985) 35-51.
costruttiva.6 Focalizziamo l'attenzione su un punto centrale della teoria: le
definizioni matematiche di caos. Esse utilizzano (anche mischiandoli tra
loro) i concetti di: predicibilit, ergodicit e densit dei punti periodici; o
anche, di informazione, entropia e casualit. Finora sono state suggerite
decine di definizione. La pi usuale quella di Devaney. Ma alcuni
matematici l'hanno giustamente criticata, perch si basa su tre propriet che
non sono indipendenti.7 Schurtz ha insistito su questo problema trovando
difficolt in qualsiasi definizione.8 Batterman andato pi a fondo,
sostenendo che la definizione di caos dipende dai parametri usati e dal
metodo seguito.9 In effetti, la scelta del metodo deve includere, secondo
studi recenti che hanno applicato la matematica costruttiva al caos,10 la
6
In appendice a Il problema dei due corpi: sintesi storica ed esame delle soluzioni
con la matematica costruttiva, in P. Calledda ed E. Proverbio (a cura di), Atti del
Convegno di Storia dell'Astronomia, CUEC, Cagliar, 2000, 265-283, ho presentato
una tabella riassuntiva dei quattro tipi di matematica che ci sono sempre stati,
dall'antichit ai giorni nostri; e che, purtroppo per un secolo e mezzo, erano stati
oscurati dalla matematica rigorosa, che tuttora viene insegnata come l'unica. Sul
rapporto tra fisica e tipi di matematiche si vedano anche i miei: Storia delle
formulazioni delle teorie fisiche intese come estensioni del campo dei numeri
razionali, in F. Bevilacqua (a cura di): Atti del X Congr. Naz. Storia Fisica, Cagliari
1989, 129-137 e Which kind of mathematics for Quantum Mechanics? A survey, a
new interpretation and a program of research, in V. Fano, G. Tarozzi e M.
Stanzione (a cura di), Prospettive della logica e della filosofia della scienza,
Rubettino, 2001, 161-180.
7
J. Banks et al., On Devaney's Definition of Chaos, Am. Math. Monthly 99
(1992), 332-334; D. Assaf, S. Gadbois, Definition of Chaos, Am. Math. Monthly
99 (1992), 865; M. Vellekop, R. Berglund, On Interval, Thansitivity = Chaos, Am.
Math. Monthly 101 (1994), 353-355; P. Toubey, Yet another definition of Chaos,
Am. Math. Monthly 104 (1997), 411-414.
8
G. Schurz, Kinds of unpredictability in deterministic systems in G. Schurz and P
Weingartner (eds.), Law and Prediction in the Light of Chaos Research, LNP no.
273, Springer, Berlin 1996, 123-141.
9
R.W. Batterman, Defining chaos, Phil. Sci. 60 (1993), 43-66; Chaos:
Algorithmic complexity vs. Dynamical instability, in G. Schurz and P.
Weingartner, Law cit., 211-235. Considerazioni dello stesso tipo avevo proposto con
tre brevi articoli su Il Manifesto: Pensare in grande 4/1/90, La Cosa
complessa, 5/7/90 e La ricchezza di Carnot e la miseria della complessit
21/4/92.
10
C. Moore, Unpredictability and Undecidability in Dynamical Systems, Phys.
Rev. 64 (1990), 2354-2357; C. Agnes and M. Rasetti, Undecidability of the word
problem and chaos in symbolic dynamics, N. Cim. 106B (1991), 879-907; N.C.A.
