Enrico Scavo
Enrico Scavo, dopo la laurea in Lettere ad orientamento Filologico Letterario (Università di Ferrara), consegue la Laurea Magistrale in Discipline della Musica preso l’Università di Bologna. Diplomato in Contrabbasso classico (Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara), approfondisce successivamente lo studio della prassi esecutiva antica su strumenti storici (Conservatorio "A. Pedrollo" di Vicenza) e della musica jazz. Nel 2023 consegue il Dottorato di Ricerca in Scienze Umane (Musicologia) presso l'Università di Ferrara con la tesi "L'Accademia della Morte di Ferrara: l'oratorio e il primato di Giovanni Battista Bassani", con la quale si è aggiudicato il Premio De Sono 2023 per miglior tesi in Musicologia (Associazione De Sono, Torino). Ha collabora inoltre al Tasso in Music project (University of Massachusetts Amherst) e con il Centro Studi Antoniani di Padova per la realizzazione di edizioni critiche di musica rinascimentale. Attualmente collabora con l'Università di Trento per la schedatura delle fonti musicali della Biblioteca Angelica ed è coinvolto nelle attività di segreteria dell'Associazione «Il Saggiatore musicale».
________________________________________________________
Enrico Scavo, after graduating in Italian Philology and Literature (University of Ferrara), obtained a Master's Degree in Musicology at the University of Bologna. He graduated in Classical Double Bass (Conservatory of Ferrara) and then furthered his studies in ancient performance practice (Conservatory of Vicenza) and jazz music. In 2023 he received his PhD in Musicology from the University of Ferrara with the dissertation "The Accademia della Morte of Ferrara: the oratorio and the prominence of Giovanni Battista Bassani." It was awarded the De Sono 2023 prize for best thesis in Musicology (Associazione De Sono, Torino). He also collaborated with the Tasso in Music project (University of Massachusetts Amherst) and with the Centro Studi Antoniani in Padua on critical editions of Renaissance music. He currently collaborates with the University of Trento on the cataloguing of music sources in the Angelica Library and is involved in the secretarial activities of the Association «Il Saggiatore Musicale».
________________________________________________________
Enrico Scavo, after graduating in Italian Philology and Literature (University of Ferrara), obtained a Master's Degree in Musicology at the University of Bologna. He graduated in Classical Double Bass (Conservatory of Ferrara) and then furthered his studies in ancient performance practice (Conservatory of Vicenza) and jazz music. In 2023 he received his PhD in Musicology from the University of Ferrara with the dissertation "The Accademia della Morte of Ferrara: the oratorio and the prominence of Giovanni Battista Bassani." It was awarded the De Sono 2023 prize for best thesis in Musicology (Associazione De Sono, Torino). He also collaborated with the Tasso in Music project (University of Massachusetts Amherst) and with the Centro Studi Antoniani in Padua on critical editions of Renaissance music. He currently collaborates with the University of Trento on the cataloguing of music sources in the Angelica Library and is involved in the secretarial activities of the Association «Il Saggiatore Musicale».
less
InterestsView All (20)
Uploads
Papers
Il saggio esamina il processo di acculturazione musicale presso la Sinagoga di Ferrara. Questo fenomeno, avvenuto tra la seconda metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, è stato caratterizzato da quattro elementi: l'introduzione di uno strumento a tastiera, l'istituzione di cori, l'assunzione di musicisti classici e, infine, l'ampliamento del corpus musicale sinagogale con composizioni che riflettevano l'estetica del tempo. Oltre all'analisi di questi temi, lo studio mostrerà un esempio specifico di acculturazione musicale: "In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne", composta dal maestro ebreo Vittore Veneziani nel 1900 per celebrare la memoria del re Umberto I.
