L a letteratura relativa al rischio cardiovascolare (CV) in corso di malattie reumatiche sistemic... more L a letteratura relativa al rischio cardiovascolare (CV) in corso di malattie reumatiche sistemiche \ue8 estremamente ricca e, negli ultimi anni, molto si \ue8 scritto sull\u2019impatto esercitato dalla terapia con farmaci biologici, in particolare gli anti-TNF-alfa. Nel rapporto esistente tra malattie reumatiche e rischio CV, alcuni aspetti appaiono di particolare rilevanza e meritevoli di approfondimento. Tra questi: \u2014 valutazione del legame tra la flogosi nelle malattie reumatiche e le malattie cardiovascolari (MCV), nonch\ue9 del potenziale predittivo di rischio CV, dei marcatori dell\u2019infiammazione; \u2014 valutazione del legame tra un alto grado \u2013 come si osserva nei reumatismi infiammatori cronici in fase attiva \u2013 piuttosto che un basso grado di flogosi e la cardiopatia ischemica; \u2014 sulla base delle raccomandazioni riportate nelle linee guida EULAR 2009, l\u2019opportunit\ue0 di implementare un programma di screening del rischio CV, nei pazienti con artrite reumatoide (AR) ed altri reumatismi infiammatori, e la sua valutazione attraverso strumenti come il Systematic Coronary Risk Evaluation (SCORE); \u2014 valutazione dell\u2019effetto della terapia con farmaci biologici sulle MCV e sul livello di rischio CV
Objectives: To perform a systematic review aimed to identify studies addressing the effect of the... more Objectives: To perform a systematic review aimed to identify studies addressing the effect of the establishment of a structured organisation programme, named early arthritis clinic (EAC), finalized to manage patients with early arthritis (EA) or suspected early rheumatoid arthritis (ERA). Methods: A literature search was performed until May 2012 using electronic databases. Additional information was obtained through a hand and grey literature search. Primary and secondary outcomes and eligibility criteria have been defined. Results: The search provided a total of 3367 citations and, after the selection process, 11 non randomised controlled trials were selected, including a total of 8240 participants. The efficacy of EAC did clearly emerge with regard to reduction of the referral lag time and of the time to treatment (secondary outcomes). Only two studies met the primary outcomes: one study demonstrated that the EAC contributed to reducing disease activity and radiographic progression but not functional disability, while another reported a reduction of pain after a 6-12-month period of follow-up. Conclusions: Whether the establishment of EAC would improve the prognosis of EA in terms of primary outcomes such as clinical, functional and radiologic progression compared to patients managed outside from EAC does appear a still poorly addressed issue in the literature, which should be recognised as an urgent unmet need by the rheumatology community to gain more evidence-based information on this topic.
N onostante l\u2019efficacia dimostrata in questi anni dalle terapie biologiche nel ri- durre i s... more N onostante l\u2019efficacia dimostrata in questi anni dalle terapie biologiche nel ri- durre i sintomi e nel ritardare o prevenire il danno articolare nei pazienti con artrite reumatoide (AR), \ue8 emerso da subito come non tutti gli agenti biologici abbiano lo stesso tipo di efficacia o tollerabilit\ue0 in tutti i pazienti. Si \ue8 osservato che circa il 30% dei pazienti trattati con anti-TNF-\u3b1 non raggiunge un miglioramento del 20% secondo i criteri dell\u2019American College of Rheumatology (ACR20) per mancanza di efficacia primaria, mentre un\u2019ulteriore percentuale di pazienti ottiene una risposta solo parziale o perde la risposta inizialmente raggiunta, oppure manifesta problemi di tossicit\ue0 tali da richiedere l\u2019interruzione del trattamento 1. Lo switch tra farmaci biologici \ue8 considerato da tempo una delle strategie terapeutiche pi\uf9 utilizzate per superare questi problemi, facilitato dalla disponibilit\ue0 di un numero sempre crescente di agenti biologici. Agli inibitori del TNF-\u3b1 in uso da pi\uf9 tempo (etanercept, infliximab e adalimumab) si sono affiancati nuovi anti-TNF-\u3b1 (golimumab e certolizumab) e agenti mirati all\u2019inibizione di altre componenti del processo infiammatorio, quali rituximab, abatacept e tocilizumab. Nonostante il ricorso massiccio in ambito clinico alla pratica dello switch terapeutico, la maggior parte dei dati relativi a questo aspetto proviene da studi non controllati e retrospettivi, e non \ue8 ancora chiaro quali siano le strategie ottimali riguardo sia alle sequenze preferenziali, sia alle modalit\ue0 di passaggio da una terapia all\u2019altra
European Journal of Internal Medicine, Feb 1, 2014
In primary care and internal medicine settings clinicians are often reluctant to take advantage o... more In primary care and internal medicine settings clinicians are often reluctant to take advantage of the resources that ultrasonography (US) offers as a diagnostic tool in the initial management of patients with inflammatory arthritis, despite the recognised importance of an accurate and timely diagnosis of rheumatoid arthritis (RA) and of early referral to ensure optimal patient management. Both grey-scale (GS) and power Doppler (PD) imaging have been extensively used in early detection of synovitis and bone erosions in patients with inflammatory arthritides. We reviewed the main data on the clinical use of US in the initial management of patients with inflammatory arthritis, focusing on RA diagnosis in patients with undifferentiated arthritis, prediction of disease severity, differential diagnoses and assessment of synovitis in children with juvenile idiopathic arthritis (JIA). The role of US in assessing treatment response and monitoring disease activity in clinical remission was also briefly evaluated. The reliability of US as a diagnostic tool in rheumatological diseases has greatly advanced in the last years and the use of this imaging technique, in association with conventional assessments such as physical examination and serological tests, should be considered more often also in primary care settings.
