Papers by Valerio Del Nero
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Sull'uso politico di un testo di Vives durante la guerra civile spagnola, 2013
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
A Companion to Juan Luis Vives, 2008
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Una proposta educativa e pedagogica del '500: le due "Epistolae de ratione studii puerilis" di Vives., 2020
Una proposta educativa e pedagogica del '500: le due "Epistolae de ratione studii puerilis" di Vi... more Una proposta educativa e pedagogica del '500: le due "Epistolae de ratione studii puerilis" di Vives. L'umanista spagnolo Juan Luis Vives (1492/3-1540), che negli anni venti del Cinquecento vive a Bruges, compie in quel decennio dei viaggi in Inghilterra dove soggiorna per alcuni periodi, durante i quali conosce intellettuali umanisti, insegna ad Oxford, e soprattutto entra in relazione con i reali, Enrico VIII e Caterina, i rapporti con i quali restano cordialmente intensi fino all'emergere della loro crisi matrimoniale. Va precisato che Vives aveva dedicato da poco al sovrano inglese l'ampio commentario al De civitate Dei di S. Agostino ed era curioso ed ansioso di entrare in contatto con la società inglese. Uomo di cultura ormai affermato e pubblicamente riconosciuto, era stato elogiato da Erasmo e sperava giustamente di poter contattare personalmente intellettuali del calibro di Thomas More. 1 Alla regina Caterina egli dedica il suo impegnativo libro sull'educazione della donna cristiana, che esce a stampa nel 1524. 2 Un anno prima aveva steso due interessanti lettere sul metodo di studio per i ragazzi, rivolte rispettivamente alla regina stessa per la figlia Maria e a Charles Mountjoy, figlio di William Blount IV Barone Mountjoy, uno dei più colti ed influenti cortigiani del tempo. Mary e Charles erano nati entrambi nel 1516. Inoltre nascono dal medesimo ambiente due altri notevoli e fortunati testi, Introductio ad sapientiam e Satellitium animi, il secondo dei quali è dedicato a Maria Tudor, che sarà opportuno esaminare autonomamente in altra sede. 3 E' probabile che Vives tenesse particolarmente ai consigli formativi da offrire alla sovrana per la piccola Maria, data la sua relazione in quel momento particolarmente stretta con la corte inglese. Nella dedica del De ratione studii puerilis dichiara di rispondere ad un cogente invito o, più esplicitamente, ad un ordine di Caterina a scrivere una breve sintesi di metodo educativo della quale possa servirsi il precettore della figlia: 4 «Parui libens tibi cui in rebus molto majoribus obsequi vellem, si possem. [Ti ho obbedito volentieri 1 E. González González, Juan Luis Vives. Works and Days, in A Companion to Juan Luis Vives, Edited by C. Fantazzi, Introductio ad sapientiam, Satellitium sive Symbola, Epistolae duae de ratione studii puerilis, Lovaina, P. Martens 1524 (questa prima edizione con l'aggiunta di alcune note a Svetonio è ripubblicata a Bruges nel 1526, a Parigi nel 1527, ad Anversa nel 1530). Per una trad. ital. di Introductio ad sapientiam e Satellitium cfr. J. L. Vives, Scritti spirituali, a cura di V. Del Nero, Brescia, Morcelliana 2018. 4 La prima edizione è dunque del 1524. Citerò questo testo per Maria, per comodità, dalla seguente edizione: J. L. Vives, De ratione studii puerilis, in Idem, Opera Omnia, I , ed G. Mayans, Valenciae, In Officina Benedicti Monfort 1782, pp. 256-269. La Ratio indirizzata a Charles Mountjoy si legge invece, in questo medesimo volume, alle pp. 270-280. Qui di seguito si distingueranno e si citeranno sempre come De ratione studii puerilis I e II. Va precisato che la discussione impostata da Vives tiene presente la scuola e la formazione umanistica nella quale il latino svolgeva un ruolo centrale. In linea generale scuole di questo tipo si definivano per «latinantes». Sul latino in età umanistica va tenuta presente la sintesi di S. Rizzo, Il latino nell'Umanesimo, in Letteratura italiana, V , Le Questioni, Direz. di A. Asor
