Problematiche senza fine si concentrarono, tra metà Ottocento e inizio Novecento, attorno a una c... more Problematiche senza fine si concentrarono, tra metà Ottocento e inizio Novecento, attorno a una complessa vicenda collegata allo sviluppo infrastrutturale del nostro territorio. Migliaia di documenti e decine di progetti originali hanno permesso di ricostruire minutamente la difficilissima realizzazione della strada rotabile, e relativi ponti, che da Forlimpopoli doveva condurre a Meldola, per proseguire fino a Civitella. Obiettivo: creare un collegamento “economicamente produttivo” tra i centri della vallata e le città di pianura, dopo che, nel 1861, era stata inaugurata la linea ferroviaria Bologna - Ancona. Il tutto si inserisce nel quadro generale di quelle trasformazioni nel mondo dei trasporti e delle comunicazioni, e quindi delle idee, che a partire dal secondo decennio del XIX secolo divennero determinanti per lo sviluppo degli Stati. Fondamentale premessa il discorso cartografico, che offre una lettura dell’identità, del carattere e della logica di evoluzione-permanenze relative all’ambito territoriale oggetto di studio di questo convegno.
Nella sera del 23 giugno 1905 una violentissima ondata temporalesca si abbatté su buona parte del... more Nella sera del 23 giugno 1905 una violentissima ondata temporalesca si abbatté su buona parte dell’Italia settentrionale, rovinando anche estesi territori della Romagna. Di quelle drammatiche ore si è perso inspiegabilmente il ricordo. Ripercorrendo tale evento, di rara gravità sia per intensità che estensione pur in un’epoca non ancora messa così a repentaglio dalle variazioni climatiche, il convegno si dipana su un doppio binario. Da una parte la ricostruzione di quanto avvenuto, attraverso l’esame delle fonti documentarie coeve, dall’altra un’accurata analisi scientifica del fenomeno verificatosi. Fondamentale, però, prima di ogni indagine, è comprendere la percezione corrente di tale immane sventura nella cultura popolare, ancora minata, ai primi del Novecento, da una cupa, secolare, rassegnazione alla cattiva sorte.
Introduce il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Relatori:
Prof. Dino Mengozzi (Università degli Studi di Urbino) Mentalità collettive e tempo atmosferico in età moderna e contemporanea Leopardi la definiva “matrigna” ancora ai primi dell’Ottocento: la natura era vista come minacciosa. Facevano paura il sole quanto il gelo, i temporali non meno del vento. Questa natura andava domata e conquistata, secondo il comando di Dio scritto nella Genesi. Ebbene, com’è potuto accadere che la supremazia umana sia stata messa in discussione, dopo la rivoluzione industriale? Quella natura matrigna è diventata all'improvviso fragile, da proteggere dalla nostra aggressione. Un temporale ci appare ormai come una richiesta di aiuto da parte dell’ambiente in cui viviamo. Nel nostro rapporto con la natura mettiamo ormai il destino di noi stessi.
Dott.ssa Chiara Arrighetti (Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti) La rovina granda del 1905 a Forlimpopoli e l’inefficace distribuzione dei sussidi La Commissione di soccorso pei danneggiati dell’uragano, sorta a vantaggio della locale popolazione colpita, ha lasciato dietro di sé un’articolata documentazione, che ha permesso di ricomporre le varie fasi dell’accadimento di quel desolante 23 giugno e, nello stesso tempo, di conoscere le problematiche strategie di soccorso allora individuate. La solidarietà attiva fu, infatti, minata da forme di controllo da parte delle autorità superiori e dalle logiche politiche tipiche delle piccole municipalità ferite.
Dott. Pier Luigi Randi (Presidente Associazione Meteorologi Professionisti) L’anno del ciclone: il drammatico 1905 dal punto di vista meteorologico. Prospettive per il futuro. Con l’ausilio di carte sinottiche storiche, di rilevazioni strumentali e a vista, degli osservatòri operativi a quel tempo, e in base alle testimonianze dell’epoca, verrà illustrato l’evento sotto il profilo scientifico. Saranno descritte anche le probabili cause all’origine, aggiungendo considerazioni sull’emergenza climatica attuale, che vede una maggiore frequenza di fenomeni estremi, i quali, tuttavia, non rappresentano una novità nella storia meteorologica della nostra regione, come testimoniato da quel tragico 23 giugno 1905.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio del Comune di Forlimpopoli, dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dell’Associazione Meteo Professionisti (AMPRO).
Il 23 giugno 1905 una ondata temporalesca di particolare gravità si abbatté con tragica violenza ... more Il 23 giugno 1905 una ondata temporalesca di particolare gravità si abbatté con tragica violenza su buona parte dell’Italia settentrionale, devastando anche i territori di Romagna e provocando danni incalcolabili a cose e persone. Soprattutto alle classi rurali, già segnate da una secolare miseria. Dopo una veloce analisi meteorologica del disastroso evento, che nella memoria collettiva venne battezzato impropriamente come “uragano”, la ricerca focalizza l’attenzione sulla controllata esplicazione dei sussidi a Forum Popili. Tra ragion di stato e interessi personali, le puntuali fonti documentarie permettono di ricostruire il percorso di tali sostegni, inconsistenti, mal distribuiti e assegnati, infine, con irragionevole ritardo.
La ricerca ha inteso indagare la complessa, pluridecennale, vicenda sorta poco oltre la metà del ... more La ricerca ha inteso indagare la complessa, pluridecennale, vicenda sorta poco oltre la metà del XIX secolo nella realizzazione di una strada comunale ( e relativi ponti) resasi obbligatoria con la legge del 30 agosto 1868, ma anche assolutamente necessaria per lo sviluppo produttivo di quei centri che si affacciavano lungo la valle del Bidente. Infinte problematiche di natura tecnica, amministrativa, legale e politica si inseriscono in un quadro infrastrutturale già di drammatica arretratezza per l'Italia postunitaria.
Nelle pagine de La Romagna. Geografia e Storia, l’ing. Emilio Rosetti individuò una serie nutrita... more Nelle pagine de La Romagna. Geografia e Storia, l’ing. Emilio Rosetti individuò una serie nutrita di voci che caratterizzavano la nostra terra e la vita dei suoi abitanti alla fine dell’Ottocento. Particolarmente attento alle tematiche sociali, intese nel loro senso più lato, appena rientrato in Patria, nel 1885, dopo il lungo periodo vissuto in Argentina, l’autore analizzò con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria. Tra le malattie endemiche non tralasciò di indicare la pellagra, che sperava di vedere “ fra non molto scomparire del tutto “. Questa morbosa afflizione era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell’Ottocento, sostanzialmente determinata dall’estrema miseria che costringeva i meno abbienti, in particolare i braccianti agricoli, ad alimentarsi per molti mesi all’anno esclusivamente con la polenta di mais, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche. Da questo particolare aspetto dell’opera principale di Emilio Rosetti, che sollecitava un’indagine storico-culturale sulle nostre radici, la Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti decise di organizzare un convegno di studio, tenutosi nell’ottobre 2018 presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il quale riscosse un successo superiore alle aspettative. L’opera che qui si presenta nasce da quell’esperienza. Agli autori degli interventi abbiamo chiesto di ampliare e approfondire il contributo presentato, mantenendo il loro personale approccio al tema. L’obiettivo è stato, dunque, quello di mettere in luce la diffusione della malattia e di analizzare le misure messe faticosamente in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Sono state così analizzate, da diversi punti di vista, le trasformazioni del paesaggio agricolo, dell’economia, del lavoro, dell’alimentazione e delle conoscenze mediche, che hanno influito sulla comparsa, sulla diffusione e infine sulla riduzione della patologia. Un occhio di particolare partecipazione umana viene riservato alle vicende dei pellagrosi, che spesso terminavano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Dalla prefazione a cura di Maurizio Castagnoli, Presidente Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti
Il percorso di cinque generazioni che, a partire dalla metà dell'Ottocento, si allontanano gradua... more Il percorso di cinque generazioni che, a partire dalla metà dell'Ottocento, si allontanano gradualmente dalla drammatica povertà dei territori di Romagna per inserirsi nel solco delle attività commerciali, via via impiantando opifici (fornaci per laterizi) sempre più numerosi e dislocati, aziende chimiche, idroelettriche e di altra natura, fino alla creazione della società "Stabilimenti Industriali Rosetti". Primo esempio, seppure contenuto, di "sistema" industriale in Romagna.
