Filignano | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Molise | |
Territorio | Appennino molisano | |
Altitudine | 460 m s.l.m. | |
Superficie | 30,88 km² | |
Abitanti | 648 (2015) | |
Nome abitanti | Filignanesi | |
Prefisso tel | +39 0865 | |
CAP | 86074 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Filignano è un centro del Molise.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaIl territorio di Filignano costituisce, per chi giunge da Napoli o da Roma, la naturale porta d'accesso al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. I suoi 12 borghi sono disseminati lungo tre valli principali che si susseguono dalla conca di Filignano (460 m s.l.m.) fino ai primi contrafforti del Monte Marrone (1805 m s.l.m.). La provinciale che attraversa il comune si snoda tra i terrazzamenti di un antico paesaggio rurale penetrando in un ambiente via via più selvaggio. Oltrepassato il pianoro di Selvone, infatti, la strada si incunea nella gola del Rio Chiaro, per poi aprirsi allo scenario delle Mainarde (2142 m s.l.m.), autentica perla naturale dell'Appennino. Una fitta rete di sentieri penetra attraverso i boschi, accompagnata da muriccioli in pietra ed edicole votive. Tracce di fortificazioni medievali si ergono quasi inghiottite dal bosco.
Quando andare
modificaLa bella stagione, dalla primavera all'autunno, è certamente il periodo mugliore per godere delle bellezze naturali della zona. Il territorio è ammantato da una vegetazione lussureggiante che specie in maggio si presenta di un verde intensissimo. La sua particolare biodiversità appare in tutta la sua ricchezza in autunno quando il bosco s'incendia del rosso degli aceri montani e dei ciliegi, del giallo degli aceri campestri, e del porpora dei peri selvatici. Nella bella stagione prati e boschi sono percorsi da festose farfalle e delicate fioriture: primule, violette, soldanelle, nigritelle e narcisi fanno bella mostra di sé.
La fauna presente sul territorio è quella degli ambienti forestali delle Mainarde e più in generale del Parco. Tra i grandi mammiferi, infaticabile battitore dei monti è il cinghiale che scorrazza in branchi numerosi; il capriolo, invece, timido e grazioso, si muove discretamente nel sottobosco. I cervi, in costante espansione nel territorio delle Mainarde, pascolano maestosi nelle radure più tranquille mentre il gatto selvatico dimora negli anfratti più remoti. Dei grandi predatori, invece, è il lupo il signore dei boschi di Filignano: durante l'inverno i suoi malinconici ululati fendono le gelide notti. Innumerevole è l'avifauna: dai fringillidi al picchio verde, dai codibugnoli al falco lanario, al nibbio bruno, dalle cince all'allocco, al gufo.
Cenni storici
modificaFilignano ha origini che si perdono nel medioevo. Di certo il "Chronicon Vulturnense", un'antica cronaca dei monaci di San Vincenzo al Volturno (XII secolo), lo cita trattando di un docemento del luglio del 962 col nome di Fundiliano tramutato poi nel corso dei secoli in Fondemano. Esso fece parte dei possedimenti della potentissima abbazia di San Vincenzo come peraltro dimostrano i resti di fortificazioni risalenti a quel periodo. Cerasuolo, una delle sue attuali frazioni, trova parimenti origine nel 962, anno in cui l'abate di San Vincenzo lo dava "a livello" per metterlo a coltura. Varie vicende feudali portarono Filignano prima alla famiglia Montaquila poi ai duchi di Miranda che lo conservarono fino all'eversione della feudalità. I feudatari di Filignano promossero la colonizzazione di questo territorio fin dal XVI secolo, e molti degli attuali borghi traggono il nome dai primi coloni.
Filignano appartenne alla Terra di Lavoro. Nel 1807, essendo frazione di Pozzilli, venne compreso nel Distretto di Piedimonte e nel Governo (poi Circondario, poi Mandamento) di Venafro. Nel 1840 fu dichiarato Comune autonomo e nel 1861 aggregato alla Provincia di Molise, nel Circondario d'Isernia, restando alla dipendenza mandamentale di Venafro, aggregata pur essa al Molise.
