Le memorabili riprese dell’opera nel secondo dopoguerra, in primis alla Scala nel 1961 con Joan S... more Le memorabili riprese dell’opera nel secondo dopoguerra, in primis alla Scala nel 1961 con Joan Sutherland e alla Fenice di Venezia nel 1964 con Leyla Gencer, hanno permesso al pubblico di apprezzare i pregi di una partitura che non ha nulla da invidiare al resto del catalogo belliniano in quanto a inventiva melodica ed efficacia drammaturgica, secondo l’estetica di quel Belcanto romantico squisitamente italiano che trova la sua ragion d’essere nell’apologia dell’amore, secondo la puntuale definizione data dal musicologo Massimo Mila.
Alle soglie del Novecento, quello squarcio di vita aperto dalla “Cavalleria rusticana” di Mascagn... more Alle soglie del Novecento, quello squarcio di vita aperto dalla “Cavalleria rusticana” di Mascagni nel cuore del meridione d’Italia acquisisce con “Pagliacci” una forma più complessa e più matura, sorretta da una formidabile inventiva melodica, il che fa dell’opera di Ruggero Leoncavallo (1857 – 1919) il capolavoro del Verismo musicale. Per dirla con lo studioso Virgilio Bernardoni “Pagliacci rimane uno dei pochi lavori del genere verista che riesce a comunicarci il fascino di un’inquietudine drammaturgica”.
A quasi due secoli dalla sua creazione, “L'elisir d'amore” mantiene intatta un'innata freschezza.... more A quasi due secoli dalla sua creazione, “L'elisir d'amore” mantiene intatta un'innata freschezza. Se il canovaccio dell'opera rispecchia apparentemente i canoni dell'opera buffa settecentesca, compreso un palese riferimento alle maschere della Commedia dell'Arte, il lirismo infuso dal tessuto musicale è già Romanticismo vissuto con tutta l'ingenuità e la forza della prima “cotta” adolescenziale (o “scuffia” che dir si voglia). Per tali motivi, l'Elisir rimane per eccellenza l'opera della giovinezza, contrapposta al “Don Pasquale”, l'altro capolavoro buffo di Gaetano Donizetti (1797 – 1848), che invece rappresenta l'autoironica constatazione del decadimento.
“La Bohème” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) non cessa di colpire il cuore dell’ascoltatore grazi... more “La Bohème” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) non cessa di colpire il cuore dell’ascoltatore grazie al lirismo di una mirabile pagina musicale che continua a tramandare eterna e immutabile la freschezza dell’età giovanile, l’infinita tenerezza di quell’età beffarda, spensierata e libertina destinata per ognuno a concludersi bruscamente con la constatazione dell’umano dolore.
L’“Orfeo ed Euridice” rappresenta l’opera più celebre composta da Christoph Willibald Gluck (1714... more L’“Orfeo ed Euridice” rappresenta l’opera più celebre composta da Christoph Willibald Gluck (1714 – 1787), musicista che, al tramonto dell’epoca Barocca, formalizzò le regole per una nuova espressività drammaturgica inaugurando una nuova estetica che avrebbe condizionato in maniera decisiva il teatro musicale moderno.
Come ogni anno, grande è l’attesa per il Festival della Valle d’Itria, fiore all’occhiello dell’e... more Come ogni anno, grande è l’attesa per il Festival della Valle d’Itria, fiore all’occhiello dell’estate musicale salentina, ma anche evento di rilevanza internazionale, che il 19 luglio nella consueta cornice del Palazzo Ducale di Martina Franca inaugurerà la sua 48° edizione con l’opera “Le joueur” (Il giocatore) di Sergej Prokof’ev su libretto tratto dall’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. Forse, quando Dostoevskij dichiarava: “Le mie opere non sono buone per il teatro musicale. Non andranno mai in scena”, non immaginava che, cinquant’anni dopo la pubblicazione del suo “Giocatore”, il genio di Prokof’ev avrebbe saputo rendere in musica la stringente efficacia dei suoi dialoghi, creare il suono della pallina che gira inesorabilmente nella roulette decidendo il destino delle persone.
