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Grado (Italia)

comune italiano

Grado (in friulano Grau, in dialetto gradese[6] ed in veneto Gravo) è un comune italiano di 7 631 abitanti[3][7] del Friuli-Venezia Giulia, importante centro turistico e termale, noto anche come l'Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia.

Grado
comune
(IT) Grado
(FUR) Grau[1]
Grado – Stemma
Grado – Veduta
Grado – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Gorizia
Amministrazione
SindacoGiuseppe Corbatto (centro-sinistra) dall'11-6-2024
Territorio
Coordinate45°41′N 13°24′E
Altitudinem s.l.m.
Superficie111,33 km²
Abitanti7 654[3] (30-4-2023)
Densità68,75 ab./km²
FrazioniBoscat, Fossalon[2]
Comuni confinantiAquileia (UD), Fiumicello Villa Vicentina (UD), Marano Lagunare (UD), San Canzian d'Isonzo, San Giorgio di Nogaro (UD), Staranzano, Terzo di Aquileia (UD), Torviscosa (UD)
Altre informazioni
Lingueitaliano, dialetto gradese
Cod. postale34073
Prefisso0431
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT031009
Cod. catastaleE125
TargaGO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 239 GG[5]
Nome abitantigradesi e graisani
Patronosanti Ermacora e Fortunato
Giorno festivo12 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Grado
Grado
Grado – Mappa
Grado – Mappa
Posizione del comune di Grado nella ex provincia di Gorizia
Sito istituzionale
Viale Dante Alighieri

Geografia fisica

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Territorio

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Il territorio del comune di Grado si estende tra la foce dell'Isonzo e il mar Adriatico e la laguna omonima che copre una superficie di circa 90 km² e che va da Porto Buso a Fossalon.[8] Il capoluogo si trova sull'isola maggiore ed è diviso in numerose zone e rioni: Gravo vecia (la città antica racchiusa dal perimetro del castrum romano), Borgo de fora, Isola della Schiusa, Colmata, Centro, Squero, Città Giardino, Valle Goppion - ex Valle Cavarera, Grado Pineta, Primero.

La laguna comprende circa 30 isole e copre una superficie di circa 90 chilometri quadrati. Oltre all'isola maggiore, sono abitate stabilmente anche l'isola della Schiusa, collegata a Grado con due ponti, e l'isola di Barbana. Nell'entroterra, rientra nel comune di Grado la frazione di Fossalon, una fertile area agricola ricavata con una bonifica nella prima metà del XX secolo, e Boscat.[9] La Valle Cavanata, presso Fossalon, è dal 1996 una riserva naturale protetta.

Il clima è piacevolmente temperato, con medie che variano dai °C di gennaio ai 25 °C di luglio.

L'isola di Grado, denominata "l'isola del sole", si colloca a sud della pianura friulana e lontana dalle catene montuose per cui è spesso caratterizzata da un clima meno piovoso e frequentemente ventilato. Trovandosi vicino alla costiera triestina è soggetta alla bora che può raggiungere raffiche molto forti. Non è raro lo scirocco che porta umidità e può causare mareggiate nell'isola come per esempio accade nella città di Venezia.

D'estate l'isola gode della brezza marina che mitiga il caldo, mentre d'inverno la presenza del mare mantiene un clima più mite e umido. Sono rari i fenomeni a carattere nevoso, che si verificano in presenza di venti freddi come la bora.

Dal 1873 fu istituito a Grado un ospizio marittimo per bambini denominato Ospizio Marino, in seguito alle sollecitazioni del medico Giuseppe Barellai che riscontrò nel clima e nell'ambiente dell'isola un luogo favorevole alla cura di alcune malattie infantili.[10] Successivamente Grado è stata la destinazione prescelta per le cure termali marine soprattutto dalla popolazione austriaca; si è sviluppata e diffusa la psammatoterapia (sabbiature)[11] e gli standard nel settore hanno raggiunto livelli molto alti.[10]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Grado-Bonifica Vittoria.
 
Centro storico di notte


  Lo stesso argomento in dettaglio: Patriarcato di Grado e Storia della Repubblica di Venezia.