scelta del tipo di matematica. Leiber ne tiene conto e compie un'ottima
sintesi filosofica, che si accorda con quanto ricaver intuitivamente.11
Sotto questa luce la precedente Tab. 1 ha un difetto: essa dipende dalla
preconcezione che il caos sia rappresentabile allinterno di un solo tipo di
matematica. Se invece, come sostengono i teorici del caos, si abbandona
veramente la pretesa di una precisione assoluta sulle condizioni iniziali, che
tipica della meccanica newtoniana e che da IA, la matematica adatta
quella che si limita a descrivere solo intervalli restringibili, cio la
matematica costruttiva (IP). Allora con questa matematica anche le
traiettorie non sono pi precise e le equazioni differenziali (anche
lineari)danno luogo, quando i parametri sono discontinui e quando mancano
le condizioni pi facili, a problemi indecidibili. E' da rimarcare che le
indecidibilit riguardano tutti i concetti fondamentali e tutte le tecniche
usuali. Una indecidibilit significa che non esiste un unico algoritmo di
risoluzione generale; per cui i problemi devono essere affrontati caso per
caso. Ci sembra corrispondere bene alla attuale situazione della teoria del
caos, la quale non riuscita mai a dare tecniche universali (definizione del
caos, definizione di esponente di Liapunov, ecc.); di fatto, essa viene
sviluppata secondo vari atteggiamenti restrittivi, i quali risultano pi o meno
produttivi.
Sotto questa luce possiamo dire che la maniera corrente di considerare
la impredicibilit, cio la caratteristica pi appariscente della teoria del caos,
dovuta alla imprecisione delle condizioni iniziali (per cui si lascia slittare la
traiettoria "lateralmente"), solo un inizio di accettazione di una
indecidibilit su tutta la traiettoria, quindi di IP. Ma nella misura in cui i
teorici del caos si ostinano a considerare ogni traiettoria soluzione come
assolutamente esatta, essi mantengono un residuo di preconcezione a favore
della sola matematica classica (IA, quella dominante da un secolo); la quale
promette sempre qualche nuova tecnica; con la quale i teorici del caos
possono sperare all'infinito di trovare una trattazione generale, valida per
ogni aspetto della teoria.
Quindi la attuale teoria del caos appare attestata su una tappa intermedia
(nel senso che non rinuncia a tutto quanto la matematica classica ha
reversibilit
Ma te ma tica riduzionismo
costruttiva e teoria non
d e l caos determinismo
decidibilit
x&i = f i ( x j )
N ew to n, Meccanica di Newton
1) Lap la c e
irreversibilit
non riduzionismo
2) L. Carnot Meccanica di L. Carnot
non
m u U i i i =0 S. Carnot Termodin. di S. Carnot
determinismo
PV=at, L/Q=f(t) indecidibilit
12
Che la meccanica di questo principio si alternativa a quella newtoniana l'ho
dimostrato con M. Capriglione in: Lo stato logico del principio dei lavori virtuali,
in C. Cellucci et al. (a cura di), Logica e Filosofia della Scienza. Problemi e
Prospettive, ETS, Pisa 1994, 331-348.
matematica di ambedue queste teorie IP (perch nella termodinamica
elementare; e nella chimica-fisica poteva essere intesa dagli autori del tempo
a livello elementare, perch non supera quella delle equazioni alle differenze
finite). Ma Prigogine non considera mai questa scelta sulla matematica.
Inoltre l'organizzazione di ambedue OA (nella prima teoria valgono i
classici tre principi-assiomi; che hanno ancor pi questo ruolo nella chimica-
fisica). Ma questa caratterizzazione della termodinamica quanto meno
dubbia, come noi storici sappiamo bene: il primo principio della
termodinamica nato dopo il secondo principio e la teoria originaria di S.
Carnot (di cui sono rimaste molte cose) era OP. Se la teoria moderna venisse
considerata come OP, sarebbe allora ben pi alternativa al paradigma
newtoniano (OA e IA), di quanto Prigogine sia riuscito ad essere. Ma lui non
sa riconoscere questa scelta, perch dedica pochissimo spazio a S. Carnot;
gli preferisce Fourier (NA, p. 10) con la sua equazione differenziale del
trasporto, la quale lo fa tendere alla scelta IA. Inoltre sorprendentemente
Prigogine e i teorici della complessit accettano (loro che sono
antiriduzionisti!) la tradizionale pretesa della meccanica di aver ridotto la
termodinamica alla meccanica statistica. E Boltzmann diventa l'eroe finale di
questa prima teoria alternativa al meccanicismo (FC, p. 25) Il che conferma
che Prigogine considera la termodinamica secondo la scelta OA. Tutto
sommato, l'alternativa alla meccanica newtoniana c' in Prigogine come
semplice distanza, non per precise scelte alternative.
