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Rough Trade Records

etichetta discografica indipendente britannica

Rough Trade Records è un'etichetta discografica indipendente britannica, fondata nel 1978 da Geoff Travis, con sede a Londra. Specializzata in post punk e alternative rock, tra gli artisti che ha pubblicato vi sono Scritti Politti, The Smiths e Young Marble Giants. Alla fine degli anni ottanta, a causa di problemi finanziari, l'etichetta si vide costretta a un periodo di amministrazione controllata e, infine, al fallimento del 1991. Travis riuscì a risanare l'etichetta alla fine degli anni novanta, trovando il successo con gruppi quali The Libertines, The Strokes e Antony and the Johnsons.[1]

Rough Trade Records
Negozio di dischi Rough Trade a Londra
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Fondazione1978
Fondata daGeoff Travis
Sede principaleLondra
GruppoBeggars Group
SettoreMusicale
Prodotti
Sito webwww.roughtraderecords.com

L'etichetta fu fondata nel 1978 da Geoff Travis, proprietario dello storico negozio omonimo fondato nel febbraio 1976; era il periodo in cui stava nascendo la musica punk e il negozio divenne un punto di riferimento per gli appassionati di punk, nonché per la controcultura e il movimento underground londinese. La prima pubblicazione fu il singolo Paris Maquis dei Métal Urbain,[2] altri lavori pubblicati nel 1978 furono un singolo del cantante reggae giamaicano Augustus Pablo, l'esordio discografico dei Cabaret Voltaire con l'EP Extended Play, il secondo singolo dei Stiff Little Fingers Alternative Ulster e altri singoli di The Monochrome Set, Subway Sect, Swell Maps, Electric Eels, Spizzoil e Kleenex.[3]

Alla fine del 1978, oltre alla casa discografica e al negozio la Rough Records aveva la branca Rough Trade Distribution che si occupava di distribuzione discografica e un'agenzia libraria.[2] Il primo album pubblicato fu nel 1979 Inflammable Material dei Stiff Little Fingers, che raggiunse la 14ª posizione nelle UK charts diventando il primo album pubblicato da un'indipendente a vendere più di 100 000 copie nel Regno Unito.[4] L'impatto sulla scena musicale britannica fu grande, nel marzo di quell'anno il popolare programma televisivo della ITV The South Bank Show dedicò una puntata alla Rough Trade.[2] Oltre ai lavori dei propri artisti, la Rough Trade Distribution trattò quelli di altri musicisti tra i quali Joy Division, Depeche Mode, The Specials, Throbbing Gristle e Cocteau Twins.[1]

Al contrario delle etichette discografiche "major", che costringono i musicisti a comporre quanto da loro richiesto, la Rough Trade lasciò fin da subito totale libertà ai propri musicisti, senza imposizioni sul materiale da realizzare né sui tempi necessari a realizzarlo. Gli artisti ebbero inoltre una percentuale sulle vendite molto maggiore di quelle che garantivano loro le major.[5]

La crescita troppo rapida e un'ingenua gestione economica portarono alla bancarotta nel 1991.[1] La Rough Trade fu rifondata nel 2000 e tornò a garantirsi un posto nelle classifiche europee grazie ad artisti come The Strokes, The Libertines, Babyshambles e Belle and Sebastian.[3] Nel 2002 venne acquistata dal gruppo BMG, il quale la rivendette alla Beggars Banquet Records nel 2007. Quest'ultima operazione consentì alla Rough Trade di tornare ad essere indipendente.[6][7]

Artisti

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  1. ^ a b c Taylor, Author notes.
  2. ^ a b c Taylor, Part one: 202 Kensington Park Road.
  3. ^ a b Young, p. 178.
  4. ^ (EN) Cranna, Ian, Rough Charm, in Smash Hits, EMAP National Publications Ltd, 4 ottobre 1979, pp. 6-7.
  5. ^ Young, p. 30.
  6. ^ Young.
  7. ^ Paul Thompson, Beggars Group Buys Rough Trade, su billboard.com, 24 luglio 2007. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  8. ^ (EN) Rough Trade sign Alabama Shakes The group plans to release a full-length album called "Boys & Girls" in April 2012, su thefourohfive.com. URL consultato il 31 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2011).
  9. ^ a b Young, p. 166.
  10. ^ a b c d Young, p. 167.
  11. ^ Young, p. 75.
  12. ^ Young, p. 31.
  13. ^ a b (EN) Rough Trade Records, su metal-archives.com.
  14. ^ Young, p. 128.
  15. ^ Young, p. 74.
  16. ^ (EN) Marcus, Greil, In the fascist bathroom: punk in pop music, 1977-1992, Harvard University Press, 1999, 1999, p. 212.
  17. ^ Young, pp. 122-124.
  18. ^ (EN) The Go-Betweens, su robertchristgau.com.
  19. ^ (EN) Houndmouths debut ep, su roughtraderecords.com. URL consultato il 31 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2012).
  20. ^ (EN) Early Rough Trade Singles, su allmusic.com.
  21. ^ (EN) Rough Trade, su roughtrade.com (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  22. ^ (EN) Los Lobos - And a Time to Dance, su discogs.com.
  23. ^ (EN) Massacra, su metal-archives.com.
  24. ^ (EN) Massacra - Discography, su metalkingdom.net.
  25. ^ Young, p. 138.
  26. ^ Young, p. 29.
  27. ^ (EN) Monastic Living, su pitchfork.com.
  28. ^ (EN) Pere Ubu, su trouserpress.com.
  29. ^ Young, p. 91.
  30. ^ Young, pp. 97-114.
  31. ^ Young, p. 41.
  32. ^ Young, p. 26.
  33. ^ Young, p. 39.
  34. ^ Young, p. 51.
  35. ^ Young, p. 80.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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