Con "Il Matrimonio Segreto", considerata l'opera giocosa più celebre del Settecento dopo la trilo... more Con "Il Matrimonio Segreto", considerata l'opera giocosa più celebre del Settecento dopo la trilogia Mozart-Da Ponte, il compositore Domenico Cimarosa (1749-1801) pose un trionfale suggello al secolo che aveva visto la nascita e il trionfo del genere buffo di scuola napoletana. Per dirla con l'insuperato musicologo Massimo Mila: "Il Matrimonio Segreto conclude il secolo che muore: la gaiezza settecentesca è ormai tutta permeata di malinconia e di patetica sensibilità".
Insieme con ”Andrea Chénier”, “Fedora” costituisce il titolo più famoso nel repertorio di Umberto... more Insieme con ”Andrea Chénier”, “Fedora” costituisce il titolo più famoso nel repertorio di Umberto Giordano (1867 – 1948), compositore di origine foggiana che, alle soglie del XX° secolo, si caratterizza per una formidabile inventiva melodica e quella perfetta “aderenza della musica all’azione” (per dirla con l’insuperato musicologo Massimo Mila) che ne fa uno degli interpreti più pregevoli della poetica verista.
Al pari del più popolare “Barbiere di Siviglia”, “La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo” rapp... more Al pari del più popolare “Barbiere di Siviglia”, “La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo” rappresenta la massima espressione del genio rossiniano nonché del teatro musicale di tutti i tempi. Realizzata in soli 24 giorni secondo la proverbiale velocità del maestro appena venticinquenne, l’opera debuttò al teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817 conseguendo un riscontro che, seppur non disastroso come per il “Barbiere” dell’anno prima, non fu certo esaltante. Ciò non dispiacque al suo autore che, secondo le cronache dell’epoca, ne preconizzò l’imperituro trionfo.
Per il bergamasco Gaetano Donizetti (1797 – 1848), dominatore incontrastato delle platee parigine... more Per il bergamasco Gaetano Donizetti (1797 – 1848), dominatore incontrastato delle platee parigine, il “Don Pasquale” fu una sorta di canto del cigno, un testamento spirituale che nel 1843 era destinato non solo a chiudere definitivamente la stratosferica avventura francese, ma anche la carriera di un uomo sfortunato. Appena due anni dopo, il musicista sarebbe stato annientato da una paralisi cerebrale di origine luetica che l’avrebbe miseramente condotto alla tomba l’8 aprile del 1848.
Nata all'inizio dell'anno 1900, la “Tosca” inaugura il XX° secolo lasciandosi definitivamente all... more Nata all'inizio dell'anno 1900, la “Tosca” inaugura il XX° secolo lasciandosi definitivamente alle spalle il melodramma Romantico. Con Giacomo Puccini (1858 – 1924), se da una parte l'opera italiana si apre al sinfonismo orchestrale di matrice mitteleuropea (sulla scia di Wagner e Strauss), dall'altra diventa specchio della nuova drammaturgia di inizio secolo, al contempo decadente e naturalista, dannunziana e piccolo-borghese, influenzata in maniera cospicua dalla nascita del cinema.
Affrancatosi definitivamente dalla poetica risorgimentale, il Bussetano si riconobbe nello spirit... more Affrancatosi definitivamente dalla poetica risorgimentale, il Bussetano si riconobbe nello spirito innovatore se non addirittura sovversivo di Victor Hugo (1802 – 1885) che, se da una parte aveva abolito alcune convenzioni formali del teatro classico quali l’aristotelica unità di tempo, di luogo e d’azione, dall’altra aveva reso protagonista la trivialità, scavando nel profondo dell’emarginazione e della deformità di figure indimenticabili come Quasimodo (il gobbo campanaro di “Notre Dame de Paris”) o come Rigoletto (il gobbo Triboulet di “Le roi s’amuse”) e scoprendovi un’umanità nobile e tormentata, in netto contrasto con la corruzione dei potenti.
Le memorabili riprese dell’opera nel secondo dopoguerra, in primis alla Scala nel 1961 con Joan S... more Le memorabili riprese dell’opera nel secondo dopoguerra, in primis alla Scala nel 1961 con Joan Sutherland e alla Fenice di Venezia nel 1964 con Leyla Gencer, hanno permesso al pubblico di apprezzare i pregi di una partitura che non ha nulla da invidiare al resto del catalogo belliniano in quanto a inventiva melodica ed efficacia drammaturgica, secondo l’estetica di quel Belcanto romantico squisitamente italiano che trova la sua ragion d’essere nell’apologia dell’amore, secondo la puntuale definizione data dal musicologo Massimo Mila.