Tra le pagine de La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti (1894) è possibile individuare... more Tra le pagine de La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti (1894) è possibile individuare una serie nutrita di voci tematiche, che affrontano gli interessi vitali della regione. Particolarmente attento ai temi sociali, intesi nel senso più lato, l’autore analizza con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria sul finire del XIX secolo. Tra le malattie endemiche non tralascia di nominare la pellagra che “si spera di veder fra non molto scomparire del tutto”. Questa morbosa afflizione, come la malaria, il tifo e la tubercolosi, era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell'Ottocento. Determinata dall'estrema miseria, costringeva i braccianti ad alimentarsi per molti mesi esclusivamente con polenta, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, riallacciandosi a uno degli articoli più interessanti trattati da Rosetti nella sua opera, si prefigge lo scopo di mettere in luce la diffusione della malattia nel territorio romagnolo e di analizzare le misure messe in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Si analizzeranno le trasformazioni del paesaggio agrario, dell'economia, del lavoro, dell'alimentazione e delle conoscenze mediche che hanno influito sulla comparsa, diffusione e riduzione di quella patologia, ripercorrendo le vicende dei pellagrosi che spesso finivano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli. Introduzione a La Romagna di Rosetti:dott.ssa Chiara Arrighetti (storica e catalogatrice dell’Archivio Rosetti).
Relatori: Prof.ssa Carla Giovannini (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà -Università di Bologna) Prof. Omar Mazzotti (Vicepresidenza Scuola di Economia, Management e Statistica-Università di Bologna) Dott. Giancarlo Cerasoli (medico e saggista) Dott. Matteo Banzola, storico free-lance
Conferenza all'Accademia Panziniana.
Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30.
Dopo due decenni trascorsi... more Conferenza all'Accademia Panziniana. Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30. Dopo due decenni trascorsi in Argentina, durante i quali Emilio Rosetti è diventato uomo di punta della rinascita della nazione e considerato a tutti gli effetti il "padre de la ingenieria argentina", avviene il definitivo ritorno in patria nell’autunno del 1885. Nominato Console italiano d’Argentina, Rosetti si stabilisce a Milano, città fertile culturalmente e dove vive il cognato Ernesto Teodoro Moneta, direttore della più grande testata nazionale, Il Secolo, e che da lì a breve riceverà il Premio Nobel per la Pace. Ma c’è un luogo al quale Emilio Rosetti torna continuamente e al quale si lega in modo speciale: Bellaria. Qui è presente già dal 1886 e forse il progetto del suo famoso villino era stato predisposto mentre era ancora in Argentina. Luogo di riposo, di svago e di molto altro. Qui Rosetti, riceve, infatti, alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura europea a cavallo fra Ottocento e Novecento. Non solo. A Bellaria probabilmente ha modo e tempo di portare a compimento le monografie di studi locale e la fondamentale opera La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti. L’incontro, promosso a Bellaria dall’Accademia Panziniana, offre l’occasione per approfondire alcuni aspetti meno conosciuti di Emilio Rosetti e per una panoramica sulla sconfinata attività di un testimone unico, a cavallo di due secoli e di due continenti.
Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la mon... more Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la monografia ripercorre la straordinaria esistenza di Emilio Rosetti (Forlimpopoli 1839 - Milano 1908), protagonista fondamentale, tra due continenti, di un’epoca che sta per concludersi e si affaccia con prepotenza alla modernità. Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires. Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale. Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo. Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti. Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, D... more LA VIOLENZA IN ROMAGNA DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, Dino Mengozzi, Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione. Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola. L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide C... more LA VIOLENZA IN ROMAGNA DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione. Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola. L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
Nel febbraio 1865 il governo argentino invita Emilio Rosetti a Buenos Aires «per ivi insegnare la... more Nel febbraio 1865 il governo argentino invita Emilio Rosetti a Buenos Aires «per ivi insegnare la geometria analitica, la geometria descrittiva, l’architettura e il disegno». Inizia così l’avventura oltreoceano (1865-1885) del giovanissimo neolaureato, che diverrà, nel breve giro di pochi anni, uno dei massimi coefficienti dello sviluppo scientifico, ingegneristico, ma anche culturale e sociale della nuova nazione argentina. Un cursus honorum inarrestabile, del quale i documenti dell’archivio Rosetti e le più recenti indagini forniscono precisa testimonianza e spunti di ricerca.
L’ONU ha definito la violenza sulle donne un flagello mondiale per la diffusione e la gravità deg... more L’ONU ha definito la violenza sulle donne un flagello mondiale per la diffusione e la gravità degli atti compiuti. Un fenomeno in continuo aumento. E se voltiamo lo sguardo al passato nei nostri territori, nelle nostre campagne, cosa accadeva ? L’Associazione Emilio Rosetti. Storia e scienza in Romagna – ODV inaugura la sua attività con un convegno di estremo interesse su un argomento più che mai attuale: “Prostituzione e violenza di genere nella Romagna dell’Ottocento”. Una tematica trasversale che, esplorando la condizione femminile, illumina a giorno il ritratto di una società rurale oppressa e prevaricatrice allo stesso tempo. Ultimo anello, parte fragilissima di una collettività che si avvia a una pesantissima crisi economica e di valori, la donna senza mezzi e senza tutela tenta di porre in atto strategie di resistenza ad antiche e nuove forme di violenza, vendendo il proprio corpo. Ma criminalizzare, segregare, medicalizzare sono le parole d’ordine di uno Stato che, anziché proteggere, inizia una vera e propria battuta di caccia nei confronti delle “stelle filanti del desiderio”, che ben poco possono brillare nel buio dell’inequality.
Il contesto della Romagna meridionale si offre come fertile terreno per l’analisi storica di quel... more Il contesto della Romagna meridionale si offre come fertile terreno per l’analisi storica di quel doloroso fenomeno che fu il ricorso all’esposizione dei cosiddetti “figli della colpa”, che raggiunse dimensioni inquietanti nell’Europa cattolica del 1800. Gli “esposti”, lasciati a un destino incerto, se non tragico, trovarono in brefotrofi e ospizi una speranza di sopravvivenza e talvolta, perfino, la possibilità di reinserirsi nella società con l’apprendistato di un mestiere appreso nelle stesse strutture assistenziali. Grazie ai preziosi contributi dei relatori sarà possibile sondare questo universo, che ha lasciato dietro di sé forti tracce e continua drammaticamente ad accompagnare la storia dell’infanzia anche in età contemporanea.
