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L'U.S. Gold era un'azienda britannica produttrice di videogiochi che durante gli anni ottanta e gli anni novanta pubblicò molti videogiochi per piattaforme domestiche a 8 bit, 16 bit e 32 bit, di solito sviluppati da aziende esterne. Importò in Europa numerosi classici americani e giapponesi, divenendo una delle più famose e importanti aziende videoludiche britanniche del tempo[3].

U.S. Gold
Logo
Logo
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forma societariaLimited
Fondazione1984
Fondata daGeoff Brown
Chiusura1996 dopo l'acquisto da parte di Eidos Interactive
Sede principaleBirmingham
GruppoCentreGold (dal 1993)
Persone chiaveGeoff Brown, Anne Brown, Tim Chaney (1985-1989, direttore generale dal 1986)[1]
SettoreInformatica
ProdottiVideogiochi
Slogan«All American Software[2]»

Origini

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L'U.S. Gold venne fondata da Geoff Brown a Birmingham nel gennaio 1984[4]. Brown si era avvicinato ai computer lavorando come programmatore sugli ICL 1900S alla British Leyland. Nel 1982 era un musicista professionista, insegnava matematica a Walsall e aveva un Atari 800. A quei tempi il mercato videoludico era ancora frammentato, e nel Regno Unito si tendeva a conoscere solo i giochi britannici. Quando Brown comprò una copia della rivista statunitense Compute! e ordinò per posta un paio di giochi americani recensiti, fu colpito dalla loro qualità[3]. Brown racconta che si spacciò falsamente per il distributore inglese esclusivo di quei videogiochi e li mostrò al responsabile di Currys (una catena di negozi) di Birmingham. Questi apprezzò in particolare Galactic Chase e gliene ordinò diverse copie. Brown, ancora inesperto di commercio, ordinò a sua volta per posta 100 copie al produttore americano, con pagamento dilazionato, e le rivendette a Currys. Ben presto Currys le smerciò tutte e Brown gliene procurò ancora. Brown creò allora una vera compagnia, chiamandola Softcell[3].

Il responsabile del Currys di Birmingham venne promosso all'acquisto di videogiochi per l'intera catena, così per un colpo di fortuna Brown iniziò a rifornire tutti i Currys d'Inghilterra. Nello stesso periodo dovette anche cambiare nome all'azienda, poiché esisteva un'omonima Softcell americana che si oppose legalmente, così la sua azienda divenne CentreSoft Distribution. Il marchio crebbe molto e Brown lasciò il lavoro di insegnante per dedicarsi interamente alla distribuzione insieme alla sua prima moglie Anne; lui si occupava dei prodotti e lei della parte amministrativa[3]. Fondata nel 1982 dai due coniugi[4], CentreSoft divenne il maggior distributore di videogiochi d'Inghilterra, rifornendo molti altri negozi diversi[3].

 
Il primo logo

Inizialmente CentreSoft importava solo giochi Atari dal Nordamerica, ma poi ci fu la svolta quando Brown, 37enne, si recò per la prima volta negli Stati Uniti a incontrare gli editori di persona. Quando visitò la Access Software, produttore statunitense ancora piccolo, fu colpito dalla qualità e professionalità del loro nuovo Beach Head e ne ottenne i diritti di pubblicazione nel Regno Unito. Beach Head divenne il titolo di lancio della sua nuova editrice che chiamò U.S. Gold[5]. Il nome significa l'"oro degli Stati Uniti" e il marchio nei primi anni era un bollo giallo con il sottotitolo All American Software[6]. Tra le aziende che Brown incontrò in quel suo viaggio c'era la Cosmi, editrice anche di una collana musicale chiamata Gold Hits, e questo lo ispirò nella scelta del nome, mentre il sottotitolo richiamava l'espressione "All American Boy". Dopo pochi anni il sottotitolo fu rimosso[5].

