Scoiattolo
Scoiattolo[1] è nome comune per riferirsi a varie specie del genere Sciurus della famiglia degli Sciuridi (e di altri generi di questa famiglia, nonché di quella degli Anomaluridi), in particolare a S. vulgaris, lo scoiattolo rosso, e S. carolinensis, lo scoiattolo grigio[2].
A seconda dell'ambiente naturale e della forma del corpo, gli scoiattoli possono essere di tre tipi: arboricoli, che vivono sugli alberi; di terra, che vivono nelle tane scavate nel terreno o in cunicoli (specie durante l'inverno, quando sono in letargo); volanti, che hanno una membrana cutanea speciale (patàgio) per planare e passare in volo tra un albero e l'altro.[3] (ne sono un esempio gli anomalùri, roditori sciuromorfi della famiglia degli Anomaluridi[4]).
Gli scoiattoli si nutrono di frutta, frutta secca (noci, nocciole, castagne, ghiande) e funghi, di cui fanno provvista durante la stagione estiva, immagazzinandoli in luoghi sicuri, per averne nei periodi invernali o di scarsità. Dimenticandosene, disperdono i dissemìnuli[5] delle piante. Integrano la dieta con insetti, bruchi e uccellini[3].
Predatori degli scoiattoli sono soprattutto la martora, il gatto selvatico e diverse specie di rapaci.
Esempi di scoiattoli
modificaLo Sciurus vulgaris, il cui nome volgare è scoiattolo rosso (o scoiattolo europeo), è un roditore degli Sciuridi (famiglia che comprende molte altre specie, come la marmotta e il cane della prateria). Di taglia media (40 cm), ha una pelliccia dal colore rosso, il pelo del petto chiaro.
In Italia la varietà rossa arriva fino alla Tuscia e all'Umbria. Più a sud è sostituita dalla varietà nera, tipica dei boschi della regione appenninica che si estende dall'Abruzzo all'Aspromonte; se ne trova una piccola popolazione anche a Roma, al parco pubblico di villa Ada, insieme a un piccolo nucleo di tamie (scoiattoli striati), roditori molto simili agli scoiattoli della varietà nera.
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Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris)
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Scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis)
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Scoiattolo del Giappone (Sciurus lis)
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Scoiattolo nero del Canada (Sciurus carolinensis)
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Scoiattolo variabile (Callosciurus finlaysonii)
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Scoiattolo terricolo dorato (Spermophilus lateralis)
Lo scoiattolo nell'araldica
modificaSpecie minacciate
modificaIn Italia, come nel resto d'Europa, le popolazioni di Sciurus vulgaris sono fortemente minacciate dalla diffusione incontrollata dello Sciurus carolinensis, o scoiattolo grigio, originario dell'America e portato in Italia nel Novecento.
Possedendo un tasso riproduttivo più elevato e una maggiore adattabilità (o idoneità biologica o fitness), il roditore americano sta sostituendo lo scoiattolo rosso nelle zone in cui le due specie vengono a contatto. In Piemonte e in Liguria il diradamento della specie rossa è ormai ben evidente.
Un programma di eliminazione radicale della specie alloctona, proposto da alcuni ecologi, è stato tuttavia avversato dagli animalisti[6].
Note
modifica- ^ «Dal lat[ino] scuriŏlum, dim[inutivo] di sciurus, dal gr[eco] skíūros ‘che fa ombra con la coda’ (comp[osto] di skiá ‘ombra’ e ūrá ‘coda’), con suff[isso] dim[inutivo]» (Nuovo Devoto-Oli: s. v.).
- ^ Scoiattolo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b Scoiattolo Archiviato l'8 agosto 2017 in Internet Archive. National Geographic Italia. 22 marzo 2010
- ^ anomaluro, su treccani.it.
- ^ In botanica, «organo vegetale (seme , frutto , bulbo , spora , ecc.) capace di riprodurre la pianta dalla quale si è staccato»: disseminulo, su dizionario.internazionale.it.
- ^ Scoiattoli grigi e rossi: una specie rovina l'altra oppure si tratta di un virus?, su meteowebcam.eu. URL consultato il 2 maggio 2021.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «scoiattolo»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo scoiattolo
Collegamenti esterni
modifica- scoiattolo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) tree squirrel, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Scoiattolo, su mille-animali.com. URL consultato l'11 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2007).
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