In seguito Prigogine ha creduto di ampliare e rafforzare la sua
alternativa al paradigma meccanicistico appoggiandosi alla teoria del caos,
vista come ulteriore teoria antinewtoniana. Ma, avendolo fatto acriticamente,
si alleato ad una teoria che, non avendo preso coscienza della sua scelta OP
e la cui scelta matematica non chiarita (IP?), pi arretrata della chiara
scelta IP, di fatto, delle teorie originarie di Prigogine. Con questa mossa la
base teorica di Prigogine si allargata, ma diventata ancor meno precisa. In
definitiva, Prigogine non ha una chiara base strutturale, n nei rapporti tra le
sue teorie di base, n nei fondamenti della sua teoria, vista secondo le due
scelte fondamentali. Egli non si interessa di approfondire questi aspetti e va
piuttosto a lavorare su singoli concetti usuali della fisica (irreversibilit,
tempo, ecc.), cio sulla fisica intesa soggettivamente.
Il che ha spinto Prigogine a presentare le sue novit legandole a delle
variazioni (piuttosto che di fondamenti e di rapporti tra teorie) di concetti:
tempo, irreversibilit, instabilit, impredicibilit, caos, ciclo, evoluzione,
ecc.. (Si noti che, di fatto, il tempo irreversibile di solito collegato all'IP,
mentre il tempo reversibile lo all'IA; e lo spazio che egli sceglie, quello
probabilistico, pu ben surrogare la scelta OP, invece dell'OA dello spazio
euclideo della meccanica classica). Ma Prigogine non cosciente della
funzione surrogatoria di quei concetti rispetto alle scelte fondamentali. Da
qui una indefinizione programmatica, con pochi punti fissi. Allora non c' da
meravigliarsi se egli non ha mai precisato se questo programma pretende di
sostituire nel futuro il paradigma meccanicistico, o se gi da adesso vuole
proporsi in parallelo ad esso, o crearne una variante, o dichiararsi
incommensurabile con esso. Egli stesso ammette che il suo solo un
programma che non ha una definizione precisa di ci che sta facendo e di ci
che si propone: " siamo solo all'inizio. scienza in divenire " (FC, p.
16)
Per affinare l'indagine, esaminiamo allora i suoi concetti basilari. In una
precedente pubblicazione ho individuato tutti i concetti fondamentali delle
teorie fisiche classiche.13 Rispetto alla tabella l data, che li classifica tutti,
ripeter solo quelle caselle dove ce ne sono in comune con la teoria di
Prigogine, sottolineandoli.
Dall'insieme dei concetti caratteristici di Prigogine si ricava che: 1)
sicuramente la sua teoria fuoriesce dal MTS newtoniano, perch non ne
ripete un concetto; 2) essa ha alla base i concetti delle teorie:
Termodinamica, Meccanica statistica e Chimica-fisica, tutte OA e IP; quindi
egli ha iniziato la sua riflessione con le tre teorie del MTS decartesiano; delle
quali per non ha saputo decidere la ambiguit della riduzione della
termodinamica alla meccanica statistica, che avrebbe rivalutato molto di pi
la termodinamica (e alla fine il MTS carnottiano, OP e IP?); 3) poi ha
aggiunto il caos credendo che gli desse man forte per contrapporsi
definitivamente al paradigma newtoniano; ma, nella misura in cui ha
accettato la versione corrente della teoria del caos, ha incluso anche la
meccanica Hamiltoniana, IA e OP, che gli sembrava naturale via la
meccanica statistica; 4) il che lo ha fatto regredire (rispetto al MTS
carnottiano) al MTS Lagrangiano, nel tentativo di ripensare
matematicamente tutto la teoria newtoniana (e poi la meccanica qantistica,
pensata come una sua estensione probabilistica).
In definitiva, con l'esame dei suoi concetti fondamentali abbiamo
confermato che la teoria di Prigogine, maggiorata dalla teoria del caos (per
come questa intesa correntemente), non ha innovato radicalmente la
conoscenza dei fondamenti della teoria fisica accumulata in trecento anni:
13
A. Drago, Sulle categorie interpretative utilizzabili da uno storico della fisica
classica, in P. Tucci (a cura di), Atti del XXII Congr. Naz. Storia Fisica e Astr.,
Cosenza 2001, in stampa.
essa si colloca sostanzialmente fuori dal paradigma dominante, ma senza una
chiara alternative.