Problematiche senza fine si concentrarono, tra metà Ottocento e inizio Novecento, attorno a una c... more Problematiche senza fine si concentrarono, tra metà Ottocento e inizio Novecento, attorno a una complessa vicenda collegata allo sviluppo infrastrutturale del nostro territorio. Migliaia di documenti e decine di progetti originali hanno permesso di ricostruire minutamente la difficilissima realizzazione della strada rotabile, e relativi ponti, che da Forlimpopoli doveva condurre a Meldola, per proseguire fino a Civitella. Obiettivo: creare un collegamento “economicamente produttivo” tra i centri della vallata e le città di pianura, dopo che, nel 1861, era stata inaugurata la linea ferroviaria Bologna - Ancona. Il tutto si inserisce nel quadro generale di quelle trasformazioni nel mondo dei trasporti e delle comunicazioni, e quindi delle idee, che a partire dal secondo decennio del XIX secolo divennero determinanti per lo sviluppo degli Stati. Fondamentale premessa il discorso cartografico, che offre una lettura dell’identità, del carattere e della logica di evoluzione-permanenze relative all’ambito territoriale oggetto di studio di questo convegno.
Nella sera del 23 giugno 1905 una violentissima ondata temporalesca si abbatté su buona parte del... more Nella sera del 23 giugno 1905 una violentissima ondata temporalesca si abbatté su buona parte dell’Italia settentrionale, rovinando anche estesi territori della Romagna. Di quelle drammatiche ore si è perso inspiegabilmente il ricordo. Ripercorrendo tale evento, di rara gravità sia per intensità che estensione pur in un’epoca non ancora messa così a repentaglio dalle variazioni climatiche, il convegno si dipana su un doppio binario. Da una parte la ricostruzione di quanto avvenuto, attraverso l’esame delle fonti documentarie coeve, dall’altra un’accurata analisi scientifica del fenomeno verificatosi. Fondamentale, però, prima di ogni indagine, è comprendere la percezione corrente di tale immane sventura nella cultura popolare, ancora minata, ai primi del Novecento, da una cupa, secolare, rassegnazione alla cattiva sorte.
Introduce il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Relatori:
Prof. Dino Mengozzi (Università degli Studi di Urbino) Mentalità collettive e tempo atmosferico in età moderna e contemporanea Leopardi la definiva “matrigna” ancora ai primi dell’Ottocento: la natura era vista come minacciosa. Facevano paura il sole quanto il gelo, i temporali non meno del vento. Questa natura andava domata e conquistata, secondo il comando di Dio scritto nella Genesi. Ebbene, com’è potuto accadere che la supremazia umana sia stata messa in discussione, dopo la rivoluzione industriale? Quella natura matrigna è diventata all'improvviso fragile, da proteggere dalla nostra aggressione. Un temporale ci appare ormai come una richiesta di aiuto da parte dell’ambiente in cui viviamo. Nel nostro rapporto con la natura mettiamo ormai il destino di noi stessi.
Dott.ssa Chiara Arrighetti (Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti) La rovina granda del 1905 a Forlimpopoli e l’inefficace distribuzione dei sussidi La Commissione di soccorso pei danneggiati dell’uragano, sorta a vantaggio della locale popolazione colpita, ha lasciato dietro di sé un’articolata documentazione, che ha permesso di ricomporre le varie fasi dell’accadimento di quel desolante 23 giugno e, nello stesso tempo, di conoscere le problematiche strategie di soccorso allora individuate. La solidarietà attiva fu, infatti, minata da forme di controllo da parte delle autorità superiori e dalle logiche politiche tipiche delle piccole municipalità ferite.
Dott. Pier Luigi Randi (Presidente Associazione Meteorologi Professionisti) L’anno del ciclone: il drammatico 1905 dal punto di vista meteorologico. Prospettive per il futuro. Con l’ausilio di carte sinottiche storiche, di rilevazioni strumentali e a vista, degli osservatòri operativi a quel tempo, e in base alle testimonianze dell’epoca, verrà illustrato l’evento sotto il profilo scientifico. Saranno descritte anche le probabili cause all’origine, aggiungendo considerazioni sull’emergenza climatica attuale, che vede una maggiore frequenza di fenomeni estremi, i quali, tuttavia, non rappresentano una novità nella storia meteorologica della nostra regione, come testimoniato da quel tragico 23 giugno 1905.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio del Comune di Forlimpopoli, dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dell’Associazione Meteo Professionisti (AMPRO).
Il 23 giugno 1905 una ondata temporalesca di particolare gravità si abbatté con tragica violenza ... more Il 23 giugno 1905 una ondata temporalesca di particolare gravità si abbatté con tragica violenza su buona parte dell’Italia settentrionale, devastando anche i territori di Romagna e provocando danni incalcolabili a cose e persone. Soprattutto alle classi rurali, già segnate da una secolare miseria. Dopo una veloce analisi meteorologica del disastroso evento, che nella memoria collettiva venne battezzato impropriamente come “uragano”, la ricerca focalizza l’attenzione sulla controllata esplicazione dei sussidi a Forum Popili. Tra ragion di stato e interessi personali, le puntuali fonti documentarie permettono di ricostruire il percorso di tali sostegni, inconsistenti, mal distribuiti e assegnati, infine, con irragionevole ritardo.
La ricerca ha inteso indagare la complessa, pluridecennale, vicenda sorta poco oltre la metà del ... more La ricerca ha inteso indagare la complessa, pluridecennale, vicenda sorta poco oltre la metà del XIX secolo nella realizzazione di una strada comunale ( e relativi ponti) resasi obbligatoria con la legge del 30 agosto 1868, ma anche assolutamente necessaria per lo sviluppo produttivo di quei centri che si affacciavano lungo la valle del Bidente. Infinte problematiche di natura tecnica, amministrativa, legale e politica si inseriscono in un quadro infrastrutturale già di drammatica arretratezza per l'Italia postunitaria.
Nelle pagine de La Romagna. Geografia e Storia, l’ing. Emilio Rosetti individuò una serie nutrita... more Nelle pagine de La Romagna. Geografia e Storia, l’ing. Emilio Rosetti individuò una serie nutrita di voci che caratterizzavano la nostra terra e la vita dei suoi abitanti alla fine dell’Ottocento. Particolarmente attento alle tematiche sociali, intese nel loro senso più lato, appena rientrato in Patria, nel 1885, dopo il lungo periodo vissuto in Argentina, l’autore analizzò con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria. Tra le malattie endemiche non tralasciò di indicare la pellagra, che sperava di vedere “ fra non molto scomparire del tutto “. Questa morbosa afflizione era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell’Ottocento, sostanzialmente determinata dall’estrema miseria che costringeva i meno abbienti, in particolare i braccianti agricoli, ad alimentarsi per molti mesi all’anno esclusivamente con la polenta di mais, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche. Da questo particolare aspetto dell’opera principale di Emilio Rosetti, che sollecitava un’indagine storico-culturale sulle nostre radici, la Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti decise di organizzare un convegno di studio, tenutosi nell’ottobre 2018 presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il quale riscosse un successo superiore alle aspettative. L’opera che qui si presenta nasce da quell’esperienza. Agli autori degli interventi abbiamo chiesto di ampliare e approfondire il contributo presentato, mantenendo il loro personale approccio al tema. L’obiettivo è stato, dunque, quello di mettere in luce la diffusione della malattia e di analizzare le misure messe faticosamente in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Sono state così analizzate, da diversi punti di vista, le trasformazioni del paesaggio agricolo, dell’economia, del lavoro, dell’alimentazione e delle conoscenze mediche, che hanno influito sulla comparsa, sulla diffusione e infine sulla riduzione della patologia. Un occhio di particolare partecipazione umana viene riservato alle vicende dei pellagrosi, che spesso terminavano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Dalla prefazione a cura di Maurizio Castagnoli, Presidente Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti
Il percorso di cinque generazioni che, a partire dalla metà dell'Ottocento, si allontanano gradua... more Il percorso di cinque generazioni che, a partire dalla metà dell'Ottocento, si allontanano gradualmente dalla drammatica povertà dei territori di Romagna per inserirsi nel solco delle attività commerciali, via via impiantando opifici (fornaci per laterizi) sempre più numerosi e dislocati, aziende chimiche, idroelettriche e di altra natura, fino alla creazione della società "Stabilimenti Industriali Rosetti". Primo esempio, seppure contenuto, di "sistema" industriale in Romagna.