Alle soglie del Novecento, quello squarcio di vita aperto dalla “Cavalleria rusticana” di Mascagn... more Alle soglie del Novecento, quello squarcio di vita aperto dalla “Cavalleria rusticana” di Mascagni nel cuore del meridione d’Italia acquisisce con “Pagliacci” una forma più complessa e più matura, sorretta da una formidabile inventiva melodica, il che fa dell’opera di Ruggero Leoncavallo (1857 – 1919) il capolavoro del Verismo musicale. Per dirla con lo studioso Virgilio Bernardoni “Pagliacci rimane uno dei pochi lavori del genere verista che riesce a comunicarci il fascino di un’inquietudine drammaturgica”.
A quasi due secoli dalla sua creazione, “L'elisir d'amore” mantiene intatta un'innata freschezza.... more A quasi due secoli dalla sua creazione, “L'elisir d'amore” mantiene intatta un'innata freschezza. Se il canovaccio dell'opera rispecchia apparentemente i canoni dell'opera buffa settecentesca, compreso un palese riferimento alle maschere della Commedia dell'Arte, il lirismo infuso dal tessuto musicale è già Romanticismo vissuto con tutta l'ingenuità e la forza della prima “cotta” adolescenziale (o “scuffia” che dir si voglia). Per tali motivi, l'Elisir rimane per eccellenza l'opera della giovinezza, contrapposta al “Don Pasquale”, l'altro capolavoro buffo di Gaetano Donizetti (1797 – 1848), che invece rappresenta l'autoironica constatazione del decadimento.
“La Bohème” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) non cessa di colpire il cuore dell’ascoltatore grazi... more “La Bohème” di Giacomo Puccini (1858 – 1924) non cessa di colpire il cuore dell’ascoltatore grazie al lirismo di una mirabile pagina musicale che continua a tramandare eterna e immutabile la freschezza dell’età giovanile, l’infinita tenerezza di quell’età beffarda, spensierata e libertina destinata per ognuno a concludersi bruscamente con la constatazione dell’umano dolore.
L’“Orfeo ed Euridice” rappresenta l’opera più celebre composta da Christoph Willibald Gluck (1714... more L’“Orfeo ed Euridice” rappresenta l’opera più celebre composta da Christoph Willibald Gluck (1714 – 1787), musicista che, al tramonto dell’epoca Barocca, formalizzò le regole per una nuova espressività drammaturgica inaugurando una nuova estetica che avrebbe condizionato in maniera decisiva il teatro musicale moderno.
Come ogni anno, grande è l’attesa per il Festival della Valle d’Itria, fiore all’occhiello dell’e... more Come ogni anno, grande è l’attesa per il Festival della Valle d’Itria, fiore all’occhiello dell’estate musicale salentina, ma anche evento di rilevanza internazionale, che il 19 luglio nella consueta cornice del Palazzo Ducale di Martina Franca inaugurerà la sua 48° edizione con l’opera “Le joueur” (Il giocatore) di Sergej Prokof’ev su libretto tratto dall’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. Forse, quando Dostoevskij dichiarava: “Le mie opere non sono buone per il teatro musicale. Non andranno mai in scena”, non immaginava che, cinquant’anni dopo la pubblicazione del suo “Giocatore”, il genio di Prokof’ev avrebbe saputo rendere in musica la stringente efficacia dei suoi dialoghi, creare il suono della pallina che gira inesorabilmente nella roulette decidendo il destino delle persone.
Con "Il Matrimonio Segreto", considerata l'opera giocosa più celebre del Settecento dopo la trilo... more Con "Il Matrimonio Segreto", considerata l'opera giocosa più celebre del Settecento dopo la trilogia Mozart-Da Ponte, il compositore Domenico Cimarosa (1749-1801) pose un trionfale suggello al secolo che aveva visto la nascita e il trionfo del genere buffo di scuola napoletana. Per dirla con l'insuperato musicologo Massimo Mila: "Il Matrimonio Segreto conclude il secolo che muore: la gaiezza settecentesca è ormai tutta permeata di malinconia e di patetica sensibilità".