Attraverso la ricerca archivistica, la lettura di diari, memorie e lettere, come pure la raccolta di testimonianze, si sono individuate alcune vicende della vita musicale della comunità ebraica ferrarese nella prima metà del Novecento. A partire dai luoghi di formazione musicale si è evidenziata l’importanza della pratica pianistica, emblema dei salotti borghesi cittadini, e di quella corale che, insieme alla musica liturgica, costituì il più alto momento di espressione collettiva e identitaria. I processi di acculturazione e i drammatici eventi che le leggi razziali annunciavano, costituiscono il filo conduttore della trattazione.
________________________________________________________________________________________
This article briefly discusses some aspects of the presence of music in Giorgio Bassani's narrative corpus, that have already been published in: "Giorgio Bassani e la musica", in "La carta e la tela. Arti e commento in Giorgio Bassani", a cura di Flavia Erbosi e Gaia Litrico, Ravenna, Giorgio Pozzi Editore, 2020, pp. 47-64.
A brief history of the role of the musician in European classical music, from Classical Greece to the 20th century.
______________________________________________________________________________
The Coro Popolare Operaio (1885) by Antonio Borgatti and Enrico Mori, written for the Society of Workers of Mutual Aid of Bondeno. New music by Alessandro Casali and Enrico Scavo (2018).
Conference Presentations
preminenti quali Luzzasco Luzzaschi, Carlo Gesualdo e Alfonso Fontanelli, fu interessata da una nuova fioritura del genere. Se il prezioso contributo artistico apportato da quest’ultima stagione agli sviluppi del genere è già stata oggetto d’indagine, ancora da approfondire è la funzione politica assolta dal madrigale. Il presente intervento, attraverso la lettura e l’analisi delle dedicatorie delle raccolte stampate in questi anni, intende illustrare come il madrigale, oltre a strumento di legittimazione culturale, sia stato impiegato da Alfonso per tessere nuove alleanze che potessero scongiurare l’ormai imminente Devoluzione dei territori ferraresi. Un esempio rilevante di questo fenomeno è costituito dalla raccolta di Giovanni Maroni Il Fior novello (1596): la dedica al marchese Ambrogio Spinola, ambasciatore genovese e figura di rilievo nel panorama politico europeo, palesa l’intento politico del duca di ricercare presso la corte spagnola e imperiale la protezione e l’aiuto per garantire il mantenimento del dominio di Ferrara e la successione a Cesare d’Este.
Tra queste, un ruolo di primo piano è occupato dall’inedito fondo, di recente acquisizione della Biblioteca del “Conservatorio G. Frescobaldi” di Ferrara, che conserva le composizioni autografe di Vittore Veneziani (1878-1958) e Fidelio Finzi (1887-1966) per la Sinagoga. La prima ricognizione di questo corpus ha consentito di ripartire i documenti in due gruppi: il primo è costituito dalle composizioni corali composte dai due maestri; il secondo da trascrizioni di canti sinagogali della tradizione orale in uso a Ferrara, perlopiù riarrangiati con l’accompagnamento di uno strumento a tastiera o l’impiego di più voci. Uno dei più significativi esempi della “riforma” condotta presso il Tempio cittadino è la preghiera musicata da Veneziani In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne, eseguita il 29 agosto 1900 in occasione della cerimonia in suffragio a Umberto I. Questa composizione – di cui si conserva l’originale manoscritto con testo in ebraico presso il Conservatorio di Ferrara, e la versione a stampa con testo in italiano (Paolo Mariani, Milano-Bologna, 1900) presso la Biblioteca del Conservatorio Santa Cecilia di Roma – costituisce una delle prime scritte per il nuovo coro femminile che, grazie ai magisteri di Veneziani e Finzi, sarà protagonista dell’attività musicale promossa dalla Sinagoga ferrarese fino alla cesura delle leggi razziali.
Recenti acquisizioni della biblioteca del Conservatorio di Ferrara, provenienti da archivi privati, hanno inoltre consentito di redare un primo catalogo delle composizioni di Finzi. Tra queste di sicuro interesse sono quelle riferite alla pratica sinagogale che, oltre a consentire di valutare il coinvolgimento del maestro presso il tempio ferrarese, daranno modo di discutere uno specifico caso di acculturazione musicale, fenomeno che, come noto, interessò molte comunità italiane tra Otto e Novecento.
