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Chetotassi dei Ditteri

carattere morfologico utilizzato per la descrizione e la determinazione tassonomica

La chetotassi dei Ditteri è un carattere morfologico utilizzato per la descrizione e la determinazione tassonomica all'interno di questo ordine. Fa fondamentalmente riferimento ad una codificazione della distribuzione degli annessi tricoidei più vistosi (setole o macrotrichi o macrochete) nelle più importanti regioni del corpo.

Chetotassi del capo di un calliforide.

Questa codificazione è particolarmente accurata nel caso del capo e del torace, tuttavia, ai fini tassonomici, la descrizione si estende talvolta anche alla chetotassi delle antenne, delle zampe, delle ali e dell'addome. Nella maggior parte dei casi, questi annessi tegumentali sono apomorfie impiegate per l'analisi cladistica, spesso come elementi fondamentali per la definizione dei nodi.

Chetotassi del capo

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Rappresentazione schematica della morfologia del capo di un dittero muscoide
 
1: labello; 2: labbro inferiore (labium); 3: palpo mascellare; 4: labbro superiore (labrum); 5: area subgenale; 6: clipeo; 7: area fronto-orbitale; 8: setole fronto-orbitali; 9: setola verticale esterna; 10: setola verticale interna; 11: setole postocellari; 12: ocelli; 13: setole ocellari; 14: occhio composto; 15: sutura frontale o sutura ptilinale; 16: antenna; 17: arista; 18: vibrissa.

Setole facciali

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Sono posizionate ai lati della faccia, in prossimità delle parafacce.

Setole fronto-orbitali

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Sono posizionate nella regione frontale fra il margine frontale dell'occhio composto e l'inserzione delle antenne. Nella descrizione si fa spesso riferimento al numero, allo sviluppo in lunghezza e all'inclinazione assunta in avanti (proclinate), all'indietro (reclinate), lateralmente all'esterno (lateroclinate) o all'interno (medioclinate).

In base alla posizione si distinguono due tipi di setole fronto-orbitali:

  • orbitali o periorbitali: sono allineate parallelamente al margine frontale dell'occhio composto, talvolta distinte in superiori e inferiori;
  • frontali o interfrontali: sono posizionate nella regione frontale, fra il triangolo ocellare e la lunula, e in genere sono di minore sviluppo rispetto alle periorbitali.

Setole genuali

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Non sempre presenti, sono disposte sulle gene, fra l'occhio composto, la faccia e il margine peristomale.

Setole occipitali

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Sono peli o setole brevi posizionate nella regione occipitale, in genere in numero elevato, fra le postoculari e il collo. In genere non sono menzionate nelle descrizioni.

Setole ocellari

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In numero di due, in genere, sono inserite nella placca ocellare ai lati dell'ocello anteriore e sono rivolte in avanti. Nella descrizione si fa in genere riferimento solo alla loro presenza.

Setole paraverticali

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Sono posizionate nella regione occipitale, dietro le setole verticali. Nelle descrizioni si fa riferimento alla loro eventuale presenza. Diversi Autori usano la denominazione alternativa di setole occipitali interne.

Setole postgenuali

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Sono posizionate nelle gene sopra l'apparato boccale, dietro le eventuali sottovibrissali. In genere non sono menzionate nelle descrizioni.

Setole postocellari

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Dette anche setole postverticali, sono costituite da un paio di setole inserite nella sommità del capo (vertice) immediatamente dietro la placca ocellare. Nella descrizione si fa spesso riferimento all'inclinazione laterale e si specifica perciò l'eventuale convergenza o divergenza. In alcuni gruppi, le setole postocellari sono assenti, ma al loro posto può comparire un paio di peli della placca ocellare più sviluppati degli altri; in questo caso, molti Autori usano la denominazione di setole pseudopostocellari.

Setole postoculari

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Sono presenti nella regione parietale e si allineano parallelamente al margine posteriore dell'occhio composto. Sono per lo più rappresentate da numerose brevi setole e sono presenti nella maggior parte dei taxa. Per questo motivo, spesso non sono menzionate e, in ogni modo, si fa riferimento esclusivamente alla loro presenza.

Setole sopracervicali

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Sono brevi setole, riunite in due ammassi simmetrici nella parte posteriore del capo, immediatamente sopra il foro occipitale. In genere non sono prese in considerazione ai fini tassonomici.

Setole sopravibrissali

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Sono posizionate sulle gene anteriormente e dorsalmente rispetto alle vibrisse. In genere non si fa riferimento alla loro presenza se non quando sono determinanti ai fini tassonomici.