Nel seguito mi riferir ancora al solo Prigogine, perch tra gli storiografi
seguaci della teoria del caos certamente il pi innovativo.
La nuova alleanza compie una ricostruzione storica di tutta la
evoluzione della fisica, ovviamente antimeccanicista. In questo senso essa,
quando collocata nel panorama delle storiografie, ha dei meriti: 1) pone la
termodinamica come teoria basilare (ma questa la teoria di Clausius e
Kelvin, non di S. Carnot); 2) non energetista, ma giustamente entropista
(ma attraverso la meccanica statistica); 3) pone l'irreversibilit come primo
concetto e ne ricava un concetto di tempo pi adeguato; 4) introduce un
pluralismo fondazionale (ma questo pluralismo solo tra le sue teorie
fondanti il suo programma; non in tutta la scienza con i MTS, tra i quali
sceglierne uno); 5) introduce il non riduzionismo della teoria del caos; 6)
introduce il conflitto tra teorie (ma in maniera debole, solo verso il passato
deterministico assoluto).
Si noti per che essa non il risultato di un nuovo studio analitico dei
testi classici, ma, alla maniera di Kuhn, una reinterpretazione, ancor pi
sommaria, della storia passata. Per di pi essa fortemente basata su pochi
concetti, i quali sintetizzerebbero a grandissime linee la evoluzione delle
teorie. Per cui questa storiografia, incapace di trattare a fondo le teorie e
basata su concetti dilatabili, va poi a dipendere da una ideologia, quella che
prepara concettualmente il futuro sperato.
Per il suo resoconto appare "strano" perch 1) attribuisce tutta la Fisica
classica al paradigma dominante, quello newtoniano; 2) quindi schiaccia la
fisica del sec. XVII sul determinismo del sec. XVIII, tanto da includervi
Galilei e tralasciare la prima teoria fisica matematizzata, l'ottica cartesiana,
che non certo deterministica; 3) include a priori la chimica tra le teorie
fisiche (bench non qualifichi questa sua scelta), mentre invece Kuhn (anche
se ne discute molto) la mantiene in una posizione laterale rispetto alla teoria
fisica; 4) il suo secolo XIX un secolo breve, come in Kuhn; non ci vede
una rivoluzione paradigmatica (bench egli sia un chimico!), ma solo una
lentissima nascita (attraverso la termodinamica e poi la meccanica statistica)
dell'alternativa alla visione deterministica assoluta del meccanicismo; 5)
quindi vede la teoria del caos senza anticipazioni storiche (n in meccanica
delle macchine, n in termodinamica): 6) anzi, riduce la termodinamica, che
pure ha portato delle novit nella impostazione e nel concetto di
irreversibilit, alla meccanica statistica di Boltzmann (cosa che non tutti gli
storici sono disposti a concedere); 7) nel sec. XX l'inizio del nuovo, dopo
Poincar, non parte dalla relativit, e neanche dalla meccanica quantistica,
ma ancora dopo (la teoria dei processi irreversibili); 8) propone il caos come
una rivoluzione rispetto alla fisica teorica anche moderna. Secondo me
questa visione una deformazione storica che tende ad esaltare la scoperta
del caos come primo passo di una riforma teorica globale a venire.
T.S. KUHN
(Koyr?) Un paradigma: il newtoniano una rivoluzione; ma quale?
1600 1700 1800 1900
Trionfo fisica deterministica Primi cedimenti Inizio del
nuovo (caos,...)
I. PRIGOGINE
14
P. Cerreta e A. Drago, La Weltbild di Planck reinterpretata col paradigma di
Kuhn e col modello di teoria scientifica, in F. Bevilacqua (a cura di), Atti VIII
Congr. Storia della Fisica (Napoli), La Goliardica, Pavia 1988, 63-70; A. Drago,
The several, cit.
