Dentelles
Les Dentelles (pron. fr. AFI: [dɑ̃tɛl]) sono i tipici pizzi di Cogne, in Valle d'Aosta, lavorati al tombolo[1]. Il termine femminile dentelle, che in lingua francese denota genericamente il merletto, proviene dalla parola dent (= dente), anch'essa femminile, in riferimento alla forma dei bordi merlettati. Gli uomini e le donne che li tessono sono definiti rispettivamente Dentelliers e Dentellières.
Storia
modificaLa tradizione ha inizio nell'anno 1665, quando alcune monache benedettine fuggite dal monastero di Cluny si rifugiarono in Valle d'Aosta. Le religiose, ospitate in alcune località della regione, insegnarono alle donne del luogo l'arte del pizzo al tombolo[2].
Il tombolo
modificaIl tombolo di Cogne è costituito da un supporto detto cavalot, mobiletto in legno con intagliato un rosone, il monogramma di Cristo, l'anno di fabbricazione e nome della prima proprietaria, che regge il coessein, il tombolo vero e proprio, a forma di largo cilindro imbottito di paglia o lana; completano la dotazione numerosi fuselli con la tipica impugnatura sferica.
La caratteristica di questo merletto è di essere eseguito senza l'aiuto di disegni di base, viene realizzato al tombolo in modo del tutto mnemonico, producendo strisce della larghezza di pochi centimetri fino a quella massima di cm. 7/8[3].
La materia prima è rappresentata dal filo, una volta in canapa, ora in lino grezzo o sbiancato.
Oggi
modificaLa tradizione viene portata avanti, ancora oggi, dalla cooperativa "Les Dentellières de Cogne". Ai pizzi e alla loro lavorazione è dedicata l'esposizione permanente nella Mèison di pitz.
Note
modifica- ^ Maison Di Pitz - Les Dentelles Di Cogne – Giroparchi
- ^ I pizzi di Cogne - Cooperativa "Les Dentellières" | Valle d'Aosta, su lovevda.it. URL consultato il 29 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2016).
- ^ Pizzo di Cogne, su pizzodicogne.it. URL consultato il 29 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2015).
Bibliografia
modifica- Attilio Boccazzi Varotto, Dentelles de Cogne, Priuli & Verlucca, 1996