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Ancora brevi considerazioni sul modello educativo umanistico. Credo che non sia inutile, anzi che... more Ancora brevi considerazioni sul modello educativo umanistico. Credo che non sia inutile, anzi che sia produttivo, porsi qualche semplicissima e magari ingenua domanda sull'esistenza, o meno, di un modello educativo-pedagogico umanistico e, naturalmente, sulla sua validità o meno. Dico subito che non solo questo modello è esistito ed è stato vitale, ma che esso ha costituito il fondamento della scuola moderna europea, arrivando ad incidere nei percorsi formativi di vari paesi fin quasi ai giorni nostri. La cultura umanistico-rinascimentale, a mio parere una vera rivoluzione nell'occidente, è riuscita ad elaborare degli specifici fondamenti educativo-pedagogici, saldamente strutturati e di forte incidenza sul lungo periodo. L'esperienza della scuola cattolica e di quella protestante nell'età del confessionalismo è impensabile al di fuori di questo paradigma. Sicuramente bisogna tener conto del contesto e delle consolidate partizioni storiografiche che, per quanto convenzionali e fluide esse possano essere, hanno assegnato il posto che merita al Rinascimento quale porta di ingresso alla modernità. Da questo punto di vista, senza riaffrontare qui la disputa su continuità o rottura tra Medioevo e Rinascimento, bisogna ammettere che l'età moderna si è collegata col Rinascimento ben più strettamente di quanto quest'ultimo abbia fatto con l'età di mezzo. E' altrettanto certo che occorre tener conto di quello che l'antichità classica e cristiana hanno rappresentato anche per l'educazione e la pedagogia medievali e rinascimentali. Per i mille anni del Medioevo, sarà qui possibile offrire ovviamente solo qualche succinto spunto bibliografico di terreni di indagine, anche in considerazione dell'enorme differenza che intercorre, ad esempio, tra i tempi alto medioevali e il XIV secolo. 1 Bisogna poi porsi un'altra questione: i problemi educativi e pedagogici rappresentano una innegabile complessità culturale, sociale e politica, oserei dire sociologica, usando in maniera cronologicamente azzardata un attributo che non appartiene alla elaborazione teorica dei secoli prima della contemporaneità. In pratica, al centro del discorso educativo e pedagogico in età umanistica si pone la scuola in tutte le sue articolazioni, con la didattica, il curriculum, la dialettica docenti-allievi, la profonda relazione coi poteri politici e religiosi e così via. Ci sono gli insegnamenti di base, il latino in primo luogo, che incarnano un senso della continuità straordinario: problema importante e discusso, sul quale bisognerà tornare. Poi, tra educazione e pedagogia, che non sono sovrapponibili, si pongono notevoli distinzioni, a più riprese affrontate dagli studiosi. A mio parere qui si radica un nodo (e uno snodo) di grande rilievo per capire gli sviluppi e i mutamenti della trasmissione scolastica del sapere tra Medioevo ed Età moderna: uno dei meriti dell'Umanesimo quattro-cinquecentesco, in Italia e in Europa, è stato quello di recuperare, rilanciare ed elaborare su base nuova una articolata trattatistica pedagogica che è diventata una copiosa sorgente di idee e
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Some remarks on history of education in XVth century.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Books by Valerio Del Nero
Vives wrote interesting spiritual works.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Research about the philosophical Masterpiece (1531) by Juan Luis Vives, which is divided in two P... more Research about the philosophical Masterpiece (1531) by Juan Luis Vives, which is divided in two Parts: the Analysis of the Decadence of the Arts and the Project of reconstructing the Knowledge.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Drafts by Valerio Del Nero
