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Zaratustra

profeta e mistico iranico
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Zaratustra[1][2], anche detto Zoroastro o Zoroastre[3], Zarathuštra, Zarathuštra Spitāma (traslitterazione dall'avestico Zaraθuštra; in pārsi زرتشت, Zartosht), (/ʣaraˈtustra/[4]), (dalla forma greca Ζωροάστρης, Zōroástrēs, di Zarathuštra; Rey, IX-VIII secolo a.C. – Balkh, IX-VIII secolo a.C.) è stato un mistico iranico[5], profeta del Mazdeismo e autore delle cinque gāthā raccolte nell'Avestā.

Immagine rinvenuta a Doura Europos (Siria), risalente al III secolo d.C., che, comunemente, viene intesa come quella del profeta iranico Zarathustra[6]; più probabilmente indica "il Persiano", uno dei sette livelli di iniziazione del culto mitraico romano[7].

Non si conosce con precisione in quale periodo sia vissuto[8], ma gli studiosi collocano il personaggio storico Zarathuštra tra l'XI e il VII secolo a.C. Ipotesi più recenti, attestate da una verifica filologica e archeologica, ritengono tuttavia più plausibile una sua collocazione nell'Età del bronzo tra il XVIII secolo a.C e il XV secolo a.C.[9] L'area geografica in cui si ritiene possa aver vissuto e predicato il profeta iranico è compresa tra gli odierni Afghanistan e Turkmenistan[10].

Zarathuštra nella tradizione mazdaica

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Un'immagine "religiosa" di Zarathuštra di epoca moderna, con cenni leggendari sulla sua vita. Tra questi i quattro tentativi di omicidio, appena nato, da parte di esseri malvagi che tentarono di farlo calpestare da una mandria di buoi, di bruciarlo vivo, di farlo sbranare dai lupi, finché una notte cercarono di pugnalarlo; ma il piccolo Zarathuštra fu sempre protetto dagli "angeli" di Ahura Mazdā. L'ultimo riquadro in fondo a sinistra rappresenta l'episodio di Zarathuštra giovane, quando sfama un cane che stava per morire d'inedia.

Le leggende intorno alla vita di Zarathuštra in ambito mazdaico nacquero presto e furono trasmesse per tradizione orale[11]. Una prima raccolta biografica del profeta si trova nel capitolo VII del testo pahlavico del IX secolo il Dēnkart (anche Dēnkard, "Opera della religione"). Ma per arrivare ad una biografia completa, seppur leggendaria, che raccogliesse le fonti tradizionali occorre tuttavia aspettare il XIII secolo d.C., con l'opera di Zarathushti Bahrâm-î-Pazdû, poeta di fede mazdeista originario della città santa mazdeista di Rage (oggi Rey o Shahr-e-Rey nella Regione di Teheran), lo Zarâthusht-nâma (Il libro di Zarathuštra) redatto in lingua persiana.

Secondo tali opere, prima della comparsa del profeta iranico gli uomini erano soggiogati da Angra Mainyu (Ahriman, Spirito del male). Ahura Mazdā (il dio creatore di ogni cosa e sommo bene) decise quindi di inviare loro un profeta che li guidasse e li salvasse dalla malvagità che avvolgeva il mondo[11]. Così nacque Zarathuštra, terzo dei cinque figli di Dughdōvā ("Giovane del latte"), che lo concepì immersa nella luce, e di Pourušaspa ("Possessore di cavalli pezzati") un uomo religioso e colto[11] appartenente alla famiglia degli Spitāma ("Determinazione radiosa").

A Zarathuštra Ahura Mazdā affidò la "rivelazione" (dēn anche nel significato più ampio di "religione"), in un progetto di salvezza voluto dal Dio unico eoni prima. Lo stesso angelo "custode" (fravašay, spirito guida) di Zarathuštra fu creato da Ahura Mazdā millenni prima della nascita del profeta. Prima di Zarathuštra, Ahura Mazdā aveva affidato parti, ma solo parti, della "rivelazione" al "primo uomo" (Gayōmard), alla prima coppia (Maŝya e Maŝyana) e al primo re (Yima). La rivelazione completa consiste tuttavia nell'intero Avestā, rivelato a Zarathuštra, e guai a considerare le gāthā l'esclusiva rivelazione zarathuštriana come fanno gli "eretici"[12].

Zarathuštra possiede dunque per la tradizione mazdeista un ruolo centrale nella salvezza dell'umanità, è stato lui a pronunciare per primo l'inno dell'Ahuna Vairya (Yatha ahū vairyo[13]) che fece fuggire i demòni dalla terra dove prima si aggiravano liberamente[14].