(determinismo del)la teoria newtoniana. Infatti egli critica con forza la
storiografia di Kuhn; questa qualificata come una "analisi psico-
sociale",(NA, p. 263) che rappresenterebbe il vissuto di uno scienziato
"sonnambulo kuhniano", il quale sarebbe guidato da un paradigma a lui
ignoto.(p. 265) Mentre invece lui rivendica (p. 264-265) di sviluppare una
storia che rappresenta un'alternativa culturale alla tradizione dei fisici,
attraverso una linea di sviluppo che, se anche stata minoritaria, non meno
importante della dominante. Questa una sua maniera di porsi in alternativa
teorica, senza dichiararlo. Piuttosto, egli tenta di tracciare una storia della
fisica ponendo alla base le sue tre-quattro teorie: termodinamica, chimica-
fisica, meccanica statistica e caos (quantistico?). Ma da questo gruppo di
teorie non pu ricavare una dinamica fisica comune, i cui concetti
fondamentali, opportunamente tradotti, gli suggeriscano nuove categorie
storiografiche. Quindi ricade sui singoli concetti che possano dare almeno
un'idea di una dinamica diversa da quella newtoniana. Pi di tutti, il concetto
di irreversibilit pu farlo; ed egli lo sfrutta ampiamente come categoria, in
contrapposizione al tradizionale meccanicismo. Inoltre cerca di aggiungerci
altri concetti soggettivi, anche della teoria del caos: evoluzione, ciclo,
complessit. Ma in totale, non riesce a ricostruire una intera dinamica fisica
in termini di concatenamento di pi concetti, da trasferire poi in categorie
storiografiche. In definitiva, la ricerca di Prigogine per nuove categorie
storiografiche resta inconclusa.15 Dovremo aspettarci quindi che la sua
storiografia sia solo tentativa.
15
In effetti, Prigogine poteva ispirarsi a Kuhn, ma non alla sua opera pi famosa, ma
a quella che ha visto Kuhn sconfitto, sul corpo nero (T.S. Kuhn, Alle origini della
meccanica quantistica. La teoria del corpo nero, Il Mulino, Bologna 1980). Come
ha messo in luce Cerreta (Kuhn's analysis of the history of the black body: from the
paradigm to the group of concepts, in C. Cellucci et al. (a cura di), Logica e
filosofia della scienza: Problemi e prospettive, ETS, Pisa 1994, 293-298), l Kuhn,
rinunciando del tutto alle sue categorie precedenti, implicitamente propone nuove
categorie; le quali nascono dalla dinamica tipica della termodinamica e della chimica
fisica, qual la teoria alla base del corpo nero. Prigogine poteva allora utilizzare i
concetti chiave di Kuhn (punto di svolta, antagonismo tra discreto e continuo, ecc.) e
sviluppare sulla base di una dinamica diversa da quella newtoniana, un modello
descrittivo della evoluzione delle teorie fisiche. In tal caso la meccanica dei corpi
vincolati, cio delle macchine, sarebbe apparsa come unaltra teoria della
complessit (una macchina non ha limiti nelle sue complicazioni); la quale stata
risolta con un metodo globalistico, cos come quello del principio
dell'impossibilit del moto perpetuo e del Principio dei lavori virtuali. E infine
8. Alla ricerca di categorie secondo Koyr
17
M. Cini, Un Paradiso Perduto, Feltrinelli, Milano 1994.
18
Lascio da parte le considerazioni sul metodo scientifico delle pagg. 20-23, dove
Cini sembra sposare un relativismo che non pi capace di caratterizzare il metodo
della scienza moderna rispetto all'antica.
tutti i problemi ancora da risolvere con le 31 Queries della sua Ottica, in un
grandioso sogno di onniscienza meccanicistica; di cui la forza
gravitazionale, come forza universale, era il concetto unificante.
B) Il secolo breve. 1) fino agli inizi degli anni venti del Novecento la
realt ritenuta intrinsecamente deterministica.(p. 30) Ma la
termodinamica, che nasce un secolo prima, non affatto deterministica,
perch basata sul tempo irreversibile, concepito in maniera discreta come
prima-dopo; e in definitiva caratterizzata da unOP.