Da uno studio geognostico effettuato sul sagrato della basilica, sono emersi dei manufatti in sedimenti databili intorno al I secolo a.C., a testimonianza di una certa attività, probabilmente collegata alla neonata colonia romana di Aquileia.[12]

La città conobbe un primo serio sviluppo in età tardo-imperiale, a seguito della guerra dell'imperatore Giuliano l'Apostata e la deviazione del fiume che attraversava Aquileia.[13] La città, conosciuta come ad Aquae Gradatae era attraversata da un'importante strada romana, la via Gallica.

Grado si sviluppò attorno al 452, quando molti abitanti si rifugiarono sull'isola per sfuggire alle orde degli Unni guidati da Attila.

Nel 568, in seguito all'invasione dei Longobardi in Friuli, il patriarca Paolino, vescovo di Aquileia,[14] vi trasferì la sede del Patriarcato di Aquileia. Grado crebbe in popolazione e acquisì quindi un ruolo politico e religioso di primo piano, testimoniato dalla costruzione delle maestose basiliche di Santa Eufemia e di Santa Maria delle Grazie, entrambe risalenti alla fine del VI secolo. L'isola lagunare venne fortificata, prese il nome di Nova Aquileia e rimase nell'ambito dei domini bizantini, mentre il resto del Friuli, Aquileia compresa, era sotto il controllo dei Longobardi. Nel 662 il duca Lupo, dopo aver assaltato e depredato la città, riportò il tesoro patriarcale ad Aquileia.

Durante l'anno 875 Grado fu minacciata dai pirati della Dalmazia, ma fu salvata grazie ad una battaglia navale che si svolse nelle acque di fronte all'isola e che fu vinta dalla flotta veneziana sotto il comando di Giovanni Partecipazio.[15] Il conflitto con Aquileia riesplose nel 1024 quando il patriarca aquileiese Poppone fece assaltare e saccheggiare l'isola dai suoi uomini. Contemporaneamente l'emergere di Venezia come centro dominante delle lagune venete segnò il lento declino dell'isola.

A partire dal XII secolo lo stesso patriarca di Grado (che nel 1451 diverrà, anche nel nome, patriarca di Venezia) trasferì la sua residenza alla basilica di San Pietro di Castello, a Venezia. Grado divenne quindi un povero paese di pescatori, e tale rimase nei secoli successivi, appartenendo al Dogado la stretta lingua di terra che si estendeva dal delta del Po a Grado sin quasi a Monfalcone: un insieme di lagune, barene, canali e corsi d'acqua direttamente amministrati dalla città di Venezia e che assicuravano alla Serenissima il diretto controllo di buona parte del litorale alto-adriatico, ma senza quasi penetrare nella terraferma.

Con il trattato di Campoformio (1797) e la fine della millenaria Repubblica Veneta, Grado entrò a far parte dei domini di casa d'Austria che, eccettuata la breve parentesi napoleonica, ne mantenne il possesso fino alla prima guerra mondiale. Nel giugno 1810 un manipolo di soldati britannici sbarcò sull'isola e disperse la guarnigione francese.

Nella seconda metà del XVIII secolo iniziò a muovere i primissimi passi l'industria turistica gradese. Nel 1873 fu inaugurato un ospizio marino per minori, nel 1892 il primo stabilimento balneare e quattro anni dopo il primo albergo. In pochi anni Grado divenne una delle località balneari più note dell'Impero austro-ungarico; nuovi alberghi e villini furono costruiti nella zona prospiciente al mare mentre nel 1910, per favorire l'afflusso dei vacanzieri, fu aperto il tronco ferroviario per Cervignano. In quegli anni Grado, che dipendeva amministrativamente da Gorizia, venne dotata dell'attuale diga con passeggiata a mare e del caratteristico porto interno.

Il 27 maggio 1915, tre giorni dopo l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, Grado fu occupata dalle truppe del Regio Esercito. Il paese, grazie alla sua posizione strategica, divenne un importante snodo delle retrovie del vicino fronte; inoltre, grazie alla sua vicinanza a Trieste divenne una delle basi dei motosiluranti della Regia Marina.[16] All'idroscalo di Grado, sull'isola di Gorgo, dal 17 gennaio 1917 fu di stanza la 2ª Squadriglia Idrovolanti fino al mese di novembre. Nella primavera 1917 fu istituita la 253ª Squadriglia che resterà fino al 30 ottobre 1917, data in cui Grado fu abbandonata dagli italiani a seguito della disfatta di Caporetto. Al termine della prima guerra mondiale l'isola, che nonostante la prossimità del fronte fu sostanzialmente risparmiata dalle vicende belliche, venne annessa all'Italia.