La tradizione mazdaica assegna alla vita di Zarathuštra numerosi episodi miracolosi, fin dal concepimento, quando la madre Dughdōvā, ricevendo lo Xvarěnāh di Zarathuštra, fu immersa in una luce sovrannaturale e le mura della casa furono incandescenti per tre notti[15], e con la gravidanza, quando i demòni del mondo furono presi dal terrore prevedendo la loro fine. Zarathuštra nacque ridendo. il suo corpo, la sua anima, il suo spirito e la sua gloria furono infatti tutti trasmessi da Ahura Mazdā, il Dio unico[14].

L'incontro con Dio avvenne a trent'anni, quando Zarathuštra bagnandosi nel mezzo del fiume Daitya (il fiume Amu Darya) per le purificazioni rituali del mattino prima del sacrificio dell'Haoma, risalendo sulla riva incontrò una figura luminosa che si presentò a lui come Vohū Manah (il "Buon Pensiero", l'Ameša Spenta, l'angelo o l'arcangelo, di Ahura Mazdā) che quindi lo rapì portandolo nel cielo al cospetto del Dio unico[16].

Sette saranno gli incontri tra il profeta e il suo Dio, il quale gli consegnò la "rivelazione" ordinandogli di diffonderla nel mondo[14]. Ma nel mondo Zarathuštra incontrò l'ostilità dei sacerdoti (i malvagi karapan, i mormoratori, e gli usig i sacrificatori[17]) di quella che da quel momento egli considerò la vecchia e falsa religione. Gli Dèì di essa, i Daēva, non erano altro per Zarathuštra che demòni, seguaci dello spirito del Male, Angra Mainyu. Così il profeta fu costretto a fuggire dalla sua terra natale e a trovare rifugio presso il kavi[18] Vīštāspa ("Colui che possiede cavalli veloci"), uno dei principi (o il re) della Battriana. Qui, dopo alcune peripezie, il profeta all'età di quarant'anni convertì il principe alla "nuova" fede religiosa. Quest'ultimo divenne il suo protettore. All'età di 77 anni, secondo alcuni racconti, Zarathuštra fu assassinato, mentre pregava, da un uomo malvagio, un karapan di un clan turanico, di cui conosciamo il nome in pahlavico, Tūr I Bradrēs, e, dopo la morte, salì direttamente in cielo. Sempre secondo le tradizioni, oggi il suo seme è raccolto nel lago di Kansaoya e quando gli esseri malvagi saranno separati da quelli buoni, una vergine si bagnerà nel lago rimanendo incinta e partorirà il (o i) saošyant (lett. il "salvatore")[19] che sovrintenderà alla fine dei tempi e al rinnovamento del mondo[20].

Secondo le fonti tradizionali Zarathuštra sarebbe vissuto "258 anni prima di Alessandro"[21] quindi tra il 628 a.C. e il 551 a.C.[22].

Zarathuštra nel mondo classico

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Zoroastro dipinto da Raffaello, particolare della Scuola di Atene. Qui il profeta iranico ha le sembianze di Baldassarre Castiglione e viene rappresentato mentre tiene in mano un globo celeste in quanto ritenuto fondatore dell'astronomia, e autore degli Oracoli caldaici.[23] Tale attribuzione fu procurata dal fatto che nel Rinascimento Zoroastro era ritenuto l'autore dei suddetti Oracoli nonché fondatore delle dottrine e delle pratiche magiche e teurgiche lì presentate. L'attribuzione era opera di Giorgio Gemisto, detto "Pletone", che giunto in Italia da Bisanzio nel 1439 per favorire l'unificazione delle due chiese cristiane separate dallo scisma, sostenne che gli Oracoli caldaici erano opera di Zoroastro, opinione che oggi appare difficilmente sostenibile, ma che fu largamente diffusa per tutto il Rinascimento, e anche dopo, grazie all'opera di Marsilio Ficino Commentari a Zoroastro.[24]

È opinione comune[25] che sia stato Xanto di Lidia[26] a citare per primo, nel V secolo a.C., il profeta iranico nel mondo greco. Utilizzando il nome Ζωροάστρης (Zōroástrēs) derivato da un'alterazione del nome originario. Arnobio[27] sostenne che Ctesia di Cnido[28] indicò in Zōroástrēs un re della Bactriana.

