Editrice La Scuola
Editrice La Scuola è una casa editrice italiana fondata a Brescia nel 1904. Si occupa essenzialmente di temi filosofici, psicopedagogici, didattici e metodologici, ed è alla testa di un gruppo editoriale che comprende marchi storici come Cappelli, Edizioni Studium e Morcelliana, i quali operano in settori specifici di approfondimento culturale.
Editrice La Scuola | |
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Stato | Italia |
Fondazione | 1904 a Brescia |
Fondata da |
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Sede principale | Brescia |
Persone chiave |
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Settore | Editoria |
Prodotti | libri di scuola, riviste, enciclopedie |
Storia
modificaNel 1904 l'avvocato Luigi Bazoli, Giorgio Montini (padre del futuro papa Paolo VI), Niccolò Rezzara e Angelo Zammarchi (grande amico di Padre Agostino Gemelli) fondano a Brescia la casa editrice La Scuola. L'intento iniziale è quello di dare sostegno a una delle più antiche riviste scolastiche italiane, Scuola Italiana Moderna[1], fondata da Giuseppe Tovini nel 1893.
A partire dal 1921 la casa editrice instaura un rapporto sistematico di collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Tale rapporto era destinato a intensificarsi e ad arricchirsi di opere rivolte anche agli studi universitari, fino a propiziare l'apertura di una sede succursale dell'ateneo cattolico nella città di Brescia[2].
Nel 2012 la casa editrice collabora con l'Università degli Studi di Brescia dando origine a Brixia University Press[3][4][5]: dapprima come marchio editoriale poi divenuto, tra il 2016 e il 2017, un editore autonomo in seno all'ateneo[6][7].
Nell'ottobre 2016 la casa editrice, decisa a concentrarsi sul settore scolastico, cede alla Morcelliana il ricco catalogo della saggistica[8]. Alla fine del 2017 stringe un accordo esclusivo per la distribuzione del catalogo Hachette FLE (Francais Langue Etrangère) sul mercato italiano[9]. Nel maggio 2018 rileva l'intero capitale della SEI di Torino, la società nata nel maggio 1908 per iniziativa di un gruppo di cooperatori salesiani e specializzata nell'editoria scolastica[10].
Collane ed Enciclopedia pedagogica
modificaIl catalogo presenta varie collane editoriali di filosofia, psicologia, pedagogia, didattica e metodologia, letteratura italiana, latina e straniera, legislazione scolastica, eccetera. Tra le opere di respiro enciclopedico spicca la Enciclopedia pedagogica in sei volumi più un volume di Appendice, diretta da Mauro Laeng.
Tra i collaboratori, di lunga data ed attuali, la casa editrice annovera filosofi, pedagogisti e altri studiosi come Aldo Agazzi, Evandro Agazzi, Marco Agosti, Dario Antiseri, Giovanni Reale, Emanuele Severino, Cesare Scurati, Norberto Galli, Luciano Pazzaglia e molti altri[11].
Le riviste
modificaAlla storica rivista Scuola Italiana Moderna (1883) dedicata alla scuola primaria, si affiancarono successivamente Scuola Materna nel 1913, il Supplemento Pedagogico fondato nel 1933, che in seguito cambiò testata divenendo Pedagogia e Vita[12], ed ancora la rivista Scuola e Didattica nel 1954, consacrata alla secondaria di primo grado ed infine nel 1982 la Nuova Secondaria, concepita per quella di secondo grado. Questi periodici, tuttora operativi, sono strumenti di formazione e di aggiornamento dei docenti. Ad essi si aggiungono altre testate storiche di livello scientifico e di periodicità annuale, come Annali di storia dell'educazione, Maia - Rivista di letterature classiche[11]. Al 2006 risultano ben dodici le riviste divulgate dalla casa editrice, le quali spaziano dalla pedagogia alla didattica, alla formazione professionale, affrontando analogamente tematiche concernenti la famiglia e la scuola d’ogni ordine e grado[12].
Note
modifica- ^ La Scuola, Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani (url consultato il 17-5-2015).
- ^ Storia, su lascuola.it. URL consultato il 25 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2015).
- ^ Editoria: nasce Brixia University Press da ateneo Brescia e Editrice La Scuola, in Adnkronos, 13 febbraio 2012. URL consultato il 19 aprile 2022.
- ^ Editoria: nasce Brixia University Press da ateneo Brescia e Editrice La Scuola (2), in Adnkronos, 13 febbraio 2012. URL consultato il 19 aprile 2022.
- ^ Editoria: nasce Brixia University Press da ateneo Brescia e Editrice La Scuola (3), in Adnkronos, 13 febbraio 2012. URL consultato il 19 aprile 2022.
- ^ Brixia University Press (BUP), su unibs.it. URL consultato il 19 aprile 2022.
- ^ Brixia University Press, su buponline.com. URL consultato il 19 aprile 2022.
- ^ L'Editrice Scuola cede il settore "varia" alla Morcelliana. A rischio 17 posti, su brescia.corriere.it, 4 ottobre 2016. URL consultato il 26 maggio 2018.
- ^ Editrice La Scuola nuovo partner di Hachette per il mercato italiano, su repubblica.it, 11 settembre 2017. URL consultato il 26 maggio 2018.
- ^ Libri di testo, Editrice La Scuola compra la SEI, su quibrescia.it, 26 maggio 2018. URL consultato il 26 maggio 2018.
- ^ a b URL citato
- ^ a b Carlo Mola, Pubblicato il catalogo storico della casa Editrice La Scuola. Significativa presenza valtellinese (Anna Bordoni Di Trapani, Giuseppe Novellino, Mario Garbellini, Maria Aurora Cargo, Nazzaro Conca), in La Gazzetta di Sondrio, 9 luglio 2006. URL consultato il 24 agosto 2017.
Bibliografia
modifica- Nicola Tranfaglia e Albertina Vittoria, Storia degli editori italiani. Dall'Unità alla fine degli anni Sessanta, Roma-Bari, Laterza, 2000, ISBN 8842060577.
- Alberto Ottaviano, Scuola Editrice ai 100 anni: una storia costruita sull'amore per la cultura (PDF) (abstract), in "Notiziario", n. 5, Brescia, C.E.R. ANCE Brescia, maggio 2004. URL consultato il 20 dicembre 2017.
- Luciano Pazzaglia (a cura di), Editrice La Scuola, 1904-2004. Catalogo storico, Brescia, Editrice La Scuola, 2004.
- Franco Bugatti (a cura di), Editrice La Scuola 1904-2004. Speciale centenario, Brescia, Editrice La Scuola, 2005.
- Antonio Fappani (a cura di), La Scuola Editrice, in Enciclopedia bresciana, vol. 7, Brescia, La Voce del Popolo, 1987, pp. 74-75, ISBN non esistente.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su lascuola.it.
- Lombardia Beni Culturali - La Scuola, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 156450753 · ISNI (EN) 0000 0001 2192 0787 · LCCN (EN) n81090737 |
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