\uc8 noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbili... more \uc8 noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbilit\ue0 e mortalit\ue0 legato a polmonite e sepsi e come queste infezioni contribuiscano in modo significativo alla riduzione delle aspettative di vita 1-3. Le ragioni per l\u2019aumentata prevalenza di infezioni in questi pazienti non sono completamente chiare, e l\u2019uso di farmaci immunosoppressivi (soprattutto corticosteroidi) sembra contribuire solo in parte all\u2019aumentato rischio. Inoltre, la possibilit\ue0 che i normali segni clinici di infezione siano meno evidenti nei pazienti in trattamento con farmaci antiinfiammatori o immunomodulanti pu\uf2 comportare un ritardo nell\u2019inizio della terapia 1. L\u2019adozione di strategie che comprendano la vaccinazione anti-influenza (V-inf) e antipneumococco (V-pn) sembrano promettenti nel ridurre fino a 4 volte il rischio di ospedalizzazione e di fatalit\ue0 legato alle infezioni polmonari nei pazienti con AR e pertanto le autorit\ue0 sanitarie di molti paesi hanno formulato raccomandazioni specifiche sull\u2019impiego dei vaccini nei soggetti in terapia immunosoppressiva 4. Tuttavia numerosi audit concordano nel registrare un utilizzo subottimale della V-inf e V-pn nei pazienti con AR, nei quali tali strategie di profilassi vengono impiegate in non pi\uf9 del 20-43% dei cas
Gli antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa (anti-TNF-\u3b1) interferiscono con importan... more Gli antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa (anti-TNF-\u3b1) interferiscono con importanti azioni immunitarie esercitate da questa citochina nell\u2019infezione tubercolare (TBC).Il TNF agisce, infatti, su numerose cellule del sistema immunitario: \ue8 il principale fattore di attivazione dei macrofagi e partecipa alla co-stimolazione dei linfociti T, cellule fondamentali per la formazione e il mantenimento del granuloma; insieme alle chemochine e all\u2019interferone-gamma (IFN-\u3b3), il TNF-\u3b1 richiama quindi cellule infiammatorie da un lato a formare il granuloma, dall\u2019altro a promuoverne l\u2019eliminazione. Gli anti-TNF-\u3b1 bloccano la maturazione dei fagolisosomi, stimolano l\u2019apoptosi di cellule chiave contro la TBC e potenziano la popolazione delle cellule Treg, sbilanciando l\u2019equilibrio tra la risposta infiammatoria dei macrofagi e la soppressione dell\u2019infiammazione da parte delle Treg, fondamentale per il mantenimento del granuloma, contenitore \u201csafe\u201d di micobatteri. La loro somministrazione pu\uf2 pertanto portare a una rottura del granuloma con disseminazione dei micobatteri. Il rischio tubercolare risulta aumentato con tutti gli anti-TNF-\u3b1, ma esistono differenze tra una molecola e l\u2019altra (Tabella I): etanercept si lega a una molecola di TNF-\u3b1 trimerico, per lo pi\uf9 solubile, mentre gli anticorpi monoclonali (MAb) legano molecole di TNF-\u3b1 mono e trimerico, sia solubile sia transmembrana, portando a una maggiore riduzione di TNF-\u3b1 rispetto a etanercept
Il coinvolgimento delsistema nervoso è una delle complicanze più severe del LES. Le manifestazion... more Il coinvolgimento delsistema nervoso è una delle complicanze più severe del LES. Le manifestazioni cliniche comprendono un ampio spettro di eventi. La patogenesi rimane oscura. Numerosi metodi strumentali vengono impiegati per la diagnosi. La terapia si basa sul trattamento della malattia di base e sull'applicazione di una serie di farmaci sintomatici
L a letteratura relativa al rischio cardiovascolare (CV) in corso di malattie reumatiche sistemic... more L a letteratura relativa al rischio cardiovascolare (CV) in corso di malattie reumatiche sistemiche \ue8 estremamente ricca e, negli ultimi anni, molto si \ue8 scritto sull\u2019impatto esercitato dalla terapia con farmaci biologici, in particolare gli anti-TNF-alfa. Nel rapporto esistente tra malattie reumatiche e rischio CV, alcuni aspetti appaiono di particolare rilevanza e meritevoli di approfondimento. Tra questi: \u2014 valutazione del legame tra la flogosi nelle malattie reumatiche e le malattie cardiovascolari (MCV), nonch\ue9 del potenziale predittivo di rischio CV, dei marcatori dell\u2019infiammazione; \u2014 valutazione del legame tra un alto grado \u2013 come si osserva nei reumatismi infiammatori cronici in fase attiva \u2013 piuttosto che un basso grado di flogosi e la cardiopatia ischemica; \u2014 sulla base delle raccomandazioni riportate nelle linee guida EULAR 2009, l\u2019opportunit\ue0 di implementare un programma di screening del rischio CV, nei pazienti con artrite reumatoide (AR) ed altri reumatismi infiammatori, e la sua valutazione attraverso strumenti come il Systematic Coronary Risk Evaluation (SCORE); \u2014 valutazione dell\u2019effetto della terapia con farmaci biologici sulle MCV e sul livello di rischio CV
