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Crocodylinae

sottofamiglia di rettili

I Crocodylinae o veri coccodrilli sono una sottofamiglia di grandi rettili semiacquatici diffusi negli ambienti tropicali di Africa, Asia, Americhe ed Australia. In questo articolo non viene utilizzato un senso più ampio del termine coccodrillo, Crocodylidae che include Tomistoma. Il termine coccodrillo qui si applica solo alle specie all'interno della sottofamiglia di Crocodylinae. Il termine è talvolta usato ancora più liberamente per includere tutti i membri esistenti dell'ordine Crocodylia, che include anche alligatori e caimani (famiglia Alligatoridae), i gaviali e il falso gaviale (famiglia Gavialidae) e tutti gli altri Crocodylomorphi viventi e fossili.

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Crocodylinae

Dettagli della testa di coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus) e coccodrillo marino (Crocodylus porosus)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseReptilia
OrdineCrocodilia
FamigliaCrocodylidae
SottofamigliaCrocodylinae
Cuvier, 1807
Nomenclatura binomiale
Crocodylus niloticus
Laurenti, 1768
Generi

Sebbene appaiano simili, i coccodrilli, gli alligatori e il gaviali appartengono a famiglie separate. Il gaviale, con il suo muso lungo e stretto, è più facile da distinguere, mentre le differenze morfologiche sono più difficili da individuare tra coccodrilli e alligatori. Le differenze esterne più evidenti sono visibili nella testa, dove i coccodrilli hanno un muso più stretto, allungato e a forma di V, mentre gli alligatori e i caimani presentano una testa più smussata e a forma di U. Un altro tratto evidente per distinguere un alligatore da un coccodrillo, sono le fauci: nei coccodrilli le fauci hanno la stessa larghezza e i denti della mascella e della mandibola si incastrano fra di loro quando la bocca è chiusa, mentre negli alligatori la mascella è più lunga della mandibola, ed i denti della mascella coprono quelli della mandibola. Inoltre, quando la bocca dei coccodrilli è chiusa, il grande quarto dente della mandibola si inserisce in una costrizione della mascella. Negli esemplari più difficili da distinguere, il dente sporgente è la caratteristica più affidabile per definire le specie e la famiglia.[1] Inoltre, i coccodrilli hanno una palmatura più evidente negli arti posteriori e tollerano meglio l'acqua salata a causa delle ghiandole saline specializzate per filtrare il sale, che è presente, ma non funzionante, negli alligatori. Un altro tratto che separa i veri coccodrilli dagli altri coccodrilli è il loro livello di aggressività molto più elevato.[2]

Le dimensioni, la morfologia, il comportamento e l'ecologia dei veri coccodrilli differiscono leggermente tra le specie. Tuttavia, hanno anche molte somiglianze in queste aree. Tutti i coccodrilli sono semiacquatici e tendono a riunirsi in habitat di acqua dolce come fiumi, laghi, zone umide e talvolta in acque salmastre e salate. Sono animali carnivori, che si nutrono principalmente di vertebrati come pesci, rettili, uccelli e mammiferi e talvolta di invertebrati come molluschi e crostacei, a seconda della specie e dell'età. Tutti i coccodrilli sono specie tropicali che, a differenza degli alligatori, sono molto più sensibili al freddo. I veri coccodrilli si separarono dal resto di Crocodilia durante l'Eocene, circa 55 milioni di anni fa.[3] Molte specie oggi sono a rischio d'estinzione, ed alcune sono classificate come in pericolo critico d'estinzione.

Tassonomia e filogenesi

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Coccodrillo americano, al La Manzanilla, Jalisco, Mexico
 
Cranio dell'estinto Voay robustus

La maggior parte delle specie sono raggruppate nel genere Crocodylus. L'altro genere esistente, Osteolaemus, è monotipico (come lo sarebbe Mecistops, se venisse riconosciuto come coccodrillo).

Filogenesi

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Il seguente cladogramma segue la topologia di un'analisi del 2012 dei caratteri morfologici di Christopher A. Brochu e Glenn W. Storrs. Molte specie estinte di Crocodylus potrebbero rappresentare più generi. C. suchus non è stato incluso in questa analisi perché i suoi codici morfologici erano identici a quelli di C. niloticus. Tuttavia, gli autori hanno suggerito che potrebbe essere spiegato dal loro campionamento del campione e hanno considerato le due specie distinte.[4]

 Crocodyloidea 

"Asiatosuchus" germanicus

Prodiplocynodon langi

Asiatosuchus grangeri

"Crocodylus" affinis

"Crocodylus" depressifrons

Brachyuranochampsa eversolei

"Crocodylus" acer

 Crocodylidae 

Kentisuchus spenceri

Dollosuchoides densmorei

Megadontosuchus arduini

Gavialosuchus eggenburgensis

Toyotamaphimeia machikanensis

Tomistoma lusitanica

Tomistoma schlegelii

"Tomistoma" cairense

Thecachampsa antiqua

Thecachampsa americana

Thecachampsa carolinense

Penghusuchus pani

Paratomistoma courti

Maomingosuchus petrolicus

"Crocodylus" megarhinus

Kambara implexidens

Australosuchus clarkae

Trilophosuchus rackhami

Quinkana

Brochuchus pigotti

"Crocodylus" gariepensis

Euthecodon arambourgii

Euthecodon brumpti

Rimasuchus lloydi

Voay robustus

Osteolaemus osborni

Osteolaemus tetraspis

Mecistops cataphractus

 Crocodylus 

C. checchiai

C. palaeindicus

C. anthropophagus

C. thorbjarnarsoni

C. niloticus

C. siamensis

C. palustris

C. porosus

C. johnsoni

C. mindorensis

C. novaeguineae

C. raninus

C. acutus

C. intermedius

C. rhombifer

C. moreletii

  1. ^ Crocodilian Biology Database - FAQ - What's the difference between a crocodile and an alligator, su flmnh.ufl.edu. URL consultato il 5 aprile 2009.
  2. ^ Guggisberg, C.A.W., Crocodiles: Their Natural History, Folklore, and Conservation, Newton Abbot, David & Charles, 1972, p. 195, ISBN 978-0-7153-5272-4.
  3. ^ L.A. Buchanan, Kambara taraina sp. nov (Crocodylia, Crocodyloidea), a new Eocene mekosuchine from Queensland, Australia, and a revision of the genus, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 29, n. 2, 2009, pp. 473-486, DOI:10.1671/039.029.0220.
  4. ^ C. A. Brochu e G. W. Storrs, A giant crocodile from the Plio-Pleistocene of Kenya, the phylogenetic relationships of Neogene African crocodylines, and the antiquity of Crocodylus in Africa, in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 32, n. 3, 2012, p. 587, DOI:10.1080/02724634.2012.652324.

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