Ai confini di Aquileia, nella zona del Belvedere dove la terra si interrompe e lascia posto alla laguna, era possibile imbarcarsi per raggiungere l'isola di Grado. Successivamente ci fu uno sviluppo turistico e urbanistico e nel 1905 fu costruita una strada nel mezzo della laguna per collegare le due parti del territorio.[17][18]

Nel 1936 Grado fu definitivamente collegata alla terraferma tramite la costruzione di un ponte girevole che pose fine all'isolamento della cittadina.[14] Una rapida espansione urbanistica, accompagnata da opere di bonifica e di contenimento delle acque, ha quindi notevolmente ampliato le dimensioni dell'abitato, che ora si estende anche sulla vicina isola della Schiusa.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 1159 del 2 marzo 1984.[19]

«Di rosso, alla torre d'argento, di due palchi, murata di rosso, merlata alla ghibellina, il primo palco di cinque merli, il secondo di tre, aperta e finestrata di due del campo. Ornamenti esteriori da Città.»

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Basilica di Sant'Eufemia e Battistero

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di Sant'Eufemia (Grado) e Battistero (Grado).
 
La basilica di Santa Eufemia

La basilica paleocristiana di Sant'Eufemia venne costruita su una chiesa preesistente, la basilichetta di Petrus, di cui si possono osservare alcuni resti all'interno dell'edificio. I lavori di costruzione iniziarono all'inizio del V secolo per interessamento del vescovo Niceta e vennero portati a termine nel 579 per opera del vescovo Elia che dedicò la basilica a santa Eufemia, martire di Calcedonia. Lo stile semplice, lineare e severo della costruzione viene esaltato dai mattoni chiari a vista che la ricoprono.

L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate da due file di colonne, tutte diverse tra di loro. Notevoli sono i mosaici della pavimentazione che si estendono per 700  e per il prevalere dei motivi geometrici testimoniano l'influenza bizantina su Grado. Questi sono stati restaurati dopo la seconda guerra mondiale ma è possibile vedere alcune tessere più antiche, riconoscibili dal colore più scuro.[20]

Una volta nella Basilica era conservata una stupenda cattedra vescovile in avorio molto probabilmente donata alla città da Alessandria d'Egitto per ordine di Eraclio II, e le cui tavolette eburnee, note come Avori di Grado, andarono disperse nel XV secolo; le poche rimaste sono oggi divise tra alcuni importanti musei, italiani e no.

Sul lato destro della chiesa si eleva il campanile, visibile a distanza grazie ai suoi 42,60 metri di altezza[21], sormontato dall'anzolo, una statua in rame di san Michele Arcangelo che indica la direzione del vento. Questa fu donata alla città dai veneziani nel 1462.[22]

A sinistra, staccato dal corpo della chiesa, sorge il battistero (V secolo), a pianta ottagonale, al cui interno è collocata una vasca battesimale esagonale. Davanti al Battistero, in un piccolo giardino, sono conservati alcuni sarcofagi romani risalenti al II e III secolo d.C.

A breve distanza dalla basilica, al limite meridionale del castrum romano, sono visibili tramite un sistema di passerelle i mosaici e i resti di muratura della più antica basilica della Corte, la cui prima costruzione risale alla metà del IV secolo.

Basilica di Santa Maria delle Grazie

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di Santa Maria delle Grazie (Grado).
 
Santa Maria delle Grazie: interno

La basilica paleocristiana di Santa Maria delle Grazie si affaccia sul campo dei Patriarchi, a pochi passi dal battistero e dalla basilica di Santa Eufemia. La prima edificazione risale alla metà del V secolo ed è oggi testimoniata dal pavimento musivo della navata destra e dell'abside, decorato con motivi geometrici. La chiesa è stata quindi riedificata, a un livello rialzato di circa un metro, alla fine del VI secolo dal patriarca Elia.

La facciata in pietra e mattoni è ingentilita da una trifora. L'interno a tre navate ha un forte slancio verticale ed è diviso da due file di cinque colonne marmoree di provenienza diversa. Nella navata sinistra è custodita una statua lignea della Madonna delle Grazie.

