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Ferrovia Appennino Centrale

ferrovia italiana a scartamento ridotto

La ferrovia Appennino Centrale è stata una linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava Arezzo (sulla linea ferroviaria Roma - Firenze) a Fossato di Vico (sulla linea ferroviaria Roma - Orte - Ancona) passando per Anghiari, Sansepolcro, Città di Castello, Umbertide, Gubbio.

Ferrovia Appennino Centrale
Arezzo-Fossato di Vico
Stati attraversatiItalia (bandiera) Italia
InizioArezzo
FineFossato di Vico
Attivazione1886
Soppressione1945
GestoreSocietà anonima per le Ferrovie dell'Appennino Centrale
Lunghezza133 km
Scartamento950 mm
Elettrificazioneno
NoteLa tratta da Sansepolcro a Montecorona è stata convertita a scartamento ordinario e inclusa nella Ferrovia Centrale Umbra
Ferrovie

Il nome della linea si identificava con quello della società esercente la linea.

Tratta Inaugurazione
Fossato di Vico-Città di Castello 5 aprile 1886
Città di Castello-Anghiari 1º maggio 1886
Anghiari-Arezzo 16 agosto 1886

Premesse

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La parte orientale della provincia di Arezzo era sprovvista di buoni collegamenti stradali diretti con il capoluogo provinciale, e la nascente rete ferroviaria italiana tagliava fuori la zona (corrispondente all'alta valle del Tevere) in quanto i collegamenti da Roma verso nord passavano ad est (per Foligno-Ancona) o ad ovest (per Arezzo-Firenze).

Nei primi mesi del 1880 in Arezzo si costituì tra i comuni interessati il Consorzio per la ferrovia Umbro-Aretina allo scopo di realizzare una linea ferrata che rompesse l'isolamento dei comuni dell'area. Il progetto che venne approvato il 16 ottobre 1880 prevedeva una linea di IV categoria con scartamento ridotto a 950 mm, scelto in quanto il tracciato era orograficamente impegnativo e non erano disponibili le risorse economiche necessarie per impegnarsi in una linea ricca di opere importanti. La "convenzione" venne accordata al consorzio nel giugno dell'anno successivo e i lavori di costruzione affidati alla "Società Generale per le Ferrovie Complementari" che tuttavia non fece fede agli impegni presi rallentando l'inizio dei lavori. Il 2 giugno 1884 venne quindi operata una subconcessione per la costruzione e l'esercizio (per 90 anni) alla Società anonima per le Ferrovie dell'Appennino Centrale (SFAC) che aveva la sede sociale a Roma con direzione di esercizio a Città di Castello.

Realizzazione

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I lavori erano cominciati nel 1882, ma le prime tratte furono aperte nel 1886, e solo nel 1887 la linea era terminata, arrivando ad una lunghezza totale di circa 133 chilometri.

La linea riscosse un buon successo ma solo in ambito locale; lo scartamento ridotto unito al lungo percorso tortuoso (con curve di ridottissimo raggio, fino a 80 metri) e i continui saliscendi con pendenze non trascurabili impedì che la linea divenisse un utile collegamento trasversale dal Tirreno all'Adriatico.

Nel 1915 Umbertide fu raggiunta dalla Ferrovia Centrale Umbra che risaliva il corso del Tevere da Terni via Todi - Perugia dando maggiore organicità ai collegamenti locali.

Distruzione

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La seconda guerra mondiale ebbe un impatto disastroso sulla linea; tra l'armistizio ed il maggio 1944 i bombardamenti alleati resero inutilizzabili molte opere. Infine l'esercito nazista in ritirata rese inutilizzabile la maggior parte del materiale rotabile. Il 22 maggio del 1945 la linea, gravemente danneggiata, cessava definitivamente il suo servizio.

La linea non venne più ripristinata, tranne che nel tratto Sansepolcro-Città di Castello-Montecorona, dove fu ricostruita a scartamento normale, seguendo quasi totalmente il tracciato originario, e ceduta in gestione alla Ferrovia Centrale Umbra con la promessa di realizzare un nuovo valico appenninico verso Cesena (seguendo di massima il percorso attuale della E45),[senza fonte] il progetto rimase sulla carta, come in tanti altri casi di ferrovie chiuse e di fatto venne presto dimenticato.

Situazione attuale

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Bagnoro, località nei pressi di Arezzo: ponte dell'antica ferrovia Arezzo-Sansepolcro.

La linea è stata completamente smantellata, tranne il tratto lungo la valle del Tevere tra Sansepolcro e Montecorona.

Sopravvivono alcuni edifici (come stazioni e caselli), in alcuni casi riutilizzati per gli scopi più diversi, alcune gallerie (in particolare nei tratti Arezzo - Palazzo del Pero e Umbertide - Gubbio) e i piloni del ponte sul Tevere a nord di Sansepolcro.