A seguito dell'Unità d'Italia anche a Filignano fu attivo il brigantaggio postunitario: l'area divenne teatro di grassazioni ed eccidi, perpetrati dalla banda Fuoco, di conflitti a fuoco con la Guardia Nazionale e di esecuzioni sommarie ordinate dagli ufficiali dell'esercito che conducevano la repressione; alcune bande di briganti rimasero attive nell'area anche dopo la soppressione della legge Pica. Il 22 agosto 1866 carabinieri, Guardia Nazionale e funzionari di Pubblica sicurezza grazie a una delazione, distrussero vicino Filignano la banda di Francesco di Meo collegata a quella di Domenico Fuoco. Pochi mesi dopo, il 22 novembre, una pattuglia della guardia Nazionale di Filignano si scontrò con le bande riunite di Domenico Fuoco e "Cannone" forti di circa 60 uomini; i briganti proseguendo nella scorreria, raggiunsero Casal Cassinese ove uccisero un ufficiale e un sergente del locale distaccamento di fanteria, e venendo quindi attaccati dal drappello di Filignano rinforzato da alcuni carabinieri, da un delegato P.S. e da soldati del 39° fanteria, che costrinsero la banda a disperdersi.
Nel 1882 il comune si accrebbe per l'aggregazione della frazione di Cerasuolo che fino a quel momento aveva fatto parte del comune di Rocchetta; cominciavano, intanto, le forti emorragie migratorie verso le Americhe, prima, e il centro Europa, poi.
Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944 Filignano si trovò sulla "Linea Gustav" che i Tedeschi, in ritirata verso Cassino, avevano presidiato per resistere all'avanzata delle forze alleate: subì il fuoco, la distruzione e i lutti del fronte bellico.
Nell'autunno del 1943, durante la campagna d'Italia, l'esercito tedesco era attestato su una linea difensiva naturale che andava da Minturno ad Ortona seguendo il corso dei fiumi Garigliano, Volturno e Sangro, attraversando in pieno il territorio molisano. I tedeschi avevano dato il nome di linea Gustav a tale linea di fortificazione naturale che si appoggiava ad una serie di quote presenti nel territorio: monte Cassino, monte Sammucro, monte Pantano, monte Marrone. Fu proprio monte Pantano, una di queste quote, ad essere investita da violenti e sanguinosi combattimenti per la sua conquista. A Filignano era schierata, tra novembre 1943 e gennaio 1944, la 305ª e la 44ª divisione di fanteria tedesca fronteggiata dalla 34ª e la 45ª divisione di fanteria americana e la 2ª divisione di fanteria marocchina. Monte Pantano fu investita da violenti e sanguinosi combattimenti per la sua conquista; Filignano e le sue frazioni di Lagoni, Mastrogiovanni e Cerasuolo pagarono un grande tributo con la morte di molti civili ed estese distruzioni. La battaglia di monte Pantano si svolse dal 29 novembre al 9 dicembre 1943 e vide protagonisti la 34ª divisione americana Red Bull e la 30ª divisione tedesca B Alkan che subirono notevoli perdite.
Come orientarsi
modificaLe costruzioni dei borghi di Filignano appaiono il risultato di successive aggregazioni. I fabbricati comprendevano spesso anche le stalle, le cantine e i fondaci utilizzati per varie occorrenze. Il materiale da costruzione è sempre quello rinvenibile in loco: la pietra calcarea.
Quartieri
modificaIl suo territorio comunale comprende anche i paesi di Cerasuolo, Cerreto, Collemacchia, Franchitti, Frunzo, Lagoni, Mastrogiovanni, Mennella, Selvone, Valerio e Valle.
Come arrivare
modificaIn aereo
modifica- Aeroporto di Fiumicino Roma (FCO), Via dell' Aeroporto di Fiumicino, 320, ☎ +39 06 65951.