Santuario della Madonna di Barbana

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Barbana, il santuario
  Lo stesso argomento in dettaglio: Barbana (isola).

La nascita del santuario della Madonna di Barbana risale al 582, quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado: il patriarca del tempo, Elia (571-588), come ringraziamento per aver salvato la città dalla mareggiata, fece erigere una prima chiesa nel luogo dove un'immagine della Madonna era stata trasportata dalle acque.[23] Da allora il santuario, più volte distrutto e ricostruito, è stato continuamente officiato.

L'attuale santuario, che sorge su un'isola posta all'estremità orientale della laguna, è stato costruito in stile neoromanico e custodisce numerose vestigia degli edifici succedutisi nei secoli, comprese due colonne che risalgono probabilmente alla chiesa originaria. All'interno sono presenti opere molto differenti: l'altare maggiore dispone di un rilievo con la laguna sovrastato da una statua lignea custodita da un'edicola della Madonna, una grande tela che rappresenta l'unione dei veneziani in una confraternita, due altari veneziani dedicati a sant'Antonio di Padova (a destra) e a san Francesco d'Assisi (a sinistra). Inoltre, nei pressi dell'ingresso del campanile è possibile vedere capitelli e marmi di epoca altomedievale.[24]

L'isola di Barbana, che è meta ogni anno di un pellegrinaggio da Grado, è abitata in modo stabile da una comunità di frati minori francescani ed è raggiungibile in 25 minuti di motoscafo, il servizio è offerto dalla barca "Nuova Cristina" dalla Riva Zaccaria Gregori di Grado.[25]

Aree naturali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Laguna di Grado.
 
Porto Buso, sull'isola di Anfora

La laguna si è formata dopo il V secolo ed è divisa in un settore occidentale (la palù de soto), più esteso e ricco di isole, e in uno orientale (la palù de sora), che si estende a nord dell'isola di Grado.

Caratteristica della laguna è la presenza dei casoni, semplici abitazioni con tetto di paglia utilizzate in passato dai pescatori gradesi. I pescatori, infatti, rimanevano in laguna per parecchio tempo vivendo in queste caratteristiche capanne, rientrando sull'isola di Grado solo in qualche rara occasione e durante il periodo dell'anno più freddo.[26] L'imbarcazione tipica degli abitanti della laguna è la batela, a fondo piatto e manovrata a remi. Le batele venivano usate per raggiungere quotidianamente i pescatori, recuperando il pescato e portandolo presso Grado per la vendita.[27]

La laguna è ricca di essenze arboree (tamerici, olmi, pioppi, ginepri e pini), mentre la fauna presenta una notevole varietà di volatili, tra i quali gabbiani, garzette, aironi cinerini, germani reali e rondini di mare.

Alcune isole sono abitate in modo stabile: tra queste, Barbana ospita da 1500 anni un santuario mariano.

Spiagge e fondali

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Spiaggia a Grado Pineta
  Lo stesso argomento in dettaglio: Trezza e Julia Felix.

L'isola di Grado offre dieci chilometri di spiagge dalla sabbia finissima, orientate prevalentemente verso mezzogiorno e lentamente digradanti verso il mare, per un totale di 120.000 metri quadrati di arenile suddivisi in quattro spiagge principali (Pineta, Spiaggia al Bosco, GIT e Costa Azzurra). La spiaggia più occidentale è denominata Costa Azzurra (conosciuta dai locali come spiaggia vecchia), e prosegue idealmente con il lungomare della diga, lunga circa 1 km e dalla forma curvilinea, che, dedicata a Nazario Sauro è stata costruita dagli austriaci per proteggere il centro storico dalle mareggiate.[28] L'accesso a questa spiaggia è libero, tuttavia vi sono aree di concessione a pagamento, ove è possibile noleggiare sdraio, lettini, ombrelloni e pedalò grazie agli stabilimenti presenti.[29] Al termine della diga vi sono quasi tre chilometri della Spiaggia GIT, considerata la spiaggia principale di Grado, la quale offre varie zone diversamente attrezzate per accontentare le diverse tipologie di ospiti; dal 1989 si fregia della Bandiera Blu. Essa è esposta completamente a sud, si sviluppa per vari chilometri verso est, attraverso tutta la Città Giardino sino a uscire dall'abitato di Grado e congiungersi alla spiaggia "al Bosco".[30] Quest'ultima è sita tra la Spiaggia Principale e Grado Pineta, ed è così denominata in quanto sono ampiamente presenti alberi a ridosso dell'arenile; il fondale è piuttosto basso se confrontato alle altre aree. La maggior parte della spiaggia è in concessione al "Campeggio al Bosco", sebbene l'accesso agli esterni è consentito e l'ingresso pedonale è libero e gratuito. Tra la spiaggia al Bosco e l'ingresso 8 della spiaggia GIT, è presente un ulteriore stabilimento balneare attrezzato, in località Sacca dei Moreri.[31] Una volta terminata la Spiaggia al Bosco, si estende la Spiaggia di Grado Pineta, nella quale sono presenti vari stabilimenti balneari. In questa zona si praticano spesso attività sportive di kitesurfing.[32][33]

