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Il Fattore V (FV) è una proteina della coagulazione del sangue, anche nota come proaccelerina o fattore labile. A differenza della maggior parte degli altri fattori della coagulazione non è enzimaticamente attivo ma funziona come cofattore. Carenze genetiche predispongono all'emorragia, mentre alcune mutazioni (delle quali la più nota è il Fattore V di Leiden) aumentano il rischio di trombosi.

Fattore V della coagulazione (proaccelerina)
PDB rendering di 1czs.
Gene
HUGOF5 ; FVL; PCCF; RPRGL1; THPH2
Proteina
UniProtP12259
PDB1CZS

Genetica

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Il gene che codifica per il fattore V è localizzato sul cromosoma 1 in posizione 1q23. Il gene si estende per 70 000 paia di basi, consiste di 25 esoni e la proteina risultante ha una massa molecolare di circa 330 kDa. È omologo del fattore VIII.

Fisiologia

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Il fattore V circola nel plasma come catena singola con un'emivita plasmatica di circa 12 ore.

Il fattore V è in grado di legarsi alle piastrine attivate ed è attivato dalla trombina. In seguito all'attivazione proteolitica la sequenza primaria del fattore V è scissa in catena leggera e catena pesante (rispettivamente 73 e 110 kDa) che si legano l'un l'altra in modo non covalente tramite ioni calcio. Il fattore V attivo è un cofattore del complesso pro-trombinasico. Il fattore X attivato (FXa), infatti, richiede calcio e fattore V attivato per convertire la protrombina in trombina.

Il fattore Va è degradato dalla proteina C attivata, uno dei principali inibitori fisiologici della coagulazione. In presenza di trombomodulina, la trombina agisce diminuendo la coagulazione attivando la proteina C; pertanto la concentrazione e l'azione della proteina C sono fattori importanti nella risposta a feedback negativo attraverso la quale la trombina limita la propria attivazione.

Fino alla scoperta del fattore V, la coagulazione era ritenuta il prodotto di quattro fattori: calcio (IV) e fattore tissutale (III) che assieme agivano sulla protrombina (II) per produrre fibrinogeno (I); questo modello era stato proposto da Paul Morawitz nel 1905.[1]

La sequenza amminoacidica completa della proteina è stata pubblicata per la prima volta nel 1987.[2] Nel 1994 è stato descritto per la prima volta il fattore V di Leiden, resistente all'inattivazione da parte della proteina C.[3]

  1. ^ H. Stormorken, The discovery of factor V: a tricky clotting factor, in Journal of Thrombosis and Haemostasis, vol. 1, n. 2, 2003, pp. 206–213, DOI:10.1046/j.1538-7836.2003.00043.x, PMID 12871488. URL consultato il 4 gennaio 2013.
  2. ^ R. J. Jenny, Complete cDNA and Derived Amino Acid Sequence of Human Factor V, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 84, n. 14, 1987, pp. 4846–4850, DOI:10.1073/pnas.84.14.4846, PMID 3110773. URL consultato il 4 gennaio 2013.
  3. ^ Rogier M. Bertina, Bobby P. C. Koeleman, Ted Koster, Frits R. Rosendaal, Richard J. Dirven, Hans de Ronde, Mutation in blood coagulation factor V associated with resistance to activated protein C, in Nature, vol. 369, n. 6475, 1994, pp. 64–67, DOI:10.1038/369064a0. URL consultato il 4 gennaio 2013.

Collegamenti esterni

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