Platone, in un dialogo ritenuto spurio dalla maggioranza degli studiosi, dice che in Persia:

«A quattordici anni il ragazzo viene affidato ai cosiddetti pedagoghi reali: essi vengono scelti tra i quattro Persiani, nel fiore dell'età, considerati migliori, per sapienza, giustizia, temperanza, coraggio. Di questi, il primo gli insegna la magia di Zoroastro, figlio di Oromasdo (ossia il culto degli dèi) e l'arte di regnare»

Plinio il Vecchio[29] sostenne che il discepolo di Platone, Eudosso di Cnido, erudito e geografo, descriveva la dottrina di Zōroástrēs come fondata sulla morale, precedente a quella degli Egizi, e che tale personaggio visse seimila anni prima di Platone.

Per Antonino Pagliaro[30] queste citazioni non ci consentono però di stabilire che Platone abbia avuto notizie precise su Zarathustra, ma è certo che tra i suoi diretti discepoli nell'Antica Accademia di Atene la figura di Zarathuštra godette di ampia stima al punto di creare un legame tra il profeta iranico e lo stesso Platone. Sempre secondo Pagliaro, la datazione a seimila anni prima di Platone possiede un profondo connotato dottrinale in quanto rifletterebbe la cosmologia iranica nell'ambiente dell'Accademia di Atene, il dato di "seimila" anni significherebbe infatti che Platone è collocato all'inizio della seconda metà dell'eone e Zarathuštra al suo principio.

Tale apprezzamento è presente anche in Aristotele il quale pone i Magi, i sacerdoti mazdei, tra le figure che precedettero Platone nello stabilire l'origine delle cose:

«... e, infatti, quei pensatori come Ferecide e alcuni altri, pur mescolati tra i teologi, non si espressero in linguaggio esclusivamente mitico, identificando il primo principio della generazione delle cose col sommo bene, e così la pensano i Magi e alcuni fra i sapienti più recenti, quali Empedocle e Anassagora, l'uno considerando l'Amicizia come elemento, l'altro considerando l'Intelletto come principio»

La figura di Zarathuštra fu tuttavia, a partire dal mondo classico, soggetta a diverse interpretazioni indotte da due fondamentali elementi:[31]

  • l'accostamento dell'antica figura del profeta iranico ai contemporanei sacerdoti Magi, di origine meda, i quali adattarono le dottrine di Zarathuštra a loro credenze precedenti, soprattutto di carattere astrologico, acquisite dopo la conquista da parte di Ciro (VI secolo a.C.) della Babilonia;
  • l'adattamento del nome avestico Zarathuštra nel greco Zōroástrēs, dove il termine avestico zaraϑa (dorato) viene reso come zōrós ("puro", "non mischiato") mentre l'avestico uštra (luce) come ástra (stella), quindi Zōroástrēs "Pura Stella".

Per queste ragioni per Luciano di Samosata (II secolo d.C.), Porfirio e Ammiano Marcellino, Zoroastro fu un astrologo babilonese, maestro di Pitagora. Mentre Plinio, Porfirio e Clemente di Alessandria distinsero lo Zarathuštra persiano, da loro ritenuto molto più antico, da una figura nuova, Zaratus, medo. Ancora nel 1909 il teosofo Rudolf Steiner affermava che Zaratus di Caldea fosse il maestro di Pitagora nonché reincarnazione del primo Zoroastro[32].

Zarathuštra negli studi contemporanei

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Secondo gli studiosi la biografia mazdaica di Zarathuštra è un mito che, seppur utile a ricostruire le credenze zoroastriane, poco ci dice sulla "storicità" del profeta iranico[33].

La figura storica e religiosa di Zarathuštra è certamente collegata al testo sacro mazdaico l'Avestā, il quale viene tradizionalmente attribuito per intero alla sua opera. Solo a partire dal XIX secolo, e grazie all'orientalista tedesco Martin Haug (1827-1876)[34], gli studiosi iniziarono tuttavia a comprendere come tale testo sacro raccogliesse in realtà opere differenti, scritte in periodi storici distanti tra loro.

La parte più antica dell'Avestā risulta quindi essere composta solo dalle cinque gāthā (canto religioso) redatte in una lingua arcaica indicata come "antico avestico".

La maggior parte degli studiosi[35] partendo dai testi a lui attribuiti, ovvero da queste gāthā contenute nell'Avestā, sostiene che Zarathustra sia a tutti gli effetti una figura storica e autore delle gāthā, altri[36] formulano invece dei dubbi al riguardo[37].