I fondali sono generalmente bassi ma ospitano, ad alcuni chilometri dalla costa, numerose trezze, affioramenti rocciosi a circa 8-20 metri di profondità caratterizzati dalla ricchezza e dalla biodiversità degli ambienti marini. Nel 1987, nei fondali di fronte a Grado è stato inoltre ritrovato il relitto della Julia Felix, un'imbarcazione romana naufragata nel III secolo.

La mareggiata del 27 ottobre 2012 ha abbattuto lo storico trampolino costruito nei primi decenni del Novecento di fronte alla spiaggia principale.

Al 2024, l'Università di Udine a scandagliato i fondali con l'ausilio di sonar, droni subacquei e sistema GNSS, riportando alla luce relitti, antichi manufatti e un'ara funeraria di epoca romana.[34]

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[35]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente era di 576 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto gradese.

A Grado, accanto all'italiano, è parlato il gradese (graixan), un dialetto della lingua veneta che risente di influenze friulane e di altre parlate di ceppo veneto geograficamente vicine.

Cultura

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Su lungomare Nazario Sauro, nella ex scuola elementare Scaramuzza, ha sede il Museo nazionale di archeologia subacquea dell'Alto Adriatico, nato nel 2000 per ospitare i resti della nave romana Iulia Felix rinvenuta sul fondo della laguna nel 1986. Per una complessa serie di motivi, tuttavia, il museo non risulta visitabile.[36]

El Perdòn de Barbana

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Perdon de Barbana.
 
Processione di barche in occasione del Perdon de Barbana

La principale tradizione religiosa della comunità è il Perdòn de Barbana, celebrata la mattina della prima domenica di luglio. Si tratta di una processione votiva durante la quale una statua della Madonna degli Angeli viene trasportata attraversando la laguna con un suggestivo corteo di barche, decorate con fiori, dalla Basilica di Sant'Eufemia all'isola di Barbana, dove sorge un antico santuario mariano.[37]

L'origine del pellegrinaggio risale al 1237,[38] quando la popolazione gradese fece voto di recarsi ogni anno a Barbana come ringraziamento per la fine di un'epidemia di peste. Questa richiesta di aiuto dimostra la profonda venerazione dei gradesi per questa Madonna, nata quando, secondo la tradizione, essa apparve durante una tempesta in aiuto ai pescatori per farli rientrare in acque sicure.[39] La manifestazione, che inizia di prima mattina ed è preceduta da una giornata di raccoglimento e festa (il Sabo grando), richiama oggi numerosi pellegrini e turisti.

Il nome Perdòn deriva invece dalla tradizione di accostarsi, in occasione del pellegrinaggio, al sacramento della riconciliazione.

Festival della Canzone Gradese

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Manifestazione popolare che si svolge dal 1946: appuntamento celebrativo di grande rilievo per la comunità gradese, da sempre contraddistinta da notevole sensibilità nel perpetuare le proprie tradizioni canore-musicali.

Le Varvuole

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5 gennaio. Riproposizione in chiave festosa di una leggenda in cui streghe venute dal mare rapivano bambini.