- Aeroporto di Capodichino Napoli (NAP), Viale F. Ruffo di Calabria, 80144 Napoli NA, ☎ +39 081 7896111.
- Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, ☎ +39 085 4324201.
In auto
modifica- da nord seguire la direzione Roma, prendere l'autostrada A 25, uscire in direzione Bussi/Popoli, seguire le indicazioni per L'Aquila (A 24), continuare sulla SS 17, attraversare Popoli, SS 652 in direzione di Venafro, proseguire sulla SS 158, svoltare in direzione di Filignano.
- da sud seguire la direzione Pescara, continuare sull'autostrada A16, seguire la direzione Benevento, a Benevento continuare sulla SS 88, uscire a Campobasso, prendere la SS 87 (strada statale Bifernina) in direzione di Campobasso/Isernia, continuare sulla SS 17, prendere la SS 85 in direzione di Venafro, proseguire sulla SS 158, seguire la direzione per Filignano.
- da nord uscire a San Vittore, seguire la direzione Venafro sulla SS 6, a Venafro continuare sulla SS 85, seguire la direzione Montaquila/Roccaraso, svoltare sulla SS 158 in direzione di Roccaraso, continuare seguendo la direzione per Filignano.
- da sud uscire al casello di Caianello, seguire le indicazioni per Isernia, SS 85, seguire la direzione Montaquila/Roccaraso, svoltare sulla SS 158 in direzione di Roccaraso, seguire la direzione per Filignano.
- Da Isernia prendere la SS 85, continuare sulla SS 158 e seguire la direzione per Filignano.
- Da Campobasso prendere la SS 87 (strada statale Bifernina), in prossimità di Vinchiaturo prendere la SS 17, proseguire sulla SS 85 in direzione di Venafro, proseguire sulla SS 158, seguire la direzione per Filignano.
In treno
modifica- Linea Termoli - Campobasso - Isernia
- Linea Roma- Isernia - Campobasso
- Linea Napoli- Isernia- Campobasso
Collegamenti per Filignano in autobus con le Autolinee "SATI" (da Venafro: 15 minuti circa di percorrenza; da Isernia: 45 minuti circa di percorrenza).
In autobus
modifica- Le principali aziende di trasporto pubblico che operano nel territorio molisano sono le seguenti:
- Autolinee C.L.P. S.p.A., ☎ +39 081 5311707, +39 081 5312424, info@clpbus.it. Collegamento diretto da Napoli per Campomarino e Termoli
- Autolinee Lariviera.
- Autolinee SATI.
- Autolinee Molise Trasporti.
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- 1 Chiesa di San Pasquale Baylon (a Cerasuolo). È la chiesa parrocchiale di Cerasuolo, di imponenti dimensioni. Fu voluta dall'ultimo feudatario di Cerasuolo, il duca Pasquale Marotta, deceduto nel 1884. La costruzione dell'edificio iniziò alla fine del XIX secolo, ma fu ultimata solo trent'anni dopo. Parzialmente distrutta dal secondo conflitto mondiale, fu completamente restaurata grazie alla sollecitudine dell'allora abate di Montecassino, Gregorio Diamare.
- 2 Chiesa dell'Immacolata Concezione. La chiesa madre di Filignano fu edificata per volontà della Duchessa di Miranda, con atto notarile del 1757.
- 3 Chiesa del SS. Crocifisso (a Selvone). È visibile dalla strada provinciale Atinense. Si erge nel punto più alto del centro storico, e la sua costruzione risale allo stesso periodo nel quale fu edificata la chiesa di Filignano (XVIII sec.).
- Edicole votive. Il territorio di Filignano è caratterizzato dalla presenza di numerosissime edicole votive. Se ne contano diverse decine, disseminate dalla devozione popolare lungo le antiche vie vicinali che percorrono le campagne da un borgo all'altro. Spesso sono impreziosite da raffinate maioliche di scuola napoletana.