Conversazione sull'edizione critica della raccolta di madrigali del 1596 “Fior Novello” di Giovanni Maroni (LoGisma 2018) curata da Enrico Scavo (Università di Ferrara), con Nicola Badolato (Università di Bologna).
Prosegue in Pinacoteca Nazionale di Ferrara il ciclo di conversazioni su libri d’arte e musica dal titolo “Orfeo son io…”, in collaborazione con Associazione culturale Bal’danza, con la presentazione del libro “Il Fior Novello” di Giovanni Maroni (1596)” di Enrico Scavo, venerdì 3 dicembre alle ore 17.00.
A parlarne con l’autore ci sarà Nicola Badolato, professore associato all’Università di Bologna.
La corte estense, centro propulsivo di cultura soprattutto musicale, raggiunse l’apice della raffinatezza con il cosiddetto “concerto delle dame”, un trio di nobildonne colte e preparate che si esibivano per il Duca Alfonso II d’Este nella seconda metà del Cinquecento.
E proprio intorno al clima di una corte di altissimo livello culturale che andava tuttavia esaurendo il suo percorso – la Devoluzione allo Stato della Chiesa arriverà verso la fine del Cinquecento – si inserisce lo sviluppo del madrigale, uno dei generi musicali più apprezzati all’epoca, occasione di divertimento colto e di vere e proprie conversazioni in musica.
Il libro di Enrico Scavo, in dialogo con Nicola Badolato, getta nuova luce su un momento particolare della vita musicale ferrarese alla fine del Cinquecento.
Grazie al supporto della famiglia Finzi e ad alcuni documenti d’archivio inediti è stato possibile ricostruire le vicende biografiche e artistiche del maestro. Queste possono essere articolate nei seguenti momenti: i primi anni di formazione, la sua partecipazione alla Prima guerra mondiale con lo specifico incarico di «maestro di musica», gli esordi come direttore di coro e compositore, l’amicizia con il noto maestro Vittore Veneziani, il successo nazionale raggiunto tra gli anni Venta e Trenta, il suo trasferimento in Brasile all’indomani delle leggi razziali, la nuova carica presso il teatro di San Paolo e il ritorno a Ferrara nel dopoguerra.
Recenti acquisizioni della biblioteca del Conservatorio di Ferrara, provenienti da archivi privati, hanno inoltre consentito di redare un primo catalogo delle composizioni di Finzi. Tra queste di sicuro interesse sono quelle riferite alla pratica sinagogale che, oltre a consentire di valutare il coinvolgimento del maestro presso il tempio ferrarese, daranno modo di discutere uno specifico caso di acculturazione musicale, fenomeno che, come noto, interessò molte comunità italiane tra Otto e Novecento.
In primo luogo, verrà presa in esame la sua attività all’interno della Sinagoga. Del corpus di opere composte per questa istituzione è pervenuta la partitura della composizione di Veneziani "In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne" (1900), oggi conservata presso la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. L’analisi di questo unicum darà modo di approfondire alcuni aspetti della prassi musicale ebraica in ambito ferrarese, primi tra tutti l’introduzione dell’armonium e la creazione di un coro femminile. Come testimoniato da alcune pagine del «Vessillo Israelitico», quest’ultima innovazione fu al centro del dibattito in seno alle comunità israelitiche italiane di fine Ottocento. Se l’impiego dell’organo, o in suo luogo dell’armonium, è circostanza già indagata, minor attenzione è stata dedicata all’istituzione di cori femminili nelle sinagoghe italiane, tratto peculiare alla prassi ferrarese.
Gli aspetti musicali della Preghiera di Veneziani verranno infine integrati con alcune considerazioni relative all’occasione e al contesto di esecuzione al fine di valutare il nuovo valore attribuito alla musica nelle celebrazioni promosse nel tempio di via Mazzini ad inizio Novecento.
