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L'ibogaina (o 12-metossi-ibogamina) è una molecola psicoattiva dagli effetti dissociativi presente in diverse piante, principalmente nell'iboga (Tabernanthe iboga), pianta usata nella medicina tradizionale in Congo, Camerun e Gabon.[1][2]

Ibogaina
formula di struttura
formula di struttura
formula di struttura 3D dell'ibogaina
formula di struttura 3D dell'ibogaina
Nome IUPAC
12-metossi-ibogamina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC20H26N2O
Massa molecolare (u)310,433
Numero CAS83-74-9
Numero EINECS201-498-4
PubChem197060
SMILES
CCC1CC2CC3C1N(C2)CCC4=C3NC5=C4C=C(C=C5)OC
Indicazioni di sicurezza

Nei primi anni '60 è stato casualmente scoperto che la somministrazione della molecola può causare un'interruzione della dipendenza da eroina, senza crisi d'astinenza.[3]

A causa delle sue proprietà allucinogene e per via di rischi associati all'assunzione da parte di pazienti con determinati problemi di salute, l'ibogaina è stata inserita nella lista delle sostanze controllate ed è illegale in diverse nazioni: Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Belgio e Svizzera. Non è legale in Italia.[4]

Nonostante ciò abbia rallentato la ricerca scientifica sulle sue proprietà terapeutiche, l'uso dell'ibogaina per il trattamento della tossicodipendenza è aumentato in varie parti del mondo ed è somministrata in cliniche[5] presenti in 12 paesi distribuiti tra 6 continenti. L'alcaloide viene usato per trattare la dipendenza da eroina, alcol, cocaina in polvere, crack e metanfetamina.

L'ibogaina sembra catalizzare una parziale o completa interruzione della dipendenza da oppioidi. Ciò comprende un alleviamento dei sintomi d'astinenza. La ricerca suggerisce anche che l'ibogaina possa essere utile nel trattamento della dipendenza da altre sostanze come alcol, metanfetamina e nicotina. Essendo un farmaco multirecettore, ovvero che possiede molti bersagli molecolari, essa viene classificata come un dirty drug.

I sostenitori del trattamento basato sull'ibogaina hanno fondato cliniche (sia formali che 'informali') in Canada, Messico, Caraibi, Costa Rica, Repubblica Ceca, Francia, Slovenia, Paesi Bassi, Brasile, Sudafrica, Regno Unito e Nuova Zelanda. In questi centri, la molecola è somministrata come medicina sperimentale. Esistono anche dei centri clandestini in paesi nei quali la sostanza è illegale. Sebbene il meccanismo d'azione dell'ibogaina non sia stato ancora del tutto compreso, sembra che il più efficace metodo di trattamento comporti la somministrazione di una dose che va dai 10 ai 20 mg/kg. Molte persone che si sono sottoposte al trattamento affermano di aver vissuto, nelle ore in cui la sostanza agisce sul cervello, delle esperienze visive nelle quali rivedono gli eventi della loro vita che li hanno portati alla dipendenza. Altri, invece, raccontano di visioni sciamaniche che li aiutano a superare paure ed emozioni negative.

L'ibogaina è stata usata in ambito psicoterapeutico da Claudio Naranjo, come descritto nel suo libro The Healing Journey.[6]

  1. ^ Il Buiti, la “religione dell’iboga” dell’Africa Equatoriale, su samorini.it.
  2. ^ Hunter, Aina (December 13, 2005). "Busted for Iboga". Village Voice. Retrieved July 28, 2014..
  3. ^ (EN) Psychedelic drug ibogaine significantly reduces opioid withdrawal and cravings, in PsyPost, 16 aprile 2018. URL consultato il 18 aprile 2018.
  4. ^ Ministero della Salute - Medicinali, sostanze stupefacenti e psicotrope Archiviato il 20 ottobre 2017 in Internet Archive. (aggiornato ad agosto 2016)
  5. ^ MyEboga, Treatment Providers Archiviato il 23 luglio 2008 in Internet Archive.
  6. ^ C. Naranjo. The Healing Journey. Chapter V, Ibogaine: Fantasy and Reality, 197-231, Pantheon Books, Div. Random House, New York (1973) Archiviato il 4 dicembre 2008 in Internet Archive.

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