Successo

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Beach Head fu un grande successo e il marchio attirò altri prodotti di punta. Brown decise di alzare i prezzi dei giochi migliori, che all'epoca erano venduti a circa 4-5 sterline, fino a 9,99 £ in versione cassetta[5] (14,99 £ su disco[4]). Li supportò con annunci pubblicitari a tutta pagina sulla stampa di settore. U.S. Gold riuscì così a creare nuovi standard e influenzare il cambiamento dell'intera dinamica del mercato[5]. Dopo Beach Head pubblicò altri due successi della Access, Raid over Moscow e Beach Head II, e presto arrivò a pubblicare grandi titoli ogni mese, occupando oltre una decina di pagine pubblicitarie sulle maggiori riviste videoludiche[5].

Secondo l'ex direttore amministrativo Tim Chaney, U.S. Gold non "comprava" buone recensioni, ma i grossi investimenti pubblicitari le davano una certa importanza per gli editori delle riviste; se l'azienda si sentiva maltrattata interrompeva subito le inserzioni, come avvenne ad esempio con Computer Trade Weekly dopo che aveva scritto qualcosa di sgradito sull'azienda[5]. In un'industria britannica ancora caratterizzata da molte piccole software house, la U.S. Gold spiccava come una grande "macchina da soldi", attirando anche del risentimento per il suo modo di fare. L'azienda divenne presto l'editore più prolifico in Europa, nonostante non si occupasse ancora di sviluppo e si basasse su licenze di titoli statunitensi. Anche la CentreSoft continuava intanto il suo lavoro di maggior distributore nazionale[1]. U.S. Gold pubblicò anche molte raccolte di videogiochi, e Brown pensa di essere stato il primo nel Regno Unito a riconoscere la forza di questa forma di pubblicazione[1].

Inizialmente i prodotti della U.S. Gold erano per Atari 8-bit e Commodore 64 (home computer in voga anche in America), ma con l'uscita dello ZX Spectrum 48k, che divenne molto importante nel Regno Unito e in Europa, bisognava decidere come affrontare questo nuovo mercato. Brown volle iniziare a convertire i giochi per lo Spectrum ed entrò così nel settore dello sviluppo[1].

Il maggior fornitore di giochi per la U.S. Gold divenne Ocean Software, oltre a Ultimate Play The Game che si occupava solo di Spectrum. Alcune delle prime conversioni per Spectrum furono programmate proprio dalla Ocean in collaborazione con U.S. Gold. La situazione era strana dato che Ocean era anche il maggior concorrente della U.S. Gold come editore; e la CentreSoft di Brown era il maggior cliente della Ocean per la distribuzione[1]. U.S. Gold e Ocean dominarono a lungo il mercato e lavorarono anche insieme sul marketing e sulle raccolte di giochi. Col tempo però l'azienda si dovette rendere indipendente dalle complesse relazioni con la Ocean e rivolgersi ad altri studi di sviluppo[1].

U.S. Gold fece espandere in Europa molti marchi, tra i più noti Epyx, Access, Datasoft, Microprose, LucasArts, Strategic Simulations, Origin, Accolade, Atari, e anche non di origine americana come Sega, Delphine, Capcom e molti produttori britannici[7]. Secondo Chaney, al suo massimo l'azienda era l'editore europeo di circa l'80% dei giochi americani[1].

La britannica Gremlin Graphics diretta da Ian Stewart voleva far pubblicare il suo Monty Mole alla U.S. Gold, e Brown apprezzò tanto quel gioco da acquisire una quota di maggioranza della stessa Gremlin. Poi rivendette la quota a Stewart, divenuto nel frattempo grande amico di Brown nonché marito della responsabile vendite della U.S. Gold, per una cifra simbolica[7].

La sede della U.S. Gold rimase a Birmingham, in un edificio collegato al magazzino della CentreSoft. Al piano terra c'erano i dipartimenti sviluppo e collaudo, produzione, e pubbliche relazioni. La duplicazione dei supporti venne spostata alla Ablex di Telford[7]. Secondo un ex playtester, la programmazione non avveniva in azienda, i programmatori lavoravano perlopiù da casa, a parte studi esterni come Tiertex e Probe che avevano proprie sedi. Il collaudo invece era soprattutto in azienda o comunque a fianco dei produttori[7]. Con il grande successo vennero aperti uffici in tutta Europa e poi negli Stati Uniti e in Giappone[8].