Così Gherardo Gnoli riassume le ragioni dell'attribuzione al profeta iranico delle gāthā e quindi l'esistenza storica del loro autore:

«Non si hanno ragioni sufficienti per negare l'autenticità dell'attribuzione delle Gāthā a Zoroastro nonostante i pareri di alcuni studiosi autorevoli [...] fatta eccezione per la quinta (Yasna 53), verosimilmente posteriore. Le Gāthā hanno infatti una evidente ispirazione unitaria e sono composte in uno stile originale e caratteristico che le contraddistingue nettamente dalle altre parti dell'Avesta»

Anche per Arnaldo Alberti:

«Le gāthā, in definitiva, sono i canti del santo profeta Zarathuštra Spitāma e contengono il messaggio che egli, ispirato da Ahura Mazdā, rivolge agli Arii dell'Irān affinché non dimentichino e non tradiscano mai la loro fede monoteista»

Se sull'attribuzione delle gāthā a Zarathustra, per quanto pur con alcune autorevoli distinzioni e con un dubbio generale sul LIII Yasna, e quindi sull'esistenza storica del loro autore vi è sufficiente concordia tra gli studiosi, più difficile è trovare una posizione univoca tra gli stessi rispetto alla loro datazione e quindi al periodo, e il luogo, in cui sarebbe vissuto il profeta iranico.

Per quanto attiene al periodo in cui egli può essere vissuto, Jamsheed K. Choksy[38] considerando che l'antico avestico utilizzato nelle gāthā è comunque successivo alla differenziazione nelle lingue indoeuropee tra proto-iraniano e proto-indiano, quindi successivo al XVIII secolo a.C. ma precedente all'introduzione delle stesse gāthā nel canone avestico quando l'antico avestico cadde in disuso tra il X e il VI secolo a.C., incrociando tali dati filologici con la descrizione della vita rappresentata nelle gāthā e le risultanze archeologiche dell'Età del Bronzo nell'Asia centrale (intendendo con questa l'area compresa tra il Mar Caspio, la Transoxania e l'Afghanistan) conclude che Zarathuštra con ogni probabilità deve essere vissuto tra il XVIII e il XV secolo a.C.[39].

Per Arnaldo Alberti invece:

«La datazione della nascita dell'Avestā (e di conseguenza quella del profeta Zarathuštra) si va così a collocare, a ragion veduta, in un'epoca più vicina al secolo IX che al VII, meno che meno nel VI secolo a.C. come paiono volere non pochi validi iranisti.»

Per Paul Du Breuil Zarathuštra sarebbe vissuto durante o dopo la grande siccità verificatasi nell'Asia centrale intorno al IX secolo a.C.[11].

Per Gherardo Gnoli:

«Per quanto riguarda l'epoca, le teorie più attendibili sono quelle che collocano Zoroastro nella prima meta del I millennio a.C. tra il VII e il VI secolo a.C. o tra il X e il IX secolo a.C.»

Sempre per lo Gnoli, la patria di Zarathuštra:

«In conclusione mentre per la data resta incerta una scelta da farsi nell'arco di tempo che coincide con la prima metà del I millennio a.C., per la patria di Zoroastro l'incertezza riguarda, in sostanza, l'intero orizzonte iranico orientale riflesso nella geografia storia dell'Avesta, incluse le sue regioni a sud dell'Hindukuš, l'odierno Sistan irano-afgano, cioè le antiche terre di Drangiana e Aracosia»

Jacques Duchesne-Guillemin identifica nella Corasmia, nella Battriana e nel Sistan l'area in cui sarebbe vissuto Zarathuštra ricordando che:

«Gli scavi della Corasmia e della Battriana hanno rivelato l'esistenza in queste regioni, fin dalla prima meta del I millennio a.C., di una civiltà urbana. Ne consegue che Zarathustra, il quale ignora una civiltà di questo tipo, se è vissuto in quella zona è vissuto al più tardi nei primissimi secoli di questo millennio.»

Di analogo avviso è Albert de Jong il quale sostiene che Zarathuštra è probabilmente vissuto agli inizi del primo millennio a.C. in un'area oggi compresa tra l'Afghanistan e il Turkmenistan[40].

Le gāthā di Zarathuštra delineano il profeta iranico come un uomo, un sacerdote (zaotar)[41], che, ad un certo punto della sua esistenza, ricevette delle rivelazioni dal dio Ahura Mazdā che si presentò a lui come l'unico dio e che gli comandò di diffonderle al mondo. Ma il mondo di Zarathuštra, ovvero la comunità presso cui viveva, rifiutò di accogliere tali rivelazioni, costringendo il profeta a fuggire con la sua famiglia.

