Figli di Santa Maria Immacolata
I Figli di Santa Maria Immacolata (in latino Congregatio Filiorum Sanctae Mariae Immaculatae) sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione clericale pospongono al loro nome la sigla F.S.M.I.[1]
Storia
modificaLa congregazione trae origine da una pia unione di tre giovani devoti all'Immacolata, fondata a Genova nel 1861 dal sacerdote Giuseppe Frassinetti (1804-1868), priore di Santa Sabina: i membri della fraternità, dopo un pellegrinaggio al santuario della Madonnetta, il 14 gennaio 1866 iniziarono a condurre vita comune e accolsero nella loro casa dei giovani aspiranti al sacerdozio privi dei mezzi economici per mantenersi agli studi.[2]
La fraternità ricevette nuovo impulso dalla direzione di Antonio Piccardo, successore di Frassinetti, e i Figli di Santa Maria Immacolata si costituirono in congregazione solo l'8 dicembre 1903.[2]
L'istituto, di diritto pontificio dal 21 maggio 1904, ricevette l'approvazione definitiva dalla Santa Sede il 4 giugno 1910 e le sue costituzioni il 17 maggio 1931.[2]
Attività e diffusione
modificaI religiosi della congregazione si dedicano all'educazione della gioventù ed alla promozione delle vocazioni religiose: sono anche attivi nell'opera missionaria.[1]
Oltre che in Italia, sono presenti in America Latina (Argentina, Cile e Messico), in Polonia e nelle Filippine.[3] La sede generalizia è a Roma.[1]
Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 24 case e 121 membri, 87 dei quali sacerdoti.[1]
Note
modificaBibliografia
modifica- Annuario Pontificio per l'anno 2007, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2007. ISBN 978-88-209-7908-9.
- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (10 voll.), Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Figli di Santa Maria Immacolata
Collegamenti esterni
modifica- Il sito web ufficiale dei Figli di Santa Maria Immacolata, su figlidimariaimmacolata.com. URL consultato il 25 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2013).