Tra le pagine de La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti (1894) è possibile individuare... more Tra le pagine de La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti (1894) è possibile individuare una serie nutrita di voci tematiche, che affrontano gli interessi vitali della regione. Particolarmente attento ai temi sociali, intesi nel senso più lato, l’autore analizza con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria sul finire del XIX secolo. Tra le malattie endemiche non tralascia di nominare la pellagra che “si spera di veder fra non molto scomparire del tutto”. Questa morbosa afflizione, come la malaria, il tifo e la tubercolosi, era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell'Ottocento. Determinata dall'estrema miseria, costringeva i braccianti ad alimentarsi per molti mesi esclusivamente con polenta, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, riallacciandosi a uno degli articoli più interessanti trattati da Rosetti nella sua opera, si prefigge lo scopo di mettere in luce la diffusione della malattia nel territorio romagnolo e di analizzare le misure messe in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Si analizzeranno le trasformazioni del paesaggio agrario, dell'economia, del lavoro, dell'alimentazione e delle conoscenze mediche che hanno influito sulla comparsa, diffusione e riduzione di quella patologia, ripercorrendo le vicende dei pellagrosi che spesso finivano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli. Introduzione a La Romagna di Rosetti:dott.ssa Chiara Arrighetti (storica e catalogatrice dell’Archivio Rosetti).
Relatori: Prof.ssa Carla Giovannini (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà -Università di Bologna) Prof. Omar Mazzotti (Vicepresidenza Scuola di Economia, Management e Statistica-Università di Bologna) Dott. Giancarlo Cerasoli (medico e saggista) Dott. Matteo Banzola, storico free-lance
Conferenza all'Accademia Panziniana.
Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30.
Dopo due decenni trascorsi... more Conferenza all'Accademia Panziniana. Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30. Dopo due decenni trascorsi in Argentina, durante i quali Emilio Rosetti è diventato uomo di punta della rinascita della nazione e considerato a tutti gli effetti il "padre de la ingenieria argentina", avviene il definitivo ritorno in patria nell’autunno del 1885. Nominato Console italiano d’Argentina, Rosetti si stabilisce a Milano, città fertile culturalmente e dove vive il cognato Ernesto Teodoro Moneta, direttore della più grande testata nazionale, Il Secolo, e che da lì a breve riceverà il Premio Nobel per la Pace. Ma c’è un luogo al quale Emilio Rosetti torna continuamente e al quale si lega in modo speciale: Bellaria. Qui è presente già dal 1886 e forse il progetto del suo famoso villino era stato predisposto mentre era ancora in Argentina. Luogo di riposo, di svago e di molto altro. Qui Rosetti, riceve, infatti, alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura europea a cavallo fra Ottocento e Novecento. Non solo. A Bellaria probabilmente ha modo e tempo di portare a compimento le monografie di studi locale e la fondamentale opera La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti. L’incontro, promosso a Bellaria dall’Accademia Panziniana, offre l’occasione per approfondire alcuni aspetti meno conosciuti di Emilio Rosetti e per una panoramica sulla sconfinata attività di un testimone unico, a cavallo di due secoli e di due continenti.
Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la mon... more Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la monografia ripercorre la straordinaria esistenza di Emilio Rosetti (Forlimpopoli 1839 - Milano 1908), protagonista fondamentale, tra due continenti, di un’epoca che sta per concludersi e si affaccia con prepotenza alla modernità. Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires. Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale. Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo. Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti. Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, D... more LA VIOLENZA IN ROMAGNA DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, Dino Mengozzi, Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione. Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola. L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide C... more LA VIOLENZA IN ROMAGNA DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione. Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola. L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
Nel febbraio 1865 il governo argentino invita Emilio Rosetti a Buenos Aires «per ivi insegnare la... more Nel febbraio 1865 il governo argentino invita Emilio Rosetti a Buenos Aires «per ivi insegnare la geometria analitica, la geometria descrittiva, l’architettura e il disegno». Inizia così l’avventura oltreoceano (1865-1885) del giovanissimo neolaureato, che diverrà, nel breve giro di pochi anni, uno dei massimi coefficienti dello sviluppo scientifico, ingegneristico, ma anche culturale e sociale della nuova nazione argentina. Un cursus honorum inarrestabile, del quale i documenti dell’archivio Rosetti e le più recenti indagini forniscono precisa testimonianza e spunti di ricerca.
L’ONU ha definito la violenza sulle donne un flagello mondiale per la diffusione e la gravità deg... more L’ONU ha definito la violenza sulle donne un flagello mondiale per la diffusione e la gravità degli atti compiuti. Un fenomeno in continuo aumento. E se voltiamo lo sguardo al passato nei nostri territori, nelle nostre campagne, cosa accadeva ? L’Associazione Emilio Rosetti. Storia e scienza in Romagna – ODV inaugura la sua attività con un convegno di estremo interesse su un argomento più che mai attuale: “Prostituzione e violenza di genere nella Romagna dell’Ottocento”. Una tematica trasversale che, esplorando la condizione femminile, illumina a giorno il ritratto di una società rurale oppressa e prevaricatrice allo stesso tempo. Ultimo anello, parte fragilissima di una collettività che si avvia a una pesantissima crisi economica e di valori, la donna senza mezzi e senza tutela tenta di porre in atto strategie di resistenza ad antiche e nuove forme di violenza, vendendo il proprio corpo. Ma criminalizzare, segregare, medicalizzare sono le parole d’ordine di uno Stato che, anziché proteggere, inizia una vera e propria battuta di caccia nei confronti delle “stelle filanti del desiderio”, che ben poco possono brillare nel buio dell’inequality.
Il contesto della Romagna meridionale si offre come fertile terreno per l’analisi storica di quel... more Il contesto della Romagna meridionale si offre come fertile terreno per l’analisi storica di quel doloroso fenomeno che fu il ricorso all’esposizione dei cosiddetti “figli della colpa”, che raggiunse dimensioni inquietanti nell’Europa cattolica del 1800. Gli “esposti”, lasciati a un destino incerto, se non tragico, trovarono in brefotrofi e ospizi una speranza di sopravvivenza e talvolta, perfino, la possibilità di reinserirsi nella società con l’apprendistato di un mestiere appreso nelle stesse strutture assistenziali. Grazie ai preziosi contributi dei relatori sarà possibile sondare questo universo, che ha lasciato dietro di sé forti tracce e continua drammaticamente ad accompagnare la storia dell’infanzia anche in età contemporanea.