Gli aspetti musicali della Preghiera del Veneziani verranno infine integrati con alcune considerazioni relative all’occasione e al contesto di esecuzione al fine di valutare il nuovo valore attribuito alla musica nelle celebrazioni promosse all’interno del tempio di via Mazzini ad inizio Novecento.
riferimenti alla tradizione ebraica rispetto alla quale il marchese sviluppò un approccio ambivalente. Le principali caratteristiche del libretto e della partitura saranno valutate per individuarne le peculiarità in relazione alle tendenze dell’oratorio coevo e alla precedente produzione di Bassani. Particolare attenzione verrà riservata alle scelte drammaturgiche del compositore. Grazie all’apporto di nuovi documenti emersi nel corso della presente ricerca, verranno inoltre discussi alcuni dati di interesse per lo studio della prassi esecutiva in relazione agli spazi architettonici, indagando la presenza di un palco e, probabilmente, anche di un’ambientazione scenografica, in occasione delle esecuzioni del Mosè presso l’Oratorio dell’Annunziata, sede della Confraternita. Fine ultimo dell’intervento sarà quella di indicare possibili prospettive di ricerca intorno all’attività ferrarese di Bassani e al ruolo dell’Accademia della Morte ed Orazione, emanazione della Confraternita, nella vita musicale della città, evidenziando elementi di interesse per lo studio dell’oratorio di fine Seicento.
Novecento. A partire dai luoghi di formazione musicale, si è evidenziata l’importanza della pratica pianistica, emblema dei salotti borghesi cittadini, e di quella corale che, insieme alla musica liturgica, costituì il più alto momento di espressione collettiva e identitaria. I processi di acculturazione e la drammatica cesura causata dalle leggi razziali costituiscono il filo conduttore della trattazione.
____________________________________________________________________
Some events of the musical life of the Jewish community of Ferrara in the first half of the twentieth century were identified in archival research, diaries, memoirs and letters, as well as the collection of interviews. Starting from the educational institutions, was point out the importance of piano practice, emblem of the bourgeois parlor, and the choral practice that, together with the liturgical music, constituted the highest moment and the identity expression of the community. The processes
of acculturation and the dramatic caesura caused by racial legislation of 1938 are the common thread of the discussion.
Il saggio esamina il processo di acculturazione musicale presso la Sinagoga di Ferrara. Questo fenomeno, avvenuto tra la seconda metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, è stato caratterizzato da quattro elementi: l'introduzione di uno strumento a tastiera, l'istituzione di cori, l'assunzione di musicisti classici e, infine, l'ampliamento del corpus musicale sinagogale con composizioni che riflettevano l'estetica del tempo. Oltre all'analisi di questi temi, lo studio mostrerà un esempio specifico di acculturazione musicale: "In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne", composta dal maestro ebreo Vittore Veneziani nel 1900 per celebrare la memoria del re Umberto I.
Attraverso la ricerca archivistica, la lettura di diari, memorie e lettere, come pure la raccolta di testimonianze, si sono individuate alcune vicende della vita musicale della comunità ebraica ferrarese nella prima metà del Novecento. A partire dai luoghi di formazione musicale si è evidenziata l’importanza della pratica pianistica, emblema dei salotti borghesi cittadini, e di quella corale che, insieme alla musica liturgica, costituì il più alto momento di espressione collettiva e identitaria. I processi di acculturazione e i drammatici eventi che le leggi razziali annunciavano, costituiscono il filo conduttore della trattazione.
________________________________________________________________________________________
This article briefly discusses some aspects of the presence of music in Giorgio Bassani's narrative corpus, that have already been published in: "Giorgio Bassani e la musica", in "La carta e la tela. Arti e commento in Giorgio Bassani", a cura di Flavia Erbosi e Gaia Litrico, Ravenna, Giorgio Pozzi Editore, 2020, pp. 47-64.