Setole sottovibrissali

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Sono posizionate sulle gene posteriormente rispetto alle vibrisse. In genere non si fa riferimento alla loro presenza se non quando sono determinanti ai fini tassonomici.

Setole verticali

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Sono in genere rappresentate da due paia di setole allineate ai lati del vertice, fra l'occhio composto e la placca ocellare, formanti una serie trasversale con le postocellari. In base alla posizione, in ogni lato si distingue una verticale esterna (o verticale laterale), adiacente al margine dorsale dell'occhio, e una verticale interna (o verticale mediale), più vicina alla placca ocellare. Sono presenti nella maggior parte dei taxa e non presentano particolari specificità, perciò nella descrizione ci si limita spesso a specificarne l'eventuale assenza.

Vibrisse

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Sono due robuste setole presenti in molti taxa e si dispongono sull'angolo che delimita il passaggio tra il clipeo e le gene, presso il margine anteriore dell'apertura boccale. In genere assumono una posizione orizzontale e si dirigono in avanti e trasversalmente, incrociandosi davanti alla base del labbro superiore.

Chetotassi del torace

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Rappresentazione schematica della morfologia del torace di un dittero muscoide
 
(vista dorsale)
 
(vista laterale)
1: mesoprescuto; 2: callo omerale; 3: notopleuron; 4: mesoscuto; 5: callo posteriore; 6: mesoscutello; 7: sutura trasversa; 8: postscutello; 9: metanoto; 10: base dell'ala; 11: mesopleuro-tergite o laterotergite o katatergite; 12: bilanciere; 13: stigmi; 14: metapleuron; 15: metacoxa; 16: hypopleuron o meron; 17: mesocoxa; 18: sutura epimerale; 19: mesoepimero o anepimero; 20: mesoepisterno ventrale o katepisterno; 21: sutura episterno-precoxale; 22: procoxa; 23: sutura pleurale; 24: mesoepisterno dorsale o anepisterno; 25: propleuron.

Setole e peli: a: acrosticali; dc: dorsocentrali; ph: postomerali; om: omerali; ps: presuturali; np: notopleurali; ia: intralari (postsuturali); sa: sopralari (postsuturali); pa: postalari; psct: scutellari.

La chetotassi del torace è codificata specificamente per la zona dorsale indicando il numero e la distribuzione negli scleriti del mesotergite e genericamente, facendo riferimento, per lo più, all'eventuale presenza, per gli scleriti pleurali.

Setole acrosticali

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Sono allineate nella zona mediana del mesonoto in una o più serie longitudinali. Si usa talvolta distinguere fra setole presuturali e postsuturali in relazione alla posizione rispetto alla sutura trasversa. In genere si fa riferimento alla loro presenza, allo sviluppo in lunghezza e al rapporto che hanno con le setole dorsocentrali. Spesso sono assenti vere e proprie setole, sostituite da peli più o meno sviluppati.

Setole anepisternali

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Sono presenti nell'episterno dorsale, generalmente due, oltre all'eventuale presenza di peli o setoline. Si tratta di un importante elemento diagnostico che fa riferimento al numero, allo sviluppo comparato, alla posizione.

Setole dorsocentrali

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Sono allineate su due serie longitudinali simmetriche ai lati delle setole acrosticali, fra la linea longitudinale mediana e il margine dorso-laterale. Anche in questo caso si usa talvolta distinguere fra setole presuturali e postsuturali. Nelle descrizioni si fa in genere riferimento alla presenza e al numero di setole dorsocentrali.

Setole infralari

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Sono inserite presso il margine laterale del mesoscuto, all'altezza dell'inserzione dell'ala, più internamente rispetto alle sopralari.

Setole katepisternali

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Sono inserite nell'episterno ventrale. In genere è presente una sola setola, più sviluppata di altre eventualmente presenti. Insieme alle anepisternali sono l'elemento diagnostico di maggiore rilevanza nella caratterizzazione della chetotassi della regione pleurale.

Setole notopleurali

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Sono inserite sul notopleuron ed hanno perciò una posizione latero-dorsale. Nelle descrizioni si fa riferimento alla presenza e al numero.

Setole omerali

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Dette anche setole postpronotali, sono inserite anteriormente sul callo operale (o pospronoto) in entrambi i lati ed hanno perciò una posizione latero-dorsale anteriore. Nelle descrizioni si fa riferimento all'eventuale presenza e numero.