Forte sostenitore dello sviluppo industriale nella sua terra d’origine, Emilio Rosetti non solo n... more Forte sostenitore dello sviluppo industriale nella sua terra d’origine, Emilio Rosetti non solo ne analizzò con attenzione lo stato complessivo, ma si fece mecenate delle prime industrie locali. Le redditizie fornaci di famiglia furono via via convertite, nel giro di un secolo e con politiche adeguate, in moderni stabilimenti chimici. Un caso imprenditoriale di particolare interesse, che travalica i confini locali e si colloca in situazioni e contesti che vanno profondamente mutando.
Mature, allo scoccare del nuovo secolo, anche le condizioni che portano alla nascita della grande industria in Romagna, quando il capitale del nord Italia, genovese nello specifico, finanzia la costruzione dei primi tre zuccherifici a Forlì, Cesena e Classe. In un'area a forte vocazione agraria, la sinergia fra agricoltura e industria traina la modernizzazione. Prende forma, così, un paesaggio industriale imponente, che ridisegna i confini dei suburbi e porta alla creazione della prima filiera agro-industriale romagnola, seguita da quella del tabacco e dall'industria delle conserve.
La febbrile ricerca di prodotti alternativi, tipica dell'Italia autarchica degli anni ‘30, si concretizza a Forlimpopoli in una nuova fabbrica costruita nel 1940 per distillare alcool assoluto dal sorgo. Divenuta ORBAT al termine del conflitto, la spinta innovativa della distilleria si stempera in impianti riconvertiti per produrre alcool alimentare.
Il convegno, organizzato dalla Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti con il Patrocinio dell’Università di Bologna intende mettere in luce le dinamiche territoriali, economiche e sociali decisive per il passaggio da un’industria tradizionale a quella moderna attraverso l’analisi degli elementi portanti che ne hanno permesso il decollo.
La visione unitaria della Romagna è uno degli elementi fondanti degli studi dell’ing. Emilio Rose... more La visione unitaria della Romagna è uno degli elementi fondanti degli studi dell’ing. Emilio Rosetti. Il suo contributo è attuale per la lettura del territorio nella complessità di uomo/natura, visti non nel loro dualismo, ma nella loro integrazione. Il territorio non è una somma di elementi distaccati, ma un organismo. Le matrici storiche-culturali-geografiche che lo compongono, costituiscono l’anima dei luoghi. Il convegno, organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, si prefigge lo scopo di mettere in luce le chiavi di lettura del territorio romagnolo come risultato di un processo determinato dalla progressiva associazione organica di parti. La scienza del territorio sviluppa le informazioni originarie che condizionano l’intero processo territoriale: sono sotto gli occhi di tutti, ma vanno lette ed evidenziate in quanto strutture portanti che danno identità e carattere agli insediamenti, ai percorsi, ai paesaggi. Uno degli strumenti fondamentali per raccontare e tenere in mano il territorio è la cartografia. Verranno presentati, in particolare, i documenti e la cartografia storica che attesta i progetti e le opere di bonifica della pianura. Il convegno rientra tra le proposte formative dell’Ordine degli Architetti di Forlì-Cesena.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli Relatori: Prof. Giancarlo Cataldi (già Università di Firenze): Lezione magistrale. Sistemi territoriali pianificati Arch. Patrizia Tamburini (libera professionista): Percorsi e insediamenti Prof. Tito Menzani (Università di Bologna): Carte e progetti di bonifica (secc. XVIII-XXI).
Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la mon... more Frutto di indagini archivistiche e ricerche presso istituzioni nazionali e internazionali, la monografia ripercorre la straordinaria esistenza di Emilio Rosetti (Forlimpopoli 1839 - Milano 1908), protagonista fondamentale, tra due continenti, di un’epoca che sta per concludersi e si affaccia con prepotenza alla modernità. Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires. Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale. Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo. Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti. Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
Convegno
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.s... more Convegno
LA VIOLENZA IN ROMAGNA DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione. Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola. L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
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Papers
Migliaia di documenti e decine di progetti originali hanno permesso di ricostruire minutamente la difficilissima realizzazione della strada rotabile, e relativi ponti, che da Forlimpopoli doveva condurre a Meldola, per proseguire fino a Civitella. Obiettivo: creare un collegamento “economicamente produttivo” tra i centri della vallata e le città di pianura, dopo che, nel 1861, era stata inaugurata la linea ferroviaria Bologna - Ancona.
Il tutto si inserisce nel quadro generale di quelle trasformazioni nel mondo dei trasporti e delle comunicazioni, e quindi delle idee, che a partire dal secondo decennio del XIX secolo divennero determinanti per lo sviluppo degli Stati.
Fondamentale premessa il discorso cartografico, che offre una lettura dell’identità, del carattere e della logica di evoluzione-permanenze relative all’ambito territoriale oggetto di studio di questo convegno.
Ripercorrendo tale evento, di rara gravità sia per intensità che estensione pur in un’epoca non ancora messa così a repentaglio dalle variazioni climatiche, il convegno si dipana su un doppio binario.
Da una parte la ricostruzione di quanto avvenuto, attraverso l’esame delle fonti documentarie coeve, dall’altra un’accurata analisi scientifica del fenomeno verificatosi.
Fondamentale, però, prima di ogni indagine, è comprendere la percezione corrente di tale immane sventura nella cultura popolare, ancora minata, ai primi del Novecento, da una cupa, secolare, rassegnazione alla cattiva sorte.
Introduce il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Relatori:
Prof. Dino Mengozzi (Università degli Studi di Urbino)
Mentalità collettive e tempo atmosferico in età moderna e contemporanea
Leopardi la definiva “matrigna” ancora ai primi dell’Ottocento: la natura era vista come minacciosa. Facevano paura il sole quanto il gelo, i temporali non meno del vento. Questa natura andava domata e conquistata, secondo il comando di Dio scritto nella Genesi. Ebbene, com’è potuto accadere che la supremazia umana sia stata messa in discussione, dopo la rivoluzione industriale? Quella natura matrigna è diventata all'improvviso fragile, da proteggere dalla nostra aggressione. Un temporale ci appare ormai come una richiesta di aiuto da parte dell’ambiente in cui viviamo. Nel nostro rapporto con la natura mettiamo ormai il destino di noi stessi.
Dott.ssa Chiara Arrighetti (Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti)
La rovina granda del 1905 a Forlimpopoli e l’inefficace distribuzione dei sussidi
La Commissione di soccorso pei danneggiati dell’uragano, sorta a vantaggio della locale popolazione colpita, ha lasciato dietro di sé un’articolata documentazione, che ha permesso di ricomporre le varie fasi dell’accadimento di quel desolante 23 giugno e, nello stesso tempo, di conoscere le problematiche strategie di soccorso allora individuate. La solidarietà attiva fu, infatti, minata da forme di controllo da parte delle autorità superiori e dalle logiche politiche tipiche delle piccole municipalità ferite.
Dott. Pier Luigi Randi (Presidente Associazione Meteorologi Professionisti)
L’anno del ciclone: il drammatico 1905 dal punto di vista meteorologico.
Prospettive per il futuro.