- Muri a secco. I muriccioli in pietra a secco connotano in modo evidente il paesaggio di Filignano. Le "macere", costruite fin dal Medioevo da molte generazioni di uomini con i sassi estratti nell'opera di dissodamento dei campi, terrazzavano intere montagne recuperando i pendii alla coltivazione. Essi svolgono, tra l'altro, un'importante funzione di protezione idrogeologica.
- Pagliare. Perdute tra i boschi di Filignano vi sono decine di queste antiche manifatture in pietra chiamate dal popolo locale "pagliar" simili ai Thòlos o ricoveri pastorali Sono capanne di pietra montata a secco, di forma tronco conica culminanti in volte mirabilmente intessute. La tecnica costruttiva è antichissima.
Siti di interesse naturalistico
modifica- Sbuzzaturo. È ciò che rimane di un antico bosco allagato, attraversato (come vuole la leggenda) da un viadotto costruito su immensi rami di secolari farnie. La toponomastica è rivelatrice al riguardo: Selvone, Pantano sono i nomi dei borghi che vi sorgono intorno. Dall'autunno è soggetto a frequenti alluvioni che ne fanno un grazioso specchio d'acqua.
Eventi e feste
modifica- Festa patronale Immacolata Concezione. 8 settembre.
- Falò natalizio. 24 dicembre. Tradizionale appuntamento la sera del 24 dicembre a Filignano e nelle frazioni di Selvone e di Cerasuolo
- Festa di Sant'Antonio Abate (a Collemacchia e a Cerasuolo). 17 gennaio.
- Venerdì Santo. Caratteristica processione del venerdì santo
- Festa patronale di S. Anna (frazione di Selvone). 26 luglio.
- Sagra polenta e salsiccia (al borgo Valle). ultima domenica di luglio. sagra a Santa Filomena
- Festa patronale di San Pasquale di Bayoln (frazione di Cerasuolo). primo fine settimana di agosto.
- Omaggio a Mario Lanza. dal 10 al 14 agosto. Festival internazionale della canzone lirica.
Cosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- La Tiana, via Napoli 30 (a Cerasuolo), ☎ +39 0865 922100.
- Bar Alimentari Verrecchia, via Roma 20, ☎ +39 0865 926405.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- Il Rifugio del Brigante, Contrada Mennella, ☎ +39 0865 922003.
- B & B Il Colle, ☎ +39 339 7618828.
- B & B Il Girasole, ☎ +39 0865 926163.
Sicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaPoste
modifica- Poste italiane, Via Venafro (a Cerasuolo), ☎ +39 0865 922125.
Nei dintorni
modifica- Venafro — Affiora nella parlata e nelle tradizioni la sua lunga appartenenza alla Campania. Città dei Sanniti, poi colonia romana, alle vestigia dell'impero affianca un importante patrimonio urbano medievale, in cui spiccano le numerosissime chiese, purtroppo in gran numero ammalorate.
- Cassino — Per secoli centro amministrativo dell'antica Terra di San Benedetto, la città si sviluppa ai piedi del colle su cui sorge la celebre abbazia di Montecassino, per la quale è principalmente conosciuta. Vanta però anche importanti testimonianze del suo passato romano: anfiteatro, teatro, mausoleo, ninfeo, mura urbane del parco archeologico Casinum.
- Isernia — Tra i primi insediamenti paleolitici documentati d'Europa, fu poi fiorente città sannita, capitale della Lega Italica, in seguito Municipium romano. Il suo millenario passato le ha lasciato un importante patrimonio monumentale che si estende fino all'epoca preromana, oltre ad importantissimi reperti della preistoria.
Itinerari
modifica- Castelli della provincia di Isernia — Sono numerosi i manieri dell'Appennino molisano nei paesi dell'Alto Molise, dell'Isernino e del Venafrano. Alcuni sono diroccati per vicende belliche o per terremoti; altri sono stati recuperati; molti hanno aspetto militaresco, con poche o nessuna evoluzione architettonica esteriore di trasformazione in dimora signorile.
Altri progetti
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