A brief history of the role of the musician in European classical music, from Classical Greece to the 20th century.
______________________________________________________________________________
The Coro Popolare Operaio (1885) by Antonio Borgatti and Enrico Mori, written for the Society of Workers of Mutual Aid of Bondeno. New music by Alessandro Casali and Enrico Scavo (2018).
preminenti quali Luzzasco Luzzaschi, Carlo Gesualdo e Alfonso Fontanelli, fu interessata da una nuova fioritura del genere. Se il prezioso contributo artistico apportato da quest’ultima stagione agli sviluppi del genere è già stata oggetto d’indagine, ancora da approfondire è la funzione politica assolta dal madrigale. Il presente intervento, attraverso la lettura e l’analisi delle dedicatorie delle raccolte stampate in questi anni, intende illustrare come il madrigale, oltre a strumento di legittimazione culturale, sia stato impiegato da Alfonso per tessere nuove alleanze che potessero scongiurare l’ormai imminente Devoluzione dei territori ferraresi. Un esempio rilevante di questo fenomeno è costituito dalla raccolta di Giovanni Maroni Il Fior novello (1596): la dedica al marchese Ambrogio Spinola, ambasciatore genovese e figura di rilievo nel panorama politico europeo, palesa l’intento politico del duca di ricercare presso la corte spagnola e imperiale la protezione e l’aiuto per garantire il mantenimento del dominio di Ferrara e la successione a Cesare d’Este.
Tra queste, un ruolo di primo piano è occupato dall’inedito fondo, di recente acquisizione della Biblioteca del “Conservatorio G. Frescobaldi” di Ferrara, che conserva le composizioni autografe di Vittore Veneziani (1878-1958) e Fidelio Finzi (1887-1966) per la Sinagoga. La prima ricognizione di questo corpus ha consentito di ripartire i documenti in due gruppi: il primo è costituito dalle composizioni corali composte dai due maestri; il secondo da trascrizioni di canti sinagogali della tradizione orale in uso a Ferrara, perlopiù riarrangiati con l’accompagnamento di uno strumento a tastiera o l’impiego di più voci. Uno dei più significativi esempi della “riforma” condotta presso il Tempio cittadino è la preghiera musicata da Veneziani In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne, eseguita il 29 agosto 1900 in occasione della cerimonia in suffragio a Umberto I. Questa composizione – di cui si conserva l’originale manoscritto con testo in ebraico presso il Conservatorio di Ferrara, e la versione a stampa con testo in italiano (Paolo Mariani, Milano-Bologna, 1900) presso la Biblioteca del Conservatorio Santa Cecilia di Roma – costituisce una delle prime scritte per il nuovo coro femminile che, grazie ai magisteri di Veneziani e Finzi, sarà protagonista dell’attività musicale promossa dalla Sinagoga ferrarese fino alla cesura delle leggi razziali.
Recenti acquisizioni della biblioteca del Conservatorio di Ferrara, provenienti da archivi privati, hanno inoltre consentito di redare un primo catalogo delle composizioni di Finzi. Tra queste di sicuro interesse sono quelle riferite alla pratica sinagogale che, oltre a consentire di valutare il coinvolgimento del maestro presso il tempio ferrarese, daranno modo di discutere uno specifico caso di acculturazione musicale, fenomeno che, come noto, interessò molte comunità italiane tra Otto e Novecento.
Conversazione sull'edizione critica della raccolta di madrigali del 1596 “Fior Novello” di Giovanni Maroni (LoGisma 2018) curata da Enrico Scavo (Università di Ferrara), con Nicola Badolato (Università di Bologna).
Prosegue in Pinacoteca Nazionale di Ferrara il ciclo di conversazioni su libri d’arte e musica dal titolo “Orfeo son io…”, in collaborazione con Associazione culturale Bal’danza, con la presentazione del libro “Il Fior Novello” di Giovanni Maroni (1596)” di Enrico Scavo, venerdì 3 dicembre alle ore 17.00.