Con l’ausilio di carte sinottiche storiche, di rilevazioni strumentali e a vista, degli osservatòri
operativi a quel tempo, e in base alle testimonianze dell’epoca, verrà illustrato l’evento sotto il profilo scientifico. Saranno descritte anche le probabili cause all’origine, aggiungendo considerazioni sull’emergenza climatica attuale, che vede una maggiore frequenza di fenomeni estremi, i quali, tuttavia, non rappresentano una novità nella storia meteorologica della nostra regione, come testimoniato da quel tragico 23 giugno 1905.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio del Comune di Forlimpopoli, dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dell’Associazione Meteo Professionisti (AMPRO).
Dopo una veloce analisi meteorologica del disastroso evento, che nella memoria collettiva venne battezzato impropriamente come “uragano”, la ricerca focalizza l’attenzione sulla controllata esplicazione dei sussidi a Forum Popili. Tra ragion di stato e interessi personali, le puntuali fonti documentarie permettono di ricostruire il percorso di tali sostegni, inconsistenti, mal distribuiti e assegnati, infine, con irragionevole ritardo.
Questa morbosa afflizione era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell’Ottocento, sostanzialmente determinata dall’estrema miseria che costringeva i meno abbienti, in particolare i braccianti agricoli, ad alimentarsi per molti mesi all’anno esclusivamente con la polenta di mais, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche.
Da questo particolare aspetto dell’opera principale di Emilio Rosetti, che sollecitava un’indagine storico-culturale sulle nostre radici, la Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti decise di organizzare un convegno di studio, tenutosi nell’ottobre 2018 presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il quale riscosse un successo superiore alle aspettative.
L’opera che qui si presenta nasce da quell’esperienza. Agli autori degli interventi abbiamo chiesto di ampliare e approfondire il contributo presentato, mantenendo il loro personale approccio al tema.
L’obiettivo è stato, dunque, quello di mettere in luce la diffusione della malattia e di analizzare le misure messe faticosamente in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Sono state così analizzate, da diversi punti di vista, le trasformazioni del paesaggio agricolo, dell’economia, del lavoro, dell’alimentazione e delle conoscenze mediche, che hanno influito sulla comparsa, sulla diffusione e infine sulla riduzione della patologia. Un occhio di particolare partecipazione umana viene riservato alle vicende dei pellagrosi, che spesso terminavano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Dalla prefazione a cura di Maurizio Castagnoli, Presidente Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti
Particolarmente attento ai temi sociali, intesi nel senso più lato, l’autore analizza con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria sul finire del XIX secolo. Tra le malattie endemiche non tralascia di nominare la pellagra che “si spera di veder fra non molto scomparire del tutto”.
Questa morbosa afflizione, come la malaria, il tifo e la tubercolosi, era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell'Ottocento. Determinata dall'estrema miseria, costringeva i braccianti ad alimentarsi per molti mesi esclusivamente con polenta, priva di vitamina B3 e povera di triptofano.
Le conseguenze erano drammatiche.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, riallacciandosi a uno degli articoli più interessanti trattati da Rosetti nella sua opera, si prefigge lo scopo di mettere in luce la diffusione della malattia nel territorio romagnolo e di analizzare le misure messe in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento.
Si analizzeranno le trasformazioni del paesaggio agrario, dell'economia, del lavoro, dell'alimentazione e delle conoscenze mediche che hanno influito sulla comparsa, diffusione e riduzione di quella patologia, ripercorrendo le vicende dei pellagrosi che spesso finivano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Introduzione a La Romagna di Rosetti:dott.ssa Chiara Arrighetti (storica e catalogatrice dell’Archivio Rosetti).
Relatori:
Prof.ssa Carla Giovannini (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà -Università di Bologna)
Prof. Omar Mazzotti (Vicepresidenza Scuola di Economia, Management e Statistica-Università di Bologna)
Dott. Giancarlo Cerasoli (medico e saggista)
Dott. Matteo Banzola, storico free-lance
Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30.
Dopo due decenni trascorsi in Argentina, durante i quali Emilio Rosetti è diventato uomo di punta della rinascita della nazione e considerato a tutti gli effetti il "padre de la ingenieria argentina", avviene il definitivo ritorno in patria nell’autunno del 1885.
Nominato Console italiano d’Argentina, Rosetti si stabilisce a Milano, città fertile culturalmente e dove vive il cognato Ernesto Teodoro Moneta, direttore della più grande testata nazionale, Il Secolo, e che da lì a breve riceverà il Premio Nobel per la Pace.
Ma c’è un luogo al quale Emilio Rosetti torna continuamente e al quale si lega in modo speciale: Bellaria. Qui è presente già dal 1886 e forse il progetto del suo famoso villino era stato predisposto mentre era ancora in Argentina. Luogo di riposo, di svago e di molto altro.
Qui Rosetti, riceve, infatti, alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura europea a cavallo fra Ottocento e Novecento. Non solo. A Bellaria probabilmente ha modo e tempo di portare a compimento le monografie di studi locale e la fondamentale opera La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti.
L’incontro, promosso a Bellaria dall’Accademia Panziniana, offre l’occasione per approfondire alcuni aspetti meno conosciuti di Emilio Rosetti e per una panoramica sulla sconfinata attività di un testimone unico, a cavallo di due secoli e di due continenti.
Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires.
Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale.
Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo.
Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti.
Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, Dino Mengozzi, Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
Conference Presentations
L’Associazione Emilio Rosetti. Storia e scienza in Romagna – ODV inaugura la sua attività con un convegno di estremo interesse su un argomento più che mai attuale: “Prostituzione e violenza di genere nella Romagna dell’Ottocento”. Una tematica trasversale che, esplorando la condizione femminile, illumina a giorno il ritratto di una società rurale oppressa e prevaricatrice allo stesso tempo.
Ultimo anello, parte fragilissima di una collettività che si avvia a una pesantissima crisi economica e di valori, la donna senza mezzi e senza tutela tenta di porre in atto strategie di resistenza ad antiche e nuove forme di violenza, vendendo il proprio corpo. Ma criminalizzare, segregare, medicalizzare sono le parole d’ordine di uno Stato che, anziché proteggere, inizia una vera e propria battuta di caccia nei confronti delle “stelle filanti del desiderio”, che ben poco possono brillare nel buio dell’inequality.
Grazie ai preziosi contributi dei relatori sarà possibile sondare questo universo, che ha lasciato dietro di sé forti tracce e continua drammaticamente ad accompagnare la storia dell’infanzia anche in età contemporanea.
Migliaia di documenti e decine di progetti originali hanno permesso di ricostruire minutamente la difficilissima realizzazione della strada rotabile, e relativi ponti, che da Forlimpopoli doveva condurre a Meldola, per proseguire fino a Civitella. Obiettivo: creare un collegamento “economicamente produttivo” tra i centri della vallata e le città di pianura, dopo che, nel 1861, era stata inaugurata la linea ferroviaria Bologna - Ancona.
Il tutto si inserisce nel quadro generale di quelle trasformazioni nel mondo dei trasporti e delle comunicazioni, e quindi delle idee, che a partire dal secondo decennio del XIX secolo divennero determinanti per lo sviluppo degli Stati.
Fondamentale premessa il discorso cartografico, che offre una lettura dell’identità, del carattere e della logica di evoluzione-permanenze relative all’ambito territoriale oggetto di studio di questo convegno.