Gran parte dei giochi sviluppati erano conversioni di originali americani, ma Brown stabilì importanti legami con il Giappone, in particolare con i produttori di arcade Capcom e Sega. U.S. Gold realizzò numerose conversioni di arcade di grande successo per i formati domestici tipici del Regno Unito[7]. Con la Capcom venne firmato a dicembre 1987 un accordo da 2 milioni di sterline per la licenza su 10 videogiochi, iniziando con le conversioni di Street Fighter, Tiger Road, 1943 e Black Tiger[9]. Parallelamente, U.S. Gold iniziò anche a realizzare videogiochi originali, spesso basati su film, eventi o altre licenze[8].

Al 1990 il gioco più venduto della U.S. Gold era Out Run, conversione del celebre arcade Sega, con 500.000 copie[4]. Ai Golden Joystick Awards 1988 la U.S. Gold fu nominata software house britannica dell'anno e il suo Out Run gioco per computer dell'anno[10].

Conclusione

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Nel 1993 la CentreSoft e l'U.S. Gold formarono il gruppo CentreGold Plc, società che venne quotata alla borsa di Londra, attirando grande interesse degli investitori locali. La valutazione complessiva della CentreGold fu di circa 50 milioni di sterline[11].

A ottobre 1994 venne acquisita la Core Design e lo stesso anno venne fondato lo studio di sviluppo Silicon Dreams a Banbury. U.S. Gold iniziò a pubblicare titoli per le nuove piattaforme Sega Saturn e PlayStation[12].

Ad aprile 1996 la Eidos Interactive acquisì l'intero gruppo CentreGold per 17,6 milioni di sterline[13][14][15]. Ben presto la Eidos soppresse la U.S. Gold, mentre la CentreSoft è rimasta il più grande distributore di videogiochi britannico[8], ancora attivo negli anni 2020[16].

Geoff Brown rimase nel settore, mantenendo ruoli alla Eidos e riacquisendo la Silicon Dreams a novembre 1996. A gennaio 1997 acquisì lo sviluppatore Attention to Detail (ATD) Ltd e creò il gruppo Geoff Brown Holdings (GBH) Ltd[12]. A metà anni 2000 era a capo della JPD Software, della Interactive Licensing Management (ILM) impegnata nelle licenze per l'industria videoludica, e della Gusto Games che sviluppava titoli di Championship Manager per console[8].

Etichette secondarie

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Diversi marchi dipendenti vennero creati, tra parentesi le date approssimative di attività:

  • Synsoft (1984-1985) dedicata a pubblicare giochi della californiana Synapse Software
  • All American Adventures (1984-1986) dedicata ad avventure e videogiochi di ruolo
  • Transatlantic Simulations (1986) dedicata a giochi della Strategic Simulations
  • Master Games (1986-1987) dedicata esclusivamente alle raccolte antologiche di giochi del passato[17][18][19]
  • Go! (1987-1989)
  • Kixx (1988-1996) dedicata alle riedizioni a basso costo. Alcuni titoli uscirono con etichetta Kixx anche dopo l'acquisizione da parte di Eidos.
  • Klassix o KlassiX (1989-1992) dedicata alle riedizioni a medio costo per Amiga e Atari ST[20][21][22]
  • Kixx XL (1990-1996) dedicata alle riedizioni a medio costo

Videogiochi

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Elenco approssimativo dei videogiochi pubblicati con l'etichetta principale U.S. Gold, e a seguire con le varie etichette secondarie. Sono compresi sia prodotti originali dell'azienda, sia edizioni locali di giochi di altre aziende (tipicamente, edizioni europee di giochi nordamericani).

All American Adventures

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Kixx XL

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Klassix

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Master Games

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Si tratta esclusivamente di raccolte.

  • Amstrad Academy (1986)
  • Atari Aces (1986)
  • Big Names Bonanza (1986)[32]
  • Platform Perfection (1986)[32]
  • Scott Adams Scoops (1987)
  • Shoot 'Em Ups (1986)[32]
  • Spectrum Stingers (1987)
  • Unbelievable! Ultimate (1986-1987), con giochi diversi a seconda della piattaforma. Nel caso dello ZX Spectrum ci sono due raccolte omonime distinte.