2) A pag. 31 Cini caratterizza la novit dell eretico Sadi Carnot: Si
tratta dunque di scoprire i divieti che la natura pone allutilizzazione delle
sue forze, di determinare i vincoli che limitano le loro reciproche
trasformazioni, piuttosto che di prevedere in dettaglio tutto ci che deve
necessariamente accadere. Ma tutto ci era stato anticipato nella meccanica
dei vincoli, regolata dall'impossibilit del moto perpetuo e dal Principio dei
lavori virtuali; il quale aveva una sua lunga tradizione sin dallantichit; e
che, vari decenni prima di Sadi Carnot, era stato posto in auge da Bernoulli,
Lagrange, L. Carnot, Fourier, Poinsot, Poisson, Navier ecc.
3) A pag. 32 Cini coglie una contrapposizione tra S. Carnot e la
concezione della tradizione galileana, che considera la complessit del
mondo reale come una pura apparenza e immagina che esso possa essere
ricostruito a partire da alcune leggi elementari fondamentali. Il che una
attribuzione a Galilei fuori luogo; perch questi non ha mai deciso se la
materia sia costituita da quanti o da parti infinitesime, n ha dato delle leggi
principi-assiomi.
4) A pag. 32 si riassume la nascita della termodinamica tra 1824 e 1851
in maniera molto approssimativa e non appoggiata a dati di fatto. S. Carnot,
che ha costruito quasi interamente la teoria, viene fortemente penalizzato.
5) A pag. 33 si ignora, come nel punto 2, che il concetto di efficienza
da attribuire ai teorici del principio dei lavori virtuali (come dice il ben noto
scritto di Kuhn, che Cini cita) e propriamente al padre di Sadi, Lazare;
quindi almeno cinquantanni prima dei termodinamici.
6) Nelle pagg. 36-37 Cini pone come differenza cruciale fra
termodinamica e meccanica il concetto di irreversibilit; ma questo concetto
da solo non pu esprimere una differenza tra intere teorie, la quale anche di
tipo matematico, metodologico e fondazionale.
C) Il nuovo. 1) Secondo Cini (pag. 54) linstabilit dinamica, scoperta
da Poincar per i sistemi non lineari, ci che fa cadere il determinismo
della dinamica newtoniana, bandendo per sempre dalla Fisica la certezza
nella capacit previsionale di una legge matematica, che regoli il moto di una
massa materiale. Ci dimentica l'anticipazione della termodinamica; e poi,
dopo Poincar, il rinnovato determinismo da parte della relativit.
2) Infine Cini non tratta la chimica e lottica, due teorie importanti dal
punto di vista metodologico ed epistemologico; in particolare la chimica
nata dopo la meccanica di Newton, e si subito posta come alternativa a
tutte quelle teorie scientifiche caratterizzate dalla matematica del
determinismo e dallOA.
La visione storica distorta, perch: il punto C2 confonde tutta la storia
della Fisica con la storia della sola meccanica. I punti A1, A2, A3, A4 e B3
schiacciano Galilei su una concezione newtoniana della meccanica, che
invece Galilei non ha mai avuto; servono a unificare tutta la storia di questa
teoria in una visione unitaria, che per pu essere di comodo. Infatti poi i
punti B1, B2, B3 e B6 fanno a meno di trattare la tradizione leibniziana e pi
in generale quella del principio dei lavori virtuali.
Cosicch poi non viene colta, dai punti B1 e B2, la nascita della evidente
eccezione, la termodinamica; inoltre la nascita viene deformata (punto B4) e
la sua distanza teorica dalla meccanica viene fortemente ridotta (punto B6)
ad un solo concetto, lirreversibilit; cos da evitare una contrapposizione
forte, per piuttosto vederci solo una evoluzione migliorativa della meccanica.
Infine, i punti A4 e C1 propongono la teoria del caos come una totale
novit (sia pure riconosciuta con ritardo) rispetto a tutta la Fisica precedente;
ma non la caratterizzano con precisione.
Complessivamente, tutti questi punti costituiscono una preconcezione
storica a favore dellimportanza del caos; concezione che per non basata
sull'analisi dei testi e che non pu essere condivisibile da molti storici.