Ripercorrendo tale evento, di rara gravità sia per intensità che estensione pur in un’epoca non ancora messa così a repentaglio dalle variazioni climatiche, il convegno si dipana su un doppio binario.
Da una parte la ricostruzione di quanto avvenuto, attraverso l’esame delle fonti documentarie coeve, dall’altra un’accurata analisi scientifica del fenomeno verificatosi.
Fondamentale, però, prima di ogni indagine, è comprendere la percezione corrente di tale immane sventura nella cultura popolare, ancora minata, ai primi del Novecento, da una cupa, secolare, rassegnazione alla cattiva sorte.
Introduce il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Relatori:
Prof. Dino Mengozzi (Università degli Studi di Urbino)
Mentalità collettive e tempo atmosferico in età moderna e contemporanea
Leopardi la definiva “matrigna” ancora ai primi dell’Ottocento: la natura era vista come minacciosa. Facevano paura il sole quanto il gelo, i temporali non meno del vento. Questa natura andava domata e conquistata, secondo il comando di Dio scritto nella Genesi. Ebbene, com’è potuto accadere che la supremazia umana sia stata messa in discussione, dopo la rivoluzione industriale? Quella natura matrigna è diventata all'improvviso fragile, da proteggere dalla nostra aggressione. Un temporale ci appare ormai come una richiesta di aiuto da parte dell’ambiente in cui viviamo. Nel nostro rapporto con la natura mettiamo ormai il destino di noi stessi.
Dott.ssa Chiara Arrighetti (Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti)
La rovina granda del 1905 a Forlimpopoli e l’inefficace distribuzione dei sussidi
La Commissione di soccorso pei danneggiati dell’uragano, sorta a vantaggio della locale popolazione colpita, ha lasciato dietro di sé un’articolata documentazione, che ha permesso di ricomporre le varie fasi dell’accadimento di quel desolante 23 giugno e, nello stesso tempo, di conoscere le problematiche strategie di soccorso allora individuate. La solidarietà attiva fu, infatti, minata da forme di controllo da parte delle autorità superiori e dalle logiche politiche tipiche delle piccole municipalità ferite.
Dott. Pier Luigi Randi (Presidente Associazione Meteorologi Professionisti)
L’anno del ciclone: il drammatico 1905 dal punto di vista meteorologico.
Prospettive per il futuro.
Con l’ausilio di carte sinottiche storiche, di rilevazioni strumentali e a vista, degli osservatòri
operativi a quel tempo, e in base alle testimonianze dell’epoca, verrà illustrato l’evento sotto il profilo scientifico. Saranno descritte anche le probabili cause all’origine, aggiungendo considerazioni sull’emergenza climatica attuale, che vede una maggiore frequenza di fenomeni estremi, i quali, tuttavia, non rappresentano una novità nella storia meteorologica della nostra regione, come testimoniato da quel tragico 23 giugno 1905.
Il convegno ha ottenuto il patrocinio del Comune di Forlimpopoli, dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dell’Associazione Meteo Professionisti (AMPRO).
Dopo una veloce analisi meteorologica del disastroso evento, che nella memoria collettiva venne battezzato impropriamente come “uragano”, la ricerca focalizza l’attenzione sulla controllata esplicazione dei sussidi a Forum Popili. Tra ragion di stato e interessi personali, le puntuali fonti documentarie permettono di ricostruire il percorso di tali sostegni, inconsistenti, mal distribuiti e assegnati, infine, con irragionevole ritardo.
Questa morbosa afflizione era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell’Ottocento, sostanzialmente determinata dall’estrema miseria che costringeva i meno abbienti, in particolare i braccianti agricoli, ad alimentarsi per molti mesi all’anno esclusivamente con la polenta di mais, priva di vitamina B3 e povera di triptofano. Le conseguenze erano drammatiche.
Da questo particolare aspetto dell’opera principale di Emilio Rosetti, che sollecitava un’indagine storico-culturale sulle nostre radici, la Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti decise di organizzare un convegno di studio, tenutosi nell’ottobre 2018 presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena, il quale riscosse un successo superiore alle aspettative.
L’opera che qui si presenta nasce da quell’esperienza. Agli autori degli interventi abbiamo chiesto di ampliare e approfondire il contributo presentato, mantenendo il loro personale approccio al tema.
L’obiettivo è stato, dunque, quello di mettere in luce la diffusione della malattia e di analizzare le misure messe faticosamente in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento. Sono state così analizzate, da diversi punti di vista, le trasformazioni del paesaggio agricolo, dell’economia, del lavoro, dell’alimentazione e delle conoscenze mediche, che hanno influito sulla comparsa, sulla diffusione e infine sulla riduzione della patologia. Un occhio di particolare partecipazione umana viene riservato alle vicende dei pellagrosi, che spesso terminavano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Dalla prefazione a cura di Maurizio Castagnoli, Presidente Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti
Particolarmente attento ai temi sociali, intesi nel senso più lato, l’autore analizza con la consueta concretezza anche la situazione sanitaria sul finire del XIX secolo. Tra le malattie endemiche non tralascia di nominare la pellagra che “si spera di veder fra non molto scomparire del tutto”.
Questa morbosa afflizione, come la malaria, il tifo e la tubercolosi, era una patologia molto grave, ampiamente diffusa nella Romagna dell'Ottocento. Determinata dall'estrema miseria, costringeva i braccianti ad alimentarsi per molti mesi esclusivamente con polenta, priva di vitamina B3 e povera di triptofano.
Le conseguenze erano drammatiche.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, riallacciandosi a uno degli articoli più interessanti trattati da Rosetti nella sua opera, si prefigge lo scopo di mettere in luce la diffusione della malattia nel territorio romagnolo e di analizzare le misure messe in opera per combatterla fino alla sua scomparsa, avvenuta nei primi decenni del Novecento.
Si analizzeranno le trasformazioni del paesaggio agrario, dell'economia, del lavoro, dell'alimentazione e delle conoscenze mediche che hanno influito sulla comparsa, diffusione e riduzione di quella patologia, ripercorrendo le vicende dei pellagrosi che spesso finivano disperatamente la loro esistenza nei manicomi.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli.
Introduzione a La Romagna di Rosetti:dott.ssa Chiara Arrighetti (storica e catalogatrice dell’Archivio Rosetti).
Relatori:
Prof.ssa Carla Giovannini (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà -Università di Bologna)
Prof. Omar Mazzotti (Vicepresidenza Scuola di Economia, Management e Statistica-Università di Bologna)
Dott. Giancarlo Cerasoli (medico e saggista)
Dott. Matteo Banzola, storico free-lance
Sabato 28 aprile 2018, ore 16,30.
Dopo due decenni trascorsi in Argentina, durante i quali Emilio Rosetti è diventato uomo di punta della rinascita della nazione e considerato a tutti gli effetti il "padre de la ingenieria argentina", avviene il definitivo ritorno in patria nell’autunno del 1885.
Nominato Console italiano d’Argentina, Rosetti si stabilisce a Milano, città fertile culturalmente e dove vive il cognato Ernesto Teodoro Moneta, direttore della più grande testata nazionale, Il Secolo, e che da lì a breve riceverà il Premio Nobel per la Pace.
Ma c’è un luogo al quale Emilio Rosetti torna continuamente e al quale si lega in modo speciale: Bellaria. Qui è presente già dal 1886 e forse il progetto del suo famoso villino era stato predisposto mentre era ancora in Argentina. Luogo di riposo, di svago e di molto altro.