Insieme con ”Andrea Chénier”, “Fedora” costituisce il titolo più famoso nel repertorio di Umberto... more Insieme con ”Andrea Chénier”, “Fedora” costituisce il titolo più famoso nel repertorio di Umberto Giordano (1867 – 1948), compositore di origine foggiana che, alle soglie del XX° secolo, si caratterizza per una formidabile inventiva melodica e quella perfetta “aderenza della musica all’azione” (per dirla con l’insuperato musicologo Massimo Mila) che ne fa uno degli interpreti più pregevoli della poetica verista.
Al pari del più popolare “Barbiere di Siviglia”, “La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo” rapp... more Al pari del più popolare “Barbiere di Siviglia”, “La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo” rappresenta la massima espressione del genio rossiniano nonché del teatro musicale di tutti i tempi. Realizzata in soli 24 giorni secondo la proverbiale velocità del maestro appena venticinquenne, l’opera debuttò al teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817 conseguendo un riscontro che, seppur non disastroso come per il “Barbiere” dell’anno prima, non fu certo esaltante. Ciò non dispiacque al suo autore che, secondo le cronache dell’epoca, ne preconizzò l’imperituro trionfo.
Per il bergamasco Gaetano Donizetti (1797 – 1848), dominatore incontrastato delle platee parigine... more Per il bergamasco Gaetano Donizetti (1797 – 1848), dominatore incontrastato delle platee parigine, il “Don Pasquale” fu una sorta di canto del cigno, un testamento spirituale che nel 1843 era destinato non solo a chiudere definitivamente la stratosferica avventura francese, ma anche la carriera di un uomo sfortunato. Appena due anni dopo, il musicista sarebbe stato annientato da una paralisi cerebrale di origine luetica che l’avrebbe miseramente condotto alla tomba l’8 aprile del 1848.
Nata all'inizio dell'anno 1900, la “Tosca” inaugura il XX° secolo lasciandosi definitivamente all... more Nata all'inizio dell'anno 1900, la “Tosca” inaugura il XX° secolo lasciandosi definitivamente alle spalle il melodramma Romantico. Con Giacomo Puccini (1858 – 1924), se da una parte l'opera italiana si apre al sinfonismo orchestrale di matrice mitteleuropea (sulla scia di Wagner e Strauss), dall'altra diventa specchio della nuova drammaturgia di inizio secolo, al contempo decadente e naturalista, dannunziana e piccolo-borghese, influenzata in maniera cospicua dalla nascita del cinema.
Affrancatosi definitivamente dalla poetica risorgimentale, il Bussetano si riconobbe nello spirit... more Affrancatosi definitivamente dalla poetica risorgimentale, il Bussetano si riconobbe nello spirito innovatore se non addirittura sovversivo di Victor Hugo (1802 – 1885) che, se da una parte aveva abolito alcune convenzioni formali del teatro classico quali l’aristotelica unità di tempo, di luogo e d’azione, dall’altra aveva reso protagonista la trivialità, scavando nel profondo dell’emarginazione e della deformità di figure indimenticabili come Quasimodo (il gobbo campanaro di “Notre Dame de Paris”) o come Rigoletto (il gobbo Triboulet di “Le roi s’amuse”) e scoprendovi un’umanità nobile e tormentata, in netto contrasto con la corruzione dei potenti.
Uploads
Papers by Fernando Greco
Drafts by Fernando Greco
Forse, quando Dostoevskij dichiarava: “Le mie opere non sono buone per il teatro musicale. Non andranno mai in scena”, non immaginava che, cinquant’anni dopo la pubblicazione del suo “Giocatore”, il genio di Prokof’ev avrebbe saputo rendere in musica la stringente efficacia dei suoi dialoghi, creare il suono della pallina che gira inesorabilmente nella roulette decidendo il destino delle persone.
Forse, quando Dostoevskij dichiarava: “Le mie opere non sono buone per il teatro musicale. Non andranno mai in scena”, non immaginava che, cinquant’anni dopo la pubblicazione del suo “Giocatore”, il genio di Prokof’ev avrebbe saputo rendere in musica la stringente efficacia dei suoi dialoghi, creare il suono della pallina che gira inesorabilmente nella roulette decidendo il destino delle persone.