(AE)

«kâm nemôi zãm kuthrâ nemôi ayenî pairî hvaêtêush airyamanascâ dadaitî nôit mâ xshnâush ýâ verezênâ hêcâ naêdâ dah'yêush ýôi sâstârô dregvañtô kathâ thwâ mazdâ xshnaoshâi ahurâ»

(IT)

«In quale paese fuggire? Dove potrò trovare protezione? Sono stato cacciato dalla mia famiglia e dal mio clan: il villaggio e i capi malvagi del mio paese non mi sono favorevoli. Come posso esaudire Ahura Mazdā»

Le antiche gāthā ci dicono anche che Zarathuštra operò un profondo capovolgimento religioso, ad esempio dopo la rivelazione ricevuta egli condannò i sacrifici animali così come venivano eseguiti dalla sua comunità[42].

Le gāthā e il pensiero religioso di Zarathuštra

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Avestā, apertura del Gāthā Ahunavaitī, Yasna XXVIII,1, testo attribuibile allo stesso Zarathuštra (dalla Biblioteca Bodleiana MS J2)
(AE) «ahyâ ýâsâ nemanghâ ustânazastô rafedhrahyâ manyêush mazdâ pourvîm speñtahyâ ashâ vîspêñg shyaothanâ vanghêush xratûm mananghô ýâ xshnevîshâ gêushcâ urvânem»
(IT) «Le Mani protese in atto di adorazione verso di te, o Mazdā, io ti prego anche per intercessione di Vohū Manah. il tuo Spirito d'amore, e verso di te o Aša, ordine e rettitudine, [ti prego] di poter godere la luce della saggezza e la coscienza pura, e di poter recare così consolazione all'Anima della Vacca[43]»

Il pensiero religioso di Zarathuštra è dunque riportato nelle gāthā dell'Avestā. In queste gāthā, Ahura Mazdā è presentato come l'inizio e la fine di ogni cosa, il Signore della vita:

(AE)

«at thwâ mêñghî pourvîm mazdâ ýezîm stôi mananghâ vanghêush patarêm mananghô hyat thwâ hêm cashmainî hêñgrabem haithîm ashahyâ dãmîm anghêush ahurem shyaothanaêshû»

(IT)

«Riconosco, o Mazda, nel mio pensiero, che tu sei il Primo e anche l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega; che tu sei Padre di Vohū Manah, perché io ti ho fermato nel mio occhio, Tu sei il vero creatore di Aša, e tu sei il Signore dell'esistenza e delle azioni della vita attraverso il tuo operare»

Due Spiriti primi sono il Bene e il Male, la Verità e la Menzogna: ai seguaci del primo toccherà in sorte la Vita e la Migliore Esistenza mentre i seguaci del secondo otterranno la Non-Vita e la Peggiore Esistenza:

(AE)

«at tâ mainyû pouruyê ýâ ýêmâ hvafenâ asrvâtem manahicâ vacahicâ shyaothanôi hî vahyô akemcâ åscâ hudånghô eresh vîshyâtâ nôit duzhdånghô atcâ hyat tâ hêm mainyû jasaêtem paourvîm dazdê gaêmcâ ajyâitîmcâ ýathâcâ anghat apêmem anghush acishtô dregvatãm at ashâunê vahishtem manô»

(IT)

«I due Spiriti primordiali, che (sono) gemelli, (mi) sono stati rivelati (come) dotati di propria (autonoma) volontà. I loro due modi di pensare, di parlare e di agire sono (rispettivamente) il migliore e il cattivo. E tra questi due (modi) i benevoli discernono correttamente, non i malevoli. Allora, il fatto che questi due Spiriti si confrontino, determina, all'inizio, la vita e la non vitalità, in modo che, alla fine, l'Esistenza Pessima sia dei seguaci della Menzogna, ma al seguace della Verità (sia) l'Ottimo Pensiero»

I due Spiriti sono opposti e nulla li concilia:

(AE)

«at fravaxshyâ anghêush mainyû pouruyê ýayå spanyå ûitî mravat ýêm añgrem, nôit nâ manå nôit sêñghâ nôit xratavô naêdâ varanâ nôit uxdhâ naêdâ shyaothanâ nôit daênå nôit urvãnô hacaiñtê.»

(IT)

«Sì ora parlerò dei due Spiriti dell'esistenza all'inizio del mondo, quando il virtuoso si è rivolto al malvagio: "Nulla tra di noi due concorda: né il pensiero, né l'insegnamento, né la volontà, né la fede, né le parole, né le azioni, né le concezioni del mondo, né le nostre anime stesse»

Ahura Mazdā è chiaramente il Padre dello Spirito della Verità, dello Spirito Santo (Spenta Mainyu):

(AE)

«ahyâ manyêush tvêm ahî tâ speñtô ýê ahmâi gãm rânyô-skeretîm hêm-tashat at hôi vâstrâi râmâ-då ârmaitîm hyat hêm vohû mazdâ hême-frashtâ mananghâ.»