Qui Rosetti, riceve, infatti, alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura europea a cavallo fra Ottocento e Novecento. Non solo. A Bellaria probabilmente ha modo e tempo di portare a compimento le monografie di studi locale e la fondamentale opera La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti.
L’incontro, promosso a Bellaria dall’Accademia Panziniana, offre l’occasione per approfondire alcuni aspetti meno conosciuti di Emilio Rosetti e per una panoramica sulla sconfinata attività di un testimone unico, a cavallo di due secoli e di due continenti.
Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires.
Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale.
Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo.
Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti.
Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Elide Casali, Dino Mengozzi, Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.
L’Associazione Emilio Rosetti. Storia e scienza in Romagna – ODV inaugura la sua attività con un convegno di estremo interesse su un argomento più che mai attuale: “Prostituzione e violenza di genere nella Romagna dell’Ottocento”. Una tematica trasversale che, esplorando la condizione femminile, illumina a giorno il ritratto di una società rurale oppressa e prevaricatrice allo stesso tempo.
Ultimo anello, parte fragilissima di una collettività che si avvia a una pesantissima crisi economica e di valori, la donna senza mezzi e senza tutela tenta di porre in atto strategie di resistenza ad antiche e nuove forme di violenza, vendendo il proprio corpo. Ma criminalizzare, segregare, medicalizzare sono le parole d’ordine di uno Stato che, anziché proteggere, inizia una vera e propria battuta di caccia nei confronti delle “stelle filanti del desiderio”, che ben poco possono brillare nel buio dell’inequality.
Grazie ai preziosi contributi dei relatori sarà possibile sondare questo universo, che ha lasciato dietro di sé forti tracce e continua drammaticamente ad accompagnare la storia dell’infanzia anche in età contemporanea.
Le redditizie fornaci di famiglia furono via via convertite, nel giro di un secolo e con politiche adeguate, in moderni stabilimenti chimici. Un caso imprenditoriale di particolare interesse, che travalica i confini locali e si colloca in situazioni e contesti che vanno profondamente mutando.
Mature, allo scoccare del nuovo secolo, anche le condizioni che portano alla nascita della grande industria in Romagna, quando il capitale del nord Italia, genovese nello specifico, finanzia la costruzione dei primi tre zuccherifici a Forlì, Cesena e Classe. In un'area a forte vocazione agraria, la sinergia fra agricoltura e industria traina la modernizzazione.
Prende forma, così, un paesaggio industriale imponente, che ridisegna i confini dei suburbi e porta alla creazione della prima filiera agro-industriale romagnola, seguita da quella del tabacco e dall'industria delle conserve.
La febbrile ricerca di prodotti alternativi, tipica dell'Italia autarchica degli anni ‘30, si concretizza a Forlimpopoli in una nuova fabbrica costruita nel 1940 per distillare alcool assoluto dal sorgo. Divenuta ORBAT al termine del conflitto, la spinta innovativa della distilleria si stempera in impianti riconvertiti per produrre alcool alimentare.
Il convegno, organizzato dalla Fondazione Italia Argentina - Emilio Rosetti con il Patrocinio dell’Università di Bologna intende mettere in luce le dinamiche territoriali, economiche e sociali decisive per il passaggio da un’industria tradizionale a quella moderna attraverso l’analisi degli elementi portanti che ne hanno permesso il decollo.
Il territorio non è una somma di elementi distaccati, ma un organismo. Le matrici storiche-culturali-geografiche che lo compongono, costituiscono l’anima dei luoghi.
Il convegno, organizzato dalla Fondazione Italia Argentina-Emilio Rosetti, si prefigge lo scopo di mettere in luce le chiavi di lettura del territorio romagnolo come risultato di un processo determinato dalla progressiva associazione organica di parti.
La scienza del territorio sviluppa le informazioni originarie che condizionano l’intero processo territoriale: sono sotto gli occhi di tutti, ma vanno lette ed evidenziate in quanto strutture portanti che danno identità e carattere agli insediamenti, ai percorsi, ai paesaggi.
Uno degli strumenti fondamentali per raccontare e tenere in mano il territorio è la cartografia. Verranno presentati, in particolare, i documenti e la cartografia storica che attesta i progetti e le opere di bonifica della pianura.
Il convegno rientra tra le proposte formative dell’Ordine degli Architetti di Forlì-Cesena.
Coordina il presidente della Fondazione, dott. Maurizio Castagnoli
Relatori:
Prof. Giancarlo Cataldi (già Università di Firenze): Lezione magistrale. Sistemi territoriali pianificati
Arch. Patrizia Tamburini (libera professionista): Percorsi e insediamenti
Prof. Tito Menzani (Università di Bologna): Carte e progetti di bonifica (secc. XVIII-XXI).
Appena laureato alla Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino, Rosetti lascia giovanissimo l’Italia, non come uno dei tanti emigranti dalla sorte incerta, ma con un contratto già firmato dal rettore dell’Università di Buenos Aires.
Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Nel giro di pochi anni diventa uno dei docenti più richiesti in Argentina, fonda la Sociedad Cientifica Argentina - che vedrà tra i suoi soci membri del calibro di Sir Charles Darwin e Albert Einstein - e rappresenta un punto di riferimento imprescindibile nella creazione di ospedali, scuole, carceri e nello sviluppo della capitale.
Rosetti lega il suo nome anche al primo step tecnico-scientifico per il progetto della ferrovia transandina, a unire l’oceano Atlantico al Pacifico, considerata la più imponente opera ingegneristica del XIX secolo.
Tornato in Italia nel 1885, ricevuta la nomina a Console d’Argentina, imprime una svolta decisiva alla sua vita alternando infiniti viaggi in ogni angolo del mondo agli studi accurati e numerosi sulla terra d’origine. Così nasce anche l’opera più famosa: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti.
Al figlio Doro Rosetti va l’eredità spirituale e politica dello zio materno, Ernesto Teodoro Moneta, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1907. Grazie all’impegno di Doro verrà inserita nella Costituzione Italiana - unico caso all’epoca- l’art. 11, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione alle controversie tra i popoli.
LA VIOLENZA IN ROMAGNA
DALLO STATO DELLA CHIESA ALLO STATO UNITARIO
Relatori: Prof.ssa Elide Casali, Prof. Dino Mengozzi, dott. Carlo De Maria.
“Società a tipo di violenza”. In questi termini, in uno dei suoi saggi, il filosofo e sociologo Guglielmo Ferrero si era espresso in modo icastico con riferimento al mondo romagnolo di fine Ottocento, inaugurando una linea interpretativa di difficile collocazione.
Le sue parole verranno riprese, non senza un certo distacco, da Emilio Rosetti nella sua opera più nota: La Romagna. Geografia e storia.
Il convegno organizzato dalla Fondazione Rosetti intende proporre un’approfondita analisi in merito a una categoria interpretativa che ha caratterizzato la rappresentazione e autorappresentazione della cultura romagnola.
L’espressione “società a tipo di violenza” sottintende, infatti, un’estesa pervasività della violenza, che caratterizzava le relazioni umane in modo complessivo, dalla politica alla prassi quotidiana, ai rapporti economici, fino alle feste da ballo. Una verifica del passato, senza veli o preclusioni, che può aiutare a comprendere anche la realtà odierna e fornire compiuti strumenti di indagine.