Synsoft

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Transatlantic Simulations

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  1. ^ a b c d e f g Retro Gamer 1, p. 57.
  2. ^ Fino al 1987/1988.
  3. ^ a b c d e Retro Gamer 1, p. 55.
  4. ^ a b c d (EN) ACE Flashback! (JPG), in ACE, n. 29, Londra, EMAP, febbraio 1990, pp. 92-93, ISSN 0954-8076 (WC · ACNP).
  5. ^ a b c d e f Retro Gamer 1, p. 56.
  6. ^ Es. copertina europea di Beach Head.
  7. ^ a b c d e Retro Gamer 1, p. 58.
  8. ^ a b c d Retro Gamer 1, p. 59.
  9. ^ (EN) Ready steady go! (JPG), in Computer and Video Games, n. 80, Peterborough, EMAP, giugno 1988, p. 84, ISSN 0261-3697 (WC · ACNP).
  10. ^ (EN) Golden Joystick Awards 1988 (JPG), in Computer and Video Games, n. 79, Peterborough, EMAP, maggio 1988, p. 39, ISSN 0261-3697 (WC · ACNP).
  11. ^ CentreGold quotata in borsa (JPG), in K, n. 56, Milano, Glénat, dicembre 1993, p. 10, ISSN 1122-1313 (WC · ACNP).
  12. ^ a b (EN) Geoff Brown, su atd.co.uk (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 1998).
  13. ^ (EN) “It felt like robbery”: Tomb Raider and the fall of Core Design, su arstechnica.com.
  14. ^ (EN) Deals that shook the industry: 5/10, su mcvuk.com.
  15. ^ (EN) Core Founder Steps Down, su ign.com.
  16. ^ (EN) CentreSoft, su centresoft.co.uk. URL consultato l'8 aprile 2022.
  17. ^ (EN) Master Games, su MobyGames, Blue Flame Labs.
  18. ^ (EN) Master Games, su spectrumcomputing.co.uk.
  19. ^ (ENFR) Compilation - Master Games, su cpcrulez.fr.
  20. ^ (EN) ACE flashback! (JPG), in ACE, n. 30, Londra, EMAP, marzo 1990, p. 74, ISSN 0954-8076 (WC · ACNP).
  21. ^ (EN) KlassiX (U.S. Gold), su amiga.abime.net.
  22. ^ (EN) KlassiX, su Atarimania.com - ST TT Falcon.
  23. ^ Amiga Gold Hits (JPG), in The Games Machine, n. 7, Milano, Edizioni Hobby, marzo 1989, p. 39, OCLC 955708482.
  24. ^ Amiga Gold Hits 1 (JPG), in Videogame & Computer World, anno 2, n. 3, Rho (MI), Derby, aprile 1989, pp. 16-17.
  25. ^ Arcade Classics (JPG), in Zzap!, anno 2, n. 12, Milano, Edizioni Hobby, maggio 1987, p. 57, OCLC 955306919.
  26. ^ Arcade Force Four (JPG), in Zzap!, anno 3, n. 24, Milano, Edizioni Hobby, giugno 1988, p. 66, OCLC 955306919.
  27. ^ Arcade Muscle (JPG), in Zzap!, anno 4, n. 34, Milano, Edizioni Hobby, maggio 1989, pp. 40-41, OCLC 955306919.
  28. ^ Arcade Muscle (JPG), in Videogame & Computer World, anno 2, n. 5, Rho (MI), Derby, giugno 1989, pp. 26-27.
  29. ^ Command Performance (JPG), in Zzap!, anno 4, n. 31, Milano, Edizioni Hobby, febbraio 1989, p. 45, OCLC 955306919.
  30. ^ Arcade Alley (JPG), in Zzap!, anno 3, n. 24, Milano, Edizioni Hobby, giugno 1988, p. 66, OCLC 955306919.
  31. ^ Arcade Alley (JPG), in Videogame & Computer World, anno 1, n. 1, Rho (MI), Derby, luglio/agosto 1988, pp. 25-26.
  32. ^ a b c Raccolte ai raggi X (JPG), in Zzap!, anno 2, n. 12, Milano, Edizioni Hobby, maggio 1987, pp. 56-57, OCLC 955306919.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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