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Osvaldo Remotti

Partigiano italiano

Osvaldo Remotti (Alessandria, 2 marzo 1922Rodi, 20 settembre 1944) è stato un militare, aviatore e partigiano italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Osvaldo Remotti
NascitaAlessandria, 2 marzo 1922
MorteRodi, 20 settembre 1944
Cause della mortefucilazione
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Anni di servizio1940-1944
Gradoaviere scelto elettricista
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Biografia

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Nacque ad Alessandria il 2 marzo 1922.[1] Elettrotecnico specializzato, si arruolò volontario nella Regia Aeronautica nel luglio 1940, subito dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia.[2] Mandato dapprima alla Scuola specialisti di Novara, fu poi trasferito presso quella di Capodichino, a Napoli, e infine al 12° Magazzino centrale dell'Aeronautica di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara.[2] Nel luglio 1941 fu assegnato in servizio all'Aviazione dell'Egeo, prestando servizio prima sull'aeroporto di Gadurrà e poi su quello di Maritsa, a Rodi.[2] Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si diede alla macchia, entrando nelle file della resistenza greca ai tedeschi.[2] Preso contatto con gli inglesi, accettò di entrare al servizio dei tedeschi per poter trasmettere agli Alleati utili informazioni sui movimenti del nemico.[2] Scoperto dai tedeschi, fu torturato affinché rivelasse i nomi degli appartenenti alla sua organizzazione, inutilmente, e poi fu fucilato insieme a Giorgio Ottone Levitz.[2] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria e fu promosso postumo al grado di primo aviere.[1] Per ricordare il giovane aviere, ad Alessandria gli è stata intitolata una strada.

Onorificenze

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«Dopo avere preso parte attivamente alle operazioni che precedettero la resa di Rodi, evitò la deportazione in prigionia dandosi alla macchia. Successivamente, messosi in contatto col Comando inglese tramite elementi locali del fronte della resistenza, accettò di prendere servizio con i tedeschi alla stazione radio allo scopo di attingere notizie e di trasmetterle al Comando inglese. Nonostante il rischio mortale sempre incombente, organizzò a tale scopo un nucleo di personale, reclutato fra amici fidati, che per molti mesi operò sotto la sua direzione arrecando un notevole contributo alle azioni belliche degli alleati nell'Egeo. Scoperto dal nemico, sopportava stoicamente interrogatori e sevizie e immolava la sua giovane vita dinanzi al plotone di esecuzione al grido di «Viva l'Italia». Rodi-Egeo, 9 settembre 1943-20 settembre 1944.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 12 agosto 1951.[4]

Annotazioni

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  1. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 244.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Osvaldo Remotti, su Quirinale.it. URL consultato il 19 novembre 2018.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1951, disp.23, pag.1643.

Bibliografia

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  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni

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