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Educazione e Riforma protestante: il caso luterano. Le relazioni tra educazione, pedagogia, scuol... more Educazione e Riforma protestante: il caso luterano. Le relazioni tra educazione, pedagogia, scuola e mondi della Riforma protestante e delle confessioni evangeliche sono state più volte affrontate e sondate. Esse sono sottese ad un arco storico amplissimo, comprendente tutta l'età moderna fino ad arrivare al cuore di quella contemporanea, e ad una grande varietà di situazioni geografiche, in prima istanza europee, ma anche extraeuropee. Qui si vogliono esprimere semplicemente alcune considerazioni che tentano di ricollegare i punti del crescente interesse per le tematiche educative peculiari della Riforma e dei suoi protagonisti in Europa dal Rinascimento in poi, in prima istanza nella dimensione di lotta e di confronto col cattolicesimo romano che ne caratterizza le origini e gli sviluppi storici. 1 Le chiese della Riforma si riconoscono in alcuni princìpi dottrinali di fondo, per i quali si distinguono dalla chiesa cattolica romana, in conseguenza della rottura con essa e della elaborazione di pensieri e di prassi ecclesiali innovative, di cui l'operato di Martin Lutero è l'indiscutibile fonte. Tutte le confessioni della Riforma si sono interessate convintamente del problema educativo, rispetto al quale tuttavia occorre distinguere almeno tra la riflessione di Lutero e di Melantone all'interno del luteranesimo, di Sturm legato all'esperienza particolare della città di Strasburgo, nonché di quella del calvinismo. La realtà storica è naturalmente molto più articolata e complessa di questo schema scheletrico, ma probabilmente esso può risultare utile per un primo orientamento e per una sintetica riconsiderazione della problematica. 2 1 P. G. Wallace, La lunga età della Riforma, tr. it., Bologna, il Mulino 2006. 2 In un caso come questo non ci si può limitare ad estrarre un po' meccanicamente le tematiche educative dal più ampio contesto religioso e politico della Riforma, della quale è pertanto necessario conoscere almeno i lineamenti e gli sviluppi generali. D'altra parte la bibliografia sulla Riforma è enorme, ma alcuni testi di carattere generale sono indispensabili per offrire un utile inquadramento di base: Storia del Mondo moderno. Vol. II. La Riforma (1520-1559), a cura di G. R. Elton, tr. it.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Un fortunatissimo testo per lo studio del latino: «Linguae Latinae Exercitatio» di Juan Luis Vive... more Un fortunatissimo testo per lo studio del latino: «Linguae Latinae Exercitatio» di Juan Luis Vives. a) Un modello umanistico di successo. Nel 1538, due anni prima della morte, l'umanista spagnolo Juan Luis Vives finisce di scrivere a Breda i dialoghi intitolati Linguae Latinae Exercitatio, che verranno pubblicati l'anno successivo, due volte a Basilea presso l'editore Winter, nel mese di marzo (editio princeps) e nel mese di luglio. Sempre nel 1539 quest'opera viene stampata nel luglio ad Anversa, poi a Lione, a Milano e a Parigi. Verrà naturalmente inserita nelle edizioni degli Opera Omnia di Basilea del 1555 e di València nel '700. La fortuna editoriale di questo testo sarà eccezionale. Ne troviamo infatti edizioni e traduzioni fino al XX secolo inoltrato. 1 La struttura del testo, come abbiamo accennato, è dialogica e abbastanza frequentemente le edizioni successive alla scomparsa dell'autore riportano il duplice titolo di Colloquia sive linguae latinae exercitatio. La prima parte di questo titolo, per altro, richiama subito alla mente i Colloquia di Erasmo, grande opera di taglio religioso, e perfino di riforma religiosa del cristianesimo, elaborata ed accresciuta in un lungo arco di tempo, che manifesta però con evidenza un'origine umilmente pedagogica ed educativa. Un'opera il cui messaggio di fondo è, in molte pagine, ironicamente tagliente e corrosivo. 2 Tratti, questi, diversamente