(IT)

«Tu sei il santo Padre di questo Spirito che ha creato per noi la Vacca che porta gioia al mondo, e per il suo pascolo, per darle pace, hai creato Ārmaiti, dopo aver preso consiglio, o Mazdā, con Vohū Manah»

Essendo i due spiriti, quello Santo del Bene e quello Malefico della Menzogna, "gemelli", ciò fa presumere che Ahura Mazdā sia il Padre anche dello Spirito Malefico, lo Spirito della Menzogna (Angra Mainyu).

Ma

«La paternità del Signore Saggio[44] non entra in causa come quella di un padre colpevole di aver generato un figlio malvagio: la responsabilità etica è solo di chi compie la sua libera scelta»

«La teologia di Zarathustra non è 'dualista' in senso stretto, poiché Ahura Mazdā non è messo a confronto con un 'anti-dio'; l'opposizione si esplicita, all'origine tra i due Spiriti. D'altra parte è più volte sottintesa l'unità tra Ahura Mazdā e lo Spirito Santo (Y.,43:3; ecc.). Insomma il Bene e il Male, il santo e il demone procedono entrambi da Ahura Mazdā, ma poiché Angra Mainyu ha scelto liberamente la sua natura e la sua vocazione malefica, il Signore non può essere considerato responsabile della comparsa del Male.»

«Non è necessario attribuire ad Ahura Mazdā la paternità dello Spirito Distruttore. Come ha suggerito Gershevitch[45], basta pensare che il Signore Saggio abbia generato lo Spirito, probabilmente sotto forma di due Spiriti (diremmo noi); ma questi si sono differenziati soltanto- e qui sta il punto fondamentale- per loro libera scelta»

Dopo un'attenta esegesi dei testi e un richiamo alle differenti posizioni degli iranisti, così Arnaldo Alberti conclude:

«Noi vediamo, invece nell'Avestā la presenza del più puro, logico, consequenziale monoteismo, almeno nel Mazdaismo zarathuštriano (non parliamo delle successive degenerazioni). Alla radice del Mazdaismo c'è solo Mazdā, Dio unico creatore del Bene e del Male. Se davvero si vuole parlare di dualismo nel Mazdaismo originario, allora si dovrebbe fare la stessa distinzione (dualismo etico e dualismo teologico) anche, per esempio, nel Cristianesimo dove l'esistenza umana è anche qui concepita come una lotta senza quartiere tra due poteri spirituali contrapposti.»

«Come si è detto, è certamente il dualismo -un dualismo eminentemente etico- il tratto più caratteristico ed originale del pensiero di Zoroastro. Esso ne completa, quasi giustificandola sul piano logico, la visione tendenzialmente monoteistica. [...] In realtà l'insegnamento gathico dev'essere propriamente definito dualistico nella sua ispirazione di fondo: esso si presenta come un "monoteismo dualistico" in cui il potere divino è limitato, per così dire, dalla presenza del Male su un piano che precede e trascende quello della vita materiale, che da tale presenza è a sua volta pesantemente e drammaticamente condizionata.»

Per Jamsheed K. Choksy il messaggio di Zarathuštra fu quello di stabilire una netta differenza tra il bene e il male, ciò che era giusto da quello sbagliato, l'ordine dal disordine. "Bene", "giusto" e "ordine" furono stabiliti dalla "saggezza" (mazdā) e dall'ordinatore primordiale dell'universo spirituale e fisico, Ahura Mazdā; mentre il "male", l'"errore" e il "disordine" erano frutto di un'altra entità primordiale, Angra Mainyu[46].

Theodore M. Ludwig ascrive l'insegnamento storico di Zarathuštra nell'alveo del monoteismo anche se con un dualismo etico di fondo in una prospettiva escatologica decisamente monoteistica[47].

  1. ^ Zaratustra, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 aprile 2017.
  2. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Zaratustra", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  3. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Zoroastro", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  4. ^ Luciano Canepari, Zaratustra, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  5. ^ Non sappiamo quale fosse il periodo storico, né la patria originaria di Zarathustra; certamente egli non fu un persiano, infatti:

    «L'Avesta non fornisce alcuna data diretta o esplicita riguardante la cronologia e la patria storiche di Zarathustra. Ma il testo è utile in modo indiretto, poiché esso implica chiaramente che l'ambiente in cui sorse lo Zoroastrismo non era quello dell'Iran occidentale sotto i Medi o i Persiani.»