Objectives: To perform a systematic review aimed to identify studies addressing the effect of the... more Objectives: To perform a systematic review aimed to identify studies addressing the effect of the establishment of a structured organisation programme, named early arthritis clinic (EAC), finalized to manage patients with early arthritis (EA) or suspected early rheumatoid arthritis (ERA). Methods: A literature search was performed until May 2012 using electronic databases. Additional information was obtained through a hand and grey literature search. Primary and secondary outcomes and eligibility criteria have been defined. Results: The search provided a total of 3367 citations and, after the selection process, 11 non randomised controlled trials were selected, including a total of 8240 participants. The efficacy of EAC did clearly emerge with regard to reduction of the referral lag time and of the time to treatment (secondary outcomes). Only two studies met the primary outcomes: one study demonstrated that the EAC contributed to reducing disease activity and radiographic progression but not functional disability, while another reported a reduction of pain after a 6-12-month period of follow-up. Conclusions: Whether the establishment of EAC would improve the prognosis of EA in terms of primary outcomes such as clinical, functional and radiologic progression compared to patients managed outside from EAC does appear a still poorly addressed issue in the literature, which should be recognised as an urgent unmet need by the rheumatology community to gain more evidence-based information on this topic.
N onostante l\u2019efficacia dimostrata in questi anni dalle terapie biologiche nel ri- durre i s... more N onostante l\u2019efficacia dimostrata in questi anni dalle terapie biologiche nel ri- durre i sintomi e nel ritardare o prevenire il danno articolare nei pazienti con artrite reumatoide (AR), \ue8 emerso da subito come non tutti gli agenti biologici abbiano lo stesso tipo di efficacia o tollerabilit\ue0 in tutti i pazienti. Si \ue8 osservato che circa il 30% dei pazienti trattati con anti-TNF-\u3b1 non raggiunge un miglioramento del 20% secondo i criteri dell\u2019American College of Rheumatology (ACR20) per mancanza di efficacia primaria, mentre un\u2019ulteriore percentuale di pazienti ottiene una risposta solo parziale o perde la risposta inizialmente raggiunta, oppure manifesta problemi di tossicit\ue0 tali da richiedere l\u2019interruzione del trattamento 1. Lo switch tra farmaci biologici \ue8 considerato da tempo una delle strategie terapeutiche pi\uf9 utilizzate per superare questi problemi, facilitato dalla disponibilit\ue0 di un numero sempre crescente di agenti biologici. Agli inibitori del TNF-\u3b1 in uso da pi\uf9 tempo (etanercept, infliximab e adalimumab) si sono affiancati nuovi anti-TNF-\u3b1 (golimumab e certolizumab) e agenti mirati all\u2019inibizione di altre componenti del processo infiammatorio, quali rituximab, abatacept e tocilizumab. Nonostante il ricorso massiccio in ambito clinico alla pratica dello switch terapeutico, la maggior parte dei dati relativi a questo aspetto proviene da studi non controllati e retrospettivi, e non \ue8 ancora chiaro quali siano le strategie ottimali riguardo sia alle sequenze preferenziali, sia alle modalit\ue0 di passaggio da una terapia all\u2019altra
European Journal of Internal Medicine, Feb 1, 2014
In primary care and internal medicine settings clinicians are often reluctant to take advantage o... more In primary care and internal medicine settings clinicians are often reluctant to take advantage of the resources that ultrasonography (US) offers as a diagnostic tool in the initial management of patients with inflammatory arthritis, despite the recognised importance of an accurate and timely diagnosis of rheumatoid arthritis (RA) and of early referral to ensure optimal patient management. Both grey-scale (GS) and power Doppler (PD) imaging have been extensively used in early detection of synovitis and bone erosions in patients with inflammatory arthritides. We reviewed the main data on the clinical use of US in the initial management of patients with inflammatory arthritis, focusing on RA diagnosis in patients with undifferentiated arthritis, prediction of disease severity, differential diagnoses and assessment of synovitis in children with juvenile idiopathic arthritis (JIA). The role of US in assessing treatment response and monitoring disease activity in clinical remission was also briefly evaluated. The reliability of US as a diagnostic tool in rheumatological diseases has greatly advanced in the last years and the use of this imaging technique, in association with conventional assessments such as physical examination and serological tests, should be considered more often also in primary care settings.