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il 'De institutione principis christiani' e la centralità del progetto educativo nel pensiero di ... more Il 'De institutione principis christiani' e la centralità del progetto educativo nel pensiero di Erasmo da Rotterdam Un profondo interesse per l'educazione e la pedagogia sorregge tutta la produzione di Erasmo da Rotterdam (1466 o 1469 / 1536). Esso si condensa particolarmente in precisi scritti di taglio formativo, quali il De institutione principis christiani, il De pueris statim ac liberaliter instituendis e il De civilitate morum puerilium, ma lo si percepisce con chiarezza anche in numerose altre sue opere che sono fondamentali per comprenderne la riflessione religiosa e filosofica. Anzi, credo sia legittimo sostenere che alcuni dei suoi più celebri testi, come Antibarbari, Elogio della follia, Il lamento della pace, Adagia, Ratio verae theologiae, Ciceronianus, Ecclesiastes, presentano numerosi messaggi, indicazioni e risvolti di taglio educativo. Il modello erasmiano di <<paideia>> inoltre, come manifesta un'evidente ed originale collocazione nella cornice culturale del XVI secolo, così affonda a sua volta le proprie radici nell'Umanesimo quattrocentesco. 1 Nell'esaminare il problema educativo e pedagogico in Erasmo è naturalmente possibile procedere attraverso varie vie. Qui si sceglierà quella che privilegia l'analisi di un testo specifico, famoso, oggetto di numerosi studi ed interventi critici, il De 1 Si comprende perché una studiosa sensibile alle problematiche educative come la Gualdo Rosa abbia voluto intitolare una raccolta di suoi saggi 'umanistici' sotto il segno della 'paideia': cfr. L. GUALDO ROSA, La paideia degli umanisti. Un'antologia di scritti, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2017. Per un inquadramento generale del pensiero erasmiano conviene muovere da alcune classiche monografie: J. HUIZINGA, Erasmo, tr. it., Milano, Arnoldo Mondadori 1958; R. H. BAINTON. Erasmo della cristianità. Introduzione di A. Rotondò, tr. it., Firenze, Sansoni 1970; L. E. HALKIN, Erasmo. Introduzione di E. Garin, Roma-Bari, Laterza 1989; C. AUGUSTIJN, Erasmo da Rotterdam. La vita e l'opera, tr. it., Brescia, Morcelliana 1989; C. OSSOLA, Erasmo nel notturno d'Europa, Milano, Vita e Pensiero 2015. Un buon profilo è quello di A. PROSPERI, Introduzione ai Colloquia, in ERASMO DA ROTTERDAM, Elogio della follia-Colloquia, Milano, Arnoldo Mondadori Editore 2008, pp. 225-274. Per la biografia e per lo sviluppo della sua ricerca è indispensabile l'Opus epistolarum Des. Erasmi Roterodami denuo recognitum et auctum, a cura di P. Stafford Allen e altri, 12 voll., Oxford, In Typographeo Clarendoniano 1906-1958. Testo e traduzione italiana delle lettere erasmiane che si rapportano alla Riforma, comprese fra il 1516 e il 1524, si leggono in ERASMO DA ROTTERDAM, Mihi placet concordia. Lettere sulla Riforma, a cura di G. Moro, 3 voll., Torino, Nino Aragno Editore 2010-2011. Per le relazioni con l'educazione e la pedagogia del XV secolo bisogna tener conto in particolare di autori quali Francesco Petrarca, Guarino Veronese, Battista Guarino, Maffeo Vegio, Enea Silvio Piccolomini ed altri, nonché degli studi critici di Garin, Viti, Rizzo, Black, etc. che permettono di capire l'allargamento all'Europa della dimensione pedagogica dell'Umanesimo quattrocentesco. Per una sintetica introduzione al problema educativo in Erasmo cfr. V. DEL NERO, «Et in planta cicuranda vigilas, in filio dormitas?». L'educazione in Erasmo, «Bruniana & Campanelliana», XIX, 2, 2013, pp. 29-38. Fondamentale è la monografia di J.-C. MARGOLIN, Érasme précepteur de l'Europe, Paris, Julliard 1995. Un'apprezzabile sintesi della scuola durante il Medioevo, che giunge ad analizzare anche aspetti dell'educazione umanistica, è quella di P. ROSSO, La scuola nel Medioevo. Secoli VI-XV, Roma, Carocci 2018, con relativa bibliografia.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Personal works: books, essays, review of books etc., in particular about Renaissance and Modern ... more Personal works: books, essays, review of books etc., in particular about Renaissance and Modern Age.