  6. ^ Cfr. ad esempio Zoroaster, su quod.lib.umich.edu, History of Art Department della University of Michigan. URL consultato il 7 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016).
  7. ^ Jenny Rose, Zoroastrianism: An Introduction, Londra, Tauris, 2011, p. 235.
  8. ^ Il nome ha il significato di "colui che possiede cammelli uštra, vecchi zarant; ma anche "dorata luce" da zaraϑa (dorata) e uštra (luce). Cfr. al riguardo anche Arnaldo Alberti. Avestā. Torino, UTET, 2008, pag.649
  9. ^ Cfr., ad esempio, Jamsheed K. Choksy, Encyclopedia of Religion, vol. 14, New York, Macmillan, 2005, p. 9988.
  10. ^ Cfr. ad es.: Albert de Jong, Encyclopedia of Religion, vol. 14, New York, Macmillan, 2005, p. 9935. E anche Jacques Duchesne-Guillemin, L'Iran antico e Zoroastro, Storia delle religioni, vol. 2, Bari, Laterza, 1977, p. 140.
  11. ^ a b c d Paul Du Breuil, Zarathustra (Zoroastro) e la trasfigurazione del mondo, Genova, Ecig, 1998, p. 31.
  12. ^ Cfr. Dēnkart, III, 7.
  13. ^ In Yasna XXVII,13.
  14. ^ a b c Albert de Jong, Zarathustra in Zoroastrianism, in Encyclopedia of Religion, vol. 14, New York, MacMillan, 2005, pp. 9934-9935.
  15. ^ Zātspram, 5.
  16. ^ Cfr. Zātspram, XXII, 1-9; Dēnkart VII, 3,51.
  17. ^ Cfr. ad esempio Mircea Eliade, Zarathustra e la religione iranica, Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. 1, Milano, Rizzoli, 2006, p. 331.
  18. ^ Termine avestico che indica un principe, un sovrano.
  19. ^ Per alcuni teologi mazdei, e per alcune parti dell'Avestā, Zarathuštra è il primo saošyant, cui ne seguiranno altri due; cfr. ad esempio Arnaldo Alberti, op. cit. p. 642.
  20. ^ Cfr. Albert de Jong, op. cit., p. 9934.
  21. ^ Per Mircea Eliade, Op.cit. pag.331, si intende qui la conquista da parte dei Macedoni di Persepoli che mette fine all'Impero degli Achemenidi avvenuta nel 330 a.C.
  22. ^ Cfr. Mircea Eliade, op. cit., p. 331.
  23. ^

    «Pertanto, questa figura non può rappresentare che Zoroastro (come già Vasari suggeriva), considerato fondatore dell'astronomia (come il globo celeste che tiene in mano comprova) e autore degli Oracoli Caldaici [...]»

  24. ^ Giovanni Reale, La scuola di Raffaello, Milano, Bompiani 2005, p. 225.
  25. ^ Paul De Breuil, op.cit., pag. 22.
  26. ^ Xanto di Lidia, contemporaneo di Erodoto, V secolo a.C., autore della Lydiaca, opera composta di quattro libri.
  27. ^ Adversus gentes I, 52
  28. ^ Ctesia di Cnido, tardo V secolo a.C., fu un medico greco alla corte di Artaserse che curò dopo la battaglia di Cunassa e fu poi inviato da questi, nel 398 a.C., come ambasciatore presso Evagora I e presso Conone. Fu autore di trattati di geografia, di una Storia della Persia e di un'opera sull'India.
  29. ^ Cfr. Naturalis Historiae XXX,1.
  30. ^ Antonino Pagliaro. Mazdeismo in Enciclopedia filosofica vol.7. Milano, Bompiani, 2006, pag.7162
  31. ^ Cfr. Paul Du Breuil, op.cit.
  32. ^ Cfr. Paul Du Breuil, Zarathustra, Firenze, ECIG, 1998, pag. 23.
  33. ^

    «The traditional biography of Zarathushtra is of course a myth. This myth is of great importance for a proper understanding of Zoroastrianism, but it yields little information on the historical Zarathushtra.»