Carnevale estivo

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Da diversi anni, nel mese di luglio, viene organizzato da alcune associazioni locali il carnevale estivo.[senza fonte][40] Alla sfilata partecipano carri da tutta la regione e anche dalla vicina Slovenia e Croazia.[senza fonte]

Teatro dialettale

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Contraddistinta da un sempre più vasto seguito di pubblico e con una fama che nel corso del tempo ha varcato i confini dell'isola, l'associazione Grado Teatro, animata da Tullio Svettini fin dai primi anni '60, propone testi di autori locali (Giovanni Marchesan - "Stiata", Alberto Corbatto, Onorio Dissette e altri) con tematiche che richiamano alla storia e alla cultura di Grado.

Riferimenti nella cultura

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La località balneare è menzionata nella canzone Scalo a Grado di Franco Battiato, uscita nel 1982 nell'album L'Arca di Noè.

Viene menzionata anche nella canzone Giulio di Roberto Vecchioni, del 2019, dedicata a Giulio Regeni, nativo del vicino paese di Fiumicello.

Infrastrutture e trasporti

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Ponte Matteotti

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Nel 1936 venne inaugurato il Ponte Littorio, il quale collegava Grado alla terraferma verso Belvedere-Aquileia, fornendo una più rapida via per i trasporti e il commercio con l'entroterra e rinforzando la vita economica, sociale e culturale della popolazione. Nel dopoguerra venne ricostruito e aggiornato, integrando un ponte girevole, il quale permette il passaggio dei principali servizi marittimi. Il 2 ottobre 1965 cambia nome da Ponte Littorio a Ponte Matteotti, a seguito dell'autorizzazione del Prefetto di Gorizia.[41]

Ferrovie

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Grado non dispone di una propria stazione ferroviaria. In passato il comune era servito dalla stazione Pontile per Grado della ferrovia Cervignano-Aquileia-Pontile per Grado, chiusa nel 1937. In seguito la stazione di Cervignano del Friuli ha acquisito nel suo nome anche quello della località balneare, denominandosi Cervignano-Aquileia-Grado.

Servizi marittimi

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Arrivando all'isola dalla strada che collega Aquileia con Grado, è facilmente possibile raggiungere il porto-canale. Durante i primi anni del 1900, esso fu rinforzato tramite la costruzione in cemento armato di banchine. Il porto è disponibile per coloro che raggiungono Grado privatamente tramite le proprie imbarcazioni, qui possono essere ormeggiate, mentre il canale che lo collega alla laguna è dedicato all'attività dei pescatori e dei loro pescherecci.[42]

Grado dispone di un servizio di traghetti che la collegano con la città di Trieste e, nella laguna, con Barbana. Dal 2021 è partito il nuovo collegamento provvisorio Lignano-Grado e dal 2023 con la vicina Aquileia.

Mobilità urbana

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I trasporti urbani e extraurbani di Grado vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalla TPL FVG s.c.a.r.l. A Grado è presente un'autostazione. La frequenza media di passaggio della linea extraurbana Udine - Grado è di circa 1 ora.

Amministrazione

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Gonfalone comunale

Sindaci dal 1948

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Sindaco Partito Periodo Elezione
Giuseppe Lucio Grigolon Democrazia Cristiana 1948-1956 1948
Werther de Minelli Democrazia Cristiana 1956-1961 1956
Carlo Salvini Democrazia Cristiana 1961-1965 1961
Nicolò Reverdito Democrazia Cristiana 1965-1975 1965
1970
Giovanni Vio Democrazia Cristiana 1975-1977 1970
Isaia Noè Laveder (Commiss. prefettizio) - 1977-1978 -
Giovanni Manganaro (Commiss. prefettizio) - 1978-1979 -
Mario Dino Marocco Democrazia Cristiana 1979-1983 1979
Nicolò Reverdito Democrazia Cristiana 1983-1986 1983
Fabio Zanetti Partito Repubblicano Italiano 1986-1987 (1983)
Guido Cocco (Commiss. prefettizio) - 1987 -
Fabio Zanetti Partito Repubblicano Italiano 1987-1988 1987
Monica Salvador L.c. Giustizia e Libertà 1988 (1987)
Flavio Mantini (Commiss. prefettizio) - 1988-1989 -
Vincenzo Panico (Commiss. prefettizio) - 1989 -
Mario Corbatto Democrazia Cristiana 1989-1994 1989
Sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1994)
Giovanni Battista Salvini Lega Nord 1994-1998 1994
Roberto Marin Centro-destra 1998-2007 1998
2002
Silvana Olivotto Grande coalizione[43] 2007-2010 2007
Giovanni Blarasin (Commiss. prefettizio) - 2010-2011 -
Edoardo Maricchio Centro-destra 2011-2015 2011
Claudio Kovatsch (Commiss. prefettizio) - 2015-2016 -
Anna D’Angelo (Commiss. straordinario) - 2016 -
Dario Raugna Sinistra 2016-2021 2016
Claudio Kovatsch Centro-destra 2021-2023 2021
Augusto Viola (Commiss. prefettizio) - 2023-2024 -
Giuseppe Corbatto Centro-sinistra 2024-in carica 2024