Setole pleurali

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Il termine fa genericamente riferimento alle setole posizionate sugli scleriti laterali del torace. Molti Autori, nelle descrizioni, non usano nomi specifici per queste setole ma si limitano a specificare l'eventuale presenza e numero nei singoli scleriti, oppure attribuiscono aggettivi derivati dal nome dello sclerite. La chetotassi più frequente relativa alle pleure è rappresentata dai seguenti annessi tricoidei:

  • setole proepisternali, posizionate sull'episterno del primo segmento toracico (proepisterno);
  • setole anepisternali, posizionate sull'episterno dorsale (anepisternum), in genere allineate verticalmente lungo la sutura pleurale;
  • setole katepisternali, portate sull'episterno ventrale (katepisternum) in vario numero e posizione;
  • setole anepimerali, portate sull'epimero dorsale (anepimeron), spesso allineate lungo il margine dorsale, sotto l'inserzione dell'ala;
  • setole katepimerali, portate sull'epimero ventrale (katepimeron), in varie posizioni.

Setole postalari

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Sono inserite sul margine laterale posteriore del mesoscuto (callo postalare) e sono però posizionate dietro l'inserzione dell'ala.

Setole postomerali

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Sono setole presuturali inserite ai margini laterali del mesoprescuto, medialmente e posteriormente rispetto ai calli omerali.

Setole postsuturali

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Genericamente fanno riferimento a tutte le setole inserite sul mesoscuto dietro la sutura trasversa.

Setole prescutellari

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Sono setole acrosticali posteriori, inserite prima della sutura scutoscutellare, spesso più evidenti rispetto alle altre acrosticali ridotte a peli.

Setole presuturali

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Genericamente fanno riferimento a tutte le setole inserite sul mesoscuto prima della sutura trasversa.

Setole scutellari

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Sono inserite sullo scutello, in varie posizioni, spesso lungo il margine laterale e posteriore. In genere si fa riferimento al numero e alla presenza, ma a volte si indica anche la posizione. In questo caso la setola è detta basale se inserita sul margine laterale anteriore, subapicale se inserita sul margine laterale posteriore, apicale se inserita sul margine posteriore, discale se inserita al centro dello scutello.

Setole sopralari

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Sono inserite sul margine laterale anteriore del mesoscuto, in posizione anteriore e dorsale rispetto all'inserzione dell'ala.

Chetotassi delle antenne

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La chetotassi delle antenne non usa una terminologia specifica e nelle descrizioni si fa in genere riferimento alla presenza di setole o altri annessi tricoidei sui singoli articoli (scapo, pedicello, primo flagellomero e stilo).

Chetotassi delle zampe

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Le descrizioni, in genere, prendono in considerazione l'eventuale presenza, numero e disposizione di setole nella zona apicale delle tibie, l'elemento morfologico più importante ai fini tassonomici. Altre informazioni generiche, in genere, possono riguardare la distribuzione di peli o setole nel resto della tibia o sui femori.

Chetotassi delle ali

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Anche nel caso delle ali non si fa riferimento ad una terminologia specifica ma ci si limita a indicare la presenza di annessi tricoidei su determinate parti dell'ala. In genere, nelle descrizioni, si prende in considerazione la presenza e l'aspetto di setole o serie di setole su alcune nervature (in particolare la base della costa e i rami della radio), il margine dell'alula e il margine del lobo anale.

Ai fini tassonomici e cladistici è di particolare importanza la presenza di una lunga e robusta setola sul margine anteriore dell'ala, alla base della costa. Questo carattere è infatti ritenuto un'apomorfia all'interno degli Empidoidea.

Chetotassi dell'addome

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La presenza di setole nell'addome è in genere documentata, nelle descrizioni, per lo più facendo riferimento all'eventuale presenza di frange di setole o altre formazioni che si dispongono soprattutto in prossimità dei margini posteriori di determinati tergiti.

Bibliografia

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  • James Francis McAlpine. Morphology and Terminology - Adults. In: J.F. McAlpine, B.V. Peterson, G.E. Shewell, H.J. Teskey, J.R. Vockeroth, D.M. Wood (a cura di) Manual of Nearctic Diptera, Volume 1. Research Branch, Agriculture Canada, Monograph 27, 1981: 9-64. ISBN 0-660-10731-7. (In inglese).
  • Bernhard Merz, Jean-Paul Haenni. Morphology and terminology of adult Diptera (other than terminalia). In: László Papp, Béla Darvas (a cura di) Manual of Palaearctic Diptera. Volume 1: General and Applied Dipterology. Budapest, Science Herald, 2000: 22-51. ISBN 963-04-8839-6. (In inglese).

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