\uc8 noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbili... more \uc8 noto da tempo come i pazienti con artrite reumatoide (AR) abbiano un alto rischio di morbilit\ue0 e mortalit\ue0 legato a polmonite e sepsi e come queste infezioni contribuiscano in modo significativo alla riduzione delle aspettative di vita 1-3. Le ragioni per l\u2019aumentata prevalenza di infezioni in questi pazienti non sono completamente chiare, e l\u2019uso di farmaci immunosoppressivi (soprattutto corticosteroidi) sembra contribuire solo in parte all\u2019aumentato rischio. Inoltre, la possibilit\ue0 che i normali segni clinici di infezione siano meno evidenti nei pazienti in trattamento con farmaci antiinfiammatori o immunomodulanti pu\uf2 comportare un ritardo nell\u2019inizio della terapia 1. L\u2019adozione di strategie che comprendano la vaccinazione anti-influenza (V-inf) e antipneumococco (V-pn) sembrano promettenti nel ridurre fino a 4 volte il rischio di ospedalizzazione e di fatalit\ue0 legato alle infezioni polmonari nei pazienti con AR e pertanto le autorit\ue0 sanitarie di molti paesi hanno formulato raccomandazioni specifiche sull\u2019impiego dei vaccini nei soggetti in terapia immunosoppressiva 4. Tuttavia numerosi audit concordano nel registrare un utilizzo subottimale della V-inf e V-pn nei pazienti con AR, nei quali tali strategie di profilassi vengono impiegate in non pi\uf9 del 20-43% dei cas
Gli antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa (anti-TNF-\u3b1) interferiscono con importan... more Gli antagonisti del fattore di necrosi tumorale alfa (anti-TNF-\u3b1) interferiscono con importanti azioni immunitarie esercitate da questa citochina nell\u2019infezione tubercolare (TBC).Il TNF agisce, infatti, su numerose cellule del sistema immunitario: \ue8 il principale fattore di attivazione dei macrofagi e partecipa alla co-stimolazione dei linfociti T, cellule fondamentali per la formazione e il mantenimento del granuloma; insieme alle chemochine e all\u2019interferone-gamma (IFN-\u3b3), il TNF-\u3b1 richiama quindi cellule infiammatorie da un lato a formare il granuloma, dall\u2019altro a promuoverne l\u2019eliminazione. Gli anti-TNF-\u3b1 bloccano la maturazione dei fagolisosomi, stimolano l\u2019apoptosi di cellule chiave contro la TBC e potenziano la popolazione delle cellule Treg, sbilanciando l\u2019equilibrio tra la risposta infiammatoria dei macrofagi e la soppressione dell\u2019infiammazione da parte delle Treg, fondamentale per il mantenimento del granuloma, contenitore \u201csafe\u201d di micobatteri. La loro somministrazione pu\uf2 pertanto portare a una rottura del granuloma con disseminazione dei micobatteri. Il rischio tubercolare risulta aumentato con tutti gli anti-TNF-\u3b1, ma esistono differenze tra una molecola e l\u2019altra (Tabella I): etanercept si lega a una molecola di TNF-\u3b1 trimerico, per lo pi\uf9 solubile, mentre gli anticorpi monoclonali (MAb) legano molecole di TNF-\u3b1 mono e trimerico, sia solubile sia transmembrana, portando a una maggiore riduzione di TNF-\u3b1 rispetto a etanercept
Il coinvolgimento delsistema nervoso è una delle complicanze più severe del LES. Le manifestazion... more Il coinvolgimento delsistema nervoso è una delle complicanze più severe del LES. Le manifestazioni cliniche comprendono un ampio spettro di eventi. La patogenesi rimane oscura. Numerosi metodi strumentali vengono impiegati per la diagnosi. La terapia si basa sul trattamento della malattia di base e sull'applicazione di una serie di farmaci sintomatici
Uploads
Papers by Gilda SANDRI