Gemellaggi

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Il panorama sportivo locale è formato da una vasta rete di società. La più antica compagine gradese è la Società Canottieri Ausonia i cui atleti hanno conseguito numerosi riconoscimenti anche a livello mondiale.

La squadra di calcio è la Gradese Calcio (un tempo U.S. Gradese), squadra che nel passato ha militato ripetutamente nel campionato di Eccellenza. Attualmente, nella stagione sportiva 2021/2022, milita nel girone C della prima categoria regionale.

Uno sport che a Grado è molto seguito è inoltre il calcio a 5. Il Grado 2006 (non più esistente) ha partecipato al campionato nazionale di serie B per ben stagioni consecutive (2008/2009 e 2009/2010).

Per ciò che riguarda la pallacanestro, dopo un paio di stagioni in categorie superiori, l'Associazione Dilettantistica Pallacanestro Grado ha ricominciato nella stagione 2007/2008 dalla categoria promozione la sua ascesa nel basket regionale. Attualmente milita in serie D.

Per ciò che riguarda le arti marziali e il tennistavolo, è attiva sin dal 1981 la A.D. Pol.Sakura-Grado. Delle due sezioni della Sakura, la sezione karate e arti marziali ha raggiunto traguardi agonistici di livello internazionale, conquistando a più riprese titoli europei e mondiali sia nel karate sia nel Kobudō di Okinawa.

Per quanto riguarda gli sport acquatici Grado Pineta è una meta molto importante per la pratica del kitesurf. Il fondale basso e l'assenza di onde sono delle caratteristiche molto apprezzate che attirano i praticanti di questo sport da tutta Europa. La particolare posizione geografica prominente verso il mare offre una favorevole esposizione alle correnti ventose quali la bora, i flussi termici estivi e i venti da perturbazione.

  1. ^ Comune friulanofono come da Legge regionale 15/1996 art. 5., su lexview-int.regione.fvg.it.
  2. ^ Comune di Grado - Statuto.
  3. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Dizionario dei dialetti, su www.dialettando.com. URL consultato il 30 marzo 2023.
  7. ^ Demo istat, su demo.istat.it. URL consultato il 23-12-2020 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2019).
  8. ^ Ezio Marocco, Grado: guida storico artistica, Bruno Fachin Editore - Trieste, p. 54.
  9. ^ Dopo un lungo contenzioso con il comune di Marano Lagunare e la provincia di Udine, il comune di Grado, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 31 dicembre 2008, è inoltre rientrato in possesso delle località di Barancole (pezzo di terra nei pressi delle foci dei fiumi Aussa e Corno) e del tratto di laguna di La Làccia (o Comenzara). Cfr. Il Consiglio di Stato boccia Marano: restano a Grado 2 aree della laguna – Il Piccolo, 1º febbraio 2009
  10. ^ a b Touring Club Italiano, Gorizia e provincia: Il Collio, la valle dell'Isonzo, Grado e la laguna, il Carso, 2009, p. 97.
  11. ^ Ezio Marocco, Grado: guida storico artistica, Bruno Fachin Editore - Trieste, p. 47.
  12. ^ Ruggero Marocco, Il sottosuolo del Castrum di Grado (Adriatico settentrionale): Studi preliminari per una ricostruzione paleogeografica (PDF), in Il Quaternario, vol. 18, n. 2, Associazione italiana per lo studio del quaternario, 2005, pp. 135-146. URL consultato il 21 gennaio 2022.
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Bibliografia

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  • Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.

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