Caratteristiche

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 Stazioni e fermate 
 
linea RFI per Firenze
     
linea LFI per Sinalunga
     
linea LFI per Stia
 
0+000 Arezzo (RFI) 255 m s.l.m
     
linea RFI per Roma
 
4+2xx Bagnoro 294 m
 
5+6xx Gragnone 339 m
 
12+3xx Torrino 501 m
 
17+2xx Palazzo del Pero 404 m
 
24+3xx Molin Nuovo 334 m
 
Pieve a Ranco
 
30+xxx Ville-Monterchi 309 m
 
31+7xx Citerna 322 m
 
34+xxx Sasso 312 m
 
38+077 Anghiari 333 m
 
42+xxx Santa Fiora
 
fiume Tevere
 
44+7xx San Sepolcro 317 m
 
confine Toscana-Umbria
 
48+8xx San Giustino 328 m
 
53+3xx Selci-Lama 305 m
 
60+4xx Città di Castello 284 m
 
fiume Tevere
 
67+8xx San Secondo 265 m
 
70+6xx Canoscio-Fabbrecce 264 m
 
71+9xx Trestina 260 m
 
74+6xx Ranchi-Nestoro 266 m
 
78+5xx Montone-Montecastelli 262 m
 
80+6xx Niccone 248 m
 
fiume Tevere
 
84+3xx Umbertide 244 m
 
87+2xx Monte Corona 235 m
     
linea FCU per Perugia
 
91+065 Serra Partucci 266 m
 
95+1xx Camporeggiano 313 m
 
101+6xx Pietralunga 375 m
 
104+8xx Mocaiana 417 m
 
112+3xx Gubbio 475 m
 
117+4xx Padule 442 m
 
123+xxx Torre Calzolari
 
125+385 Branca 371 m
         
linea RFI per Ancona
     
133+5xx Fossato di Vico (FAC) / (RFI) 463 m
     
raccordo FAC-FS †
     
linea RFI per Roma
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

La linea era armata con rotaie di tipo Vignoles da 22 kg/m con curve di raggio minimo 80 metri che permettevano una velocità massima di 35 km/h. La pendenza massima della linea era del 30 per mille. Le stazioni erano munite di segnali a dischi girevoli.

Le stazioni erano 13 e le semplici fermate 20. Le opere d'arte costruite erano: 20 ponti e 23 gallerie.

Percorso

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Da Arezzo la linea usciva in direzione est superando tortuosamente lo spartiacque tra Arno e Tevere, giungendo a Sansepolcro via Anghiari; da qui piegava verso sud scendendo tranquillamente la valle del Tevere, passando per Città di Castello e giungendo fino ad Umbertide; da questa città la linea piegava bruscamente verso nord-est e con un ampio semicerchio finiva per passare a Gubbio in direzione sud-est, per poi cambiare per l'ultima volta direzione e proseguire verso est fino a Fossato di Vico[1].

Materiale rotabile

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Locomotive

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La prima fornitura (1884) di locomotiva-tender a vapore:

  • 2 Locomotive, nº 1 e 2, rodiggio "C" da 100 CV, costruite da Locomotivfabrik Krauss C.
  • 12 Locomotive, nº 10÷21, rodiggio "C" da 150 CV, costruite da Fabrique Belgique "Couillet": la numero 19, unica sopravvissuta alle distruzioni della guerra[2], fu ceduta e (trasformata a scartamento ordinario) usata come mezzo da manovra presso un raccordo industriale di Milano[3].

Nel 1909 vennero acquistate:

A queste si aggiunsero tra 1914 e 1915:

  • 3 Locomotive, nº 01÷03, rodiggio 1C da 250 CV, di costruzione Breda, acquisite dalla Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini[4]. La locomotiva 03 fu ceduta nel 1940 alle Ferrovie Calabro-Lucane[4]; la 01 fu ceduta alla ditta Emilio Astengo di Savona, che (previa trasformazione a scartamento normale) la impiegò per le manovre nel porto di Savona[3].

Automotrici

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Nel 1934 allo scopo di velocizzare i treni viaggiatori vennero acquistate:

A queste nel 1938 si aggiunsero:

Materiale rimorchiato

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  • N° 46 carrozze a 2 assi e sei bagagliai[6];
  • N° 110 carri merci chiusi[7];
  • N° 70 carri merci a sponde alte;
  • N° 29 carri merci pianali.
  1. ^ Orario del 1938
  2. ^ Muscolino, op. cit., p. 56
  3. ^ a b c Muscolino, op. cit., p. 58
  4. ^ a b c Muscolino, op. cit., p. 34
  5. ^ a b Muscolino, op. cit., p. 42
  6. ^ Muscolino, op. cit., p. 35, riporta l'esistenza di 66 carrozze, di cui 60 di terza classe, 4 miste di prima e terza classe e 2 di prima classe
  7. ^ Muscolino, op. cit., p. 42, riporta l'esistenza di 220 carri merci di vario tipo a due assi

Bibliografia

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  • Antonio Federici, Lo scartamento ridotto in Italia, Albignasego, Duegi Editrice, 1999.
  • Piero Muscolino, Le ferrovie secondarie di Arezzo, Rovigo, Modeltecnica Editrice, 1978.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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