A parlarne con l’autore ci sarà Nicola Badolato, professore associato all’Università di Bologna.
La corte estense, centro propulsivo di cultura soprattutto musicale, raggiunse l’apice della raffinatezza con il cosiddetto “concerto delle dame”, un trio di nobildonne colte e preparate che si esibivano per il Duca Alfonso II d’Este nella seconda metà del Cinquecento.
E proprio intorno al clima di una corte di altissimo livello culturale che andava tuttavia esaurendo il suo percorso – la Devoluzione allo Stato della Chiesa arriverà verso la fine del Cinquecento – si inserisce lo sviluppo del madrigale, uno dei generi musicali più apprezzati all’epoca, occasione di divertimento colto e di vere e proprie conversazioni in musica.
Il libro di Enrico Scavo, in dialogo con Nicola Badolato, getta nuova luce su un momento particolare della vita musicale ferrarese alla fine del Cinquecento.
Grazie al supporto della famiglia Finzi e ad alcuni documenti d’archivio inediti è stato possibile ricostruire le vicende biografiche e artistiche del maestro. Queste possono essere articolate nei seguenti momenti: i primi anni di formazione, la sua partecipazione alla Prima guerra mondiale con lo specifico incarico di «maestro di musica», gli esordi come direttore di coro e compositore, l’amicizia con il noto maestro Vittore Veneziani, il successo nazionale raggiunto tra gli anni Venta e Trenta, il suo trasferimento in Brasile all’indomani delle leggi razziali, la nuova carica presso il teatro di San Paolo e il ritorno a Ferrara nel dopoguerra.
Recenti acquisizioni della biblioteca del Conservatorio di Ferrara, provenienti da archivi privati, hanno inoltre consentito di redare un primo catalogo delle composizioni di Finzi. Tra queste di sicuro interesse sono quelle riferite alla pratica sinagogale che, oltre a consentire di valutare il coinvolgimento del maestro presso il tempio ferrarese, daranno modo di discutere uno specifico caso di acculturazione musicale, fenomeno che, come noto, interessò molte comunità italiane tra Otto e Novecento.
In primo luogo, verrà presa in esame la sua attività all’interno della Sinagoga. Del corpus di opere composte per questa istituzione è pervenuta la partitura della composizione di Veneziani "In memoria di Umberto I. Preghiera di Margherita di Savoja: armonium (o pianoforte) e voci di donne" (1900), oggi conservata presso la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. L’analisi di questo unicum darà modo di approfondire alcuni aspetti della prassi musicale ebraica in ambito ferrarese, primi tra tutti l’introduzione dell’armonium e la creazione di un coro femminile. Come testimoniato da alcune pagine del «Vessillo Israelitico», quest’ultima innovazione fu al centro del dibattito in seno alle comunità israelitiche italiane di fine Ottocento. Se l’impiego dell’organo, o in suo luogo dell’armonium, è circostanza già indagata, minor attenzione è stata dedicata all’istituzione di cori femminili nelle sinagoghe italiane, tratto peculiare alla prassi ferrarese.
Gli aspetti musicali della Preghiera di Veneziani verranno infine integrati con alcune considerazioni relative all’occasione e al contesto di esecuzione al fine di valutare il nuovo valore attribuito alla musica nelle celebrazioni promosse nel tempio di via Mazzini ad inizio Novecento.