  34. ^ Cfr. Martin Haug. Die fünf Gathas, oder Sammlungen von Liedern und Sprüchen Zarathustras etc 2 voll. Leipzig 1858-62.
  35. ^ Tra questi gli iranisti italiani Gherardo Gnoli e Arnaldo Alberti, il francese Jacques Duchesne-Guillemin e lo statunitense Jamsheed K. Choksy

    «However, analyses of compositional style and structure indicate that the Gathas were the product of a single devotional poet named Zarathushtra (Possessor of Old Camels) who ensured that memory of him was perpetuated through self-references within his compositions»

  36. ^ Tra gli studiosi che mettono in dubbio l'esistenza storica di Zarathuštra segnaliamo l'iranista francese Jean Kellens (2000) e (2006).
  37. ^

    «These are the Gathas (songs), five in number, to which modern scholarship has now added a few prayers and a short ritual prose text, all written in the same archaic dialect. These texts have now been recognized as the only possible source of information for the earliest period of Zoroastrianism. They are attributed to Zarathushtra himself by many scholars, but others have voiced doubts about the historicity of Zarathushtra or about the possibility of gaining accurate knowledge about him from these texts.»

  38. ^ Op.cit. pag.9988-9
  39. ^

    «So, Zarathushtra probably lived and preached in Central Asia between the eighteenth and fifteenth centuries BCE»

  40. ^

    «There seems to be a broad agreement that the texts (and therefore Zarathushtra himself) should be dated around the beginning of the first millennium BCE in an eastern part of the Iranian world, perhaps the area known as Bactria-Margiana (present day Afghanistan and Turkmenistan).»

  41. ^ Cfr. Yasna XXXIII, 6:

    «ýê zaotâ ashâ erezûsh hvô manyêush â vahishtât kayâ ahmât avâ mananghâ ýâ verezyeidyâi mañtâ vâstryâ dà tâ-tôi izyâi ahurâ mazdâ darshtôishcâ hêm-parshtôishcâ.»

  42. ^ Cfr. su questo ad esempio Gherardo Gnoli. Op.cit. pag.476
  43. ^ L'"Anima della Vacca" rappresenta la Madre Terra, simbolo del Creato e della buona dottrina che lo governa.
  44. ^ Ahura Mazdā
  45. ^ Si riferisce al famoso iranista di origini russe Ilya Gershevitch (1914-2001).
  46. ^

    «Zarathushtra established mazdā (wisdom) and Ahura Mazdā (later Old Persian: Auramazdā, Middle Persian: Ohrmazd, New Persian: Hormazd) as means of distinguishing right from wrong (Gāthās 33.13, 45.6). The primordial entity Ahura Mazdā was ascribed a creative hypostasis called Spenta Mainyu (originally Spanta Manyu, Middle Persian: Spenāg Mēnōg) (Holy Spirit). Opposing order and Ahura Mazdā, Zarathushtra suggested, were confusion and the primordial entity Angra Mainyu (later Middle Persian: Ahreman, New Persian: Ahriman) (the Angry Spirit).»

  47. ^

    «But in the teaching of Zarathushtra in the Gāthās is found a unique type of monotheism with an ethico-dualistic accent and an eschatological monotheistic fulfillment»

Bibliografia

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Testi
Studi
  • Mary Boyce, A History of Zoroastrianism, Leiden, Brill, Vol. 1: "The Early Period" (1975); Vol. 2: "Under the Achaemenians" (1982); Vol. 3 (con Frantz Grenet): "Zoroastrianism under Macedonian and Roman rule" (1991).
  • Mary Boyce, Zoroastrianism. Its Antiquity and Constant Vigour, New York, Mazda Publishers, 1992.
  • Jamsheed K. Choksy, Zoroastrism in Encyclopedia of Religion, vol.14. NY, Macmillan 2005, pp. 9988-10008.
  • Albert de Jong, Zarathushtra in Encyclopedia of Religion, vol.14. NY, Macmillan, 2005, pp. 9933-9937.
  • Paul du Breuil, Zarathustra (Zoroastro) e la trasfigurazione del mondo. Genova, Ecig, 1998.
  • Jacques Duchesne-Guillemin, L'Iran antico e Zoroastro in Storia delle religioni (a cura di Henri-Charles Puech) vol.2. Bari, Laterza, 1977.
  • Mircea Eliade, Zarathustra e la religione iranica in Storia delle credenze e delle idee religiose vol. 1. Milano, Rizzoli, 2006.
  • Gherardo Gnoli, Le religioni dell'antico Iran e Zoroastro in Giovanni Filoramo (a cura di) Storia delle religioni, vol. 1, Le Religioni antiche. Bari, Laterza, 1994.
  • Gherardo Gnoli, L'Iran antico e lo Zoroastrismo in Trattato di Antropologia del sacro (diretto da Julien Ries), vol. 2, L'uomo indoeuropeo e il sacro. Milano, Jaca Book, 1991, pagg. 105-47.
  • Jean Kellens, Essays on Zarathustra and on Zoroastrianism. Costa Mesa, California, 2000.
  • Jean Kellens, La Quatrième Naissance de Zarathushtra, Parigi, Seuil, 2006.

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