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Note sul libro di Rocco Rubini, The Other Renaissance. Il libro di Rocco Rubini, The Other Renais... more Note sul libro di Rocco Rubini, The Other Renaissance. Il libro di Rocco Rubini, The Other Renaissance. Italian Humanism between Hegel & Heidegger, Chicago-London, The University of Chicago Press 2014, è frutto di una ricerca documentata, interessante e coraggiosa. Attraverso il filo rosso del concetto di Rinascimento vi si snoda un ricco e complesso percorso storico e filosofico, incentrato particolarmente, anche se non esclusivamente, sull'Italia. A lettura finita, si rimane sinceramente ammirati della capacità dell'autore di toccare tanti autori e testi in relazione a snodi storici pregnanti e assai differenziati, senza lasciarsi sfuggire l'oggetto centrale del lavoro, il Rinascimento appunto. Tra i principali referenti di questa analisi sono protagonisti della filosofia tedesca come Hegel e Heidegger: del resto, come sarebbe possibile per esempio emarginare Hegel dall'interpretazione della filosofia italiana otto-novecentesca, nella quale il Rinascimento ricorre frequentemente come una pietra di paragone della condizione storico-politica esistente piuttosto che come un vuoto ornamento estetizzante? Una volta conclusa la spaventosa seconda guerra mondiale, anche l'Umanesimo, componente comunque decisiva della <<rinascita>> quattro-cinquecentesca, non poteva non subire i riflessi di una crisi radicale di valori culturali. L' <<humanistic existentialism>> di Sartre e l' <<antihumanism>> di Heidegger sono letti da Rubini come simboliche posizioni in contrasto tra loro che evidenziano letture diverse della profonda rottura verso ogni umanesimo generico, e quindi ideologico. Forse le specifiche prese di posizione di questi due filosofi sono state anche troppo valorizzate dall'autore, rispetto ad un Umanesimo storicizzato e letto invece come nocciolo duro della cultura rinascimentale (letteraria, artistica o filosofica che sia), esordio della modernità, periodicamente rivisitata secondo un'ottica differente rispetto al passato, quasi in una sorta di infinito intrattenimento interpretativo sempre rinnovantesi. Il primo di questi due concetti, l'umanesimo generico, oscilla spesso tra l'insignificanza e l'incapacità di mordere la realtà, il secondo, l'Umanesimo storico, tende ad accompagnare ogni seria riflessione sulla storia del nostro passato. Dove invece Rubini coglie un punto centrale del concetto di Rinascimento è nella sua valutazione positiva della figura di Vico, pensatore dal taglio antropologico, anticartesiano rappresentante della filosofia italiana moderna, legato da un filo creativamente robusto con la cultura quattro-cinquecentesca, profondamente influente: <<[…] modern Italian philosophy developed as an increasingly confident Vichianism, invested in a Renaissance precedent that Italians trained themselves to enliven, reactivate, and improve upon, in order to advance or contrast their interlocking political ambitions: unity (Risorgimento), empire (Fascism), and democracy (Republicanism)>> (p. 6). Il modello vichiano vede convergere autobiografia e storia e in questa prospettiva influisce non poco su una storiografia filosofica che si fa proprio autobiografia della nazione, scavando nella propria origine e nei successivi sviluppi (p. 12). E proprio nelle tappe fondamentali della storia italiana contemporanea il Rinascimento diventa un ricorrente ed ambivalente punto di riferimento. Durante il processo di unificazione nazionale, per esempio, il Rinascimento fu sì considerato un antecedente storico, ma di segno negativo (probabilmente è la figura di Francesco De Sanctis quella che riassume in sé questa proposta interpretativa) e, in qualche caso, fonte di vergogna (p. 32). C'è da dire, tuttavia, che Rubini è abile a condurre per mano il lettore tra i labirinti della storia e a delineare i profili di intellettuali italiani del Risorgimento quali Cuoco (<<the first to gain consciousness of a national philosophical tradition>>, p. 46) o Gioberti (il cui profilo è ben scolpito dall'autore nella sua pretesa di risalire indietro non fino al Rinascimento o al Medioevo, ma fino a Dio stesso, p. 48) o Balbo, il quale elaborò il proprio progetto storiografico intorno alle correlate nozioni di libertà e cultura (p. 58).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Book Reviews by Valerio Del Nero
Review of the book 'Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano'.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Valerio Del Nero
Books by Valerio Del Nero
Drafts by Valerio Del Nero
Book Reviews by Valerio Del Nero