Gli aspetti musicali della Preghiera del Veneziani verranno infine integrati con alcune considerazioni relative all’occasione e al contesto di esecuzione al fine di valutare il nuovo valore attribuito alla musica nelle celebrazioni promosse all’interno del tempio di via Mazzini ad inizio Novecento.
riferimenti alla tradizione ebraica rispetto alla quale il marchese sviluppò un approccio ambivalente. Le principali caratteristiche del libretto e della partitura saranno valutate per individuarne le peculiarità in relazione alle tendenze dell’oratorio coevo e alla precedente produzione di Bassani. Particolare attenzione verrà riservata alle scelte drammaturgiche del compositore. Grazie all’apporto di nuovi documenti emersi nel corso della presente ricerca, verranno inoltre discussi alcuni dati di interesse per lo studio della prassi esecutiva in relazione agli spazi architettonici, indagando la presenza di un palco e, probabilmente, anche di un’ambientazione scenografica, in occasione delle esecuzioni del Mosè presso l’Oratorio dell’Annunziata, sede della Confraternita. Fine ultimo dell’intervento sarà quella di indicare possibili prospettive di ricerca intorno all’attività ferrarese di Bassani e al ruolo dell’Accademia della Morte ed Orazione, emanazione della Confraternita, nella vita musicale della città, evidenziando elementi di interesse per lo studio dell’oratorio di fine Seicento.
Novecento. A partire dai luoghi di formazione musicale, si è evidenziata l’importanza della pratica pianistica, emblema dei salotti borghesi cittadini, e di quella corale che, insieme alla musica liturgica, costituì il più alto momento di espressione collettiva e identitaria. I processi di acculturazione e la drammatica cesura causata dalle leggi razziali costituiscono il filo conduttore della trattazione.
____________________________________________________________________
Some events of the musical life of the Jewish community of Ferrara in the first half of the twentieth century were identified in archival research, diaries, memoirs and letters, as well as the collection of interviews. Starting from the educational institutions, was point out the importance of piano practice, emblem of the bourgeois parlor, and the choral practice that, together with the liturgical music, constituted the highest moment and the identity expression of the community. The processes
of acculturation and the dramatic caesura caused by racial legislation of 1938 are the common thread of the discussion.
___________________________________
Interview with Paola Bassani about the relationship between Giorgio Bassani and music: youth training, habits, tastes, anecdotes and acquaintances.
____________________________________________
This essay investigates the presence of music in Giorgio Bassani's narrative corpus. Starting from the writer's musical background and acquaintances, the research introduces some musical quotations (Bach, Rossini, Verdi, Wagner, jazz and Jewish Ferrara’s music), analyzing their function in Bassani’s fiction. This study, in addition to responding to the needs of author philology, highlights significant elements for a sociological and documentary analysis of music.
Maroni’s work was forgotten, and after three centuries attracted the interest of Gabriele d'Annunzio during his visit to the Ferrara which took place in November 1898. There are numerous unresolved questions opened by this book: the biography of the author, the authorship of the texts and their poetic object.
The present volume proposes, together with the introductory study, a modern transcription, according to rigorous and up-to-date ecdotic criteria, but attentive to editorial solutions that allow easy reading to those who want to actualize their content today in a live performance.
_____________________________________________________________________________________________________________________
La raccolta di madrigali Il Fior novello di Giovanni Maroni costituisce un interessante elemento di collegamento tra diverse figure della letteratura italiana e alcuni protagonisti delle vicende politiche di fine Cinquecento. Il Fior novello è stato infatti pubblicato nel 1596 a Venezia da Ricciardo Amadino ed è dedicato al giovane marchese Ambrogio Spinola, il governatore di Milano all’epoca in cui si svolsero i fatti narrati nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
L’opera, dimenticata per secoli, attirò l’interesse di Gabriele d’Annunzio durante la sua visita alla città estense avvenuta nel novembre 1898. Numerosi sono gli interrogativi irrisolti aperti da questo libro: le vicende biografiche dell’autore, la paternità dei testi messi in musica e il loro oggetto poetico.
Il presente volume propone, insieme allo studio introduttivo, una trascrizione moderna, secondo criteri ecdotici rigorosi e aggiornati, attenta però a soluzioni editoriali che ne consentano l’agevole lettura a chi voglia attualizzarne oggi il contenuto in un’esecuzione dal vivo. Lo stesso formato di stampa è stato scelto a questo scopo.